Eccoci al venerdì! Un' altra settimana si avvia alla fine e siamo tutti qui a guardare quale sarà l' evoluzione del covidde. Una speranza di ripresa commerciale del bar è da scordarsela. Per fortuna i muri sono nostri ma le gabelle su diecimila voci inerenti la vita di un esercizio pubblico ci sono. Il mi babbo, da dicembre prossimo, avrà la pensione e la mamma forse a marzo. Lavorano ambedue da na vita. Lui da 53 anni lei da 45. Io e Riccardo, il tafano, che siamo gemelli paiotti (un maschio e na femmina è ovvio che non possano essere omozigoti) siamo nati quando i nostri genitori erano grandicelli. Si fa per dire. la mamma aveva 32 anni e Ampelio 37. In quell' epoca l' età per fare figli si era digià belle alzata rispetto alle generazioni precedenti. Il Mosca arrivò 4 anni dopo. Secondo la mi mamma che è presa dalla vogliia di nonnesimo, da non confonde cor bieco nonnismo, sarebbe ora che anche Riccardo e Valentina pensassero a fagli un nipotino prima che lei sia troppo vecchia pe godesselo. Quanto a me scuote r capo e dice: "te costì ho sbagliato a farti sta da piccina sulle ginocchia di Dino e Dante, farai la stessa fine di lorolì". Quando attacca con questa solfa mi tedia da morì ma oramai mi si abituata. Il filme di ieri non saprei dire fino a che punto mi sia piaciuto e fino a che punto no. Nel complesso la storia era bella ma trattata con occhio maschile. Ovvio che quando c'è la passione che essa sia omo o eteroda vita a congiungimenti a bollore e si fanno e s' accettano situazioni che in altri momenti non ci passano nemmeno pella testa. Restano però cose intime che appena le metti in vetrina doventano stantìe e almeno a me non destano più grandi interessi. Voglio dì che il filme anche se loro due lì avessero chiuso l' uscio di camera prima di leccarsi la topa avrebbe retto lo stesso. Comunque sono più o meno d'accordo cogli altri lettori: bella storia, film discreto, nulla di più.
Oggi invece un filme particolare che ho faticato a trovare: l' omo che non c'era. Il commento è di mymovies il filme lo trovate digià in cineteca.
Bona giornata
Zanza
UNA SCENEGGIATURA EGREGIA PER IL NOIR SECONDO I COEN.
Recensione di Giancarlo Zappoli Siamo nel 1949 a Santa Rosa in California. Ed Crane è barbiere triste, senza nessuna prospettiva. Sospetta che la moglie Doris abbia una relazione. Per reagire in qualche modo decide di investire denaro nel nuovo business del lavaggio a secco. Estorce quindi la somma di 10.000 dollari all'amico Dave, che poi è l'amante della moglie e, in un raptus, lo uccide. La moglie è l'indiziata numero uno, e il barbiere si trova in una situazione senza uscita. Anzi l'uscita, alla fine c'è: la peggiore. I fratelli Coen tornano, dopo Fratello, dove sei?,con un film altrettanto importante ma meno accattivante per il pubblico. Una sceneggiatura egregia che avrebbe meritato un Oscar. Rigorosi, attraverso un umorismo sottile e uno splendido bianco e nero, confermano la passione per il cinema noir. La provincia, le manie dell'epoca, il razzismo, il racket del gioco, tutto è rappresentato ad arte. Grande interpretazione di Thornton qui alla sua prova di maturità. Sempre efficaci James Gandolfini e la moglie del regista, Frances McDormand (Oscar per Fargo).
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Per uscire dalla mediocrità e cambiare mestiere, il barbiere Ed Crane progetta di procurarsi diecimila dollari ricattando con una lettera anonima l'amante di sua moglie. Il suo piano innesca una serie di effetti imprevisti e letali. Personaggi, atmosfere, rimandi criptici, fotografia (girato a colori e stampato in BN con un prezioso chiaroscuro di Roger Deakins) fanno del 9° film dei fratelli Coen un noir e un omaggio al noir. È, però, qualcosa di più, a partire dall'elegante, silenzioso, tabagista e moralmente squallido protagonista (Thornton capace di essere passivo senza scomparire) che si propone di essere qualcuno e di continuare a non esserci per gli altri, invisibile e insospettabile. Il nesso col principio di indeterminazione del fisico Heisenberg, citato dall'avvocato difensore, è evidente. Imperniato su un personaggio insignificante, è un film ricco di significati. Qualche ingorgo nell'ultima parte dai molti finali. Premio della regia a Cannes 2001.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Redazione: Zanza Livorno on line dalle ore 16:00 alle 23:00
La mia si fa anche venire le crisi da "nonnesimo" e io la prendo in giro dicendole:io ce provo tutte le notti sai? Pure più volte, si vede che nun so fatta pe sfornà ragazzini.
RispondiEliminaScivo qui il giudizio su Adele perché sto correndo. Non è che se le scene di sesso fossero state tra uomo e donna mi sarebbero piaciute quindi il problema non è che siano lesbiche o meno è sull' opportunità di tanta carne al fuoco. Per il resto mi pare che il regista lo sappia fare potrebbe provare con western nordafricano, magari gli esce bene.
Il film di oggi promette bene, bella locandina, regia cult e storia che potrebbe rivelarsi avvincente. Finisco di correre come una matta e poi lo guardo.
Baci
Patty
Grazie, è un bel film, anche da collezionare.
RispondiEliminaGiovanni Martinelli
Io passo da qua solo per salutarvi, e per congratularmi con Dino per il commento nel post di ieri: c'è sempre qualche imbecille (maschio) che sostiene che le donne lesbiche sono così perché non hanno avuto la fortuna di trovare il cazzo giusto, lui invece le loda proprio perché non l'hanno cercato! L'ho trovato bellissimo, e mi ha tenuto di buon umore per tutta la giornata. I love Ciampi ❤️
RispondiEliminaE resto in fiduciosa attesa delle mie penultime ordinazioni 😇😇😇
si soppravvive anche senza nipoti,tanti baci!!!!
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