sabato 31 ottobre 2020

fatevi i gatti vostri 1650 " Balena e il pensierino della sera "


Sono le 6.20 e devo già  correre. Oggi giornata pesante. Tutti paventano il lockdown alla stregua di Francia e Germania e gli ordini per far magazzino nelle farmacie hanno maggior consistenza. 

Consegnamo milioni di mascherine. Per fortuna pesano poco. Credo sia l ultima sfuriata poi in regime di chiusura caleranno i consumi e le farmacie venderanno quanto hanno in pancia. 

Per noi ci saranno ancora giornate da non far pari col gasolio e non avremo sussidi perché  i trasporti lagunari son categoria troppo anomala per rientrare nei piani previsionali della stanza dei cervelli. 

Balena  ieri sera prima di addormentarsi in mezzo alle due gemelline ci ha raccontato questo:

Cuesta aveva istata la istoria di cuatro lomini et esi avevino nominassione: Onniuno Auancuno Ciàschiduno et Nisuno

ciera de laboro da faciere et  Onniuno aveva la sucuressa che Quancuno lo avaria faciuto

Ciàschiduno avarebe potito facierlo ma Nisuno lo fecie. Al cuncludimento Ciaschiduno inculpette Quancuno

pecché Nisuno ava faciuto quelo che Onniuno avarebe potito faciere.

Cuesta ava istata la previdizzione del Gato Dogie Serenisimo Balena in torno di come il gubierno talliano ammasserà eso viris covido

Ho una gran paura che il gattone vaticinante ci abbia preso in pieno e in attesa che serrino tutto prepariamo una vastissima scorta di films per le nostre giornate in casa.

Intanto, a richiesta di Patty, ecco già in cineteca un bel film del 1977, il commento è tratto integralmente da my movies

Buon week end

Dani

LA SERA DELLA PRIMA

Myrthe è un'attrice di successo non più giovane che si trova ad affrontare sulla scena un personaggio molto simile alla sua realtà di donna affermata che non accetta la vecchiaia e l'insuccesso. La crisi che segue è accentuata dalla morte di una giovanissima ammiratrice, nella quale Myrthe identifica la propria giovinezza irrimediabilmente perduta. Per liberarsi da questa ossessione la donna ricorre persino all'aiuto di un esorcista che "uccide" il fantasma della ragazza morta. Una volta sul palcoscenico, l'attrice inventa a soggetto il proprio personaggio invece di ripetere un testo che in qualche modo potrebbe ancora danneggiarla: solo così Myrthe accetta l'inevitabile "viale del tramonto". 

Recensione di Stefano Lo Verme

Myrtle Gordon è un'affermata attrice di mezza età impegnata nelle prove di una nuova commedia, La seconda donna, in un piccolo teatro di provincia, in attesa del debutto a New York. Una sera, all'uscita dal teatro, una sua giovane e fervida ammiratrice, poco dopo averle chiesto l'autografo, rimane uccisa in un incidente stradale; sconvolta, Myrtle precipita in una profonda crisi personale.
Quinta collaborazione fra il regista e sceneggiatore John Cassavetes, autore di punta della New Hollywood, e sua moglie Gena Rowlands, La sera della prima è un altro intimo ritratto al femminile dopo il precedente Una moglie, oltre che un sentito omaggio al mondo del teatro e alla figura dell'attore. Ancora una volta, la Rowlands si cala nei panni di una donna frustrata e nevrotica, con problemi di alcool ed incapace di fare i conti con l'età che avanza: la sua protagonista, Myrtle Gordon, è infatti un'attrice quarantenne all'apice del successo ma vittima delle proprie tendenze autodistruttive, che sembra ricalcata su quella Margo Channing resa immortale da Bette Davis nel più grande film sul teatro mai realizzato, Eva contro Eva.
Myrtle si trova in un momento cruciale della propria vita privata e professionale: sta provando una nuova pièce, La seconda donna, scritta dalla commediografa Sarah Goode (Joan Blondell), ma sul palcoscenico ha difficoltà ad immedesimarsi nel suo personaggio (una donna di mezza età sola e alla deriva, proprio come lei). Nel frattempo, la tragica morte di una giovane ammiratrice la getta in uno stato di perenne inquietudine, mentre le allucinazioni in cui vede il fantasma della ragazza non cessano di tormentarla. Le prove in teatro si trasformano così in un gioco al massacro in cui realtà e finzione si intrecciano inesorabilmente, e in cui la recita stessa diventa un modo per dar sfogo a rancori e tensioni fra la diva e i suoi colleghi: il regista Manny Victor (Ben Gazzara) ed il suo partner sulla scena, l'attore Maurice Aarons (Cassavetes), al quale in passato era stata legata da un rapporto sentimentale. Con La sera della prima, Cassavetes confeziona un solido dramma dal vago sapore bergmaniano, caratterizzato da dialoghi taglienti e dalla continua alternanza fra la rappresentazione in palcoscenico e ciò che accade dietro le quinte, nella "vita reale". In questo senso la parte conclusiva del film, con la sera della prima a Broadway, sintetizza alla perfezione la riflessione di Cassavetes sulla vita e sul teatro: Myrtle, sotto gli effetti di una tremenda sbornia, va in scena e reinventa l'intero copione in chiave comica ed ironica, suggellando un trionfo che è anche una serena accettazione di sé. Ottimo il cast, ma a strappare l'applauso è soprattutto una straordinaria Gena Rowlands, che per la sua superlativa interpretazione ha ricevuto il premio come miglior attrice al Festival di Berlino.

