IL Gatto Felson (al secolo Paul Newmann nei panni del giocatore di Biliardo Eddie Felson) caro a Balena che scrisse la prolusione al post su lo Spaccone, ritorna con questo film che a metà degli anni '80 è stato per gli appassionati del genere ciò che era stato Lo spaccone negli anni 60 o guasi....
Il babbo e il Ciampi hanno già le poltroncine pronte Riccardo e il Mosca han detto che arivano. Io ho allestito una saletta proiezioni all' interno della sala musica del bar Nado. Ricordate che circa 3 anni fa facemmo dei grandi lavori, tutti in economia e autarchia e creammo nel retrobottega e magazzino del bar una sala musica insonorizzata? Per lungo tempo fu l' arena delle nostre performances musicali invernali ora purtroppo langue allietata sporadicamente solo dal pianoforte di Dino e qualche volta dalla batteria del mi babbo. Manca la chiatarra basso del mi fratello Riccardo, il sax di Samatta, le trombe e tromboni dele trombanti e soprattutto manca l' armonica con dietrallei attaccato Dante. Dante si è ritirato pian piano quasi lo facesse in punta di piedi per non farcene accorgere, se lo chiami è presente, se lo inviti suona, insomma non si tira mai indietro come è suo carattere ma non c'è più stata una volta, dico una volta che abbia proposto qualcosa. Anche Dani mi conferma che è infaticabile e disponibile come sempre ma non appena ha un momento da solo si isola e lo trovi alla barca, al camper, a riparare una delle sue innumerevoli biciclette o macchine per scrivere o orologi. Non ha gran voglia di scrivere a meno che non lo si solleciti ripetutamente. Quando gli si chiede conto del cambiamento risponde che non è cambiato affatto è solo un po' meno disponibile alla socialità perché il tempo passa ed ha bisogno di riflettere e ragionare con sé stesso visto che questi son gli ultimi anni che ha a disposizione per far ciò.
In fondo ha ragione, capisco questo bisogno ma la cosa mi mette tristezza perché oltretutto anche Dino è sempre più assente e ogni cosa bisogna digliela tre volte.
Samatta al bar viene quasi tutti i giorni ma non ha voglia di suonare. Lei viveva di viaggi magari anche a costo di far pari tra spese e incassi ma si muoveva accettava serate ed era un vulcano di idee. Il covid l' ha messa a zero coi soldi e nell' impossibilità di far la vita che le piace. Le trombanti invece son prese dalle pene d'amore. Daria continua a maledire George e a cercarlo poi appena lo vede litiga di nuovo prendendosela poi con se stessa e la propria stupidità.
Marina è sulle nuvole lei è tutta presa dalla storia con Bobby ma sperava di poter andare a Londra mentre la situazione non glielo permette e anche Bobby rischia di rimanere bloccato. Così sta sempre attaccata ai messaggi del cellulare e quando chiude il cellulare viene a piangere sulla mia spalla.
In assenza di musica ho sistemato la saletta con qualche posizione a sedere uno schermo e un proiettorino da un centinaio di euri che mi ha voluto regalare Armando il babbo di Samatta. A vedere il filme viene anche lui. L' impianto audio è perfetto, s'addopra quello che si usava pe fa musica. Il filme forse ala televisione si vedrebbe anche con definizione migliore ma volete mette il fascino dela tela a confronto coi leddi?
