domenica 28 febbraio 2021

fatevi i gatti vostri 1765 " 2 scoperte del mattino: Forrester e Alessia "

Sono in ritardo con ogni programma questa mattina, Holly voleva dormire ed ha oscurato le finestre, cos' anche io mi sono svegliato più tardi del solito. 

I gatti erano tutti e tre in attesa di spazzolatura e coccole. Poi il rito del bagno della domenica che mi concilia col mondo. Le prime notizie all' aradio, la colazione con Holly e Dani  e mi sono ritrovato a quest' ora non proprio presta.

Dani che sta scorrendo la sua posta e butta sempre un occhiata all' ultimo blog pubblicato lancia una esclamazione: " Ma chi è questa fuori di testa qua?" e mi mostra il commento che segue.


Ovviamente non immagino neppure lontanamente chi sia questa Alessia. Magari è il solito imbecille di Pisa che penza d'esse spiritoso e adesso ha deciso di travestirsi pe rende più credibili le proprie idiozie.

Non mi toccano le accuse di questa sedicente Alessia né quanto contesta su oggetti e fatti.

A Venezia le donne pilotano perfino i vaporetti di linea e non mi risulta affatto che ci sia questo antifemminismo da lei evidenziato. 

La percentuale degli uomnini che lavorano in laguna è molto più grande di quella delle donne, questo è vero ma non mi pare di aver scorto nei veneziani un atteggiamento tanto discriminatorio. Ci fu anni addietro il caso di una signora tedesca che era riuscita ad avere la licenza per condurre una gondola  solo facendo ricorso al TAR e senza poi trovare collocazione nei canali ma   si tratta di tradizioni che riguardano una piccolissima categoria, chiamiamola pure "casta" ancorata a concetti di trasmissione quasi ereditaria dell' attività . Deprecabili ma non assumibili come esempio di comportamento di una collettività.

Quanto alle cose che mostro son sempre cose in mio possesso, i quadri sono appesi in casa nostra spesso vicino ai nostri gatti che tutti ben  conoscono. E queste, non tanto perché debba spiegazioni alla signorina Alessia ma giusto per i nostri lettori sono le macchine delle quali ho mostrato la foto ieri. Qui sono con me nella cantina di casa dove faccio qualche lavoretto. C'è anche la cassapanca alla quale sto ristrutturandondo le zampe. Ecco tutte le mie notizie fake.





Quello che mi fa tanta tristezza è che una ragazza o un ragazzo che se il nome è vero potrebbe essere nata negli anni 90 (Il nome era in gran voga all' epoca, come Martina, Federica, Valentina, Ilaria) perda il suo tempo e le sue energie per vomitare il proprio livore su una persona che non conosce, che ripone in lei la fiducia che ripongo nelle generazioni più giovani della mia. Non voglio dire che potrei insegnarle qualcosa e che la mia esperienza potrebbe esserle utile, ma forse potrei semplicemente essere una persona amica che possa apportare un minimissimo conforto alla sua esistenza. Una esistenza  che davvero mi pare  sia connotata dagli attributi che proiettivamente ha usato per  descrivere una persona che neppure conosce e che odia solo perché diverso da lei per età e soprattutto per valori.

Comunque bona domenica a tutti e anche a te costì che scrivi senza nemmeno sapere di chi e di che cosa parli.

Dante

il commento a La scoperta di Forrester è da my movies

GUS VAN SANT MANTIENE FERMO, DOPO WILL HUNTING, IL PROPRIO SGUARDO SUGLI INDIVIDUI AL MARGINE E SULLE ETÀ DI PASSAGGIO.
Recensione di Giancarlo Zappoli

Jamal Wallace è uno studente del Bronx con una grande passione per la letteratura e un altrettanto grande amore per il basket. Casualmente entra in contatto con William Forrester, uno scrittore che vinse il Premio Pulitzer con l'unico libro pubblicato. Era poi scomparso e nessuno ne aveva saputo più nulla. A lui, che diviene il suo maestro, Jamal sottopone un racconto che viene giudicato positivamente. Il ragazzo ha ricevuto un'offerta di borsa di studio da una prestigiosa istituzione privata. Ma c'è un ostacolo: il docente di letteratura trova il suo testo troppo pregevole e non crede che un ragazzo del Bronx possa arrivare a tanto. Pertanto é meglio che resti al suo posto e pensi al basket. Nel frattempo anche Forrester trova un aiuto in Jamal. Riesce a uscire di nuovo dall'appartamento in cui si era autorecluso. Il ragazzo però non riesce a risollevare le sorti della propria squadra e tutto sembra risolversi negativamente quando... Gus Van Sant mantiene fermo il proprio sguardo sugli individui al margine e sulle età di passaggio. Questa volta lo fa con alle spalle un produttore/attore decisamente straordinario: Sean Connery. Il regista non solo non esaspera i toni ma sottolinea la propria continuità autoriale con un cameo affidato a Matt Damon. Will Hunting è ancora presente così come sono realmente presenti nel mondo ragazzi dotati che avrebbero ancora una voglia che il luogo comune dà per ormai estinta: quella di studiare per migliorarsi 

sabato 27 febbraio 2021

fatevi i gatti vostri 1764 " quando un si pole lavorà si sistemano l' attrezzi"