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Sconvolta dalla morte accidentale di una giovane ammiratrice (Johnson), l'attrice Myrtle Gordon (Rowlands) continua a vederla in allucinazioni angoscianti ed è sull'orlo di un esaurimento nervoso. Sta collaudando una nuova commedia - The Second Woman , scritta da un'anziana commediografa (Blondell) - di cui non è soddisfatta perché troppo seriosa. Con l'aiuto del primo attore (Cassavetes), già suo amante, risolverà la situazione con l'ironia. Al suo 9° film Cassavetes elabora il suo paradosso sull'attore, mettendo in scena il Teatro come istituzione ufficiale al pari della Famiglia, centro dei suoi interessi di autore. La tesi, fin troppo esplicita, è che si recita nella vita quotidiana, mentre il teatro diventa il momento liberatorio della verità cui si arriva se si ha una conoscenza diretta della realtà e la si accetta in modo attivo. Disposto su 3 livelli che s'intersecano (vita, teatro, fantasia o allucinazioni), dà l'impressione, nella 2ª parte, di una certa prolissa verbosità. In questo film d'attori recitano tutti bene con l'eccezione di G. Rowlands che recita benissimo.

venerdì 30 ottobre 2020

Fatevi i gatti vostri 1649 "tutti colpevoli"

Sono pronta, come ogni mattina, a salire sul nostro mototopo e iniziare il lavoro con zia Holly. 

Ormai siamo affiatatissime e mi ha insegnato buona parte dei segreti del lavorare in barca. Non fosse per il covid e le preoccupazioni a latere potrei dire che termino ogni giornata stanca ma serena. 

Ho poche frequentazioni sociali il che si addice al periodo ma non proprio al mio carattere. Nel periodo passato a Livorno mi divertivo di più  insieme a Zanza e Samatta ma forse tra poco tornerà  Bobby e Marti lo raggiungerà.  Alla fine tutte le single del nostro gruppo han trovato da far coppia e dovrò  vedere di organizzarmi anche io. 

Ci sarebbero un discreto numero di ragazzi che mi han manifestato il loro interesse e dato che vivo da eremita  dovrei interpretarlo come un buon segno. Provo invece un certo fastidio. Mi piace avere un uomo e tutte le attenzioni che mi può  dedicare ma non sopporto l idea di averlo troppo accanto. Vedo già  il legame creatosi tra Bobby e Marti e proiettandomi in una situazione simile so che ne resterei soffocata. 

Zia Holly mi dice di esser stata come me alla mia età: uomini si  ma solo in certe occasioni e per certe occasioni poi zaino in spalla e via. Un mito la zietta.

