lunedì 27 agosto 2012

fatevi i gatti vostri n. 446 " hai detto basta e te ne sei....."

A chi annovera più o meno le mie primavere, sarà subito tornato in mente l' orecchiabilissimo motivetto che portò al successo Luciano Rossi nel ' 73.
Oggi ce l' ho in testa e continuo a fischiettare "senti n' po' , bella mia, proprio te, che cercavo stasera, dimme 'npo' volemo contà, tutte le volte.....
Ma lo so perché mi ronza nella testa, perché ad uno di questi abbandoni repentini non mi sono mai rassegnato. Parlo di quando una sera di tredici anni fa, bada caso proprio il 27 agosto, la mi mamma s'è alzata e se n'è andata per sempre. Alla grande come ha sempre fatto. Dieci secondi in tutto, senza fare rumore, con me che incredulo non riuscivo a a capacitarmi. Ma non voglio fermarmi a questi pensieri. Sono sicuro che sta bene e se mi vede di sicuro dirà "ma va 'n culo te e 'sti discorsi patetici, mi sembri 'r tu babbo".
E allora gli (a lei) dedico la canzoncina di cui sopra che tra l'altro le piaceva e mi chiedeva di canticchiarle imitando la voce particolare  del bravissimo Rossi.
Eccola per tutti i nostalgici di quegli anni d'oro.
Un abbraccio da Dante

domenica 26 agosto 2012

fatevi i gatti vostri n. 445 "la danza della pioggia"


Incredibile! Quando ormai erano giunti al limite dello sfinimento, esattamente come noi, Esserino e Balena hanno deciso il ricorso alle arti magiche. Non ci saremmo accorti di nulla se Dani, che abita sopra di noi non fosse scesa ad avvertirci che forse c'erano dei ladri sul terrazzo. Che i ladri possan visitare le nostre case è improbabile, di certo avrebbero compassione e ci lascerebbero loro qualche spicciolo. Ma Dani non la pensa così e forse ha ragione. Io conoscevo dei ladri professionisti e semiprofessionisti che prima di entrare in una casa sapevano vita morte e miracoli di chi l'abitava. Nostra nipote, che frequenta gente più giovane, riferisce che ormai il mercato pullula di sprovveduti che  ti distruggono tutto anche per pochi euri. Io credo, comunque, che la sua paura sia dovuta alla presenza della tesi in casa. Non è cosi scema da averne una sola copia, è ovvio, ma ha in copia unica migliaia di fotocopie in cartaceo dalle quali deve trarre note e bibliografia. Da qui a pensare che i ladri ti portino via le fotocopie è tutto un altro discorso. Comunque dietro la porta ho il manico di un piccone  bello robusto e con quello come conforto per la mano, che in questi giorni mi fa un po' male, sono andato a vedere.
Già dalle scale si sentiva un tramestio anomalo, come se qualcuno saltellasse qua è là oppure se venissero rotolati dei bussolotti.
Piano piano ho aperto la porta e ho sentito che i rumori provenivano dall' altra estremità del terrazzo. Come ho avuto modo di scrivere in post passati, la nostra casa, pur essendo a Venezia fa parte di quelle orrende che vennero ricostruite dopo la guerra, quindi ha la medesima struttura che ha ogni casa a parallelepipedo coperta con terrazzo, sia essa a Roma, Milano o Firenze. Con l'aggravante che a Venezia con una struttura così ci si stianta di freddo d' inverno e di caldo d' estate.  Il palazzo è molto grande e forma una sorta di lettera L  di circa 90 metri per 50 nei lati esterni, ed occupa ben 4 numeri civici con rispettive entrate indipendenti . Noi abitiamo nella parte d'angolo e entriamo da una scala con poca gente, per fortuna.
L' ultimo piano è tutto occupato da soffitte dall' atrio delle quali gli abitanti di ogni n. civico possono salire sul terrazzo. Questo spiega come il pericolo per i gatti sia costituito da inquilini che lascino aperta la porta del terrazzo e il portone di fondo. Bisogna essere parecchio idioti ma non c'è limite alle risorse umane. Il terrazzo ha un area vastissima, oltre 300 mq. suddivisi in un livello inferiore di circa 200 e uno superiore dove ci sono i torrini degli ascensori e le parabole TV e dove Dani ha fatto il proprio solarium. Nel senso che quando vuole abbronzarsi stende un asciugamano tra i fili delle antenne e si addormenta lì. Il risultato è identico a quello ottenibile a Jesolo, il contesto  un po' meno anche se lei lo preferisce.
I gatti sono i signori incontrastati di questa estensione di cemento coperta in parte da grandi lastroni di graniglia, in parte da guaina impermeabile. Il loro accesso avviene o dalla porta o dalla nostra soffitta, alla cui finestra ho segato mezza sbarra creando un passaggio per loro che, in caso di pioggia o troppo sole rientrano in questo vano dove hanno sempre acqua fresca, sabbietta pulita e qualche croccantino (pochi sennò Balena mangia due volte).
Dopo questa lunga descrizione, per la complessità della quale mi sono consultato per telefono con Umberto Eco,
torniamo al fatto. Dato che il livello due del terrazzo poggia sui tetti delle soffitte è ovvio che la struttura delle medesime impedisce che con un uno sguardo si possa abbracciare tutto il livello uno che si articola in due grandi terrazza quadrate (una più grande dell'altra)  e una sorta di stretto corridoio che le collega e che ha una balaustra lunga quanto il lato della L. Non vedevo niente ma sentivo parecchio, così in una sera buia rischiarata solo da uno spicchiolino di luna crescente mi sono fatto avanti  strisciando lungo il muro col bastone saldamente impugnato. Arrivato nell' altra terrazza mi si è presanto uno spettacolo cui è difficile credere senza averlo visto di persona. I Gatti ballavano! Prendevano una breve rincorsa, si alzavano sulle zampe di dietro e lanciavano in aria una serie di zampate che li mantenevano in equilibrio. Ho pensato che tentassero di abbattere un pipistrello o una falena ma non v'era traccia di alcuna preda. Ovviamente le ipotesi possono essere disparate ma, secondo me, quella più accreditabile è che, stanchi per il caldo, abbiano deciso di dar vita a un loro rito propiziatorio che con ogni probabilità doveva avere per destinatario il Signor Gatto Eternissimo.
Il Rotolo poi, nella performance suddetta, pareva un orso di quelli che fanno vedere ai documentari. Li ho lasciati lì e sono andato a letto. 
Difatti mentre scrivo, sta piovendo anche se, purtroppo, non abbastanza.