Visto che cor giallo un mi riesce d'andà avanti faccio come facevano i contadini d'una volta, nele stagioni in cui c'erà poco da fa ne campi per via dele gelate e dela pioggia si mettevano vicino ar foco e sistemavano l' attrezzi pe la stagione in cui sarebbero serviti. Così io sto sistemando una bellissima cassapanca pe Holly. Gli sto rifacendo le zampe che erano state mangiate dai tarli che l' hanno pagata cara perché so stati affumicati avvelenati e murati vivi ma che comunque m' hanno costretto a fà un lavorone di restauro cor una ricostruzione guasi di sanapianta. Siccome però questi lavori vanno fatti un pezzettino ala volta perché il legno impastato di resina deve asciugà ala perfezione poi quando sarò a bon punto vela farò vedé. Intanto, dicevo,  ne tempi morti mi so messo a ripristinare anche quarche macchina pe scrive. Nela speranza che poi mi servano pe scrive ir giallo.  Queste l' ho comprate a pochino pochino in dell' aste in Olanda e in Svizzera ma c'era un bel po'  di lavoro da fare pe portalle a no stato dignitoso. Questa maestosa Imperial tutta in ghisa, pesantissima ormai l'ho finita è davvero una competizione tra lei e le due olivetti M20 ed M40 che mostrai in passato. Il mio cuore batte per le italiane ma anche questa ha una meccanica raffinatissima ed estremamente solida.







 e anche questa bella hermes che ha qualità di scrittura notevole e precisione elevetica nella meccanica.

La Remington che vedete qui sotto l' ho resa funzionante a livello di scrittura, si trattava solo di sbloccarla ma purtroppo è piena di ruggine e ancora non so se la farò a pezzi  pe ripulilla minuziosamente o la metterò a bagno in oli speciali per cercare di dissolvere quanta più ruggine posso.

Come vedete un c'è modo di annoiassi, Nel frattempo da Firenze m' hanno rimediato un altro cavallo di Teo, un mi serviva ma mica gli potevo dì di no. Ah ci sarebban anche dell' orologi da polso anni sessanta e settanta che ho parzialmente smoltato e sto ripulendo ma di quelli vi parlo un'altra volta.

Il filme sula moglie orrenda armeno dale critiche sembra promettere bene. Lo guarderò stasera.

Bon sabato pomeriggio a tutti

Dante

Recensione da my movies

TRA DIALOGHI IMPAGABILI E CONTORSIONI CEREBRALI, IL REBOOT DELLO SHERLOCK DI CUMBERBATCH INTRATTIENE CON UN RITMO FORSENNATO E SAZIA LE ASPETTATIVE DEI FAN.
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 11 gennaio 2016

Londra, 1881. In una dimensione apparentemente parallela a quella dello Sherlock del 2014, John Watson e Sherlock Holmes si conoscono e iniziano la loro collaborazione sul caso dell'Abominevole Sposa. Per Scotland Yard è un mistero senza soluzione, contornato di paure soprannaturali; per Sherlock un delitto assai concreto e reale, frutto di un'astuta messinscena. Ma cosa c'entra tutto ciò con l'annunciato ritorno dalla morte dell'arcinemico Moriarty nel 2014?
Quando una serie è in difficoltà, ed è certamente il caso di Sherlock, giunta con qualche intoppo alla fine della sua terza stagione, una soluzione possibile è quella di negare il suo stesso assunto di base. E di lasciarsi andare alle delizie di un reboot o, meglio ancora, all'apparenza dello stesso. Steven Moffat e Mark Gatiss, i geniali scrittori di una delle più popolari serie della storia recente della BBC, concentrano i loro sforzi in 90 minuti destinati a saziare le aspettative dei fan, a intrattenere e al contempo a non dire nulla di significativo per gli sviluppi della serie stessa. Portare a casa un successo in condizioni simili è compito meno agevole del previsto, pur contando sulla presenza di Benedict Cumberbatch e Martin Freeman.
D'altronde, eliminato quel che è impossibile, resta - per quanto poco probabile - la soluzione, direbbe Sherlock. E considerato che lo Sherlock di Cumberbatch è l'anti-eroe per eccellenza, destinato a giocare con una tradizione ingombrante, adattandola alla contemporaneità e modellandola con la giusta dose di ironia, riportare tutto indietro significa automaticamente rinunciare a tutto ciò. Addio messaggi sms visualizzati sullo schermo - all'epoca un elemento di innovazione non trascurabile - benvenuto alla classicità del whodunit. Non appena il 221B di Baker Street ritorna quello cristallizzato nell'immaginario collettivo e Holmes indossa il tradizionale copricapo, riecco il personaggio di Conan Doyle in ogni sua sfumatura, alle prese con un classico caso di ghost story per creduloni da smascherare. Ma nel perfetto impianto di ricostruzione di Moffat e Gatiss - quasi una dimostrazione che i due potrebbero scrivere uno spin-off sullo Sherlock tradizionale in un amen - emerge qualche elemento di apparente anacronismo, qualche minuscola e calcolatissima crepa, che apre al più inatteso, ma narrativamente prevedibile, dei colpi di scena.
Dopo novanta minuti di ritmo forsennato, dialoghi impagabili e contorsioni cerebrali, si resta - ma lo si sapeva già da principio - a mani vuote da un punto di vista di continuity seriale. Ma lo scopo de L'abominevole sposa non era questo, era da un lato l'esercizio di smontaggio e ricomposizione di un meccanismo ben congegnato, alla stregua di un cubo di Rubik (o di un enigma di Holmes) e dall'altro una pausa di intrattenimento per giocare con i temi che da sempre accompagnano il personaggio, osservandoli da un'altra angolazione. Con un elemento di indubbia innovazione nell'esplicito accento posto sulla questione gender: mai come ne L'abominevole sposa i dialoghi tra Holmes e Watson o le comparsate di Moriarty affrontano di petto l'ambiguità insita nelle loro relazioni bromance e nella particolare misoginia di Holmes. E mai come qui il femminino, pur con i limiti del caso, ha la sua occasione di riscatto in "una guerra che [gli uomini] devono perdere".
A parte qualche doverosa concessione al cosiddetto fan service, a vantaggio di spettatori destinati a un'attesa ancora lunga prima della quarta stagione dello show, era difficile chiedere più di questo ai creatori di Sherlock. Ora l'impresa sarà abituarsi a non rivedere Cumberbatch e Freeman negli immortali panni vittoriani di Holmes e Watson: un effetto collaterale tutt'altro che sgradito e ampiamente previsto.?