Vado o farò tardi

Il film è in cineteca  il commento, da my movies, è  qui sotto

Buona giornata  a tuttil

Dani

UN OMAGGIO AL TRASFORMISMO DI DENZEL WASHINGTON.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 23 aprile 2018

Roman è avvocato a Los Angeles e lavora in uno studio che si occupa di clienti, appartenenti a classi sociali bisognose, spesso impossibilitati ad avere una difesa degna di questo nome. Roman, anche per il carattere che ha che lo spinge a non trattenersi dinanzi a palesi ingiustizie, è stato sempre tenuto dal suo collega William Jackson nelle retrovie a preparare la documentazione dei casi. Quando però William viene ricoverato in ospedale senza speranza di recupero tocca a Roman presentarsi in tribunale e già la prima causa gli crea dei problemi. Le cose si complicano quando lo studio viene chiuso e chi si deve occupare dell'operazione comprende le sue doti e ne vuole acquisire le competenze mettendole però a servizio del puro e semplice guadagno. Roman cerca di barcamenarsi fino a quando un giorno si fa tentare da un'azione illegale.

Denzel Washington ha ricevuto una nomination all'Oscar per questo film che rende indubbiamente omaggio al suo trasformismo ma che ha anche una sceneggiatura che disperde progressivamente le potenzialità dello script commettendo anche un errore in apertura.

Perché la prima sequenza ci fa sapere che Roman ha compiuto un atto illegale per il quale ritiene di dover essere punito e da allora si procede in flashback in attesa di capire quale sia la sua colpa. Meglio sarebbe stato entrare progressivamente nella psicologia di un uomo appassionato per i diritti civili ma incapace di garantire i necessari limiti ai propri interventi come se soffrisse di una qualche forma di sindrome di Asperger. Inoltre viene da chiedersi perché abbia bisogno di cedere a una tentazione di carattere monetario quando ha già compiuto un notevole salto di qualità essendo stato assunto dal nuovo e facoltoso studio.

Anche la documentazione che sta preparando da tempo per poter dimostrare che gli afroamericani subiscono un trattamento sfavorevole nelle corti di giustizia non trova una sua dimensione convincente nelle dinamiche di questo avvocato a cui si offre anche un accenno di vicenda amorosa funzionale più che altro a un allungamento dei tempi della narrazione. In questa epoca di trumpismo dominante il tema della sperequazione dinanzi alla legge e della difesa di diritti civili conculcati in nome di una "America great again" non risulta affatto secondario ma è il suo trattamento a lasciare alla fine con più di una perplessità. 

giovedì 29 ottobre 2020

"Fatevi i gatti vostri 1648 "Crozza disperato, Zaia supera la propria imitazione producendo maggior ilarità"

Riprendo la cura del blog dopo la consistente e brillantissima parentesi con la quale Zanza mi ha concesso un paio di settimane di vacanza. Sono felice che la mia amica del cuore abbia finalmente sbloccato la sua sensazione di disagio nel confronto con l' altro sesso. Spesso anzi spessissimo le ho detto che il suo Cispia, prematuramente scomparso in un drammatico incidente, di certo non la avrebbe voluta vedere soffrire così, immolata a un ricordo.  Il blog sente  ovviamente la latitanza di Bobby, ormai cellulare dipendente alla stregua della sua dolce metà Martina (speriamo che venga via presto da Londra)  ma anche gli interventi narrativi, musicali o polemici dello zio Dante mancano molto. In  questi ultimi giorni lo zio aveva febbre e dolori e così lo han mandato al tampone Drive In. Lui è andato col camper  e il camper non passava sotto ai tendoni della postazione in più ha il finestrino troppoi  alto così alla fine lo ha fatto passare a  piedi. Secondo lui comunque organizzazione perfetta! Come orario gli han dato le 17 e 09 e alle 17.30 era già sulla via del ritorno . Ha fatto il test sabato e il lunedì mattina c' era la risposta on line: negativo, per fortuna.

Ha riconosciuto che è bene avere uno Zaia al timone. 

Approvato dunque  anche dallo zio, da sempre critico sulle capacità dei veneti, questo leghista anomalo che si è spesso  aggrovigliato su uso di congiuntivi e condizionali tanto  da aver fatto dire a Crozza che la versione più comica di Zaia non e la sua ma quella interpretata ogni giorno dallo stesso Luca.

