La Toscana dichiara lo stato di emergenza
Il maltempo che ha interessato la Toscana da venerdì 25 a domenica 27 settembre ha portato con sé allagamenti, trombe d'aria e moltissimi danni tanto da far dichiarare dal presidente della Regione in carica, Enrico Rossi, lo stato di emergenza. Una decisione presa in base ai numerosi sopralluoghi effettuati dallo stesso Rossi e dal nuovo governatore Eugenio Giani sui luoghi maggiormente colpiti“I danni maggiori sono stati registrati a Rosignano dove una tromba d'aria ha scoperchiato numerosi appartamenti e devastato il Circolo Canottieri dove la caduta del tendone sopra al campo da tennis ha ferito in maniera grave due persone che attualmente sono ricoverate all'ospedale. A Livorno invece le forti mareggiate hanno creato notevoli danni ai Pancaldi le cui cabine di legno sono state letteralmente spazzate via dalla potenza del mare con i detriti che sono arrivati fino al moletto di San Jacopo.
A Venezia, mi scrive Dani, son pronti a tirare su il Mose perché è prevista alta marea e inondazione. I vecchi e gli esperti di Laguna tra i quali Holly fanno gli scongiuri. Se l' acqua non sale troppo il Mose potrebbe anche fare il suo porco lavoro ovvero evitare che Veneziani si bagnino fino al ginocchio ma se si creassero situazioni eccezionali si potrebbe avere il temutissimo Salto d' acqua non proprio come avvenne a Firenze né come nel caso del Vajont ma mentre nelle normali inondazioni l' acqua sale si ma con ritmo abbastanza naturale quando questa si ammassa addosso a una paratia e poi la supera l' effetto allagamento diventa molto più rapido e sicuramente diventa più difficile correre ai ripari.
L' opera peraltro mostra già gli effetti che l' acqua produce su di essa e si evidenzia anche un discreto disallineamento strutturale, le foto non sono quelle ufficiali che ci fanno vedere in tv ma quelle reali fatte da Dante in occasione di prove ufficiose o meglio non pubblicizzate a tambur battente
Tra queste notizie del cavolo evidenziamone una buona:
Ha colto anche noi di sorpresa sapere che il prof. Martinelli ha una gatta. Pur sapendolo discreto e riservato chiediamo lumi su questa pelosa presenza.
E veniamo all' angolo della poltrona
In Biblioteca troverete "Vent'anni dopo".
In audioteca il medesimo titolo ovviamente in formato audiolibro
Quanto al film ne esistono due versioni una recente intitolata "Moschettieri del Re penultima missione" che pubblichiamo alla quale prende anche parte Favino e una del 1989 "Il Ritorno dei Tre Moschettieri" diretto da Richard Lester che Dante ha in cassetta ma che non sappiamo bene come rendere decentemente visibile nei nuovi formati, Per adesso ci limitiamo quindi alla prima con riserva di pubblicazione per la seconda. Troverete il film in cineteca a partire dal primo pomeriggio.
Qui un' po' di notizie wikipedate su vent' anni dopo. Non le pubblichiamo per togliervi la soddisfazione di vedere il film alla stregua dei guastafeste che ti raccontano il finale di un giallo ma solo perché le vicende sono assai intricate ed è facile perdersi. Potete leggerle dopo aver visto il film se qualcosa non vi ha convinto o avete smarrito il bandolo della matassa.
Buona giornata a Tutti
Zanza
---==oOo==---
Il romanzo ricomincia vent'anni dopo le vicende raccontate ne I tre moschettieri. Il cardinale Richelieu è morto nel 1642 ed è stato sostituito dal cardinale italiano Giulio Mazzarino, “odiato” da gran parte del popolo; era morto anche il re Luigi XIII, lasciando Luigi XIV, il Re Sole, ancora bambino, che regnava sotto la reggenza della madre Anna d'Austria. A Parigi, inoltre, dopo un aumento delle tasse da parte di Mazarino scoppia la Fronda, che porta scompiglio nella città e preoccupa il cardinale. D'Artagnan ha ormai quarant'anni, è tenente nei moschettieri del re e non vede i suoi amici da molto tempo.