venerdì 26 febbraio 2021

fatevii gatti vostri 1763 " il treno che un feci mai partì" raccontino di Dante Davini Diversi

Sarebban toccate a Zanzina ste giornate di poste, considerato anche era da dopo la Befana che era lì a grattassi la topa ma l' evento dela vendita del Barre ha imposto a lei e ar su babbo di spostare l' attenzione su incombenze più impellenti da sbrigare. Ampelio sotto sto punto di vista  è sempre stato oggetto dela mi ammirazione più sincera ar confine guasi coll' invidia.  lui era ed è è rimasto uno zuzzerellone come me e Dino ner senzo che ama lo scherzo, divertissi in compagnia e anche stare fermo a non fare un cazzo in una posa che gliela nvidierebbe un maestro zènne. Però na vorta presa na decisione sembra un  generale: s'organizza in un attimo, corre dappertutto, chiama ar telefano e rompe 'oglioni a chiunque possa esse minimamente coinvorto ne su piani e un c'è orario o stanchezza che lo fermi. Poi ha dele catalessi che durano mesi, periodi ne quali perfino Dino sembra svelto al su confronto. Io nvece na volta che mi so messo n testa na cosa la fo ma ci metto tempo, perché se è un oggetto da creà o da aggiustà me lo palleggio nele mani, lo guardo, lo riguardo, ne smonto na parte poi lo lascio magari lì du settimane, nfine lo ripiglio. Se è n idea anche peggio, di solito l' idee mi vengano coll' angoli e siccome l' angoli a manovralli dentro la mente rischiano di graffialla o di bucalla io aspetto che si stondino da se in modo che l' idea sia diventata innocua, purtroppo spesso doventa anche inutile. Nela mi vita ho fatto così con guasi ogni cosa e questo tempo che io chiamo di decantazione a volte m'è stato amico sarvando da dele nculate che avrebbero lasciato ir segno altre volte m'ha fatto buttà via dele occasioni d' oro. Pensate che c'è un fatto che a volte mi ci mordo le mani speciarmente quando conto i sordi con cui  devo arrivà alla fin der mese. Ve lo racconto anche perché di firmi da presentà la mi nipote un m'ha lasciato detto niente.




Donque  appena fenita l' università, a Firenze, mi buttai a fa tutti i concorsi che mi capitavano e inoltre domande pe andà a fa quarcosa di insegnamento o ricerca fori d' Italia. Tra le varie feci un concorso da capostazione ed ebbi r culo di arrivà terzo ex aequo cor un ingegnere di Genova. Ci toccava ir posto di sicuro, i primi anni come vice e poi, una vorta che ir titolare fosse andato a godessi la penzione, si sarebbe subentrati ner su posto e ci si sarebbe messi ir berretto rosso in capo in modo permanente. A me mi destinarono a Verdello Dalmine vicino a Bergamo. Lì vicino c'era la Dalmine Spa e tutte fabbriche di tubi, longherine di ferro, co nell' aria quer puzzo che fa la molatura del ferro e che somiglia un po' all' odore der sangue. Andai a vedello quer posto era così la foto è d'epoca  e ci vidi i lati positivi e quelli negativi, i  positivi erano i lati A er B dele ragazze, dele tope che averebbero fatto il loro figurone anche in mezzo ala meglio scerta di Livorno. I lati negativi erano tutti quell' altri.  Finacché un mi venne annoia di infilà ir muso in mezzo a que davanzali che un eran mai sotto la quarta e di tené r mi amico Gigi ar cardo di que sacchi a pelo che pareva ciavessero ir termosse  Zingonia 





e altri paesetti del circondario  parvero ir paese dela cuccagna. Poi prencipiai a penzà ar lavoro:La stazioncina era piccina e pareva desolata  c'era però  da sta attenti a un miliardo di cose perché se di treni passeggeri ne passavano il giusto numero, di quelli merci era un andirivieni continuo e "se si sbaglia qualcosa con quelli so tonnellate e tonnellate d'acciaio che possono  travolgere, auto, persone e addirittura buttar giù dele case".

 Cosi mi diceva Giuseppe il Capostazione in pectore aggiungendo il terrore allo sconforto che gravava ir mi animo dal momento che mi mettevo a sedé davanti a que quadri comandi fino a quello in cui sortivo e tornavo nela pensioncina dove co sordi der mi babbo avevo affittato na camera per du settimane. Prima dell' assunzione era difatti prevista sta prova sul campo e Bebbe che m'aveva in simpatia, anche perché sebbene avesse la su bell' età era morto di topa come ero io all' epoca, scrisse un rapporto in cui elogiava: ir mi senzo di disciplina, l' ottima memoria e l' attitudine alla risoluzione de problemi.