Eccone un mirabile saggio.


ma al nostro Luca non basta la performance che lo ha portato alla ribalta di youtube e perfino a radio rai uno, difatti  proprio ieri alla conferenza stampa che tiene abitualmente presso il centro della protezione civile a Marghera ripete la propria prestazione con una variazione di carattere non solo verbale (confonde anche stavolta il congiuntivo col condizionale) ma anche storico, "non so se lo ha detto Wellington o Trafalgar" ove è notorio che Trafalgar è una area geografica (Capo Trafalgar) non lontana da Gibilterra.
Qui c'è il link ma il preziosimo inizia al minuto 21

CLICCATE QUI E ANDATE AL MINUTO 21  è uno spasso ve lo assicuro.

e se avete tempo potrete anche venire a conoscenza del fatto che Napoleone era "molto ingegnere"

Congiuntivi, storia rivisitata, allucinazioni matematico statistiche, e nazione veneta a parte Zaia ha retto bene il timone nella prima fase e lo sta facendo anche adesso mettendoci la faccia giorno per giorno.

Metto in cineteca Casablanca Casablanca certa di far piacere a Giacomo che ce lo aveva chiesto ma anche ad altri lettori perché è un film simpaticissimo.

Commento da my movies  pellicola in cineteca dopo le 12.

Buona giornata a tutti 

Dani


Ritroviamo il terzetto che dava il titolo al precedente Io, Chiara e lo Scuro, del quale Casablanca Casablanca rappresenta il seguito. La scena si sposta appunto in Marocco, dove la sassofonista Chiara (De Sio) è in tournée e dove lo Scuro si trova a partecipare al campionato mondiale di biliardo. Francesco (Nuti) li raggiunge: litiga con Chiara, ormai lanciata nel firmamento musicale, e vince il campionato grazie all'aiuto dello Scuro. Protagonista, regista e sceneggiatore, Francesco Nuti confeziona una commedia gradevole e godibilissima, tutto sommato superiore a tanti scadenti prodotti italiani dello stesso periodo. 

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Chiara ha un'interessante offerta di lavoro e lascia Francesco che, solo e geloso, accetta una sfida a biliardo al campionato mondiale di goriziana. Si ritrovano a Casablanca dove ha luogo la partita. Seguito di Io, Chiara e lo Scuro (1982), è una commedia sentimentale in cui il sentimento prevarica sulla comicità. Carino, troppo carino e troppo sentimentale. Amabilmente brillante, ma fondato sulla ripetizione.

Tutte le recensioni de ilMorandini
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mercoledì 28 ottobre 2020

fatevi i gatti vostri 1647 " A volte capita..."

LIVORNO NOTTE DOPO R MI COMPLEANNO

"Ma che ora è?

"Tardetto, saranno le due e mezzo"

"Boia dé ho digià  finito la mi Ceresse"

"Anche io"

"Ripasso dal barre apiglianne dell' altre altre " 

"No dai oramai hanno chiuso tutto e se ne so bevute già tre per uno.... con tutto quel che s'è bevuto a tavola poi"

"Io se vo a letto ora resto col mal di capo pe na settimana. Quando si beve bisogna smaltillo bevendo è l teorema di Dante e Dino"

"Boia Dante e Dino che miti! O quanto bevevano loroduelì?"

"Dino un ha mai smesso, Dante da quando sta a Venezia si regola un po' ma mica troppo".

"A me me ne parlava il mi zio l povero Barabba che era sempre li da voi"

"Poro Claudio pareva un arredo del barre. Dopo r Ciampi, che n pratica ci vive h24, era quello che ci passava più ore".

"So digià quattr' anni che è sottoterra"

"Un ci penziamo dai, stasera è na serata bella! E' la mi serata"

"Gia bella davvero se Samantha un m' invitava rischiavo di fa naltra serata moscia solo a casa".

"Vivi solo?"

"Da du anni, mi dovevo sposà e s'era comprata la casa e i mobili" 

"E che è successo?"

"Na mattina m' ha detto che ero noioso e tutta la vita co uno così un la reggeva. In realtà poi so venuto a conosce che aveva un altro da se mesi"

"Ber tegamino! Ma meglio così te la sei levata dale palle a tempo".

"L' ha detto anche la mi mamma ma poi ne parlava tutti i giorni e allora so andato a vive da solo n quella casa".

"E ci stai bene?"

"E confortevole , piccina ma era pensata bene. A lei un gli piaceva era tutta sula base dele mi idee l' avevo fatta cor un arredamento stile marina ma seria coi mobili e le luci prese dale navi, le tende fatte cole vele da barca, nzomma particolare.

