giovedì 29 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 565 "Buon Compleanno Esserino & Balena !"

Sono passati otto velocissimi anni da quando vi ho trovato insieme ad altri due fratellini e una sorellina nel mezzo di un vecchio divano della casa del nespolo, al mare. La Gatta era sopra l'armadio e mi soffiava come una pantera.
Sono giornate in cui l'assistenza al nonno mi occupa quasi tutti i pensieri ma di voi non mi sono dimenticato
La mamma umana sta già  preparando il tonno col sorcio dentro e so che oggi potrete mangiare sul tavolino insieme a lei.




A    U    G   U    R    I

lunedì 26 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 564 Il tango di freccia bianca

Linda era nel primo banco, quello vicino alla porta davanti alla stufa dove sei anni prima il sudicio aveva pisciato nel bricco messo a bollire per umidificare l'aria. Sì perché per una rara combinazione nell'edificio dove io e Dino Ciampi s'era fatta la scuola elementare , ci spostarono la quarta ginnasio e noi ci si ritrovò, apprendisti del liceo classico, a sedere  nella medesima aula dove  s'aveva fatta la quinta e ci s'era disfatti dai cazzotti coi pargoli dei peggiori angiporti di Livorno.
Il sudicio era ancora un mito e il salto tra i due tetti che gli aveva guadagnato il posto dal Gatto Eterno non lo aveva provato nessuno, non perché mancassero gli scavezzacolli ma perché sarebbe stato come contaminare il suo ultimo atto d'eroismo.

Comincia così la novella d'oggi in cui si alternano realtà e fantasia. Il mi babbo sta male davvero e la storia di Linda è vera, luoghi e altri ammennicoli del racconto sono mie libere trasposizioni. Come sempre mi piace delineare un'umana commedia nella quale si compie l'umana tragedia o...viceversa? Meglio andare a letto ho bevuto vino bianco e mi si accavallano le idee
un abbraccio Dante.

L'audio inizia dopo 1 minuto e 48 secondi potete aspettare o spostare il cursore a tale valore.  Abbiate pazienza, Dani non c'era e io del tubo capisco poco

venerdì 23 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n 563 "la biblioterapia"

Per me il libri sono sempre stati un piacere per la mente e un aiuto per l'animo ma che qualcuno avesse codificato una vera e propria biblioterapia, lo ignoravo. E invece esiste questo bel libro dove per ogni disagio viene suggerito un libro adatto ad alleviarlo.




 Non l'ho ancora provato ma...trattandosi di libri mi fido. Se siete in grana compratelo! Altrimenti potete accedere alla versione elettronica. Dato che  i doni mica sono per tutti..... ci vuole una password per aprire il file .rar 
Ma per gli amiconi nostri non sarà un problema digitate il nome brevissimo del gatto babbo di Esserino e Balena e...BUONA LETTURA

un abbraccio,
 Holly


il file .rar è     QUI

martedì 20 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 562 " quasi quasi mi trasferisco"

Mi sento imbarazzata nell' avvicendarmi a un post brillante come quello di sabato scorso opera dello zio.
Era tanto che non si esprimeva ai suoi livelli migliori e devo dire che anche io che sono di famiglia mi sono sentita parte di quel mitico angolo di Livorno che è il Bar Nado. Che poi io e Zanza si sia fatto girare la testa a giovani e meno giovani.....direi che sia una galanteria di Dante. Diciamo che ci di difende e che a Livorno gli uomini sono intraprendenti quindi quando ci facciamo due passi insieme riceviamo parecchi saluti e anche qualche lazzo in tema di parti anatomiche ma roba che fa ridere e che corrobora più la vanità femminile di quanto possa dar fastidio. Quasi quasi mi trasferisco, per lo meno avrei un' amica simpatica per chiacchierare delle nostre disavventure amorose. Siamo infatti   accumunate da un' identica sfiga in tema di uomini. Quelli che si fanno avanti troppo spesso, messi alla prova, risultano degli imbecilli doc. Gli altri forse li intimidiamo, insomma dicendo pane al pane, ragazzi che vorrebbero venire a letto con noi ne troviamo a bizzeffe ma uomini che siano in grado di confrontarsi con due donne  impegnative NISBA. Questo ovviamente è una riflessione che ci accumuna e che ci siamo scambiate, a voce e a distanza, poi Angela e io abbiamo altre diverse e personali vicende assai dissimili anche per i gusti, a lei piacciono i complicati intellettuali, troppo spesso incasinati di solito con moglie e figli io invece li scanso come la peste e sono attratta dai giovanotti piuttosto aitanti ma con cervello. Per adesso pare che le due istanze siano incompatibili ma non dispero.
Rispondo in breve a Redcats che mi chiede della depressione di Dino: Dino che tra l'altro è una persona stupenda, di un'intelligenza assurda e con capacità artistiche notevolissime, si è come dice lui "rotto le palle"
non ama più la gente, i valori e le cose di questi tempi. Sopravvive perchè legge e suona, credo, e perché c'è il Bar Nado che è un pezzo di anni 70 sopravvissuto alla demenza odierna. Anche Dante è depresso ma ha la zia, me Bobby, i gatti, suona e beve (ma non esageratamente come Dino) mangia meglio è più sportivo, quindi regge meglio, ma anche lui rifiuta la televisione e quando esce e sente parlare le persone (la maggior parte) s'incazza. Il guaio di Dino è che non gli interessano neppure le donne. Non fraintendetemi ne ha avute ed ha gusti spiccatamente etero, ma detesta la relazione, non riesce a stare con una a vedere la verve iniziale che si trasforma in routine.....Queste le spiegazioni che dà zio Dante che lo conosce fraternamente. Ovviamente non si cura perché non gli interessa un mondo fatto così, la sua frase è devo prendere le pasticche per potermi sentire bene e dover sguazzare in questa merda? Ma se è proprio questo il mondo da cui fuggo e voi mi ci vorreste far rientrare?