Potevo incassare il premio di quella lotteria che m'era toccata in sorte e oggi avrei na pensioncetta di oltre 3000 euri. Ma appena tornato a casa trovai una lettera del Ministero che mi comunicava l' assegnazione  d'un posto per sei mesi come lettore d' Italiano a Caracas. Io avevo chiesto di andà a Berkley o Stenforde o all' UCLA magari anche come urtino de borzisti ma indove si facesse letteratura americana contemporanea e nvece mi mandavano a lègge Dante Alighieri in Italiano n suddamerica. Al contrario di Benigni io Dante l' avevo sempre avuto a noia e nell' aereo che mi portava a Caracas mi toccò ripassallo sur Bignami come uno studentello dei prim'anni dele superiori. Ma questa è n'altra storia. Come avrete capito rinunciai ale Ferrovie delo Stato e mi buttai a capofitto  ner campo educativo che, armeno dale premesse accademiche, doveva essere il più consono ale mi vocazioni. tutto il resto dela mi vita serve a smentire questa ardita e poco fondata ipotesi che in quel momento orientò la mi scelta davanti al bivio che mi si s'era parato davanti.

Gianandrea, l' ingegnere di Genova, che era arrivato ala pari con me, era stato mandato ar confine coll' allora Jugoslavia e ci messe meno di me a decide di levassi da coglioni non solo da lì ma anche da Genova e a trasferissi in Nova Zelanda a fare ricerche geomarine. Ci s'era scambiati l' indirizzi e in una cartolina mi scrisse "è la nemesi caro il mio Dante, che colpisce i furbi come noi  ma son contento per come è andata sia per me che per te.

Voleva intendere che in quarche modo la dea dela vendetta ci faceva scontare pur appalesandocela come esercizio dela nostra volontà, una marachella che s'era compiuta inzieme ar concorso.

Ed ecco l' antefatto che come tutti i cattivi romanzieri metto ora e non all' inizio.

Io speravo in una prova di matematica generica e un m'ero preparato per niente. Nonostante li studi letterari fatti ar classico a matematica avevo  comunque nove come voto e difatti,  varche anno dopo, in America, tanto pe esse coerente co me stesso, mi laureai  anche in matematica e le lettere un l' ho più toccate nemmeno pe scrive sti du righi che so sgrammaticati da fa schifo. Forte di quelle reminiscenze une studiai punto e mi ritrovai  a leggere che la prova verteva su un  test che era tutto a base di fisica su velocità attriti e cazzi simili. Direte voi ma che t'aspettavi? Pe un Capostazione era ovvio no? Gianandrea era fortissimo in quer campo ma presuntuoso come me perché in tema di presunzione Liguri e Toscani ingaggiano da sempre una lotta tra giganti, un s'era preparato per niente su una prova che consisteva in un Tema inerente gli aspetti motivazionali della professione alla quale concorrevamo. "Adesso che cazzo scrivo che i treni son belli e fanno ciuf ciuf?" Mi disse sconsolato! Io ero nela merda come lui per quell' altra prova e allora siccome du persone di bono gnegnero messe nzieme fano guasi na persona nteligente o quantomeno furba ci si chiese quasi all' unisono perché passarci i compiti. La cosa era allettante io a Firenze avevo venduto porta a porta, Saponi e sciampi, Folletto, Electrolux e Assicurazioni Generali poi fin dal prima giovinezza avevo convinto a sortì con me le tope più riottose di Livorno e più tardi anche di Firenze quando studiavo lì. Quindi sulla motivazione (a dì la verità si trattava più di persuasione ma le du cose so parenti) ci potevo scrive dei trattati sia pur debitamente aggiustati per essere coerenti colla richiesta della commissione d'esame. Lui la fisica la biascicava cor ciuingamme. S'era guasi a posto! Ma si  sapeva che i banchi sarebban stati lontani e l' ispettori guardinghi e allora mi venne in mente di Cecco. Ve lo ricordate il saltimbanco del circo che m' era stato mentore da bimbetto e che m'aveva detto "quando non vedo soluzione mi metto ritto sule mani cor capo ngiù e le gambe per aria e guardo tutto da n'altra prospettiva".

E vidi la soluzione: 

"Ascolta -ni dissi a Gianandrea- e se si facessero io due temi e te du compiti di fisica? c'era solo da penza come passasseli.

"Bella dai" disse lui e poi da bon ingenere si messe ad analizzà complicazioni e soluzioni. Tutto poggiava sula speranza che i compiti si portassero noi al banco dela commissione e che non li ritirassero loro, Ma in guasi tutti i concorsi fatti finallora andava così. Dato che il foglio di bella era timbrato ma si potevano chiedere dei fogli pella brutta stabilimmo che avremmo fatto solo la bella tenendo il foglio di brutta semipiegato tanto per avere qualcosa in mano quando si andava lì, poi ci accordammo su un gesto convenzionale, tipo attacco di tosse, che indicasse a chi non scriveva che chi faceva il compito per tutti e due aveva finito. A quel punto il piano prevedeva che ci si alzasse guasi nzieme in un momento che l' ispettore girava tra i banchi e dandogli le spalle si arrivasse alla cattedra sfiorandosi. Chi aveva fatto i compiti firmandoli coi nostri due nomi li avrebbe messi sul pacco dei compiti finiti e l' altro, come se avesse già depositato il su compito, avrebbe poggiato la brutta bianca come se non gli fosse servita sula pila dei fogli da brutta.

Ovviamente chi di noi due faceva il compito avrebbe curato di usare grafia diversa mentre per la firma ci allenammo la sera prima ad imitare vicendevolmente le nostre.

Ci voleva un po' di faccia a culo e una buona dose di fortuna ed espressi i miei timori ma Gianandrea mi incoraggiò: "Dai Dante che in questo caso faccia da culo e fortuna sono la stessa cosa. Ma lo sai che ho visto delle signore praticare del sesso orale sotto una tavola con venti convitati senza che nessuno se ne accorgesse? Probabilmente l' aveva visto in quarche firme porno ma l' idea mi confortò o quanto meno mi fece ride.

