domenica 27 febbraio 2022

fatevi i gatti vostri 1924 "Putinne e l' arte della guerra"



La guerra ai confini dell'Europa è esplosa, con l'invasione russa decisa da Putin e annunciata con un videomessaggio registrato nei giorni scorsi. Ma cosa sta succedendo? Proviamo a spiegarvi la situazione e quali sono gli interessi in campo. Questo recitava la Repubblica stamattina e siccome il tema in balloè terribile provo a ripercorrere con voi l' articolo del quale è apprezzabilissima l' analisi storica e  la presentazione dei  dati inerenti economia religione lingua. Quanto alle conclusioni mi paiono troppo ottimistiche e in un certo qual modo, seppur meglio argomentate, mi sembra ricalchino l' idea espressa da Enrico Letta in una sua ultima intervista a la 7 nella quale dipingeva Putin come un pazzoide con in testa l' idea fissa di ricreare la grande Russia. Dissentì da tale visione decisamente antistorica ed emozionale perfino Antonio Padellaro e io mi chiesi a cosa cazzo mai  raccontase questo nostro  pisano  all’Institut d’Etudes politiques de Parische insieme all’Ena e all’Ecole Polytechnique che è una delle grandi scuole dove si forma la classe dirigente francese? Spero non cazzate di questo genere.

Che Putin sia quello che è non mi sembra consenta dubbio veruno: Spietato, sanguinario, spregiudicato mettiamoci anche pezzo di merda! Non mi manderà il KGB né avvelenerà per così poco... spero.

Ma stupido o pazzoide? Eh no caro il mio Pisanello. No davvero. Quello è un maledetto che ha calcolato tutto e per lui l' unico elemento imponderabile sarebbe stato un intervento militare degli Stati Uniti che tuttavia, dopo il ritiro da Kabul immaginiamoci se potevan mai pensare di andare a impelagarsi in Ucraina? E di cosa deve avere paura  il piccolo zar? Delle sanzioni Italiane o francesi? Non gli manderemo le scarpe o il prosecco, e Macron gli taglierà Chanel 5 e lo Champagne?

Bene il gas lo produrremo col culo mangiando fagioli colle patate. Mentre la roba che gli sanzioniamo gli arriverà via Cina. O vogliamo escludere anche l' esportazione dei nostri beni verso la Cina arrivando a emulare il resultato che ottenne  quello che si tagliò l' uccello per fare dispetto ala moglie? Pensiamo infine che davvero gli si possano bloccare i conti? Misure di facciata! Pecunia non olet!  Comunque speriamo nell' eroica resistenza dei poveri Ucraini  e continuiamo a far discorsi a cazzo sperando che non tocchi mai a noi.

Di seguito le interessanti ricostruzioni di Repubblica ma anche la posizione a parer mio troppo ottimistica. Quasi dimenticavo Emily è ancora a Parigi e va al cine anche oggi gliene mporta na sega dela guerra a leilì

Dante

Esiste l'Ucraina?

Secondo Putin no: ha sempre fatto parte della Russia. Ma il capo del Cremlino cerca di riscrivere la storia: quella dell'Ucraina è molto più complessa di come la racconta lui. In parte colonia greca, romana e bizantina lungo le rive del Mar Nero (dove in seguito anche la repubblica marinara di Genova creò alcune colonie), nel Medio Evo il territorio dell'odierna Ucraina era suddiviso fra diversi clan tribali slavi. Nel 988 il principato di Kiev sotto Vladimir I adotta il cristianesimo come religione e da questa entità si sviluppa la cosiddetta "Russia di Kiev", considerata antesignana della Russia moderna. Ma nel 1249 le invasioni mongole distruggono completamente Kiev, dopodiché il territorio ucraino viene spartito per secoli fra varie potenze: il regno polacco-lituano, l'impero ottomano, i cosacchi del Dnieper, l'Austria e l'impero russo, nel frattempo affermatosi più a nord con Mosca e più tardi San Pietroburgo come capitale. Con la rivoluzione bolscevica del 1917, in Ucraina scoppia una guerra civile, con due repubbliche ucraine in competizione tra loro, una nella parte occidentale e una nella parte orientale, diventando il teatro principale del conflitto tra "rossi" (i bolscevichi) e "bianchi" (le forze anticomuniste legate al vecchio esercito zarista). Soltanto nel 1922, con la vittoria dei "rossi", l'Ucraina entra a fare parte dell'Unione Sovietica.

Quando è diventata una nazione indipendente?

L'Ucraina è diventata indipendente nel 1991, con il crollo dell'Unione Sovietica, o meglio è tornata ad esserlo dopo la breve esistenza di una repubblica ucraina durante la guerra civile 1917-22. Nei successivi trent'anni fino a oggi ha avuto una successione di governi, alternativamente filo-russi o filo-europei. La cosiddetta Rivoluzione Arancione nel 2004 e la rivolta di Maidan nel 2013 hanno riaffermato il desiderio della maggioranza della popolazione di stringere rapporti con l'Unione Europea.

Cosa è successo nel 2014?

A quel punto milizie armate e ispirate da Mosca hanno proclamato due repubbliche filo-russe nelle regioni di Donetsk e Lugansk, anche conosciute come l'area mineraria del Donbass, la parte orientale dell'Ucraina confinante con la Russia e in cui la maggior parte della popolazione è di lingua russa; e l'esercito russo ha occupato la penisola della Crimea, sul mar Nero, più tardi annessa formalmente alla Russia.

Da allora nel Donbass va avanti una guerra fino a questo momento a bassa intensità, che però ha fatto ben 14mila morti e decine di migliaia di feriti. Con l'annuncio di questa settimana, prima dell'invasione, Putin ha riconosciuto le repubbliche di Donetsk e Luganks, inviando anche lì truppe russe e di fatto annettendole alla Russia.