Rispondo a Murasaki e a Patty che leggo sempre volentieri:
Renatona stava male aveva avuto una serie di by pass e la crisi aveva pesantemente colpito l'area dove tutta la sua famiglia lavorava, ho provato ascrivere all' indirizzo e mail anni fa e mi rispose la figlia Valentina dicendo che i problemi non mancavano ma sperava in meglio per la mamma e per tutti. Ho riscritto ma la mail mi torna indietro col messaggio del server.
Il prof. Martinelli, considerata l'amicizia con Dante e lo "stile" di cui il prof. era dotato ci è apparsa strana la sua scomparsa. So che viveva in Svizzera con la sorella ma internet arriva ovunque. NOn esiste su fb, su twitter ecc. Spero torni a farsi vivo come ha fatto Patty, ci farebbe davvero un regalone.

Veniamo ora alla sostituzione del fratellone e alle sue topiche:

Visto che alcuni ci hanno chiesto in privato i gialli di Renato Olivieri, Bobby, che tra noi è il più smanettone per quanto riguarda internet ha trovato tutti quelli disponibili in rete. Tra l'altro sono anche ben leggibili sui vari lettori ormai molto di moda

ecco i links (purtroppo dovete fare copia e incolla ma non mi funziona in altro modo)
fate attenzione massima a questa procedura, quando vi si apre il pop up di datafilehost.com togliete il segno di spunta in basso a sinistra prima di premere download altrimenti vi scarica un file exe che non ha nulla a che vedere col libro.
http://www.datafilehost.com/d/bcb6a252
Olivieri Renato - 1980 - Maledetto ferragosto 
http://www.datafilehost.com/d/d9c7f531
Olivieri Renato - 1981 - Dunque morranno 
http://www.datafilehost.com/d/9123e311
Olivieri Renato - 1983 - L'indagine interrotta 
http://www.datafilehost.com/d/9ccaec91
Olivieri Renato - 1984 - Villa Liberty 
http://www.datafilehost.com/d/d08ce5a9
Olivieri Renato - 1987 - Largo Richini 
http://www.datafilehost.com/d/1f911409
Olivieri Renato - 1988 - Ambrosio indaga 
http://www.datafilehost.com/d/d55e633c
Olivieri Renato - 1990 - Hotel Mozart 
http://www.datafilehost.com/d/4cdb4d0b
Olivieri Renato - 1991 - Piazza Pulita 
http://www.datafilehost.com/d/ecee95da
Olivieri Renato - 1993 - Madame Strauss 
http://www.datafilehost.com/d/df3dc2fc
Olivieri Renato - Le inchieste del Commissario Ambrosio

ecco ora i collegamenti al giallo del martedì
terza parte 4 terza parte 5 terza parte 6

sabato 17 maggio 2014

Fatevi i gatti vostri n. 561 " Al Bar Nado un novella di Dante- anche audio)

A forza di dai e di polemiche casalinghe, perché l'altra settimana me l'ero sbrigata colla novella più corta che ci sia ,che a me piaceva parecchio ma non era garbata punto alla mi nipote, a Holly e nemmeno a Bobby che aveva storto il naso come fanno l'inglesi vando par che vedan varcosa che li fa rigettare, ho scritto, alla fine, una novella basata su una vicenda reale come spesso accade per le mie cose,  che sian sognate, scritte o  dipinte.

L'ho anche letta, mitigando un po' il vernacolo che, nella registrazione impedirebbe di capire troppe locuzioni piuttosto ostiche se buttate giù alla svelta e inefficaci se dette al rallentatore.
Più che letta è raccontata, alla bona, come ho sempre fatto io, cercando di portarvi dentro al bar Nado in una mattina dove nei pochi metri quadri di questo piccolo regno della fantasia si animano incredibili  luoghi comuni,  macchiette locali ,vecchie amicizie, "mal de vivre", canzoni in anteprima.