Lui ebbe il compito più lieve perché eran tutti numeri, io dovetti scrivere delle paginate sui motivi che inducevan due coglionazzi come noi a proporsi per la nobil posizione lavorativa in oggetto.

Alla prova coi numeri c'erano un ispettore grassoccio, pelato, abbastanza untuoso ne modi e una signora dalle stanche, abbondanti, grazie che  parevano destare la sordida concupiscenza del cane da guardia. Aspettammo che lui fosse pienamente concentrato su pensieri pòrnici (il lemma non esiste ma mi piace e in caso ne rivendico la creazione) e depositammo il frutto del male. Al tema c'erano due funzionari maschi e purtroppo non erano di quell' altra sponda, quindi inutile sperare che si ripetesse la solfa del corteggiamento cui avevamo assistito il giorno prima. Fumavano però e si davano il cambio uscendo dalla porta sebbene all' epoca non ci fossero divieti sul fumo. Così aspettai che uno prendesse il pacchetto e l' altro si alzasse per girare tra i banchi. Andette bene e, come abbiam visto andò benone anche il resultato.

Nemesi, rammentata dal mi socio di malaffare, lassù dall' Olimpo e o da quarche artro cucuzzolo indo c' hanno la residenza l' iddii, ci avvistò e ci segnò a dito dicendo fra sé e sé:

"Poveri pezzi di merda vedrete voi costaggiù quanto stenterà a a raggiungevvi il frutto di ciò che avete perpetrato".

Difatti dopo un par d'anni la compagna  neo zelandese di origine Maori, colla quale  Gianandrea viveva more uxorio avendoci fatto anche un bimbo nzieme, prencipiò a sortì di cervello e a dì che c'era una maledizione  che incombeva su di lei  e che glielo aveva confermato lo stregone dicendole: Quando donna Maori tromba con bianco malasorte si mette al suo  fianco". Così  ir mi amico, ricordandosi che i Genovesi son gente giramondo, si levò dale palle non foss'altro per sfatare l' eventualità che il portatore di sfiga fosse lui. Del bimbo, a suo dire, gli dispiacque ma, siccome era una mente razionale, pensò che, appena cresciuto, un pò si sarebbe fatti tatuaggi tribali  perfino ner viso e in un attimo ni s' anticipò la visione der bimbo, a Genova, in classe coi su compagni che, a presa di  culo denunciavano ai professori: Lui s'è scritto i suggerimenti anche nel viso, così non vale mica  prof!.

Comunque Gian sta bene, s'è sposato anche lui  passati i sessanta e in una mail che ci siamo scambiata ha commentato, ironico,  che quando si rincoglionisce  si doventa più teneri e s' ha bisogno di sentì una compagna accanto di notte. Anche perché, sempre  a dir suo, ner caso  Signora cola falce, senza martello, dovesse transità ne pressi vedendo un letto occupato si rivolgerà verso un altro indove c'è un posto libero. Si vede che durante la permanenza in Nova Zelanda anche lui deve avé fumato quarcosa di parecchio forte  nzieme alo stregone di cui s'è detto sopra.

Bona Giornata

Dante

giovedì 25 febbraio 2021

fatevi i gatti vostri 1762 " fòri il sole e in casa la neve"

Scrissi, parecchio tempo fa, mi pare fosse ir Gennaio dell' anno scorso, un post su Teo che dipingeva cavalli. Post nel quale ricordavo la figura di un singolare pittore che, negli anni settanta, abitava in via dell' Agnolo, a Firenze, a pochi metri da casa mia. I quadri, che presi davvero a buon prezzo, sono rimasti a farmi compagnia e ogni tanto mi fanno tornare indietro con la mente a quei miei stupendi vent'anni nei quali raccontavo di studiare, mi mantenevo facendo mille mestieri, tra i quali il corniciaio e dormivo in quei brevi intervalli di tempo che restavano fra lavoro, libri e  la parecchia ginnastica a due che a quell' età è un bisogno pressoché quotidiano o armeno lo era a mi tempi, ora un lo so se s' usi ancora.

L' altro giorno m' è arrivata una mail pubblicitaria di uno di quei siti che si occupano di vendite d' usato. Mi presentava un quadrettino con tre cavallini di Teo a un prezzo stracciatissimo. Ormai a forza di cavalli di Teo i miei spazi di lavoro sembravano le scuderie di Porta Romana ma il quadretto era davvero ben fatto e così ho fatto ricorso al maialino di coccio nel quale butto gli spiccioli che mi restano in tasca alla sera. Sentendomi importante guasi come Draghi ho contato le monetine e mi son deciso per l' investimento che non avrebbe certo sollevato le mie sorti economiche ma probabilmente giovato al mio senso estetico e al mio morale.

Tornando però al post ricordo che, insieme ai cavalli di Teo e a qualche villaggio di tre o quattro case, esisteva un suo soggetto da me amato e più raro  da trovare tanto che Firenze Art ne proponeva uno a ben 650 euri. Si trattava di un paesaggio innevato e mi rammento  che in calce al post ne avevamo parlato anche con Murasaki che mi scriveva di non averne mai visti prima sebbene ricordasse perfettamente che Firenze fosse invasa all' epoca dai cavalli di Teo e dai Marinaretti di Antonio Bueno. 