Cosa sono le repubbliche di Donetsk e Lugansk?

Come molti paesi, l'Ucraina - essendo un territorio molto grande, più di 600 mila km quadrati - è suddivisa al suo interno in diverse regioni o distretti. Donetsk e Lugansk sono le più orientali, lungo il confine con la Russia, un'ampia zona mineraria identificata anche come Donbass, dove la stragrande maggioranza della popolazione, tra cui molti minatori, è di etnia e lingua russa. In tutto ci abitano 3 milioni di persone, o meglio ci abitavano prima che nel 2014 scoppiasse la guerra, che ha spinto la parte ucraina della popolazione a cercare rifugio nella parte più occidentale dell'Ucraina. Dopo l'occupazione delle forze filo-russe nel 2014, le due regioni si sono autoproclamate "repubbliche indipendenti" e ora sono state riconosciute e in pratica annesse dalla Russia. Resta un dubbio: le forze filo-russe occupano soltanto una parte della regioni di Donetsk e Lugansk, ciascuna delle quali ha un territorio amministrativo assai più ampio. Le auto-proclamate repubbliche indipendenti rivendicano per sé l'intero territorio delle due regioni: se provassero a conquistarlo militarmente, ora che a Donetsk e Lugansk sono entrate anche le forze armate di Mosca vere e proprie, crescerebbe il rischio di un conflitto diretto con l'Ucraina, che considera le due regioni "temporaneamente occupate" e vorrebbe riprenderne il controllo, come previsto in origine dagli accordi di Minsk fra le due parti, peraltro rimasti lettera morta. 

La lingua ucraina è differente dalla lingua russa?

Sì. I linguisti divergono sull'era in cui ucraino e russo diventano due lingue distinte, ma sul fatto che siano idiomi diversi, pur avendo lo stesso alfabeto cirillico, non ci sono dubbi. Influenzata dal polacco e dallo slovacco, la lingua ucraina è simile a quella russa, così come del resto vi sono radici comuni per molte lingue slave, dal polacco al serbo. Nei sette decenni di era sovietica, l'uso dell'ucraino è stato scoraggiato e in certe circostanze proibito in Ucraina, ma è egualmente sopravvissuto. Secondo il censimento del 2001, l'ucraino è parlato come prima lingua dal 67 per cento della popolazione ucraina, il russo dal 29 per cento della popolazione, anche se tutti gli ucraini lo conoscono.

L'Ucraina è un Paese povero?

Sì, è il Paese più povero d'Europa secondo le statistiche e il 74esimo del mondo secondo lo Human Development Index. Ma ha un grande potenziale: non per nulla durante l'era zarista era soprannominata "il granaio d'Europa". Grande come la Francia, con una popolazione di 41 milioni di abitanti (perlomeno prima dell'annessione russa di Crimea e Donbass), l'Ucraina è l'ottavo Paese più popoloso d'Europa. Ha accesso al mar Nero e al mare di Azov, e conta bellissime città come Leopoli nella parte occidentale.

Perché Putin ha invaso il Donbass nonostante il rischio di sanzioni e condanne globali?

Per il presidente russo il crollo dell'Urss è stato "la più grande tragedia geopolitica del ventesimo secolo". La sua ossessione è non solo ridare un ruolo di superpotenza globale alla Russia negli affari internazionali, ma anche ricostruire almeno in parte l'influenza di Mosca sulle ex-repubbliche sovietiche: come ha fatto in Bielorussia, in Kazakistan, Georgia, Moldavia e appunto in Ucraina. La tesi del capo del Cremlino è che occorre proteggere la Russia con una serie di "stati cuscinetto" dalla presenza della Nato lungo i suoi confini. Ma la Nato è un'alleanza difensiva, non offensiva: non ha alcun piano di minacciare la Russia. E Mosca potrebbe cercare di avere migliori rapporti con le ex-repubbliche sovietiche, dove vivono minoranze di etnia russa, attraverso iniziative economiche e diplomatiche. Invece usa la forza. 

Come sta reagendo l'Occidente?

Con pesanti sanzioni economiche contro la Russia, condanne nelle sedi internazionali a cominciare dall'Onu (dove tuttavia Mosca metterà il veto a qualunque risoluzione del Consiglio di Sicurezza) e aiuti militari all'Ucraina. In futuro è possibile che Ue e Nato considerino più celermente una richiesta di adesione da parte del governo di Kiev. Nel frattempo Finlandia e Svezia, membri della Ue ma non della Nato, portrebbero decidere di entrare nell'Alleanza Atlantica per sentirsi più protette. 

Come reagirà la Cina?

Inizialmente Pechino aveva espresso sostegno a Mosca sulla crisi ucraina, ma nei giorni scorsi il ministero degli Esteri cinese ha affermato che la sovranità di ogni nazione è inviolabile ed esortato alla ricerca di una soluzione concordata. La Cina ha interessi economici in Ucraina, una rivalità storica con la Russia e forti legami commerciali con la Ue, perciò è possibile che cerchi una via di mezzo sulla questione ucraina, senza schierarsi completamente con Putin. 

E come reagiranno i russi?