Questa puntata la voglio dedicare, proprio per il senso profondo che ho dell'amicizia, a 4 grandi amiche virtuali che non ho mai visto ma che tutti noi portiamo nel cuore per l'affetto e la sincera amicizia con cui ci seguono,
Elenamaria, Murasaki, Pyperita e Redcats

Ne cito quattro e in ordine alfabetico perché son quelle che vedo quasi sempre affacciarsi nel nostro blog ma ce ne son tante e tanti altri cui va il nostro pensiero e che ogni tanto transitano di qui. Alcuni li abbiamo persi e tra questi mi piace ricordare Renatona alla quale auguro soprattutto salute e serenità e il Prof. Martinelli della cui sparizione  ancora non ci sappiamo dar ragione ma al quale vanno tutta la mia gratitudine e simpatia.

La novella è lunga ma questa settimana staremo senza computer per una riparazione e a meno che Bobby non voglia intervenire dalla perfida Albione dovremo contentarci dei pc della biblioteca, buoni per leggere ma non per pubblicare così Vi lasciamo tempo per leggere senza affannarvi con troppe pubblicazioni a ruota.

Un abbraccio e Buona Domenica

Dante.

dopo il filmato con audiolettura artigianale ho messo il testo. Leggendo c'è scappato uno svarione, parlando di Salvatore, il siciliano  che cerca di parlare livornese, una volta l'ho per sbaglio chiamato napoletano, se mi legge non me ne voglia e mi perdoni. nel testo scritto l'errore non c'è.




AL BAR NADO
"Boia i dé come passa 'r tempo!?"
dican dalle mie parti con una tonalità  che integra l'escalamazione iniale con un finale interrogativo che par richiedere il consenso degli astanti.
Lo si dice, di solito, quando ci s'accorge che un'altra settimana è andata e magari non s'è concluso nemmeno un granché. E lo dice anche Nara vedendomi entrare dopo tre mesi d'assenza  al Bra Nado che era del su povero babbo Nado appunto e che ormai da 28anni è gestito da lei e da Ampelio r'su marito. A dire r vero ciaverebbero anche tre fgiloli ma un l'aiutan punto datoto che Angela detta  Zanzara fa la giornalista frilens e quando non è in giro ole su nterviste porta ngiro un gran par di zampe che una volta che è venuta a trovalla, da venezia,  vell'altro stianto di topa de la mi nipote, hanno fatto na popoò d'accoppiata  che ha fotto brillà l'occhi a tutti i giovanotti  e a meno giovanotti di livorno e hanno guadagnato r plauso anche di doversi vecchiarelli che avevano ancora  ncorpo un mezzo residuo di viagra inutillizzato dato che la moglie che n'aveva perorato l'assunzione s'è ritrovata improvvisamente cor un gran mal di capo. Il secondo sarebbe Riccardo, il tafano o meglio r' tafanino dato che r'tafano era r soprannome der su nonno osì appiccicoso nel chiedeti una sigaretta o un bicchier di vino che la genta tirava fori il pacchetto in anticipo pe risparmiassi l solita a tiritera, un ber bimbetto r tafanino , anche nteligente se non fosse perennemente perso dietro a onnittopa che transita ne dintroni del barre. Mosca è il terzo, un vero rimpioglioni che se decide di un datti pace sei perso. Lui è ancora alle superiori ma anche  un ha voglia di fa una sega pe quanto riguarda il barrettino.
A sentire questi commenti sur tempo, oltre i soliti brindelloni che hanno sbagliato il barre per casa sua, c'è di solito  qualche arguto vecchino ciondolante sulla sedia di legno, a stecche, o a cavalcioni alla sedia medesima, messa all' arrovescia in modo che la spalliera sostenga le braccia sulle quali poggia la  testa ormai arresa ai troppi quartini, rimedio se non certo almenono consolidato per l'oblio, oblio dalla vita dai soldi che mancano, dalle mogli tiranne dal pisello che ormai ciondola mogio come la testa arreso anche lui al tempo che passa e ai quartini di vino. E  anche stamattina e c'è il vecchino e luilì non manca di commentare con voce strascicatissima
" boia dé ... e passa di nulla 'r tempo ...fra caà e fà lo spiazzo si fa buio e un s'è fatto un cazzo". Felice metafora  che riprende a livello analogico  la dinamica defecatoria del gatto, che prima rilascia le proprie deiezioni e poi spazza la terra davant a sè ricavando terra per  coprire escrementi e relativo l'odore.
O Dantino e si va calare du palamiti stasera sur tardi sento dire sal fondo del bar nado dove sto aspettando quella faccia a culo del Ciampi cui ho strappato la promessa di buttarmi giù la musica per una canzone su venbezia che ho scritto da poco.
No Salvatore un pesco più e lo sai no?
Accidenti a ir tegame della madonna e a tutta Venezia e ti ci hanno messo davvero ir sale  sulla oda huesti leghisti di merda, vocia Salvatore in un livornese che è tanto più improbabile quanto più passa il tempo.
Ha còlto modi di dire, insulti e bestemmie ma l'accento siculo commisto al tentativo di aspirare la c sbagliando i loci fonatori che prevodono l'aspirazione con quelli che, invece, anche per noi labronici vogliono  la c dura e puntuta come una K
ad esempio noi diciamo la agna, na caata la mi ognata ma d'altro canto nel dire
il kane d'iddio la c la pronuciamo dura
com' anche nel dire
vorrei essere n kapo a te e n culo alla tu moglie
esclamazione alla quale si dà la via  per simboleggiare due cose gratificanti ma ardue da conseguire quando, dopo reiterate dimostrazioni che sedurrebbero Hegel e Kant a livello di logica,  il nostro interlocutore continua a mostrarsi restio alla comprensione.
C'è poi il ch di di chemioterapia che ha un suono intermedio e molt'altre variabili che Salvatore non capirà mai e come lui tutti quelli che con meno diritto di lui, che almeno ha Livorno c'ha messo la orteccia, onni vorta che s'accorgan che sei toscano tentano di farti il verso emettendo dei suoni che farebbero vomitare anche i porpi dli scogli d'Antignano.
Salvatore  ci riprova
e ci sarebbero io bestia du calettine da farci la settimana se mi ci venivi commé
Ascolta Turiddu  portaci il tafanino, rema bene come me e r palamito un tel'attriga di certo
si lui ha r capo alla topa n'importa della pesca.
Portaci Ampelio! a remare un ce la fa ma il palamito la cala o lo salpa bene.
Ora sento speriamo he nara e c e lo mandava ommé.
Arriva Dino che pare una vela ammainata in una giornata di libeccio
fori dal barre dtira vento e lui c'ha un impermeabile che pare sortito direttamente dal 60 ma avendo fatto scalo per 54 anni in tutti i bauli der mondo da tant'è grinzoso.
Bongiorno scimmia l'apostrofo
Atté caàta o che ti pare modo di rompe oglioni ala gente ale dieci di mattina?
Dino o ti rimetti a sonà o ti butto nel fosso reale, di peso e lo sai che tarzo cor una mano.
Oddio che  par di oglioni  oddio che par di oglioni madonna che par di palle comincia a canticchiare ironico.
Nara?! portani olazione a Dino! e lo tiro a sedere in un cantuccio del barre.
Ovvia fammi sentì codesta ca(c)ata di canzone Dantino! mi fa
tiro fori i fogli
l' ho ntitolata l'alchimista
eeehh dé ce ne sarebbe bisogno
la legge ma ancora l'occhi tutti ncispiati dar sonno
prova a canticchiala come la vorresti
de se sapevo come mettela giù mica te lo chiedevo attè caata.
Va bene leggila canticchiandola
ci provo:

Scomporre il tempo in pezzi
E ricrear la scena

arte  d’ un’ alchimista 

de la fantasia

immagini lontane

ormai sfumate via

Lui dipingeva 

Con la sua follia

folli pensieri fanno il girotondo 

intorno  al quadro della fantasia
riportano alla mente anche quel giorno
che disse basta a tutto e scappo via,
e corse in alto sull' arcobaleno 
nei prati dove regna il gatto eterno 
dove d'estate è freddo come inverno 
dove normale vuole dir pazzia

occhi sognanti

e  scintillanti chiome 

tirava fuori dal 

cilindro il matto

un alambicco

la bacchetta e il gatto

diceva

abràcadàbra
e così sia

folli pensieri fanno il girotondo 

intorno  al quadro della fantasia
riportano alla mente anche quel giorno
che disse basta a tutto e scappo via,
e corse in alto sull' arcobaleno 
nei prati dove regna il gatto eterno 
dove d'estate è freddo come inverno 
dove normale vuole dir pazzia

"N'c'è malaccio, certo te l'hai messa giù un po monotonuccia ma la metrica va bene e basterebbe metteci una chitarra che arpeggia, un piano che she svisa un pochinino e bada.... esagero...ci metterei ancora du sventagliate di violino quando ando lui s'invola dal Gatto Eterno".

"Lo vedi popò di stronzolo vante cose si potrebbero fa se tu n'avessi voglia?".

"Dante un ho più voglia di nulla nulla nulla
e ti prego di non rompemi più le palle sull'argomento se voi che si resti amici."

Sto zitto so che farebbe muro a qualsiasi mio ulteriore tentativo.