I 650 euri erano un riconoscimento doveroso e comunque ancora modesto per un pittore bistrattato dalla vita e adesso dalle quotazioni ma purtroppo irraggiungibile per me e da quella volta non ci avevo pensato più.

Proprio mentre contavo le monetine per i cavallini  Dani lancia un gridolino: "Zio zio vieni a vedere la neve". 

"Boia" ho penzato "è andata fori di cervello", difatti dopo varie giorbate d'un freddo cane almeno a Venezia pareva proprio fosse arrivata la primavera.

"O indove?" gli gridato in risposta " A Cortina?"

"Ma no il quadro bello colla neve del pittore di Firenze". Sono abdato al pc, che era in un altra stanza e l' ho visto, stupendo, almeno per me e anche a buon prezzo per il formato era un 75 x 85 ma comunque fori dalla portata della mi manciata di spiccioli così le ho detto," Bello ma un lo posso pigliare mi contenterò di vesti cavallini".

Non ci ho più penzato fino a ieri quando finalmente il corriere della sda mi porta il quadretto coi cavalli.




Firmo e mentre sta per andare via mi fa in un italiano corretto al rumme :  altro  ho dovuto lasiare perché ciera sòno di vetri rotti e non volevo culpa. 

Sembrava volesse imitare con successo il Gatto Balena.

"Quale altro?" chiedo "aspettavo solo questo".

"Non so ci erano dui uno picolo e uno grandi che facieva didididin dididin didin come sòna vitro roto".

"Ma come faccio per vedere cosa era?"

"Devi indare in persona da Sda e firmi che lo voi anche se roto".

La Sda ha il suo hub in terraferma e così è stato un po' laborioso raggiungerla ma alla fine sono arrivato e ho ritirato il pacco che in effetti era indirizzato a me.

"Devono avere sbagliato qualcosa" pensavo ma rimandare un quadro al mittente con tanti vetri rotti significava condannarlo alla lesione quasi certa  della tela e sarebbe stato un sacrilegio.

L' ho aperto subito e per poco non mi viene un colpo. C'era un grande paesaggio innevato di Teo proprio quello che mi aveva mostrato Dani e i vetri spezzati lo avevano lasciato indenne.




Ho telefonato al mittente che, per fortuna, aveva aggiunto il numero al suo indirizzo e molto cortesemente, dopo essersi dispiaciuti per il vetro rotto, mi hanno informato che il quadro era stato commissionato da certe Daniela e Danielle che come sapete sono i nomi battesimali di Dani e Holly 

A casa ho saputo che le due complici  avevano sacrificato i loro salvadanai per farmi quel bellissimo regalo. E' un quadro nato bene perché ha superato subito l' agguato del vetro rotto. Mi farà buona compagnia. Adesso mi manca un marinaretto di Antonio Bueno e una pozione magica che mi levi 50 anni e ritornerò nel 73.

Invece lascio voi in compagnia della presentazione di Rugantino film che vidi tanti anni fa e che presenta un Celentano dal romanesco appreso per corrispondenza ma più credibile  a livello di personaggio che in tanti altri film che lo videro protagonista in quegli anni. 

Buona giornata da Dante

da My Movies

Rugantino desidera ardentemente Rosina, sposata a Gnecco, e ne ottiene l'amore solo quando costui è condannato all'esilio per l'assassinio di un improvviso corteggiatore della moglie. Venuto a sapere dell'accaduto, Gnecco ritorna di nascosto a Roma, ma è ucciso da un cospiratore prima di poter porre riparo al tradimento. Rugantino, incolpato del delitto, sceglie di morire pur di non deludere la stima di Rosina.

mercoledì 24 febbraio 2021

fatevi i gatti vostri 1761 " La Cina s'avvicina" seconda puntata

Tornati al barre il mi babbo ha chiuso la busta in una cassaforte che gli costruì Dante tanti anni fa e che è praticamente inviolabile.  Si tratta di un tubo di areazione o esalatore che si usa in tutti gli esercizi commerciali e anche nelle case per dare sicurezza per via del metano ecc.

Ovviamente infilare un pacco di soldi in un tubo o dietro un condotto dell' aria condizionata non cosa da furbi, un ladro ci mette la mano tasta e lo trova oppure cor un cercametalli rintraccia la presenza di metalli e poi si mette a scavare ma immaginatevi ora che in un muro largo una cinquantina di cm passi un tubo di 10 cm di diametro, intanto la mano e il braccio di un adulto non ci passano e se anche ci passasse quella di un bimbo non potrebbe fare movimenti di polso. Il tubo è in ferro robustissimo ma a circa 30 dalla sua bocca ha una sezione mobile nella sua parte inferiore tale sezione si incastra perfettamente nell' area laterale del tubo ed è impossibile sentirla coi polpastrelli delle dita ne ci sono modi per sollevarla. Ovviamente copre un pozzetto sempre costituito da un tubo perpendicolare all' altro che ospita il tesoro.
E come farnno i nostri eroi ad aprirlo? semplice si introduce nel tubo orizzontale un cucchiaio di legno da cucina alla cui pala è stata fissata una potentissima calamita che attira la porzione di tubo di ferro permettendo di estrarla.
adesso c'è da togliere il tesoro dal foro perpendicolare ma nessun problema il tesoro è ben chiuso in un sacchetto legato alla bocca e sul legaccio sta una piastra di metallo che può essere attratto da un magnete  si lega la clamita a uno spago e lo si spinge fin nel buco il magnete attira la piastra di ferro e si può tirare su il sacchetto. Ecco lo schema che il mi babbo ancora conserva in fondo al sacchetto tanto se uno lo trova lì vole dì che ha scoperto il nascondiglio.