Influenzata dalla propaganda della tivù di stato di Mosca, che diffonde fake news su attacchi delle forze ucraine e presenta il governo di Kiev come un fantoccio dell'Occidente, l'opinione pubblica potrebbe inizialmente approvare la scelta di Putin. Ma il modo in cui il presidente russo ha trattato ministri e capi dello spionaggio nella riunione del Consiglio di sicurezza per decidere il da farsi, riunione trasmessa in diretta tivù, lascia capire che non dispone di un totale consenso ai vertici del governo. Circolano anche voci, riportate dall'intelligence occidentale, di opposizione al conflitto nelle forze armate russe. Se nei prossimi mesi ci saranno danni economici e vittime russe, con il tempo il dissenso potrebbe crescere. Qualche commentatore ritiene che questo sia un punto di svolta nell'era Putin: il presidente potrebbe anche vincere una battaglia in Ucraina, ma se a Mosca si diffonde l'impressione che la sua permanenza al potere sia un problema invece che una soluzione, Putin rischia di perdere la propria guerra personale per rimanere al Cremlino almeno fino al 2036, come gli consente la riforma della costituzione.

C'è pericolo che in Ucraina scoppi la terza guerra mondiale?

Per il momento, no. L'Ucraina non è membro della Nato. Il presidente americano Biden ha più volte dichiarato che non invierà soldati a combattere in Ucraina. Tuttavia sia gli Usa che il Regno Unito e altri paesi hanno inviato aiuti militari al governo di Kiev, un'assistenza che verosimilmente aumenterà dopo le decisioni prese da Putin di riconoscere le due repubbliche russofone del Donbass, inviare truppe russe a occuparle e minacciare l'Ucraina intera. Kiev potrebbe rispondere all'escalation del Cremlino accelerando i suoi piani per chiedere l'adesione alla Ue e alla Nato. Se un giorno entrasse a far parte dell'Alleanza Atlantica, ogni attacco contro il suo territorio diventerebbe un attacco contro la Nato e l'Alleanza sarebbe impegnata a difenderla. Ma questo nel breve e probabilmente medio periodo non accadrà.

 

 

  

domenica 20 febbraio 2022

fatevi i gatti vostri 1923 " Don Nino " raccontino di DDD

Sono scesa dalla zia Holly per chiedere allo zio se, vista la buona verve che ha avuto nei post delle ultime due settimane, avesse voglia di pensare lui anche a quello odierno. Purtroppo, dato il bel tempo,  è andato fino a Malcontenta per controllare camper e barca. Per fortuna ha messo il telefono nel camper. Dato che continuava a dimenticare il cellulare o per distrazione o perché aveva paura di bagnarlo in barca, la zia gli ha imposto di lasciarne uno fisso nel camper. Lui ha rimesso in funzione un vecchissimo motorola 7500 e io gli ho riattivato una sim card che Bobby aveva lasciato qui. Così al decimo squillo ha risposto e mi ha dato una buona dritta:

"Chiama Zanzina, lei archivia tutto, ha novelle e raccontini scritti quando ero a Livorno e tutta la musica mia e der Ciampino, fagli mettere o fatti mandare un raccontino. Pe la puntata di Emily lo sai te come fare".

Zanza l' avevo sentita ieri sera ma è sempre un piacere chiacchierare con lei, questa mattina è al bar che non sta andando bene ma neppure male. Bisogna accontentarsi, secondo lei.

"Ho un ardiske da un Tera- mi ha detto-  e ora ti cerco quarcosa  perchè è tanto che un li rileggo ma mi propongo di fallo. A Dino piaceva uno che aveva un sapore di giallo, ovviamente un se ne ricordava il titolo ma penzo di avé capito qual' era".

Dopo poco il raccontino è comparso in brutta copia sul nostro blog e adesso ho modo di presentarvelo ricordandovi che al cinema danno Emily

Un abbraccio 

Dani


Don Nino


Da tempo Pietruzzo Randazzo, siciliano emigrato a Milano, capo operaio in un cementificio all' estrema periferia della metropoli, era diventato il capro espiatorio di ogni malumore del proprietario, amministratore unico, e direttore dell' opificio.

Che avesse bisticciato con la moglie, che un fornitore tardasse a consegnargli le materie prime e perfino che il Milan avesse pareggiato anziché vincere, il commendator Brandani, in veste di novello Zeus, iniziava il lancio delle sue saette sul povero Pietruzzo. 

Non era stato sempre così.  Quando c'era il vecchio commendator Brandani era stata tutta un' altra storia. Lui aveva preso a benvolere quel terruncello pieno di buona volontà, disposto a sgobbare come un somaro e ad accollarsi qualsiasi ora di  straordinario gli venisse richiesta. Dopo 25 anni di schiena china e testa solo al lavoro Pietruzzo si era sentito chiamare in direzione. Anche il vecchio  Adolfo Brandani, come avrebbe poi fatto il figlio Giovanni, ricopriva tutte le cariche direzionali disponibili, oltre quella, naturalmente, di proprietario e Pietruzzo si era avviato su per le scale con un certo timore. "Stai a vedere che qualcosa non va bene col lavoro e mi mandano a casa" pensava.

Si sbagliava. Adolfo Brandani senza rinunciare al suo scontato  incipit "Alura caro il mio teruncello ...." aveva poi proseguito: "Ma lo sai Randazzo che sono venticinque anni che lavoriamo insieme io e te?"

