Anche oggi domenica 26 giugno gran sole e gran caldo. Perlomeno questo han detto quelli che se ne ntendano. Dani e Holly hanno espresso la chiara volontà di dormire senza rotture di palle. Così io ale 4 e mezzo, quando Balena ha lanciato il suo grido di guerra che umanizzato si traduce "ma non si mangia un cazzo in questa merda di trattoria?" mi sono alzato, ho pisciato mentre i tre postulanti mi guardavano di traverso come a voler dire "ma quanto ci metti a fare la pipì rincoglionito che non sei altro?" Ovviamente, a titolo di dimostrazione mentre io riponevo gli arnesi ne carzoni si sono fiondati nelle loro tre differenti toilettesse e hanno pisciato e cacato riempiendo la casa si miasmi che la palude delo Stige faceva ride ar confronto.
Così ho pulito anche le cassette e cambiato la sabbia mentre Balena bestemmiava in gattese e Cice ed Emma mi maledivano con uno gnaulio straziante.
Ala fine i tre piatti per loro li ho preparati, mentre intanto avevo messo sur fornello la moka per me. Dall' odore che si sprigionava da scatolette vaschette e bustine varie, pur costosissime, ero dubbioso se puzzassero di più i cibi per mici o le loro deiezioni. Ho aperto la finestra del salotto perché potessero osservare i primi saltellii dei merli e il tubio dele tortole. Poi mi sono infilato i bermuda una camicia avaiana, ho preso dieci euri ela tessera del vaporetto r sono sceso.
La graziella pieghevole mia fedele compagna di scorribande ar mare, era digià pronta e la borsa cor un telo i pantaloncini di ricambio, una bottiglia vota da empi ale cannelle der Lido e quarche altro ammennicolo che pole sempre servire: tipo le chiavi essenziali pe la bici, una pompa e na camera d aria di scorta. Ho passato, spingendo bici a mano, i pochi ponti che mi separano da Ple Roma e poi via di bona pedalata infine al Tronchetto. Cor un euro e mezzo pell' omo e un euro pe la bici si paga ir passaggio a patto di avé la tessera da residenti altrimenti si risparmia ad andare a prendere il caffe al Florian.
Finalmente il traghetto arriva e si parte
Fatto ir pezzo che separa l' approdel ferry da quello de vaporetti normali, circa un chilometro, si riempe la bottiglia dell' acqua
Qui sto per imboccare il gran viale del lido che unisce la laguna colle spiagge dell' Adriatico. Molto bello e pieno di barri e negozzi che trovano posto nei controviali laterali tutti lastricati in marmo, ma a quest'ora un c'è ancora nessuno, solo qualche barre aperto.
Poi una bella brioscia e un artro caffè e sono pronto pe raggiunge la spiaggia, libera s' intende.
Un' c'è anima viva e mi accaparro un bel tronco d'albero sula spiaggia pe legacci la Graziella e mettimici a sedé
Ho subito fatto na notata di quelle robuste e mi so fermato solo quando ho visto na motovedetta dela Croazia. Scherzo ovviamente, mi so contentata d' una chilometrata che ala mi età basta e avanza. Sono andato avanti così a bagni e asciugate ar sole e la spaiggia anche ale dieci è in questa maniera, la divido co pochi altri
fino a che nell' ultimo bagno un tafano m'à pizzicato una palpebra proprio nel mentre tiravo su la testa di lato pe respirare durante la notata. Un male boia e una specie di gnocco sotto all' occhio sinistro ma passerà in uno o du giorni. Ar mare ci so stato fine all' 11 perché all' 11 e 40 ho il ferribotte pel ritorno eccolo che sfreccia verso Venezia
Dani m'aveva promesso di passami a prendere e portammi almeno fino a Piazzale Roma per risparmiammi un' ulteriore solata. Così è stato. Salvo che la macchina un gli andava e m'è toccato sdraiammici sotto per aggeggià cor filtro del gasolio e guadagnammi a forza di bestemmie quer pezzettino d'inferno che ancora non avevo acquisito. Ala fine l' ho fatta riandà e bruciato dar sole unto di nafta e affamato so riescito a mettimi a tavola.
M'ero dimenticato questa. Un'era ar Lido, è quella ragazza diciamo cresciuta di cui ha chiacchierato Zanzina l' altra domenica. Zanza parlava di culo moscio e di cellulite e credo che bella soda com'è annaffiata ad acqua di Tirreno e salmastro abbia anche la facoltà di dillo. Di certo un sarà r culo di Valentina, l' ex der Tafanino, che se ne tatuaggi ci si fosse fatta fa li stati dela terra ir culo di lei sarebbe sembrato un mappamondo ma comunque anche queste un mi sembran mele da buttà via. Ora proverò a vedé come le move, la signora, visto che da sta settimana Zanzina ha penzato di recenzì la serie come aveva fatto pe l' americanina a parigi. Qui un siamo a Pigalle, ma ner Montana, tra cavalli e bovari e la protagonista è meno innocente di quella strullerella di Emily, che ha strappato tanti conzenzi anche tra voi. Tuttavia sempre di topa si tratta e io ho sempre penzato che a non apprezzalla si fa peccato mortale e con un peccato così grosso all' inferno indove s'anderà di sicuro c'è il rischio che ci buttino nela borgia di quelli che gli garbano le mele dell' omini . Ntendiamoci qui un si discrimina nessuno, anzi le differenze di idee e di gusti so sempre bene accette, è solo che a me e ar Ciampino ci hanno nzegnato a caminà cola testa arta e cole mele strette e ci siamo trovati tarmente bene che ci s'è presa l' abitudine.
Oggi fritto e popone, vino bianco dell' Elba.
Spero v' abbiano dato da mangià anche a voi
Bona Domenica
Dante