E' un nascondiglio perfetto che potete costruire anche voi con poco, lo riveliamo perché tanto ormai non ci serve più e perché Dante può crearne all' occorrenza di ancora più criptici e subdoli. I soldi sono stati stesi sul tavolino, contati e ricontati controllati col falsimetro. Tutto Ok.  Il mi babbo ha ripianato il buco in banca pari a guasi 20000 euri.  Varcosina l'  ha messo sul conto corrente suo,  su quello dela mi mamma, sur mio e quelli de mi fratelli un pard di mila euri a chiorba, na diecina di migliaia d'euri in tutto e siamo arrivati a trenta. Poi ha telefanato a rappresentanti e fornitori di passare in giornata o ar più presto per i vari saldi. Sono rimasti stupiti e, comunque, tutti, anco quelli che sbraitavano, sono ridoventati amiconi. Però r mi babbo s' è limitato a digni  ad uno ad uno: "in cambio non ti chiedo altro che di lasciammi una bottiglia gratisse o un sacchetto di caffé se il tipo vendeva  questo articolo. "Ma te ne lascio 100 Ampelio! Mascherzi? Un ho mai avuto dubbi su te, ci si conosce da 40anni, dai sono momnenti che capitano".  Rispondevan loro ringazzulliti da questa inaspettata comunicazione. 
"No no ne voglio solo una in regalo". 
Nessuno ha rifiutato. 
Del resto cos'è una bottiglia in confronto a 4 o cinquecento euro di insolvenza?
Il mi babbo ha fatto una promessa davanti a noi: "In questo barre ci sarà una bottiglia di tutto e non mancheranno caffé e altre cose di vendita ordinaria  ma quando na cosa sta per finire si va ala Metro o al Cash en Cherry che sono qui vicino e se ne piglia un altra e basta. Ci guadagnerò qualcosa meno ma io un mi metto più nele mani di nessuno e tra un mese voglio dà via il barre senza mezzo debito"
Poi ha seguitato:
"dividerò i centocinquantamila tra voi tre ragazzi e io e Nara si piglierà la pensioncina da commercianti e seicento euri per uno dagli affitti e se il Bar Nado doventerà bar Nao  pace, un si pole morì pe un barre dopo na vita a fa ponci e sciacquà bicchieri.
Poi ha chiamato i vari altri debitori e ha cominciato a regolare i conti compresi anche quelli di fornitori istituzionali come enelle, spazzatura e acqua che quelli un c'è stato bisogno di chiamalli è bastato preparà i bollettini cola relativa cifra pe portalla stamattina ala posta. Sula carta i cinquantamila so feniti così.
Devo esse sincera, su na cosa che ho scritta ner poste precedente: ir cinesino m' aveva preso parecchio iermattina ma quando so andata a letto un c'ho pensato per niente anzi ho pensato solo a come aveva lisci i bracci er viso e mi so guardata le mi zampe da orsa che oramai negano il rapporto coll'  estetista da prima di Natale e mi c'è scappato  da ride....parecchio
Bona giornata a tutti
Zanza

Pella nostra cineteca der micio il filme oggi in presentazione è "Schegge di follia" che ci chiese tempo fa Lucia di Milano

E' un film particolare, per nulla banale che conosco bene e che secondo me merita una recensione più approfondita di quelle, carine ma lapidarie, del Morandini e di My movies ai quali ci rifacciamo di solito.
Qui c'è da leggere e, ovviamente nel nome di Esserino sarà opportuno anche provare a guardare. la fonte è 
http://blog.zingarate.com/dizionariodelturismocine/la-maledizione-di-schegge-di-follia/ 
dal quale mutuo integralmente quanto segue:

La maledizione di SCHEGGE DI FOLLIA

Segnaliamo questo bellissimo e interessante articolo realizzato, per la rivista Film Tv, del gruppo Mondadori, dal celebre giornalista Davide “Dave” Lingua riguardo SCHEGGE DI FOLLIA…:

 

Aneddoti e curiosità by Dizionario del Turismo Cinematografico: La Maledizione di SCHEGGE DI FOLLIA
LocandinaSchegge di follia (1988): Locandina

 

 

“È il Caos che ha ucciso i dinosauri!”

 

 

SCHEGGE DI FOLLIA (titolo originale HEATHERS) è uno di quei film che fa parte della lista “famosi sconosciuti”. Qualcuno lo ha mai sentito nominare, per molti altri è un celebre cult movie. Girato nel 1988, in Usa esce, in sala, nel 1989. In Italia arriva, la prima volta, nel 1990, col divieto ai minori di 14 anni, ed è un flop. Nell’autunno del 1990 vince il Festival “Cinema Giovani” di Torino (l’attuale Torino Film Festival) e torna in sala nel 1991. Stavolta i distributori, nel pubblicizzarlo, puntano sul Premio al Festival e sulla partecipazione, come protagonista comprimaria, di Shannen Doherty, all’epoca celebre nel ruolo di Brenda nel telefilm BEVERLY HILLS 90210. Nella nuova programmazione il film gode di incassi discreti.

 

 

 

Nel secondo Almanacco della Paura di Dylan Dog SCHEGGE DI FOLLIA è segnalato come “miglior film dell’anno” (al secondo posto c’è il Premio Oscar IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI). Nel 1991 esce in videocassetta, in Italia, per l’etichetta Videogram, con indicata la durata della versione uncut del regista di 140 minuti, non effettivamente corrispondenti però all’edizione italiana (102 minuti).