Dante

lunedì 20 agosto 2012

fatevi i gatti vostri n.444 "quato quato quato indove istava il gato?"

I nostri son dunque tornati alla vita normale dopo l'oasi del campeggio. A tal proposito  è bene sottolineare che Dante nella quindicina passata al campeggio ha lavorato di brutto, riparando tutti i pedalò e i pattini in dotazione, quindi vetroresina, mola, carta abtrasiva e vernice sotto il sole, il tutto perché aveva patteggiato una piazzola in cambio di questi interventi. "E che ci vole?" dice lui minimizzando
ma io ricordo che la verniciatura della mia bici effettuta con mio fratello ci costò vesciche alle mani per la carteggiatura e schizzi di rosso su ogni indumento.
Non è questo però il tema del giorno bensì il rapporto fraterno tra i nostri pelosi eroi. Domenica notte  la zia era al pronto soccorso di Mestre per assistere il nostro nonno (che è suo papà)  e Dante si stava organizzando per andare a riprenderla, cosa non semplice perché il camper sta in terraferma e da Venezia di notte puoi solo raggiungerlo con la bici o facendoti il Canal Salso (che unisce Venezia a Mestre) in barca. Con questa seconda variante però devi lasciare il motore sulla barca e in quella zona rischi di ritrovarne due.....  Così bestemmiando aveva approntato la graziella che dopo l'uso si carica agevolmente su qualsiasi mezzo a motore. I gatti erano rimasti sul terrazzone e io, che davo gli ultimi ritocchi alla tesi mi ero quasi scordata di loro. Tra l'altro sul terrazzo spira un aria divina, ma se accendi la luce ti mangiano le zanzare, mentre in casa sopravvivi solo a 1 metro dal ventilatore. Quando mi sono ricordata di loro era l' una di lunedì e alla porta del terrazzo cui si accede  con l'ultima rampa di scale si è presentato solo Balena. Esserino ha sempre qualche attrazione da seguire e così ho pensato di portare il rotolo giù e di recuperare lo smilzo con un secondo viaggio. Quando però Balena è arrivato davanti all' entrata dell'appartamento si rifiutava di varcare la soglia  gonfiava la coda e voleva continuare a scendere le scale. "Che sia entrato un ladro?" ho pensato   e subito ho cercato il cellulare per chiamare polizia o carabinieri. Dovevo però avere almeno un sospetto minimamente concreto e così ho iniziato a fingere di parlare a voce alta al telefono ma non ho sentito  alcun rumore sospetto. Del resto cinque minuti prima ero nell' appartamento al piano superiore e avrei sentito dei movimenti,  così ho acceso la luce, ho ispezionato le stanze: tutto OK. Nel frattempo il gatto aveva sceso le scale e io, un po' nervosa per la situazione paventata l'ho afferrato e l'ho riportato in casa di peso. Poi sono tornata in terrazzo ma Esserino non arrivava, dopo varie ricerche infruttuose che consistono in una ben precisa routine: salire sul torrino superiore, ispezionare tutti i cornicioni e i terrazzini dell' ultimo piano sui quali può esser disceso senza essere capace a risalire. Nulla. Scendo le scale temendo che mi sia passato tra le gambe quando ho aperto a Balena e sia sceso senza che io lo vedessi. Poi sento miagolare forte, "dev'essere lui!" penso ma il miagolio viene dalla porta di casa e Balena sta facendo di tutto per appenddersi alla maniglia e uscire. Improvvisamente mentre lo sto redarguendo per tanta impertinenza sento ancora un miagolio lontano. Balena in questo momento è zitto. Non ci sono dubbi il pianto viene dal basso, lascio andare il rotolo, scende ancora le scale. Vado anch'io in basso finoal portone che si affaccia su un cortile interno prima di accedere all' esterno. Esserino è in piedi appoggiato alla porta a vetri e miagola con tutte le sue forze. Non può essere caduto dal tetto come accadde al fratello da piccolo, deve aver sceso le scale e trovato il portone aperto ma non m i pare proprio che mi sia passato davanti. Forse miagolava spazientito per il mio ritardo e qualcuno dell'altra scala deve avergli aperto la porta (hanno anch'essi un accesso al terrazzone), indagherò. Per il momento dato che zia e Dante sono assenti decido di dormire in mezzo a loro. Non è finita, sulla porta della camera il rotolo mi colpisce alla caviglia con una testata che pare un pugno, poi miagola con tono di rimprovero e gratta il pavimento di legno. "Hai ragione Balena! Basta una scatoletta di tonno con sorcio per ricompensare il tuo nobile gesto fraterno?"