Con molta umiltà Pietruzzo aveva ridimensionato l' importanza testé attribuitagli. Gli pareva esagerato anche solo il pensare che il padrone avesse lavorato insieme a lui. Dentro la sua testa però era ben chiara una constatazione: "abbiamo svolto lavori diversi, signor padrone,  io contavo i sacchi di cemento e tu i soldi". In ogni caso si sarebbe ben guardato dal solo palesare questa irriverente considerazione e aveva detto:" Sì commendatore lei mi ha assunto vent'anni fa e la ringrazio oggi come allora". E allora il primo commendator Brandani aveva aperto un cassetto e aveva tirato fuori un astuccio aprendolo davanti a Pietruzzo. Era un orologio da uomo e l'operaio strizzando gli occhi infuocati dal polverino di cemento aveva letto "Longines". "Bello ne ha preso un altro?" chiese, dato che al polso del commendatore aveva sempre visto uno sfavillante Longines d'oro. "Ma no pirla  del mio teruncello!! " Era sbottato a ridere Brandani "questo è per te in segno di affetto e di riconoscenza, io non sono comunista intendiamoci, anzi li ammazzerei tutti e mi dispiace che il duce, buonanima, non abbia fatto in tempo ma ci sono cose che tengo in considerazione Pietruzzo, tu lavori quasi quanto me e allora voglio che tu porti un orologio bello come il mio" poi temendo che Pietruzzo non comprendesse il valore dell' oggetto aveva ben pensato di ricordargli con l' estrema finezza tipica degli arricchiti:" E' tutto d'oro sai? Mica  placcato!  E' gemello uguale sputato al mio. Poi aveva aggiunto "Questa roba non si regala agli operai ma tu sei un caso particolare e poi due settimane fa, dal Bulgari, avevo preso un collier d'oro per la mia amante che manco a farlo apposta mi ha lasciato dopo tre giorni, la troia. Allora mi son detto, un collier d'oro a quella vacca e un orologetto al quarzo a Pietro? Ma no davero, mi è fedele da 5 lustri quel giovanotto. Per Pietro quel gesto fu come la medaglia che aveva visto appuntare al petto dei marines nei film americani. Così, quando ripose l'orologio nell' astuccio e di lì nel taschino della tuta avvolgendolo nel fazzoletto gli batteva il cuore. "Non lo metti al polso?" Aveva chiesto Brandani ma poi da uomo cresciuto in mezzo al cemento aveva capito. "Bravo fai bene mettilo quando esci la sera con tua moglie qui si rovinerebbe". 

La nuova amante con la quale era stata sostituita quella che ormai per era diventata la vacca per antonomasia, fu purtroppo fatale per Adolfo Brandani che morì sul campo di battaglia con le mutande calate e l' attricetta sotto che poté essere liberata solo dai portantini della croce rossa. Il telefonino era sì riuscita a tiralo fuori dalla borsetta per chiamare i soccorsi ma lei non era riuscita a sfilarsi da sotto i 110 chili del cummenda che aveva tirato il calzino in un forsennato assalto al fondo schiena della sfortunata demivierge.

Tutt'altra pasta il Brandanino, così lo chiamavano tutti fuori che Pietro che  aveva dato pieno riconoscimento all' ereditarietà dell' appellativo di commendatore  fin dal primo giorno in cui l' erede era succeduto al padre. Cresciuto nella pretrenziosità e nell' arroganza di un figlio unico pieno di soldi e viziatissimo, Giovanni Brandani, non aveva la tempra del padre sia come uomo che come imprenditore. Dedito probabilmente a corrobaranti tipo la coca era splendido nei rapporti con gli amici e le donne ma incredibilmente meschino con i suoi operai.

Forse avendo sentito il padre tessere le lodi di Pietruzzo aveva pensato che i suoi errori manageriali fossero invece colpa del siciliano al quale non risparmiava aspre rampogne. Pietruzzo si stringeva nelle spalle pensando che ne aveva ancora per 10 forse 15 anni e che a 50 anni suonati sarebbe stato ben difficile trovare un altro lavoro. 

In occasione di un ritardo nella produzione che era completamente indipendente da Pietro e che anche gli altri tre capooperai avevano concordemente attribuito all' obsolescenza di alcuni macchinari, il Brandanino decise il licenziamento in tronco di uno dei quattro che gli aveva fatto capire senza mezzi termini che come direttore lui era un incapace. Poi non contento di questa sorta di decimazione si rivolse a Pietruzzo e gli disse: "tu Randazzo da domani mattina passi al carico scarico dei camion". Pietruzzo tacque ma quella destituzione lo colpì nell' orgoglio  e nell' autostima personale. Lavorava, come un mulo, sì il paragone è appropriato perchè a lui che al carico scarico era il più anziano non avevano neppure assegnato il muletto che solleva interi bancali e i sacchi era costretto a metterli su a forza di braccia. In due mesi era dimagrito di dieci chili e a casa non diceva più una parola. La moglie Rosa non lo aveva mai visto così e da lui aveva solo raccolto qualche sfogo incompleto. Alla fine si ammalò. Una brutta broncopolmonite che rischiò di mandarlo al creatore. Era ancora a letto privo di forze quando si presentò Andrea, un operaio milanese che aveva quasi la sua stessa anzianità. Sua sorella Elvira lavorava nell' amministrazione del cementificio e gli aveva riferito che era intenzione del Brandanino licenziare Pietruzzo poco dopo il rientro. "Pietro se vuoi ti accompagno io al sindacato -  gli disse- con quel testa di cazzo lì non c'è da scherzare non ha niente della stoffa del  padre è un pazzo stronzo e sono venuto ad avvisarti perché tu prenda le tue precauzioni". 

Pietro disse solo "Grazie Andrea sei un amico sentirò il sindacato, grazie ancora".

Rientrò al lavoro venti giorni dopo e, come preventivato e annunciato dopo due settimane ebbe la lettera di licenziamento.

Non ci furono sindacalisti a recriminare né arrivarono lettere di avvocati.

Una mattina Giovanni Brandani giunse nel parcheggio del cementificio e nel posto riservato alla sua auto trovò un vecchietto seduto su una cassetta rovesciata.

Brandani dette fiato alle trombe del clacson e l' omino con estrema lentezza si alzò dalla cassetta spostandola dall' area del parcheggio quel tanto che bastava a far posto alla Porsche.