Mi scappa na frase che un volevo dì ma la ceresse allenta i freni. Si sa e tre o quattro più l bere dela cena e l'a peritivi dela precena li fanno dimenticà der tutto i freni.

"O  Cecco..." 

"Dimmi" 

"Se tu ciavessi quarcosa da beve in cambusa sarebbe na cosa splendida".

"C'ho l'aperol  na sambuca e forse der prosecco ammezzato nel frigo".

La sambuca sula ceresse farebbe rigettà anche Dino. L' aperol mi fa caare, amme mi piace il gusto graffiante der Campari e quel dolcicchio mi stomaca ma Dani m'ha nzegnato a fa lo sprizze sia ar Campari che all' Aperol

e allora, come se avessi visto la Madonna di Lurdesse, batto le mani come na bimba piccina, sgrano l' occhi ed esclamo

"Ma è la fine del mondo se m'inviti lo sprizze lo preparo io".

"Boia dé figurati  speriamo che l' prosecco un sia svanito".

E' cos' bono e timido Cecchino che mi sento discretamente maiala a essemi invitata a quer modo ma è r mi compreanno e di andà a dormì un ne ho voglia e di dormì abbracciata ar guanciale anche di meno.

Ir resto è facirmente immaginabile e un mi pare sia r caso di scende ne dettagli è successo come succede sempre quando si vole che succeda e stavolta volevo.

Dopo 12 anni di fallimenti, tentativi a metà, figure di merda, vaginismi, sensi di corpa

finalmente r budello che alberga in ogni brava ragazza s' è svegliato e ha dato battaglia.

Franceschino ne è rimasto travolto, frastornato ma era contento ed è stato bene al gioco anche se ho fatto guasi tutto io e la cosa è stata positivissima perché quelli che voglian dà dimostrazioni mi bloccano.


Antefatto perché le storie belle si possano scrive anche ll' incontrario. Cecco è il nipote di Barabba che morì d'infarto e che era un amico d' infanzia di Dino e Dante. Al barre però un c'era mai venuto fino a primi di settembre. Poi aveva deciso di imparà a sonà il saxe e s'era rivolto a Samatta che dà quarche lezione privata. Samatta quando un lo poteva riceve a casa sua perché ha solo una stanza libera e se la deve divide cola su sorella Camilla (fidanzata del Mosca mio fratellino) veniva a fagli lezione al barre. E dopo le prime lezioni m' aveva detto: "Zanzina secondo me Cecco ha na cotta per te ma bella forte". 

Ci avevo buttato un occhio ma Cecco è così anonimo e defilato ne comportamenti che mi pareva una idea tutta di lei.

 "O come fai adillo?"  ni chiesi.

"Elementare Watson un mi chiede mai 'si va da Te o al Barre?' ma per dire Bar Nado dice sempre da Zanza e poi anche se è timido da schiantà tutte le volte che gli passi davanti con codeste poppe esagerate, sbaglia a sona l' esercizio che gli ho dato.

L' avevo messa lì come una dele tante buttate di Sama (che tuttavia coll' omini ha occhio) comunque avevo prencipiato a facci caso e avevo visto che quando finiva la lezione veniva a salutammi. Ma da solo al barre un era mai entrato.

 Ieri l' altro c' era festa grande, capirete ir compleanno di du gemelli e covidde o non covidde noi ale 6 s' è chiuso il barre e l' amici dopo sono venuti dal retro. Nela sala musica si pole fa ir casino che si vole un si sente niente, ci s'è lavorato mesi. E poi in fondo s' era distanziati e abbastanza attenti armeno fino a che un s' prencipiato a beve. Prima dela chiusura ale 6 Sama aveva fatto lezione a Cecco e dopo che volevi fa? lo volevi mandà via mentre si iniziava du compleanni? Sama l' ha invitato e noi s' è accettato di bon grado.

Lui poverino un se l' aspettava e allora è voluto andà fori per forza e poi è tornato coi regali per me e per Riccardo, poi la scimmia balucana di Samatta me lo ha schiaffato accanto e lei s'è messa da quell' altro lato e lì ho cominciato a rendemi conto che  era bellino, dolce, dolce timido, timido magrino magrino (proprio l' incontrario dell' omini che mi so sempre piaciuti) e un riusciva a staccammi l' occhi d' addosso. Poi Martina ha cominciato a fammi l' occhiolino, Federica a dimmi battutacce nell' orecchio, Samatta a dimmi nell' orecchio 

"Bada che un amica che ti sistema così col cavolo che la ritrovi! Ora  un vorrai mica che te lo trombi anche eh?"

