lunedì 31 maggio 2021

fatevi i gatti vostri 1856 " L' alibi è sempre un bel problema "

Come sapete, da tempo, abbiamo scelto la linea di gestire il nostro angolo da cinefili rispettando sia le norme di legge vigenti sia le regole del buon senso. Ci siamo dunque limitati a offrivi liste di film basate sulla oggettiva possibilità di reperimento delle pellicole elencate. Sulla base delle vostre richieste abbiamo fornito presentazioni mutuate, in tutto o in parte, da siti web che si occupano di critica cinematografica. Per correttezza abbiamo sempre citato la fonte e non abbiamo mai oscurato il links ai siti medesimi né quelli che riconducevano a pagine personali degli autori delle recensioni, offrendo quindi loro una pubblicità indiretta per la quale, assicuro tutti i lettori, non abbiamo mai ricevuto alcun emolumento, percentuale o benefit di sorta. Per quanto riguarda le informazioni relative a canali tv o canali streaming che trasmettessero i titoli in questione abbiamo sempre preferito segnalarli in modo da non farne pubblicità sul blog. Non siamo in grado di dire se e quanti di questi siti o tv operino in completa ottemperanza delle leggi del nostro paese ma questa è una verifica che viene, come ovvio, lasciata al giudizio del singolo fruitore delle loro trasmissioni. Accade, da circa cinque giorni, che buona parte di questi siti risulti oscurata o irraggiungibile.

Alcuni di essi pare abbiano intrapreso battaglie legali, altri più semplicemente hanno cambiato paese o tipo di registrazione del sito nel caso si trattasse di siti web.

A tutt'oggi comunque nessuno sembra abbia risolto completamente il problema. Segnaliamo dunque questa grossa difficoltà a fornire indicazioni attendibili per quanto riguarda la ricerca e la visibilità delle pellicole a suo tempo elencate. Quando troverete la consueta indicazione  in merito alla presenza della scheda film in cineteca, vorrà dire che, comunque, siamo stati in grado di reperire info abbastanza attendibili sui canali di trasmissione. Se e quanto la loro fruibilità dovesse durare è, invece,  compito che richiederebbe la sfera di cristallo.

Vi auguro buona settimana e Vi ringrazio per i tanti auguri inviati a Balena, alle micette e a noi tutti

Dani

Oggi riproponiamo un film che presentammo un po' di tempo fa traendolo dalla cineteca in vhs dello zio. Si trattava di Beyond any reasonable doubt che lo zio conosceva fotogramma per fotogramma e attraverso il quale fin da piccoli ci mostrava la maestria di Fritz Lang. Ce lo ha chiesto un lettore nella sua riedizione moderna dal titolo "Un alibi perfetto". La prima versione si chiamava invece, in ligua italiana " L' alibi era perfetto" 

eccone la presentazione da my movies

RISCRITTURA ODIERNA DEL NOIR DI FRITZ LANG BASATA SUL CONCETTO DI PERSUASIONE.
Recensione di Marianna Cappi
venerdì 13 novembre 2009

Il giovane C.J. è un giornalista alla ricerca di uno scoop per salvare il posto di lavoro. È convinto di poter dimostrare la corruzione del procuratore Mark Hunter, capo dell'amata Ella e prossimo a divenire governatore della Lousiana. Hunter, che non perde un processo da anni, la spunta sempre all'ultimo minuto presentando delle prove che C.J. è convinto costruisca ad hoc, con l'aiuto di un collaborare e uomo di forza. Deciso ad incastrarlo, il ragazzo si fa arrestare per l'omicidio di una prostituta di colore, chiede a un amico di filmare ogni cosa e attende che il procuratore porti in aula le prove contraffatte per smascherarlo. Ma il suo non è un piano perfetto.
Regista, sceneggiatore e direttore della fotografia, Peter Hyams, ex autore di fantascienza, si riaffaccia sullo schermo con il remake del noir RKO Beyond a reasonable doubt, portato sullo schermo nel '56 da Fritz Lang. Non è un incontro imperdibile. Prima che per la piattezza delle immagini, infatti, più ancora che per l'avarizia del copione, a lui va la colpa di aver realizzato un film sul concetto di persuasione, a cui non si crede nemmeno un minuto di fila.
Ex giornalista e conduttore di tg, Hyams forse pensava a se stesso nel tratteggiare C.J. o comunque ad un'epoca che non è la presente, ma quella, di qualche decennio fa, entusiasta dei legal thriller e di Michael Douglas. Oggi di lui rimane il sorriso sornione, quasi scontornabile come quello dello Stregatto, e tanto ci dovrebbe bastare. A ben guardare, Un alibi perfetto è interamente edificato su questo dubbio principio di economia cinematografica, per cui basterebbero degli elementi riconoscibili di genere per fare un'atmosfera e un'aula di tribunale per tremare sul verdetto. Ma è un principio che regge, al limite, solo se sovrastato dai dettami urgenti di una suspence che qui non fa parte del pacchetto.
L'originale rendeva complesso uno schema tutto sommato semplice trattando esplicitamente di pena di morte e implicitamente della responsabilità dell'individuo e dell'ambiguità della giustizia umana, della fallibilità delle sue leggi. La riscrittura odierna sposta lo sguardo su una generazione di giovani e rampanti per i quali passare la linea, innanzitutto professionalmente e solo di conseguenza umanamente, è facile, accettabile, quasi divertente. È il passato prossimo, della società e del cinema americano, che Jesse Metcalfe può anche incarnare a buon titolo esteticamente ma che non ha lo spessore interpretativo di servire a dovere. 


Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Nicholas, giovane giornalista rampante in cerca di scoop, è convinto che il procuratore Hunter - per il quale lavora la sua bella - candidato governatore della Louisiana sia disonesto e corrotto: vince i suoi processi creando prove ad hoc presentate all'ultimo minuto. Per dimostrarlo, Nicholas usa i suoi stessi metodi e si fa arrestare per l'omicidio di una prostituta nera, pronto a tirar fuori le prove della sua innocenza. Finisce nei guai. Remake dell'ultimo film americano di Fritz Lang L'alibi era perfetto (1956), non ne è all'altezza: il 1° era una macchina che portava a riflettere sulla pena di morte, sugli errori della giustizia e il relativismo della colpa. Il 2° è uno scontato thriller giudiziario, schematico nella separazione tra buoni e cattivi, privo di suspense, condito con l'ormai indispensabile spruzzata di violenza, reso ridicolo dal ghigno al silicone di Douglas.


3 commenti:

  1. Ricordo che si parlò di Lang però l' altra versione, quella del 54 che anche io conosco abbastanza non la ricordo, se la reperiste mi interesserebbe.
    Tutto chiaro quanto esponete a proposito delle fonti. Grazie per il costante impegno
    Giovanni Martinelli

    RispondiElimina
  2. Cara Dani oramai la rete è terreno di guerra. In mail privata ti invio una serie di titoli tutti sotto la U e tutti reperibili in HD. Io perderei una vita e mi mancano molti degli strumenti tecnici di Amedeo che dovreste aver ereditato in toto. Almeno così scrisse Zanza. Intanto ci vai avanti un bel pezzo e mi fai anche un piacerone
    Bacio
    Patty

    RispondiElimina

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