Quando Brandani chiuse lo sportello per avviarsi in ufficio, l' uomo gli si avvicinò. Era di corporatura minuta e non doveva superare il metro e sessanta di altezza.  Completamente vestito di nero, dalle scarpe al cappello, da lui emanava una sorta di antica eleganza, dal taschino del panciotto sporgeva la catena d'argento di un orologio da tasca. Tutto nel suo aspetto rivelava un uomo del sud.

"Commendatore Brandani buongiorno" disse in perfetto italiano ma fortemente accentato.

"Buongiorno - disse Giuanin e poi aggiunse- "non credo di conoscerla".

"Mi vorrei appunto presentare commentatore ma se potessimo entrare, sono seduto qua da mezz'ora e mi sono infreddolito".

"Be senta non ho molto tempo da perdere, prenda un appuntamento dalla mia segretaria e così una di queste mattine potrò riceverla".

"Come vuole Vossia, come vuole lei  commendatore disse l' anziano italianizzando nella ripetizione del commiato e si incamminò a piedi verso il cancello.

Per 5 mattine consecutive Brandani arrivando in azienda vide l' uomo fuori dal cancello, talvolta stava camminando assorto, talatra stava seduto sul muricciolo di recinzione. L' ultima di quelle mattine, una volta in ufficio, Brandani chiamò l' Elvira la sua segretaria personale che lui definiva efficiente e molto decorativa. "Elvi per caso, un po' di giorni fa, è venuto un vecchietto che pare tirare l' anima coi denti e ti ha chiesto un appuntamento con me?"

"Sì ma non gli ho dato molto peso perché mi sembrava un po' via di testa"

"E come si chiamava?"

"Non me lo ha detto ha detto solo di scrivere Donnino ma mi veniva da ridere perché  al massimo mi pareva un Omino e per quello mi è sembrato anche un po'  matto "

"Intanto avrà detto Don Nino e non donnino" 

"Ma non era un prete"

Brandanino pensò che ad Elvira si poteva chiedere di tutto, anche degli extra decisamente intimi e trasgressivi ma non di ragionare.

"Quando gli hai dato appuntamento?"

"Gli ho detto che lo avrei richiamato"

"Che numero ti ha dato?"

"Ha detto che non importava, sarebbe tornato lui e lei l avrebbe ricevuto senza dubbio".

"Ah ma siete due imbecilli e vi siete incontrati! Tuonò Giovanni "Tu che non mi dici un cazzo e lui che da 5 mattine sta fuori del cancello".

Poi smise di pensarci ma l' immagine di quel vecchietto infreddolito gli tornò in mente durante il giorno e la sera, quando al club esclusivissimo che frequentava, incontrò il suo fornitore di roba per naso, gli chiese se lui, che bazzicava  tutta la merda di Milano, conoscesse per caso qualche vecchio delinquente terrone che si chiamasse Don Nino, probabilmente mandato a chiedere una sorta di "pizzo".

Il  Neve, un nome una professione, disse che lui non aveva a che fare con siciliani, calabresi o roba del genere ma che essendo il cummenda  uno dei suoi migliori clienti avrebbe chiesto in giro. Non passò neppure un quarto d'ora  che il Neve si avvicinò di nuovo accompagnato da un giovanotto muscoloso e abbronzatissimo i cui tratti del volto tradivano l' origine meridionale.

"Giuanin fatti dire da lui chi è don Nino perché io da questa storia mi tiro fuori subito anzi non ne ho mai saputo nulla".

Totò, così si presentò il giovane, disse subito: "Se c'è di mezzo don Nino fareste bene a confessarvi".

"Ma che cazzo mi dici Africa? Io parlo di un ometto che gli soffi addosso cade e si rompe in pezzi."

"Iddu- disse Totò iniziando col pronome dialettale ma continuando in italiano- quello è una persona il cui solo pensiero mi terrorizza, lo sapete come si chiama don Nino nell' ambiente nostro?"

"Che cazzo devo sapere? Se lo domando a te è ovvio che non lo so".

"L' angelo nivero lo chiamano, da sempre"

"E che cazzo significa?"

"L' angelo nero, è l' angelo della morte, quando ti viene a parlare uno come don Nino stai sicuro che sei un morto che cammina. L' ha  capito adesso caro il mio melanese?"

"E chi ce l'avrebbe con me?"

"Ah questo lei lo devi sapere ma se è venuto don Nino si è mosso qualcuno di grossissimo. Non si manda don Nino da parte di un pupo, voglio dire a un delinquentello a un quacquaracqua. Lei ha toccato qualcosa che non avìva a toccare, fatto qualcosa che non doviva fare comunque adesso ci sono già i corvi sulla sua testa e i vermi che si leccano i baffi".

Brandanino allungò 50 euri per l' informazione ottenuta poi tornò a casa e quella notte non dormì.

La mattina dopo arrivò al lavoro un po' prima del solito, l' omino era seduto sul muretto.

Fermò la macchina e lo invitò a salire.

L' uomo declinò l' invito e disse che lo avrebbe raggiunto a piedi perché amava camminare, quella calma, quella imperturbabilità dell' uomo rese Giovanni ancora più nervoso.

In ufficio si sorprese a sbirciare con ansia dalla finestra cosa che nella sua arroganza non gli era mai capitata prima.

Finalmente l' Elvira che quella mattina indossava un completino leopardato, annunciò che il visitatore era arrivato.

"Venga Don Nino mi spiace ma quella scema della mia segretaria aveva frainteso tutto"iniziò il commendatore.

"Non fa niente, lei parlò appunto ieri sera con Totò e così non abbiamo bisogno di presentazioni, lei sa chi sono"

"Quindi lei sarebbe il famigerato angelo nero"

"angelo nero angelo nivero.... la gente ama queste immagini da film diciamo che io sono un umile impiegato che porta avvisi nè più né meno di quello che fa un messo comunale" 

"E che avviso mi porta dunque?"