Bon sabato da
Zanza
Il filme è bell e pronto in cineteca qui sotto ho messo una lunga e nteressante recenzione di Sentieri Selvaggi
Il colore dei soldi, di Martin Scorsese
Ancora oggi mi chiedo quali siano i requisiti per diventare un professionista o anche solo un artista hollywoodiano. Come si sopravvive al conflitto costante fra espressione personale e imperativi commerciali? Che prezzo si deve pagare per lavorare a Hollywood? Martin Scorsese
Verde il colore del tappeto da biliardo, verde il colore dei soldi. Il film di Scorsese a metà degli anni ’80 spaccò letteralmente la critica e le accuse più ricorrenti furono quelle di opera “alimentare” fatta per compiacere le lobby del sistema dopo il fallimento di Re per una notte. Ma Il colore dei soldi non è una furba operazione di marketing, a 25 anni dal capolavoro di Rossen Lo spaccone, atta a tirare la volata a Paul Newman nei panni di Eddie Felson (l’attore vinse finalmente il suo Oscar nel 1987 come migliore attore protagonista). Anche se lo stesso Scorsese prese le distanze, dichiarando di avere girato molto velocemente su soggetto (il libro The Color of Money di Walter Tevis) e sceneggiatura (Richard Price) altrui, l’opera è un lucido compendio dell’atmosfera degli anni ’80 fatta di ambivalenze e contraddizioni, di vecchio e nuovo che si mescolano fino a invertire i ruoli.
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Da una parte l’esibizione del successo, l’ottimismo del desiderio, l’avidità come motore delle esistenze, la sessualità disinibita; dall’altra una certa stanchezza senile, la disillusione dietro il fuoco d’artificio dei sogni, la consapevolezza dell’importanza della fortuna nei destini umani, la faccia triste dell’America che dietro le manifestazioni muscolari nasconde una progressiva fragilità identitaria. Eddie Felson/Paul Newman rivede sé stesso da giovane incontrando il borioso Vincent Lauria (Tom Cruise) e la fidanzata Carmen (Mary Elizabeth Mastrantonio): tutta la prima parte del film si sviluppa attraverso l’alleanza tra Eddie e Carmen in maniera tale che il talento sportivo di Vincent si accoppi a furbizia e spirito imprenditoriale. E, attraverso la metafora del biliardo, si potrebbe traslare il discorso di Scorsese sul vecchio attore che insegna al giovane emergente i trucchi e i segreti del mestiere: basso profilo, falsa modestia, effetto sorpresa, capacità di osservazione e interpretazione delle mosse umane. Ma il triangolo amoroso si spezza quando Eddie si trasforma in Vincent e Vincent comincia a comportarsi come Eddie in un processo di maturazione che procede per rette inversamente parallele. Eddie ci prende talmente gusto che afferra la sua Balabushka e si tuffa nell’agone sportivo riassaporando sapori e odori delle vecchie sale da biliardo.
Tutto il segreto del film è qui. Non è una parabola di redenzione come per il Jack La Motta di Toro scatenato, né il percorso decadente dell’ alienato Travis Bickle di Taxi Driver: Eddie e Vincent sono la stessa persona in diverse fasi della vita, specchio fedelissimo di un decennio che proprio mentre esibisce i suoi attributi si accorge intimamente del crollo dei propri ideali. La scena esemplificativa è quella di Eddie che ritornato a giocare a biliardo incontra il grasso Amos (Forest Whitaker) che assomiglia al classico pollo da spennare: ma l’apparenza inganna è il truffato sarà proprio il povero Eddie che commette lo stesso peccato di superbia di Vincent.
Memorabile lo scontro dei tre protagonisti sulle scale con un continuo scambio delle posizioni di dominanza: il passaggio di buste di soldi di mano in mano sembra un patetico atto di ignavia. L’abilità registica di Scorsese fa si che anche partite lente e noiose vengano vivacizzate da panoramiche a schiaffo, grandangoli, velocissime carrellate, riflessi rivelatori su una palla scura. La musica riflette la doppia anima del film: da un lato la pop music anni ’80 (Phil Collins e Robert Palmer su tutti), dall’altro il sound vellutato di Gil Evans, Eric Clapton e Mark Knopfler, fino al Va’ Pensiero di Verdi nella metaforica scena della prova delle nuove lenti da presbite.