Io sinceramente un penzavo a ste cose e dovevo sta anche dietro a tutti ma quando la gente ha prencipiato ad andà via s'era rimasti solo il mi fratello Valentina l' altro mi fratello e Camilla, Samatta Io e Cecco. Al che Samatta s'è levata di ulo cola  elegantissima trovata:

"Bisogna vada ar bagno perché troppa birra mi scioglie il corpo e ho digià deli strizzoni che piegano,  per piacere Cecco accompagnacela te Zanzina a casa che la vedo troppo briaca pe guidà"

I mi fratelli hanno chiuso il barre e so partiti cole fidanzate e Cecco m' ha aperto lo sportello d' una Punto che avrà avuto vent'anni minimo.

Il resto l' ho scritto all' inizio.

So contenta, non voglio dì niente pe un portammi sfiga oggi siamo stati nzieme pe bona parte dela giornata per questo scrivo solo ora  ma anche se dovesse fini così come rsogno d'una notte d'autunno lo ringrazio perché

m' ha dato modo di sentimmi finalmente a posto e no sbagliata nel posto sbagliato.

Zanza


Ecco anche il filme che ci aveva richiesto Murasaki e

che troverete fra un' oretta in cineteca commento da My Movies

LUI E' TORNATO

UN FILM SULL'
IMPORTANZA DELLA
MEMORIA,DECISAMENTE INTERESSANTE E CON 
UN ELEVATO TASSO DI 
IRONIA.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 25 aprile 2016

Berlino, 23 ottobre 2014. In un preciso luogo della città (quale sia verrà esplicitato nel corso del film) Adolf Hitler ritorna in vita. La sua presenza viene casualmente registrata da un reporter di una televisione il quale, dopo aver subito il licenziamento, se ne accorge e decide di andarlo a cercare per utilizzarlo come attrazione che gli consenta di farsi riassumere. L'imitazione (così crede lui e credono anche alla tv) è perfetta e il Führer inizia a fare audience e ad attrarre consensi.
Alle origini di questo film decisamente interessante c'è un libro di Timur Vermes che è stato tradotto in diciassette lingue (tra cui l'italiano). È necessario, per chi non lo avesse letto, sgombrare subito il campo dal dubbio che ci si trovi dinanzi all'ennesima opera cinematografica in cui si utilizza un sosia di Hitler per fare della comicità più o meno a buon mercato. In questo caso non è così. Pur conservando un elevato tasso di ironia il film di David Wnendt ha lo scopo di sollevare una questione di rilevante importanza in questi nostri tempi. Lo fa utilizzando una tecnica mista che prevede inserti di candid camera all'interno di una storia di finzione.
Il quesito che domina l'intero film (che sui titoli di coda trova la sua esplicitazione più diretta e inquietante) è: come gli attuali mezzi di comunicazione veicolerebbero un messaggio come quello nazista e quanto, in realtà, non lo stanno già facendo? Un noto giornalista italiano, in seguito a una sua intervista televisiva che ha provocato vivaci reazioni, ha aperto un articolo a propria difesa chiedendosi se di fronte a un Hitler ritornato dall'inferno, ci sarebbe stato qualche collega pronto a rinunciare ad intervistarlo. Wnendt va oltre e si chiede quanti ancora oggi sarebbero disposti a farsi sedurre dalla sua ideologia. Il gioco si poggia sulla base della finzione (in più di un'occasione viene chiesto a quello che si suppone sia un attore se non si stanca mai di aderire al ruolo prendendosi una tregua) ma ciò che innalza costantemente il livello di lettura sono le reazioni (reali o previste dalla sceneggiatura).
Oggi come allora Hitler non nasconde mai i propri obiettivi e le modalità con cui vuole raggiungerli. Alcuni vi aderiscono, pochi si oppongono e la massa li legge come elementi di uno show mediatico di successo non rendendosi conto che, come un veleno a lento rilascio di tossine, ne vengono progressivamente intossicati. In una breve scena, che costituisce il fulcro del film, ci viene ricordato che solo la memoria può costituire un valido antidoto. Una memoria che tanti (troppi) stanno facendo di tutto perché si trasformi in oblio

martedì 27 ottobre 2020

fatevi i gatti vostri 1646 " Sfatta ma felice"