Sendo che ancune vote si ava un fratelo nintenigiente ma tantisimo nintenigiente che eso instudia senpe e si perdiscie speso sedo eso causamento dela suia nintenigienzia chi ava da solussionare i problemamenti da eso incausati?

ME unicisima enstenzione dela adamaturgica sanpa del Sinior Gato Eternisimo

martedì 14 agosto 2012

fatevi i gatti vostri n. 443 " sotto il solleone"


Capita a volte di indovinarci e quest'anno ci s'è preso col tempo. Un Luglio incredibile. Il 2 sono partito io, col vecchio camper, che, data la vetustà, è bene viaggi piano e nelle ore fresche. Così dalle dieci di sera a mezzanotte e mezzo ho raggiunto la vetta dell' Appennino e ho dormito fino alle 4 e mezzo al fresco. Poi, all' alba ho rimesso in moto e alle 7 ero a pigliare il caffé a Calafuria. Il vecchio è dalla su' sorella  che srebbe la mi zia e io smaniavo per raggiungere ITO e la vespa da risistemare prima dell' arrivo di Holly. Fino al sedici mi sono alternato tra il regno di Ito e Livorno. Lui sempre presente al mattino.
 La vespa anche con l'aiuto di amici disponibili e competenti è rifiorita e adesso ha un motore completamente rifatto e una carcassa completamente da rifare. Un programma di lavoro da qui ad aprile, c'è da smontarla risaldarla tutta carteggiarla e verniciarla. L'avessi a Venezia mi avanzerebbe il tempo ma a Venezia le vespe non si usano e si trasportano male e poi farle fare tanti chilometri potrabbe stroncarla prima della cura. La faro a pezzi e bocconi quando vado a trovare il mi' babbo. Per il prossimo anno ci vorrei andare in Francia, così devo fare un buon lavoro. Il sedici è arrivata Holly che per la prima quindicina aveva un lavoretto estivo e qui ci siamo concessi il paradiso terrestre. Il camper rimosso dalla strada dove lo usavo per le mie notti in riva al mare ha trovato posto nel campeggio vicino a casa di Ito. Una meraviglia di pineta che digrada direttamente sulla spiaggia. Io non amo il campeggio di questo tipo, pieno di famiglie coi bimbi che piangano e odori di soffritto a prencipiare dalla mattina alle sette. Ma avere una piazzola all'ombra, le amache, un gazebino (da 21 euri eh non pensiamo a cose dispendiose) è tutta un'altra cosa. Poi Holly ama cucinare lavarsi la roba trovare la doccia calda, insomma quei piccoli confort che fanno un po' cuccia.


Siamo stati benone in questa  piccola parentesi edonistica. Il gatto lo si è visto ogni giorno. La vespa, ha ronzato felice di scollettarci ovunque e ci siamo concessi anche dei bei giri con l'unica barca che mi resta in Toscana.

Il due abbiamo fatto i bagagli col muso lungo ma felici di ritrovare a casa Esserino e Balena. Esserino ha miagolato per due ore di file e il grosso ha impiegato un tempo analogo a mangiare. A Venezia fa ancora un caldo insopportabile, Holly ha un' altra mesata di lavoro e io ho ripreso con le ripetizioni per i rimandati. Finalmente, alla vigilia di ferragosto ho messo tutti in licenza e trovo il tempo per buttare giù ste due righe giusto perché gli amici del blogghe non ci diano per dispersi.

Un abbraccio

Dante