"Che ne pensi in generale Dino?"
Penso che sei na merda!
o esagerato se ti tiro un cazzotto ti smuso lo sai eh!
dicevo in senso ironico ma....ma....
ma che? ni fo io
ma dimmi la verità Dantino.....
su cosa voi sta verità?
vesta canzone.....
si?
non te l'ha ispirata Venezia e Gerolamo Cardano detto l'alchimista o frate mago come m'avevi accennato per telefono
beh, in realtà erano sensazioni che avevo, diciamo che la storia di Cardano da una auotoritas di tipo storico
si ma te quella canzone l'hai scritta per me
e cosa ti darebbe tale impressione
che se io avessi la tu fantasia olle parole e avessi voluto descrive alcuni momenti l'avrei scritta così

"allora pò darsi che sia andata così....  finisci il cappuccino che ti si diaccia".




















giovedì 15 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n 570 " e vedrai tutto un mondo a colori...."

Sto lavorando a maglia, faccio varie cose con l'uncinetto ma sento un po' la stanchezza di primavera e non ho ultimato niente di interessante. Dormo abbracciata ai gatti e quando posso lavoro.
Oggi stavo mettendo in ordine il mio pc ed ho trovato una cartella che aveva creato Dante c'era scritto e vedrai tutto un mondo a colori.... Pensavo ci fossero vecchie canzoni perché lui canticchia spesso cin cin con gli occhiali di Herber Pagani nella quale ricorreva appunto la frase suddetta. In realtà erano illusioni ottiche, ma secondo me non tanto comuni e mi sono piaciute perchè tutto è in movimento ve le regalo per un minuto di relax senza pensare a niente ovvero guardare palle che girano e che non son quelle che girano di solito specie quando si ascolta il telegiornale.

Un abbraccione da Holly



mercoledì 14 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 569 "recensione giallo martedì"

Una lettrice ci ha chiesto, via mail, di pubblicare   un commento personale sul giallo del martedì, per decidere se, visto il numero e la mole delle puntate, il tutto  possa essere di suo interesse prima di intraprenderne l'ascolto.
Personalmente ho ascoltato 6 o sette puntate e mi piace molto perché lo seguo come un racconto senza voler giocare alla detective. Zio Dante e Bob sono gli unici ad averlo ascoltato ( e lo zio che lo ha anche letto in cartaceo, ritiene che la versione audio risulti decisamente più accattivante anche perché letto bene).
Altro non saprei dire. La scelta è stata fatta per il protagonista, molto umano e l'ambientazione. Firenze è stata una città importante nella formazione dello zio, che pur essendo rimasto legatissimo alla sua Livorno riconosce alla città gigliata il fatto di averlo svezzato culturalmente, deve avere assai  buoni ricordi di quegli anni perché non gli manca il sorriso sornione quando ne parla.
Di seguito posto una recensione al giallo che potrebbe essere d'un certo interesse.

Un abbraccio a tutti
Dani
qui le nuove puntate:
terza parte 1
terza parte 2
terza parte 3

recensione e premi del giallo
Premio Scerbanenco 2009 e Azzeccagarbugli 2010. 

Ex combattente del battaglione San Marco ed ex partigiano, il commissario Franco Bordelli è un poliziotto vecchio stile. Piace alle donne, ai reietti, ai criminali onesti e anche agli altri scrittori di gialli, a Camilleri in particolare, forse per via dell'ironia sorniona e del suo modo diretto e genuino di affrontare ogni indagine. Dopo il successo dei primi tre episodi dedicati al burbero commissario (Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda e Il nuovo venuto), tutti ambientati nella Firenze degli anni Sessanta, Marco Vichi si cimenta in un romanzo che esula dalla semplice trama poliziesca per affrontare una delle pagine più tristi e suggestive della storia italiana. Firenze entra prepotentemente nella narrazione, con i suoi palazzi, le sue strade tortuose che si snodano tra i capolavori dell'arte, le sue botteghe e i vizi dei suoi bottegai. L'alluvione che sommerse la città il 4 novembre 1966 taglia in due il romanzo, spezza la trama sottile dell'indagine, irrompe come l'ondata di piena dell'Arno, per affondare sotto il fango i mali di una società imputridita. 
L'omicidio che deve affrontare questa volta il commissario Bordelli è tra i più efferati. Il cadavere di un ragazzino di appena tredici anni è stato ritrovato nudo nel bosco. Prima di ucciderlo, i suoi aguzzini lo hanno seviziato e violentato. Nessuna traccia, nessun sospetto, la pioggia che da giorni cade fitta sulla città e sulle colline cancella ogni pista, logorando i nervi di un uomo ormai vecchio, troppo malinconico, ossessionato dai ricordi della guerra. Il commissario ha promesso al padre del ragazzo di scovare l'assassino, ma già dopo i primi giorni si accorge che non è una promessa facile da mantenere. Si attacca disperatamente a un pezzo di carta, molto meno di un indizio, e si trascina svogliatamente tra i sentieri di montagna, per liberare un po' la mente, per evitare di fumare le solite venti sigarette, per immaginarsi già nel casolare che lo aspetta dopo la pensione. Morte a Firenze è la storia di una città marcescente, che imputridisce sotto tre metri di acqua torbida che ha invaso le strade dopo l'inondazione, che nasconde e preserva al suo interno le deviazioni dei suoi poteri occulti. Ma è anche la storia di uomini che il giorno dopo il disastro lavorano insieme per salvare l'enorme patrimonio artistico della città, come i libri della Biblioteca Nazionale. 
A non fare arrendere il commissario Bordelli è la sua indole intimamente fiorentina. è la sua curiosità a trascinarlo fuori dalla questura per infilarsi nelle cucine e nelle bettole, nei postriboli e sui viali delle Cascine, dove auto di lusso raccattano giovani ermafroditi e ronde nostalgiche del Ventennio giocano come i lupi con l'agnello. In una di queste notti passate a vagabondare tra le vie di una città unta e maleodorante, incontrerà il colonnello Bruno Arcieri, un personaggio creato da Leonardo Gori e protagonista del suo libro L'angelo del fango. Sarà l'austero colonnello (che a sua volta ha incontrato il commissario Bordelli nel romanzo di Gori) a indicare uno spiraglio nelle indagini e a riaprire una pista che sembrava ormai compromessa. 
Amaro, irriverente, con un finale coinvolgente e tragico, questo nuovo romanzo di Marco Vichi non ha solo tutti gli ingredienti classici dell'Hard Boiled chandleriano, ma ha anche la forza dirompente delle immagini dell'Istituto Luce e la malinconia di chi, ancora immerso nei ricordi nella guerra, ha visto crescere una nuova generazione di giovani "capelloni". Tra gli ideali tramontati della borghesia decadente e il boom consumistico degli anni Sessanta, Marco Vichi non trova né mediazioni né compromessi. La brama di potere è un peccato che ha accomunato negli anni i ricchi cittadini fiorentini ma anche i loro figli, è una poltiglia che invischia ogni cosa e contro cui il commissario Bordelli, forse, non ha più voglia di lottare.