"Quello che le ha detto Totò"

"Che sarei un uomo morto?"

" Non sarebbe... lei è"

"Ma io le sto parlando quindi sono vivo" e Brandani si provò a pronunciare queste parole con un mezzo sorriso che era piuttosto una smorfia.

" Certo in questo momento lei è vivo ma la mia morte, che verrà presto perché vecchio sono, ancora non è stata decisa mentre la sua sì. In pratica  lei sta come quei condannati che sono nel braccio della morte".

" Eh ma guardi che lei non mi può minacciare in casa mia, mica siamo a Palermo sa qui siamo a Milàn e ripeté il nuome della sua città lettera per lettera" quell' espressione l' aveva mutuata dal genitore che nei suoi rapporti di affari soleva spesso dire a qualche interlocutore che pareva non rendersi conto dell' importanza del trattare col commendator Adolfo Brandani: guardi che lei se  lavora con mè lavora con Milano emme i elle a enne o e scandiva le lettere  proprio come nella canzone Stramilano. Così il Brandanino quasi avesse ripreso coraggio nell' evocazione parentale concluse con la minaccia:  guardi che la faccio arrestare io.... chiamo i carabinieri sa?

"E chiamasse i carabinieri commendatore  e cosa ci dice ai carabbinieri che un vecchio di 84 anni, de 43 chili di peso straparla, che viene a metterle paura? Facesse quello che meglio crede io le ho detto quello che le dovevo dire "

"E no ma ma ci sarà un perché, ho diritto di sapere"

"Cietto che c'è un perché e lei saprà stia tranquillo che saprà"

"Ma non c'è rimedio dunque?"

"Prima ci doveva pensare. Ormai è tardi nessun rimedio, nessuna grazia, addio commendatore Brandani bacio le mani e usci".

"Giovanni Brandani, madido di sudore, cercò un fazzolettino di carta per asciugarsi e nel portare la mano alla ricerca del pacchetto dei fazzoletti sentì che sul passamano della scrivania c'era una piccola busta come quella dei biglietti da visita. La busta aveva un angolo listato di nero.

Dentro un ritaglio del Corriere della sera:

"Ex operaio muore suicida sotto il treno in prossimità della stazione vittoria. Pietro Randazzo da pochi giorni era stato licenziato". La foto di Pietruzzo in piedi sorridente con un bell' orologio al polso insieme al vecchio commendator Brandani.


Giovannino fu preso da un tremito alle mani, si fece portare un whisky da Elvira, poi un altro, e al terzo bisogno di conforto si attaccò direttamente  alla bottiglia. Alla fine con quel calore che gli saliva dallo stomaco e gli scaldava il sangue fu preso da ardimento  e decise di andare al commissariato. Quando salì sulla Porsche si sentì sollevato: ah sì avrebbe raccontato i dettagli di quella follia, quella storia assurda di terroni che salivano a Milano, a minacciare lui nella sua città, nella sua fabbrica, nel suo ufficio. Con quel ridicolo ometto che pareva uscito  da un  film di terza categoria. Cosa cazzo poi ci entrava lui se uno sfigato si buttava sotto a un treno? Nemmeno lo aveva saputo lui, altrimenti che diamine! Qualche biglietto da centomila alla vedova lo avrebbe slungato. Lo aveva licenziato? Ah bè se un padrone non può licenziare gli operai improduttivi  a che punto siamo arrivati? Ah ma lo avrebbero visto cosa voleva dire minacciare lui e poi quel Totò del menga...  Com'è che era spuntato fuori subito appena il Neve si era messo in cerca di info? E com'è che il Neve aveva trovato proprio il tipo più adatto a dargli spiegazioni... neppure fosse già là. Neppure fosse già la......Ma certo, bastardi! Ora capiva  ma  allora lo sorvegliavano, erano giorni che lo seguivano, sapevano ogni sua mossa quindi......La pallottola nella nuca troncò  le sue ultime riflessioni.

Il giovane vestito da fattorino si lasciò scivolare dalla portiera  dalla macchina e se ne andò col motorino parcheggiato  vicino, nessuno fece caso a lui.

Il telefono di Rosa suonò. La voce rauca  che non sentiva da tanti anni e che aveva udito solo  quando era stata lei a chiamare, ,dopo la morte del suo Pietro la salutò e disse solo " Rosuzza, la pratica è chiusa solo questo  abbiamo potuto fare  pe tia. Pietruzzo nostro lo sai,  portava rispetto ma si era allontanato dalla sua terra e dai suoi amici era troppo orgoglioso per fareci una telefonata. Tu sì hai fatto bene a chiamare, tardi é vero ma  almeno i conti  in sospeso sono stati saldati". 


Fine



domenica 13 febbraio 2022

fatevi i gatti vostri 1922 " lo iòdelle nostrano" by Dante. Emily è ar cine

Gira e rigira le maranteghe (lemma che unè per nulla livornese ma che viene da questa palude mefitica quassùe e che vi spiegherò nantra vorta) hanno fatto n modo che ritoccasse a me. Mica che mi dispiaccia eh, in compagnia vostra ci sto volentieri ma quarche vorta  vorrei mètte quarcosina di preparato meglio. Vabbene eguale, qui vi nzerisco n video cor uno yodelle nostrano fatto all' armonica e poi Zanzara m' ha promesso che ci infila de balli conzigliati da George e Betty Dalton ovvero come si dovrebbe ballò il cantri yodelin. Speriamo in bene. 

Come si diceva ner titolo Emily è ar cine, ci siamo capiti, ma pe trovalla bisogna aspettà stasera quando torna la mi nipote.

Bona Domenica

Dante



Me piasi i bigolî co le luganighe

Marieta damela per carità.

Marieta damela per carità.

