Ieri sera, finarmente, siamo riesciti a organizzà na seratina di velle che mi garbano da stiantà.
Ovviamente musica! E siccome manca r Ciampi che è a fa lo stùpito a Parigi. E siccome parlà di musica senza Dino è come bestemmià ar barre senza un demogristiano fra l' avventori, abbiamo dovuto supplire cole restanti maestre disponibili fra le forze musicali della Bar Nado orchestra. Leggi: Samatta and Trombanti. Trombante maior: tromba Daria ar secolo Federica Lenzi, Trombante minor: tromba Marina ar secolo la sorella minore di vella di prima, ovvero Martina che di cognome fa eguale a quell' altra avendo ir medesimo babbo. Mi scuso per quaste digressioni che magari potrebbero annoià chi ci conosce da tanto tempo e perzino ne dettagli ma, come immaginerete, in chi porta avanti un blogghe come si fa noi, sopravvive sempre una flebile speranza che ai lettori storici, la cui fedeltà ci riempie il cuore, si aggiunti anche quarcheduno di novo che dele trombanti un sappia na sega nulla. Da qui la mi opera di volgarizzatrice dele note biografiche su personaggi e di velle sule dinamiche sociali in seno al bar Nado.
Nzieme a Samatta e ale trombanti so arivati anche Roberta e Armando Giusti, che sarebbero la mamma er babbo di Samatta e dela su sorella Camilla che da quarche anno è la fidanzatina der Mosca ovvero Edoardo Fabbri, ir mi fratello minore. Da non confondesi co Riccardo Fabbri detto ir Tafano che un'è né minore né maggiore essendo ir mi gemello paiotto (in scenza eterozigote) e ciò ovviamente, dato che che io ho la topa e lui ir ciondolo. Sta storia dell' omozigoti e dell' eterozigoti m'ha sempre ntrigata, anche da piccina tanto che in terza o in quarta elementare, nzomma vando si studia la caduta dell' impero Romano e la calata de barbari, vando elencavo le varie ettinie barbariche dopo i Vandali, che mi ricordavo bene perché la mi mamma chiamava Vandali me er Tafano ogni vorta che si rompeva quarcosa. Dopo i Vandali appunto mi venivano ammente i Goti. Da noi le gote sono le guance quindi facile aggancio nnemonicoe poi nzieme ai Visigoti, facili a tenelli ammente perché le gote stanno ner viso da una parte e dall' altra der naso, continuavo a sciorinare il mi sapere citando a memoria l' Omozigoti e l' Eterozigoti che nela mi dimostrazione storica, a richiesta della maestra piuttosto perplessa, doventava una commistione tra Vandali e Goti dato che io e ir mi fratello s'era du Vandali ma nche degli eterozigoti. Nfine pe la ben nota propietà tranzitiva dela gotanza anche l' omozigoti doveno esse n' incrocio di tal fatta. La Maestra preoccupata, ma anche un po' stupìta da tanta fantasia, ne chiese conto ala mi mamma che disse subito: " Boia dé, pefforza fa sti discorzi a stupita leilì, a forza di sta ad ascortà Dantino Diversi sta bimba mi rimbecillisce der tutto, sottintendendo che na bona dose d'imbecillità l' avevo bevuta cor su latte. La maestra che era una di velle sveglie e aveva anche deli studi di pedagogia e di ssicologia nfantile chiese se fosse possibile conosce sto Dante e fu così che Dantino si presentò a colloquio collei pe rende conto dele cazzate che mi raccontava al barre e darle modo di capire se la su nfluenza potesse esse pericolosa. La cosa un ebbe risvolti tragici come aveva presagito la mi mamma. A indovinacci fu invece r mi babbo Ampelio che quando seppe dela convocazione di Dante commentò: "boia dè chissa come avrà strabuzzato l' occhi dantino a vedé r culo dela maestra, e pare un monumento quell' accoppiata di mele lì". E difatti di li a poco prencipiai a vedé la maesta a braccetto co Dantino che gli teneva na mano su quer "monumento" guasi a voler dire a tutto il resto di Livorno: levatevi da oglioni caate sciorte, questa è roba mia. Fu così che capii fin da bimba che anche le maestre avevano la topa e che ogni tanto gli garbava addopralla.
Per fortuna Dante aveva si un certo appìalle pe restà gradevole e appetibile pe la maggior parte dele donne che lo ncontravano ma a tale dono di natura aggiungeva r' carattere nzopportabile che ben conoscete cosicchè la maestra dopo avé fatto collui tutti l' esperimenti kamasutrici che gli passavano pel capo, decise bene di mandallo in culo e sposassi cor direttore didattico. Un omo distinto, maturo e già un po' stempiatello, coll' occhiali da ntellettuale, un loden verde di qualità nzieme a na cartella di cuoio che un abbandonava mai. Certo a paragonallo a Dantino faceva caà ma dava tutt'altro senso di sicurezza e da quer poco che so sull' animali, le femmine non sempre scelgano r maschio più forte ma quello n grado di dagli maggiore sicurezza armeno secondo un faraone che si chiamava Abra Maslo e che quando kl' egiziani scopersero che era ebreo lo seppellirono ancora vivo nela piramide de bisogni che un era un cumulo di popò ma na scala gerarchica deele necessità dell' essere umano co quelle primarie ne primi gradini in masso e quella pià arta come l' autorealizzazione propio in cima ala piramide.
Dopo questa rigettata di fantasie che mi so passate pel capo, in questa domenica mattina, direi di passà ar concreto: qui appiccico uno dei pezzi musicali meglio riesciti nela serata ovvero Armandino Giusti in una sorta di tale e quale show in cui interpreta Guccini che canta l' osterie di foriporta. Siccome Armando la chitarra la sa sonà bene anche da solo, senza r Ciampi, s'accompagna da sé
Bona domenica
Zanza