sabato 10 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 568 "la novella più corta che ci sia"

Questo Sabato posto una breve audiolettura de "la novella più corta che ci sia" che ho scritto apposta per questo blogghe. 
Nelle immagini del filmino i gatti, il cane ombra in un mio olio, altri quadretti miei, "lo spaccone"con Paul Newman e Jakie Gleason, che nterpreta uno stupendo Minnesota Fats.C'è anche Dantino giovane, con occhiali da agente segreto e fotogramma in posa, quando aveva in mente di tentare fortuna a Hollywood..... meno male che restò a Livorno.


Un abbraccio e Buon weekend a Tutti

Dante

venerdì 9 maggio 2014

fatevi i gatti vostri 567 " i gatti mi piacciono troppo"

Decisamente per esprimere questo incondizionato amore che mi lega ai gatti non ho bisogno di stimoli corroboranti ma al vedere la corruzione dilagante e le facce da culo che ci hanno governato e che sono in buona parte inquisite e agli arresti, il mio amore per i felini diventa venerazione. 
Ieri, purtroppo, o sarebbe il caso di dire per fortuna,  ho lavorato tutto il giorno e oggi anche, così saldo il mio impegno settimanale col blog con un abbraccio a tutte le nostre lettrici e lettori e postando alcune vignette sui mici (reperite in rete) che mi fanno sbellicare per come "fotografano" il carattere dei nostri pelosi amici. Ovviamente per chi vuol farsi una scorpacciata di vignette, tutte originalissime, non c'è nulla di meglio che il blog del nostro amico Rasputin  clikkando sulla scritta giallina qui accanto RASPODIE vita e pensieri di Rasputin

Holly

MESSAGGIO PER ELENAMARIA : non trovo la tua email e Dani non ha capito bene se vuoi qualche giallo di Renato Olivieri (mandaci una mail a esserinoebalena@email.it indicando il titolo). Se invece il ringraziamento si riferiva all' audiogiallo, come sai, lo scarichi direttamente clikkando sul blog e poi lo ascolti con comodo offline è  molto bello e lo sto ascoltando anch'io tutte le sere ma saranno 50 puntate ahahahah.














mercoledì 7 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 566 " Renato Olivieri e la nebbiosa Milano"

Ecco qua, lo sapevo, mi sono addormentata al pc ieri sera. troppe cose da fare e l'appuntamento coi gialli di bob lo affronto di primo mattino con un gran mal di testa e l'odore del caffè della zia che si spande ovunque. Balena dorme a pancia all' aria, Esserino acciambellato, come suo solito.Mentre aspetto che questa uggiosa giornata decida se mettersi "a pioggia" o "a nubi",visto che la primavera ormai è arrivata e se n'è andata senza che si sia vista, posto il materiale diligentemente lasciatomi in consegna dal fratellone.