Marieta damela per carità.

Me piasi i bigoî co le luganighe

Marieta damela per carità.

Marieta damela per carità sul canapè.







sabato 5 febbraio 2022

fatevi i gatti vostri 1921 " provate a ballalla se vi riesce" (ar cine Emily)

E allora via facciamola riposà sta povera Dani chissà che na vorta  bella fresca e riposata un trovi un  ragazzotto e si levi dale palle anche lei. Scherzo ovviamente ma a parte du parentesi so vent'anni che io e la su zia gli si fa da famiglia. Ci starò male quando anderà via ma bisogna che prencipi a penzà di mette su quarcosina di suo. Poi se gli va bene così io une nzisto, vole dì che fra un po' ci farà da badante.

Ntanto ridendo e scherzando s'è passata la Candelora e la stagione era bellissima anche se freddina. Stando all' antichi vole dì che siamo fori dall' inverno e che, essendo noi in un posto di mare, si dovrebbe avé la famosa primavera a mare che attacca il 21 febbraio invece che di marzo. Vicino al mi campere si vedano digià le gemme ale piante e l' uccellini cantano che è un piacere, ho visto anche du boccioli di rosa. Bene speriamo che anche ir covidde rallenti perché un ne posso più di sentinne parlà e quando vedo Speranza co quella faccia bianchissima che pare abbi ncontrato Dracula che nià succhiato tutto r sangue, mi tocco le palle e fo li scongiuri perché secondo me un porta bene per niente quell' omo. Ala sanità ci dovevan mette una di quelle tope che aveva portato in parlamento il Berlusca perché anche se un so bone a parlà, armeno a guardalle l' occhio si ripiglia.

Basta, prencipio a fa' de discorsi da vecchio, mi segnala Holly e allora piglio l' armonica e provo a favvi un pezzo balllabile che tra l' altro è digià parecchio che me l' hanno chiesto. Addopro un' armonica che è una dele mi preferite:




Bona domenica Dante



mercoledì 2 febbraio 2022

fatevi i gatti vostri 1920 " del bèrcio yodlizzato"

Eh sì è un po crittico r mi titolo ma vi sarà spiegato nel corso del poste del resto il "del" alla latina reca implicita la premessa di spiegazione dell' argomento presentato a mo' di titolo.