Dopo un'insurrezione del popolo, Mazarino si traveste da moschettiere e si fa accompagnare da D'Artagnan a ispezionare i picchetti intorno alla città. D'Artagnan conduce Rochefort dalla Bastiglia al cardinale per un suo ordine; nel tragitto tra la Bastiglia e il palazzo di Mazarino si promettono che se fossero tornati in favore avrebbero parlato l'uno dell'altro. Rochefort, nel colloquio con Mazarino racconta le imprese di D'Artagnan e Mazarino desidera che D'Artagnan riunisca il quartetto di un tempo per controllare la Fronda, con la promessa di fare D'Artagnan capitano dei moschettieri.
Così D'Artagnan si mette sulle tracce degli amici. Per primo, ritrova Aramis, o meglio cavaliere d'Herblay, fattosi abate, che non nasconde di appoggiare la Fronda. Poi D'Artagnan va da Porthos, che ha acquistato molte proprietà ed è divenuto il signor du Vallon de Bracieux de Pierrefonds, con lui c'è anche Mousqueton; pur essendo ricco non è felice perché quelli che vivono nelle terre circostanti sono nobili e non lo trattano alla pari, quindi desidera il titolo di barone. D'Artagnan gli comunica che se servirà anche lui il Mazarino, potrà ottenere il titolo di barone; Porthos, speranzoso, decide di seguirlo assieme a Mousqueton. Infine D'Artagnan va da Athos, il conte di La Fère, che abita nella tenuta di Bragelonne. Athos è il tutore di un ragazzo che gli somiglia e di cui si sospetta sia il padre: il giovane, di nome Raoul e dal titolo di Visconte di Bragelonne, sta per intraprendere la carriera d'armi, come Athos, che rispetta e venera. Athos è frondista e quindi non segue d'Artagnan.
C'è una specie di romanzo nel romanzo: si narrano le vicende di Francesco di Vendôme, duca di Beaufort, figlio di Cesare di Vendôme un figlio illegittimo (poi legittimato nel 1595), del re Enrico IV il Grande e di Gabrielle d'Estrées. Il duca di Beaufort era stato rinchiuso nella prigione di Vincennes; faceva disegni che prendevano in giro Mazarino, la corte aveva paura di lui. Fugge grazie a Grimaud, servo di Athos, d'accordo con la Fronda. Frattanto, Athos accompagna Raoul a Parigi perché conosca una sua cara vecchia amica: la Duchessa di Chevreuse. Athos, in segreto, le rivela di essere il padre di Raoul. Durante un suo viaggio aveva avuto un rapporto con la stessa Duchessa di Chevreuse, travestita sotto il suo pseudonimo di Maria Michon; lei pensava di aver rovinato un prete, però invece era Athos. Raoul, poi, va verso Béthune, presso l'esercito di Luigi, principe di Condé.
Durante il viaggio dà soccorso a un uomo morente che fa chiamare un monaco per confessarsi. Il monaco uccide l'uomo, che si rivela essere stato il boia di Béthune, che uccise la perfida Milady, la madre del falso monaco, di nome Mordaunt, inglese venuto in Francia per vendicarsi dello zio lord di Winter e dei quattro moschettieri che decisero l'uccisione della madre. Athos e Aramis, fedeli a Enrichetta Maria, sorella di Luigi XIII e moglie del re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda Carlo I, odiato dal suo popolo, vanno in Inghilterra in soccorso di Carlo I. Salpando, scorgono Mordaunt, di cui Winter rivela l'identità, su uno scoglio. Aramis prova ad ucciderlo, ma Athos per paura che sia mandato dal diavolo glielo impedisce. Nel frattempo a Parigi scoppia una rivolta e d'Artagnan su ordine di Mazarino aiuta la Corte a fuggire e poi si reca in Inghilterra con Porthos per portare una lettera a Oliver Cromwell. Athos, Aramis e Winter, al confine con la Scozia, dove il re sta combattendo, vengono nominati dal sovrano cavalieri, e giurano di sacrificarsi per salvarlo da Cromwell che vuole portarlo a Londra e giustiziarlo. Inoltre, gli scozzesi si schierano con il generale Cromwell e gli vendono il re. Lord Winter scambia i vestiti con il re, perché così avrebbe avuto qualche possibilità di fuggire, ma Mordaunt lo riconosce.