Mi sono alzata ora ora dal letto sfatta ma felice e cor una serenità addosso che un provavo da anni. Sonoin ritardo mostruoso e spero che al barre abbiano penzato la mi mamma e Dino.  Intanto grazie a tutti voi per i tanti simpatici auguri che mi avete inviato pel mi compleanno. E' stato forse uno dei più simpatici dela mi vita e sono ancora frastornata dala festa e anche da qualcosaltro che però racconterò con calma domani o dopo.

Vi lascio quindi a un film che a me piace tanto e al quale darei 5 stelle. Comunque i suoi premi li ha avuti, du daviddi di donatello e du nastri d'argento. Non appartiene alla lettera L ma come sapete noi le deroghe si fanno eccome eppoi ne l' ha chiesto Giacomo che passa un periodaccio.

I commenti su questo filme sono tutti piuttosto scarni e allora scopiazzo da cinematografo.it  da wikipedia e da cinegruppo

Il filme lo trovate in cineteca da ora


Baci Zanza


 Nostalgia di Francesco Nuti

Ecco un omaggio a un attore (e regista e sceneggiatore e autore, nonché cantante) che ha profondamente segnato gli anni 80/90 e che ha subito una dolorosa parabola discendente sia privata che professionale: Francesco Nuti. Che, per fortuna, è ancora in vita, è sempre tra noi, ma purtroppo le sue condizioni di salute non sono buone ormai da parecchi anni. Come il fratello Giovanni, come la figlia Ginevra, come i tanti amici che lo sostengono, chi scrive lo vuole sentire sempre “all’opera” tanto da volergli dedicare una serata del nostro gruppo di appassionati di cinema.

La pellicola presentata  è quella che ormai è considerata un vero e proprio cult: Io Chiara e lo Scuro, film del 1982 diretto da Maurizio Ponzi. E’ il terzo lungometraggio interpretato da Francesco Nuti, dopo l’esordio sul grande schermo con Ad ovest di Paperino del suo ex socio Alessandro Benvenuti e Madonna che silenzio c’è stasera dello stesso Ponzi.

È una storia carina, minima e molto ben interpretata dall’attore Toscano (che qui si fa chiamare proprio Toscano…), sempre bravo a divertire in maniera scanzonata, al limite del surreale, ma sempre misurata. Lo Scuro, al secolo Marcello Lotti, era davvero campione nazionale di biliardo. Il film divenne un sorprendente successo commerciale della stagione cinematografica 1982/83.

Portiere in un albergo e grande giocatore di biliardo, il toscano Francesco Piccioli (Francesco Nuti) trova un degno avversario nell’imbattibile Scuro (Marcello Lotti). La rivalità si trasforma in ossessione e il giovane inizia ad accumulare debiti di gioco: l’amore di Chiara (Giuliana De Sio), sassofonista e vicina di casa, lo salverà.

Curiosità: Marcello Lotti è stato nove volte campione italiano e tre volte vincitore della Coppa dei Campioni di biliardo a stecca. Le musiche sono dei Barluna, con assoli di sax eseguiti da Gianni Oddi. Francesco Nuti e Giuliana De Sio hanno vinto sia il David di Donatello che il Nastro d’argento come migliori attori.

NOTE

- PREMIO DAVID DI DONATELLO 1983 PER MIGLIORE ATTRICE 
A GIULIANA DE SIO, MIGLIORE ATTORE A FRANCESCO NUTI.

CRITICA

Frulli e ghiribizzi, cupi sconfortie mosse da clown danno colore ad un
 ritrattino che Nuti si ritaglia con forbici esatte, dove il comico nasce
 ancora una volta dal confronto tra la fragile innocenza e la consumata 
ferocia, affidato ad una recitazione, su ogni versante, venata di 
surrealismo 
(Giovanni Grazzini - Cinema '83).