Visto che Dani resulta un po' affaticata  oggi scrivo io. Lo credo bene pora bimba che sia stanca! A lavorà n barca co sto freddo..... Io a lelì gliel' ho chiesto chi gliel' avesse fatto fa' di lascià un posto da nzegnante di ruolo in Australia, avuto peraltro a inizio carriera e un posto di bon prestigio a Londra sia pure a tempo determinato, che poi a leilì brava com'è glielo avrebbero riconfermato vita natural durante. Lei mi risponde che non sa stare lontana dall' Italia. La portassero anche n paradiso terrestre lei ama l' Italia e ancora di più la su Venezia. Che poi vand'e n' Italia un gli vada a genio nulla di ciò che in Italia si fa e di come ci  si vive è n' altro discorzo. In questo ha preso dar su zio Dante perché quando si dice che "la cultura doventa natura" un è una cazzata, detta lì per lì tanto per di quarcosa, come si fa ne salotti imperanti di vella merda di tv pe la quale mi tocca pagà anche r canone nzieme ala bolletta dela luce, ma è piuttosto vero. Io a cresce nzieme a Dino, Dante e tutta la combriccola d'amici de mia, n' ho bevuto i modi di fa' e di penzà e ora a volte mi sento dì da arcune mi amiche che so antica. Gli rispondo a lorolì come si sol fare a Livorno ovvero di ribotta "Meglio esse anti'a di testa che di fi'a come se' te caata che un se' artro". Traducendo per chi ha difficortà cor vernacolo: "è meglio essere stagionata di testa come sono io piuttosto che di vagina come sei tu, pura essenza di  stronza". Tornando ala curtura che innaturisce immaginate cosa vor dì avé Dante n casa quando sei n' adolescente 'n formazione. Politica teatro fantascenza, nvenzioni, anarchia, umano e divino tutto elencato e dimostrato a braccio e annaffiato cor vino. Poi sapete com'è no? Se te le dice r tu babbo ste cose, ti pole anche sta' su coglioni ma pe una cor babbo assente e la mamma idemme, cola zia doventata un modello da imitare, era ovvio che l' omo dela zia doveva doventà un modello ancora lui. Bobby di certo l' ha stimato ma se ne è anche allontanato. Dante è na figura maschile troppo ngombrante pe n' altr'omo solo r Ciampi riesce a stacci n simbiosi seppur cor un abbuso di vaffanculi da ambo le parti. Per Dani però era come n' eroe der cinematografo e poi Sante a quell' epoca oltre a avè n certo fascino per niente sdorcinato era d' una tipologia che piaceva anche a me, burbero e dolce, deciso da stiantatti di cazzotti se lo facevi incazzà ma bono da mettisi raccattà un passerotto cascato  di nidio e vedegli l' occhi lustri se un gli riesciva di salvallo. Nzomma quando siamo a letto la sera io e Dani durante le nostre vacanzucce e si fantastica e si chiacchera a volte se chiudo l' occhi e mi metto ad ascortalla nele su filippiche per un attimo mi pare d'esse ar barre e che nela sedia accanto a me ci sia Dantino. Ma cambiamo discorzo perché voglio ritornà all' oggetto der poste e  introdurre un pezzettino di musica particolare. perché  a me la musica purché un si parli di Sanremo mi piace un sacco. Donque, che George  Dalton, l' americanone frequentatore da anni der barre e fino a n mese fa compagno di letto e di scazzi di Tromba Daria, fosse un gran promotore di casini sia per sé che per  chi gli sta ntorno era na cosa assodata. Perzino quando, a braccio di ferro, stiantò  sur tavolino quer torzolo der socio di Vale  ne venne fori un casino. Tanto che poi leilì, Valentina er mi fratello si so mandati affanculo dopo tant'anni di coppia. Pelamordiddio un si pol dì che sia stato George la causa ma sembra che luilì abbi la calamita pe disordini di coppia: Andette n Corzica co la trombante maior e leticò di brutto,  la minor si messe nzieme co Bobby ma ala fine un n'è sortito niente di bono anche fra loro, nzomma ha sur groppone una sfiga pe aerosolle che si diffonde ndo passa. Allora l' altro giorno n' ha penzata n'altra entra al barre co al braccio n americanona arta guasi quant'ellui e ci fa: "Vi presento la mamma dele mi figliole" ovviamente l' ha detto ala livornese ma con forte accento iuessei,-  "o meglio la mamma dele prime due perché la terza l' ho fatta cor un altra moglie". Poi c'ha raccontato di quando lui e la signora che era entrata co lui erano una coppia blugrasse diperride e non perdevano un festival del country. Lui sonava la chitarra e cantava e anche lei cantava e sapeva sonà anche la chitarra. A vedelli anche ora che so belli stagionati si potrebbe dì che erano na coppia perfetta e la mi mamma Nara si è  sbilanciata  a diglielo davvero ma Liza, che ar secolo si chiama Elisabeth e quarche volta usa anche r nome di Betty o Beth, si premura a digli che sì come coppia da spettacolo erano forti e guadagnicchiavano anche  benino  ma a letto nzieme, fori che pe fa quelle du belle  bimbe fatte in du momenti in cui c'era l' angelo custode a pintà George pelle mele perché facesse quer che doveva fa, ci so stati poche vorte perché lui era sempre briaco quando un era totalmente sfatto e ne rari casi in cui era semisobrio, allora era briaca o sfatta lei e spessissimo lo eran tutti e due. Poi prencipiarono a dàssele e lei molto orgogliosamente sostiene che non era George che la picchiava ma che si picchiavano ala pari come du omini e c'è da credegli perché se George è no stangone e da giovane doveva esse un tipo tosto, lei è n' attrezzo che ntimorisce  anche ora che ha 65 anni e a rompigli i coglioni a leilì  c'è da piglià de cazzotti ner muso di velli che ti ci vole la plastica dopo pe potetti  riguardà alo specchio e dì: so io. Ora  so come du fratelli e quarche volta quando si vedano trombano anche, lo posso scrive perché tanto co Daria si so lasciati e pare sia la vorta bona, perdipiù  finarmente lei ha trovato un altro e George un c' ha pianto, c' ha bevuto sopra come fa sempre da na vita. La specialità di Liza oltre a quella di beve pare fosse lo Yodelle si proprio quello che cantano i tirolesi. Ovviamente nzerito ner filone dela musica country. Voi dovete penzà che l' unici americani veri, sarebbano i nativi o indiani d' America, tutti l' artri o so ngresi. o rlandesi, italiani, tedeschi, francesi, polacchi, russi, svedesi e poi cinesi, arabi ecc. Bene i tedeschi e comunque tutti quelli che venivano dale montagne d'Europa portarono le loro armoniche, l' organetti e quelli che andavan di voce ir su yodelle che poi piano piano acquisì la dignità di subgenere vero e proprio all' interno della musica blue grasse. Allora godetivi sto pezzo del quale vi metto anche ir testo (fòri che delo yodelle perché quei gorgheggi un si possan trascrive). Ho chiesto a Liza come avesse mparato visto che un' è d'origine europea e lei m'ha detto, n' ingrese, che è stata 'na necessita, perché da giovane , quando era a letto cor un omo a fa roba no a dormì, aveva l' abitutine di bercià come un ossessa e allora una su amica ni disse "mpara lo yodel armeno sembra che tu canti" e così fece.  Alla chitarra, che è der Ciampi,  la accompagna George 

Eccovi dunque Liza

Baci Zanza



From this valley they say you are leaving

We shall miss your bright eyes and sweet smile
For you take with you all of the sunshine
That has brightened our pathway a while
Then come sit by my side if you love me
Do not hasten to bid me adieu
Just remember the Red River Valley
And the cowboy that's loved you so true
For a long time, my darlin', I've waited
For the sweet words you never would say
Now at last all my fond hopes have vanished
For they say that you're going away

Then come sit by my side if you love me
Do not hasten to bid me adieu
Just remember the Red River Valley
And the cowboy that's loved you so true


martedì 1 febbraio 2022

fatevi i gatti vostri 1919 "Dimando vegnia" listoria de lemili ciè

Dimando vegnia attuti viantri legitori sendo que esa lumana dimé anca dita Danni, sendo danosa, ava pasato domenega et lune sine rimenbransa al cuna que "piatta servandas unta" que avendomi eso giemelo bandunatomi cuando me ava nissiato listudio del atino vuolet diciere no que li piati an da rimanesciere unta et bisunta sino que "li prometimenti debanzi mantienisciere". Inzoma esa lumana no ava metuto listoria inpuntata dela domenega

Sendo me lo dogie serenisimo inquesita citate de Venessia vòta et disulàta sed semper  GATO DOGIE SERENISIMO et mai uscolo ava provedito ad que ese servanti dimé gata Cicie et gata Lema laprivino cule lundie eso claude ollain et metivino pevvoi cuesta istoria prometita et davvoi inspetata



que il Sinior GATO ETERNISIMO cuncieda avvobis giurnate sie rene l' uminose et sensa cuvide.


Vonstro Gato Balena que pelli a micii letori  no serviscie repetere Dogie Serenismo