Arrivano D'Artagnan e Porthos, che fanno finta di far prigionieri Athos e Aramis per salvarli dal generale; inoltre, Mordaunt uccide lord di Winter per vendicare la madre. Il re viene condotto a Londra e i nostri amici lo inseguono tradendo Mordaunt che capisce chi sono. I quattro amici, dopo la fuga da Mordaunt arrivano a Tirsk e D'Artagnan escogita un piano per fare fuggire Carlo I: convince la guardia a fare una partita al lanzichenecco durante il suo turno notturno e quando stanno per scappare entra una guardia con l'ordine di consegnargli il re per poterlo condurre a Londra. Con la guardia c'è anche Mordaunt, che riconosce i quattro amici: devono fuggire.
D'Artagnan, Athos, Porthos, Aramis e i loro servitori si recano a Londra, da un oste amico di Athos, che gli dà le sue migliori stanze. Il re viene condotto a Londra e processato dal parlamento: è condannato a morte. I “moschettieri” corrompono il boia per riuscire ad avere più tempo per salvare il re e infatti la fuga è fissata per il giorno dopo alle quattro, inoltre l'aiutante del boia si rompe una gamba e manda una lettera a un suo amico per farsi mandare quattro uomini ad aiutarlo; i quattro amici intercettano la lettera e si presentano loro a costruire il patibolo: lo costruiscono in modo che il re possa fuggire. Il boia sarebbe dovuto arrivare il giorno dopo, ma una persona sconosciuta si era offerta di fare il carnefice: l'esecuzione quindi è fissata per le dieci di mattina. Lo sa solo Aramis che è nella cella del re quando una guardia porta la notizia. Porthos e D'Artagnan assistono al'esecuzione del re nella piazza, mentre Athos si trova al di sotto del patibolo e riceve le ultime parole di Carlo I: egli ha nascosto un milione di lire nel castello di Newcastle, affida questo segreto ad Athos in modo che possa farne uso al momento opportuno a favore dei suoi figli. L'ultima parola pronunciata dal re prima dell'esecuzione, Remember, è rivolta proprio ad Athos. i quattro amici, quindi, non riescono a salvare il re che viene condannato e giustiziato pubblicamente. Il boia si rivela essere Mordaunt.
I quattro fuggono dall'Inghilterra su una barca su cui c'è anche Mordaunt che tende loro una trappola: imbottisce l'imbarcazione di polvere da sparo per farli esplodere, mentre lui e i suoi complici sarebbero fuggiti con una scialuppa. Ma i “moschettieri” scoprono il trucco grazie a Grimaud che per prendere del vino per l'amico Mosqueton trova la polvere da sparo nelle botti. Grimaud avverte i moschettieri e questi scappano subito sulla scialuppa. Mordaunt intanto accende la miccia, ma si accorge, troppo tardi, che manca la scialuppa, allora si getta in mare mentre la nave esplode. Sopravvissuto, chiede aiuto ai suoi nemici; solo Athos vuole salvarlo, perché ha dei rimorsi per l'uccisione di Milady e gli porge la mano. Ma Mordaunt, nel suo desiderio di vendetta, lo butta in mare e lo trascina giù con sé. Però Athos lo pugnala e riesce a tornare in superficie.