Francesco Nuti

Da ragazzo si diletta a fare l’attore, quando viene notato da Alessandro Benvenuti ed Athina Cenci che avevano costituito I Giancattivi e con loro partecipa a trasmissioni televisive di successo come Non stop e Black Out. Nel 1981 il trio debutta nel cinema con Ad ovest di Paperino. L’anno dopo Nuti lascia il trio e interpreta Madonna che silenzio c’è stasera (1982), il film gli dà grande notorietà. Seguono Io, Chiara e lo Scuro con Giuliana De Sio e Son contento con Barbara De Rossi. Nel 1985 inizia ad occuparsi di regia con il film Casablanca, Casablanca, vincitore del David di Donatello e di un Globo d’oro a San Sebastian. Seguono Tutta colpa del Paradiso (1985), Stregati (1986), Caruso Paskoski di padre polacco (1988). Nello stesso anno partecipa come cantante al Festival di Sanremo con la canzone Sarà per te che verrà poi incisa da Mina. Continua la sua attività di regista-attore di successo con Willy Signori e vengo da lontano (1989) e Donne con le gonne (1991). Nel 1994 le riprese di OcchioPinocchio si prolungano molto in seguito ai suoi problemi personali, ma nel 1998 con Il signor Quindicipalle recupera il gradimento del suo pubblico. Seguono con alterne fortune Io amo Andrea (1999) e Caruso, zero in condotta (2001). Nel 1999 diventa padre di una bambina, Ginevra, avuta dall’attrice televisiva Anna Maria Malipero. Entrato poi in una spirale di depressione e alcolismo, arriva ad annunciare il suo suicidio poiché non trova finanziamenti sufficienti a realizzare il film annunciato Olga e i fratellastri Billi. Riceve grandi testimonianze di affetto e solidarietà che lo rincuorano e nel 2004 partecipa come attore al film di Claudio Fragasso Concorso di colpa che esce nelle sale l’anno seguente. Nel 2006, il 2 settembre, viene trovato privo di conoscenza in seguito ad una caduta all’interno della sua abitazione. Operato per un ematoma cranico viene mantenuto in coma farmacologico fino al 24 novembre. Il 29 settembre del 2011 esce presso la casa editrice Rizzoli la biografia Sono un bravo ragazzo - Andata, caduta e ritorno, a cura del fratello Giovanni Nuti. Il 17 maggio del 2012, in occasione del 57º compleanno dell'attore e regista toscano, debutta lo spettacolo Sono un bravo ragazzo, diretto da Milo Vallone ed interpretato da Francesco Epifani. La pièce, incentrata sulla vita dell'attore e regista toscano, è tratta dall'omonima biografia scritta dallo stesso Nuti e curata dal fratello Giovanni. Nel 2013 viene presentato tramite il web il videoclip musicale Olga tu mi fai morir, canzone scritta da suo fratello Giovanni ed ispirata a lui, cantata da Niki La Rosa e proposta, ma scartata, per il 63º Festival di Sanremo. L'11 maggio del 2014 prende parte ad una festa organizzata per il suo 59º compleanno dagli amici di sempre, Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Marco Masini al Mandela Forum di Firenze, alla quale partecipano circa 7.000 persone. Il 5 agosto del 2014 va in scena lo spettacolo teatrale/musicale Francesco Nuti - Andata, caduta e ritorno per la regia del romano Valerio Groppa. Lo spettacolo, tratto dalla sua biografia, è interpretato dall'attore e cantautore pratese Nicola Pecci, accompagnato da una band di 5 elementi, diretta dal chitarrista livornese Marco Baracchino. Il 21 settembre del 2016 viene ricoverato in gravissime condizioni presso il CTO di Firenze a seguito di una ennesima caduta. In seguito all'incidente, viene ospitato in una clinica romana specializzata. Nel luglio del 2017 la figlia Ginevra Nuti diventa maggiorenne e si offre di fargli da tutrice legale, affermando in un'intervista al Corriere della Sera: «Francesco è e sarà sempre il mio papà anche se non può più parlare, muovere le mani e camminare ed è giusto che mi occupi di lui». Il 7 dicembre 2019 Francesco Nuti ha ricevuto il Premio Internazionale Vincenzo Crocitti 2019 "Alla Carriera", ritirato dalla figlia Ginevra Nuti in occasione della serata evento, che risulta così essere il primo riconoscimento alla carriera assegnato a Nuti nella sua storia cinematografica e artistica.