Scorsese dice di essersi ispirato a Il sorpasso. Il colore dei soldi in realtà sembra più un resoconto di un America senza più punti di riferimento che per auri sacra fames è disposta a vendersi l’anima e tentare la fortuna. Del film di Risi manca la satira politica e la conclusione tragica: Scorsese propone invece un finale aperto in cui il protagonista è pronto a tornare in gioco con la solida certezza di Arthur Bloch: nessuna pianificazione, per quanto attenta, potrà mai sostituire una bella botta di culo.
Titolo originale: The Color of Money
Regia: Martin Scorsese
Interpreti: Paul Newman, Tom Cruise, Mary Elizabeth Mastrantonio, Forest Whitaker
Durata: 117′
Origine: Usa 1986
Genere: drammatico
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Redazione: Zanza Livorno on line dalle ore 12 alle 16
Grazie infinite. Ho bisogno di tirarmi su con qualche filmetto che scorra bene e tocchi temi non troppo complessi o controversi. Visto che avete avuto la gentilezza di incoraggiarmi e interessarvi alla mia situazione aziendale vi informo che con molto dispiacere ho deciso di chiudere la mia attività e vendere il piccolo capannone che utilizzavamo con inclusi i macchinari. Prenderò forse un terzo del valore reale ma almeno chiudo il rubinetto delle uscite posso pagare tutto il tfr agli operai e salverò qualche monetina per il caffé. Alla soglia dei 50 anni non so se qualcuno voglia ancora un ingegnere meccanico progettista ma avrò finalmente tempo per imparare l'armonica. Che Dante si tenga pronto per le lezioni.
RispondiEliminaBuon pomeriggio
Giacomo
Grazie infinite. Ho bisogno di tirarmi su con qualche filmetto che scorra bene e tocchi temi non troppo complessi o controversi. Visto che avete avuto la gentilezza di incoraggiarmi e interessarvi alla mia situazione aziendale vi informo che con molto dispiacere ho deciso di chiudere la mia attività e vendere il piccolo capannone che utilizzavamo con inclusi i macchinari. Prenderò forse un terzo del valore reale ma almeno chiudo il rubinetto delle uscite posso pagare tutto il tfr agli operai e salverò qualche monetina per il caffé. Alla soglia dei 50 anni non so se qualcuno voglia ancora un ingegnere meccanico progettista ma avrò finalmente tempo per imparare l'armonica. Che Dante si tenga pronto per le lezioni.
RispondiEliminaBuon pomeriggio
Giacomo
Dimenticavo, se avete anche quelli di Nuti mi piacerebbero.
RispondiEliminaSe non ho mal compreso dai precedenti interventi, il nostro caro amico ingegnere, aveva messo in piedi una piccola azienda dove si realizzavano prototipi per macchine da usare nell' industria alimentare, immagino inscatolatrici, macinatrici o roba simile. L' Italia non potendo competere nell' industria pesante e nella produzione di massa eccelle in questi settori di nicchia e mi par blasfemia pura che una persona che ha dedicato il proprio ingegno e il proprio lavoro a tenere alta questa tradizione italiana si trovi a dover chiudere. Son certo che Giacomo avrà valutato ed esperito ogni possibilità e quindi mi duole ancora di più immaginare che abbia trovato interlocutori sordi e incapaci di comprendere quelle cose che capisco anche io che mi son sempre interessato di libri e di versioni.
RispondiEliminaA Giacomo e alla sua signora che si era prodigata dividendo il suo stipendio tra i dipendenti
del marito tutta la mia solidarietà e i più fervidi auguri. A chi permette che ciò avvenga l' espressione più profonda del mio sdegno e del mio biasimo per tanta ottusa e forse interessata incapacità.
Giovanni Martinelli
Anch'io, come il prof., sono molto dispiaciuta per Parmigianino e per i tanti, troppi, nella sua stessa situazione. E, niente, non ci posso fare niente ma mi dispiace lo stesso.
RispondiEliminaE già che siamo in tema, auguri a tutti voi del bar Nado, e grazie per quel che fate per noi in questo periodo.