L'autore che presento oggi è Renato Olivieri:
Renato Olivieri (Sanguinetto (VR)  4 agosto 1925 – Milano, 8 febbraio 2013

il materiale su Olivieri è tratto dal blog di Alberto Riva che sul giallo italiano e su Olivieri  ha speso belle parole  su "Repubblica"

Nato a Sanguinetto in provincia di Verona, trascorre l'infanzia a Torino e a 14 anni si trasferisce a Milano, dove ha vissuto fino alla morte.

Nel 1978 pubblica il suo primo romanzo giallo, Il caso Kodra; in esso compare il personaggio del commissario Ambrosio, uno degli investigatori più noti nel panorama letterario italiano, interpretato al cinema da Ugo Tognazzi in I giorni del commissario Ambrosio, per la regia di Sergio Corbucci.

Caratteristiche dei suoi libri sono le malinconiche atmosfere milanesi e la figura del personaggio principale, un poliziotto introverso, anch'egli malinconico, amante del bello e conoscitore d'arte (non diversamente dal suo autore).

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
1978, Il caso Kodra, stampato nel 1997 nella collana Il Giallo Mondadori con il numero 2520 o stampato nel 1991 nella collana Oscar Gialli con il numero 246.
1980, Maledetto Ferragosto, stampato nel 1992 nella collana Oscar Gialli con il numero 269 dalla Mondadori o dalla Rusconi.
1981, Dunque morranno, stampato nel 1991 nella collana Oscar Gialli con il numero 255 dalla Mondadori o dalla Rusconi.
1983, L'indagine interrotta, stampato nel 1992 nella collana Oscar Gialli con il numero 262 dalla Mondadori o dalla Rusconi.
1984, Villa Liberty, stampato nel 1993 nella collana Oscar Gialli con il numero 290 dalla Mondadori e dalla Rusconi.
1985, Le indagini del commissario Ambrosio, stampato dalla Rusconi.
1987, Largo Richini, stampato nel 1992 nella collana Oscar Gialli con il numero 295 o dalla Rizzoli.
1988, Ambrosio indaga, stampato dalla Rizzoli.
1990, Hotel Mozart, stampato nel 1992 nella collana Oscar Gialli con il numero 275.
1991, Piazza pulita, stampato dalla Mondadori.
1992, Ambrosio ricorda, stampato dalla Mondadori.
1993, Madame Strauss, stampato nel 1998 nella collana Il Giallo Mondadori con il numero 2578.
1994, La fine di Casanova, stampato dalla Mondadori.
1996, Il Dio denaro, stampato dalla Mondadori.
1998, Albergo a due stelle, stampato dalla Mondadori.

fin qui le scarne notizie fornite dalla rete eppure se si cerca meglio, come ad esempio in questo post di Alberto Riva in occasione della morte dello scrittore ci si rende conto che dagli appassionati del Giallo Italiano, Olivieri incassava rispetto assoluto e un affetto che va oltre la parabola terrena

Addio a Renato Olivieri. Il giallo italiano perde un gigante  di Alberto Riva


Il commissario Giulio Ambrosio spesso aveva dubbi. E quando aveva dubbi osservava la sua città, Milano. Entrava in un bar e beveva qualcosa. Oppure si fermava in mezzo alla strada ad osservare un albero, un cespuglio, la facciata di una casa, la prospettiva di una delle strade che l’indagine del momento lo aveva portato a percorrere. E nel lettore, quel rapido sguardo di Ambrosio si fissava come un ricordo personale.

In uno dei libri più belli di Renato Olivieri, che è morto l'8 febbraio a Milano all’età di 87 anni, quello intitolato Largo Richini, c’è un personaggio, un professore di storia dell’arte, che vive in via Dell’Uomo, in uno di quei palazzotti di borghesia vecchio stampo che chi conosce la piccola traversa che taglia Via Archimede può facilmente immaginare. Ambrosio lo va a trovare più volte, inseguendo il fantasma di una bella ragazza ormai morta da tempo, che ha lasciato il suo profumo e le sue ombre in quella casa. Non che il vecchio professore sia tra i sospetti (Ambrosio sa quasi sempre da subito chi è o chi non è colpevole, anche se non lo dice al lettore).

Ambrosio ci va per parlare. Il suo metodo d’indagine è platonico. Di solito si inerpica lungo la pazienza della speculazione, che è sempre conoscenza dell’altro. Crede alle prime impressioni, Giulio Ambrosio, ma non troppo: crede di più al linguaggio, al racconto che i suoi testimoni fanno della loro vita e dei suoi intrecci. Renato Olivieri li dipanava tutti con pazienza di elefante, costruendo una musica interna ad ogni romanzo e che risuonava di personaggio in personaggio.

Il commissario Giulio Ambrosio credeva però anche negli ambienti, sapeva che i muri, le finestre, i salotti leggermente fané, le abat-jour, le carte da parati, i soprabiti, le cianfrusaglie, i gingilli deposti come ossa sui centri tavola, le foto nei portaritratti, gli scaffali di libri, le scale con i loro corrimani; Ambrosio sapeva che tutto parlava. Tutto raccontava qualcosa di importante, di indispensabile, che si depositava nella storia e nell’indagine privata del lettore. Il passo del grande giallista.