Tornati in Francia, D'Artagnan e Porthos sono arrestati dal cardinale Mazarino, per essere venuti meno al loro incarico di ambasciatori di Cromwell. Aramis e Athos cercano di ottenere la loro liberazione dalla regina, che fa rinchiudere Athos. D'Artagnan e Porthos riescono a fuggire con Athos e rapiscono il Mazarino, che, ricattato, accetta i patti della Fronda assieme alla regina. Inoltre, D'Artagnan ottiene il grado di capitano, Porthos il titolo di Barone e Athos un altro cavalierato. Aramis fa sì che il re divenga padrino del figlio della sua amante, madame de Longueville.
La Corte ritorna a Parigi, con il popolo che fa sommossa per le strade: D'Artagnan, che scorta la carrozza ove vi sono Mazarino, il re e la regina, per difenderli uccide un uomo che poi riconosce come il conte di Rochefort; Porthos, invece, uccide un mendicante frondista, il signor Bonacieux. Alla fine, Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan si ridividono: i primi tre tornano rispettivamente a Bragelonne, a Pierrefonds, a Herblay, mentre D'Artagnan resta a Parigi come tenente dei moschettieri. Nel successivo libro della trilogia sarà infatti spiegato che il titolo di capitano dei moschettieri fu poi bloccato dal cardinale.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
RispondiElimina===============================================================================
Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
*****************************---==oOo==---*************************
Redazione: Zanza Livorno on line dalle ore 19:00 alle 22:00
Mi intendo poco di mucillaggini che forse attaccano una struttura rapidamente e senza grosse conseguenze ma vicino a me ci sono vari specchi d' acqua e le strutture, nonché le carene della barche sono trattate con vernici anti vegetative, coi milioni che hanno speso avrebbero potuto verniciarlo in tal modo.
RispondiEliminaGrazie per il prezioso materiale sia quello esplicativo, sia le acquisizioni fatte per Biblioteca dove ho trovato i due libri, Audioteca e Cineteca. Credo che sareste preziosi anche per una scuola e resto ammirato per la velocità e la professionalità con la quale lavorate e con la quale avete strutturato una mediateca coi fiocchi.
Infine la mia gatta: si chiama Dri in realtà si chiamerebbe Adriana come la mia compianta moglie ma il nome era lungo e mi evocava antichi dolori. Così l' ho chiamata prima Adri e infine Dri.
Non ne conosco l' età ma penso sui dodici, da 11 è con me. Era la gatta dei miei confinanti che però avevano un giardino dedicato alle auto e alle moto e facevano di continuo prove motori, infastidendo me e la loro micetta che aveva allora qualche mese, così Dri saltava sempre dalla mia parte. Dopo neppure un anno i vicini hanno venduto per trasferirsi in campagna a pochi km dalla città ma la gatta non ne voleva sapere e per ben 2 volte è tornata alla vecchia casa e soprattutto al mio giardino. Stanchi di recuperarla mi domandarono se per caso volessi tenere io. Chiesi come si chiamasse e mi dissero che non avevano mai pensato a un nome e la chiamavano micia. Il resto è storia di una convivenza silenziosa e rispettosa dei reciproci spazi. Quando ebbi un gravissimo incidente automobilistico Dri accettò tranquillamente di trasferirsi con me in Svizzera presso la casa di mia sorella ma quando tornammo a Novara fu festa grande e Dri non smetteva più di strofinarsi ad ogni angolo.
Ha una poltrona per se in biblioteca e una in camera mia ma spesso al risveglio la trovo sul letto vicino ai miei piedi.
Spero di non avervi annoiato
Buona giornata
Giovanni Martinelli
Grazie per il bel repertorio. La sera è un piacere guardare i duelli e staccare dai pensieri.
RispondiEliminaGrazie Giacomo