La sua enorme magia è questa: oggi non si può passare per via Serafino dell’Uomo senza pensare immediatamente a Raffaele Gandus, il professore di storia dell’arte: alle sue paure, alle sue reticenze, al suo amore per Virginia e alla sua casa disordinata di uomo invecchiato in solitudine. Però oggi i libri di Olivieri sono difficili da trovare; come sempre ci si affida alle librerie dell’usato e ai chioschi. Tra i suoi indispensabili segnalo, oltre Largo Richini, i bellissimi Villa Liberty, Piazza Pulita, Hotel Mozart, i racconti di Albergo a due stelle… Così vive per sempre un grande scrittore.

Ovvio che i suoi libri li abbiamo tutti e altrettanto ovvio che se qualcuno di Voi volesse leggere queste superbe pagine non deve far altro che chiedercelo come sempre, via mail a esserinoebalena@email.it

concludo con un abbraccio e i links per l' audiogiallo fiorentino che sta conquistando alcuni estimatori
DANI

5 seconda parte
6 seconda parte
7 seconda parte
8 fine seconda parte

sabato 3 maggio 2014

Fatevi i gatti vostri n. 565 "novelle agrodolci "

Oggi  posto una novella "agrodolce", " che poi son quelle che mi piacciono di più. Magari non proprio drammatiche ma nemmeno alla romanzetto di Harmony ossia sempre col lieto fine perchè s'ha voglia noialtri a cercare il lieto fine, io per ora ho visto dimolte fini ma liete un ne ho viste punte. Per cui una certa aderenza alla realtà ci sta bene anche nelle novelle e, secondo me Paolieri le scriveva proprio bene. Questa, sempre di lui si chiama il cieco ed è ben letta, come al solito da Silvia Cecchini.  Notate ad esempio la minuziosa descrizione degli ambienti, c'è tutto l'occhio dell' ottimo pittore che era il buon Ferdinando.







per ascoltarla 

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In calce  al post trovate anche  altri capitoli di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.
AGGIORNAMENTI
Il vecchio sembra stia meglio, Dino no, il Ito pare sparito del tutto.
A Livorno non ci vado da parecchio, non vo in barca e neppure in bicicletta perché ho poco tempo e perché piove sempre. Leggo parecchio, m'arrabatto a lavorare e dormo. Scrivo qualche canzone ma le più le butto via  perché  non riesco a metterci la musica e Dino non ne vuol sapere. Speriamo melliori coll' arrivo del caldo.
Bona Domenica a Tutti e garzie per le tante testimonianze d'affetto

Dante

qui ci sono gli altri capitoli di Bertoldo & co. cliccandoci sopra vi parte l'audio

capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8


se ne avete perso qualche parte trovate tutta l'opera 

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giovedì 1 maggio 2014

fatevi i gatti vostri n. 564 " astuto come un gatto "


Oggi vi presento un video a dir poco sbalorditivo ma Esserino si sta allenando in un gioco simile e Balena sta migliorando nel gioco del nascondino.

Il gattino del filmato si chiama Kido e la proprietaria mette subito in chiaro che quel che le interessa è condividere la grande gioia che le dà Kido nel voler giocare con lei al gioco dei bussolotti piuttosto che porre l'interrogativo sul come il delizioso micio riesca sempre a indovinare il bussolotto vincente. Il gioco è  molto in voga anche qui a Venezia nelle calli dove abili truffatori, detti scatollettisti, per lo più provenienti  dall' est Europa, allestiscono sedute lampo di questo gioco accalappiando sprovveduti turisti. Talvolta il gioco viene sostituito da quello delle tre carte, nella sostanza ci sono 5 o sei compari che imbastiscono una sorta di teatrino, fingendosi anch'essi, scommettitori  per accalappiare un pollo. Nella realtà ognuno ha un compito, uno fa il palo, uno tiene a distanza eventuali curiosi, uno è un abile borsaiolo che, nel caso improbabilissimo che l'ignaro scommettitore vinca, lo seguirà per borseggiarlo alla prima occasione.

Aprite il video a tutto schermo! si vede perfettamente!




In questo caso il gioco pare pulito anche se Dante ha avanzato l'ipotesi che la pallina da trovare sia insaporita col tonno oppure che abbia un piccolo dispositivo che la fa vibrare, nel video non si vedrebbe ma il gatto la riconoscerebbe subito.
Io però voglio credere che Kido sia furbo come tutti i gatti e che a un gatto non la si faccia facilmente.
Per di più Kido rischiava di essere soppresso e la signora che gioca con lui lo ha salvato e adottato e questo basta a renderceli simpaticissimi tutti e due.

Un abbraccio a Tutti

Holly