 

 

 

 

Nel 1994 viene trasmesso in prima visione tv italiana, e in prima serata, su Italia 1 Mediaset nel ciclo “Italia1Prima”. Due giorni dopo, a Milano, un ragazzo muore impiccato e qualcuno dice che voleva provare ad emulare una scena del film (dove la protagonista inscena una finta impiccagione facendosi nulla). Nel 1995 la Number One Video lo ristampa in vhs, in una copia uguale alla precedente Videogram.

 

 

Il film non viene più trasmesso dalle principali reti per molti anni (intorno al 2000 viene trasmesso, con qualche taglio che porta il film ad una durata di 95 minuti, dalla rete regionale piemontese Rete7 Piemonte in un ciclo che proponeva, tagliati, vari film, censurati, scomparsi dalle tv, come CANNIBAL HOLOCAUST, trasmesso un venerdì di fine millennio, in prima serata). Nel corso degli anni vari fatti (la morte del ragazzo milanese, quella di tumore al cervello di Kim Walker, interprete tra le coprotagoniste, che nel film riceve la battuta “Ti venisse un tumore al cervello!”, un altro comprimario, che nel film moriva per arma da fuoco, si spara, i vari guai giudiziari dell’attore protagonista Christian Slater, le carriere fallite di altri attori che hanno partecipato al film, il tumore diagnosticato a Shannen Doherty, etc…) fanno nascere, nell’ambiente cinematografico, la cattiva fama di “film maledetto”, ma, intanto, diventa un cult movie, celebre soprattutto per la battuta (pronunciata spesso anche da chi non conosce il film), apocalittica e filosofica, “È il Caos che ha ucciso i dinosauri!”, pronunciata dal protagonista JD.

 

Winona Ryder, Christian SlaterSchegge di follia (1988): Winona Ryder, Christian Slater

 

Qualcuno dice che questa “fama portasfiga” è legata all’ancor più famosa “Maledizione di James Dean”, infatti il protagonista Jason Dean, detto JD, interpretato da Christian Slater, imita il look di James Dean e guida una moto come quella del celebre attore.

 

 

Nel maggio 2009 il film esce in dvd in Italia (etichetta Mondo Home Video, distribuito in poche copie, pesantemente mutilato, nonostante riporti la durata dell’uscita in sala e, quasi subito, messo fuori catalogo. Tra l’altro con un curioso “Film per tutti, visto censura non reperibile”, che fa supporre che la versione sia quella che, nel corso degli anni ’90 sia circolata con i vari tagli e l’edizione integrale sia scomparsa!) e viene riproposto in seguito in tv, dopo tanti anni, ma sulle reti Rai, che ne avevano comprato i diritti da Mediaset, per la precisione su Rai1 ma alle 2.20 di notte. Nello stesso anno la regista Karyn Kusama, riguardo l’horror comedy JENNIFER’S BODY, uscita nelle sale italiane il 6 novembre 2009, dice di essersi ispirata a SCHEGGE DI FOLLIA.

 

 

Da allora il film non è stato più riprogrammato in televisione, in Italia, e stampato in edizioni home video. Nel 2017 la Paramount Channel ha prodotto la serie televisiva HEATHERS, basata sul film SCHEGGE DI FOLLIA (HEATHERS), dove Shannen Doherty interpreta la madre di una delle protagoniste. La serie doveva essere trasmessa a partire dal marzo 2018, per celebrare il 30mo Anniversario del Film. Nello stesso periodo l’anniversario è celebrato da una versione musical teatrale. La sparatoria di massa, avvenuta pochi giorni prima, alla Marjory Stoneman Douglas High School ha fatto rinviare la messa in onda televisiva al mese di luglio. Tuttavia, il 1º giugno, la società madre della rete, Viacom, ha abbandonato il progetto HEATHERS a causa della continua preoccupazione per il suo contenuto. Mentre la serie non fu trasmessa in anteprima fu comunque venduta e trasmessa a livello internazionale. Il 4 ottobre 2018 è stato annunciato che la serie sarebbe stata presentata in anteprima il 25 ottobre 2018 su Paramount Network nel corso di cinque notti. La serie è stata modificata per la messa in onda sulla rete, determinando numerosi tagli nonché la riduzione del numero di episodi da 10 a 9, con gli ultimi due episodi finali combinati in uno. In seguito alla messa in onda l’opinione pubblica si è scagliata sul serial accusandolo di istigazione alla violenza, razzismo, omofobia, etc… A tutt’oggi i dirigenti Paramount di molte nazioni, tra cui l’Italia, si rifiutano di mandarla in onda. Il numero 387, del dicembre 2018, della celebre serie a fumetti “Dylan Dog” cita la famosissima frase di SCHEGGE DI FOLLIA (“È il caos che ha ucciso i dinosauri!”).

 

 

 

L’albo è il primo di una miniserie dedicata ad una serie di disastri (anche ecologici, climatici e pandemia da virus) collegati al prossimo schianto di una meteora con il pianeta Terra. A questa miniserie è seguito un nuovo ciclo di albi “Dylan Dog 666″, mentre, nella realtà, la Terra viene colpita dal nuovo coronavirus Covid 19.

Intanto, il 4 febbraio del 2020, l’attrice Shannen Doherty, purtroppo, ha annunciato il ritorno del tumore al seno.

 

 

Winona Ryder, Christian SlaterSchegge di follia (1988): Winona Ryder, Christian Slater

Shannen Doherty, Winona Ryder, Kim WalkerSchegge di follia (1988): Shannen Doherty, Winona Ryder, Kim Walker

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martedì 23 febbraio 2021

Fatevi i gatti vostri 1760 "un gentremenne coll' occhi a mandola"

Eccomi tocca ammé, a dire l vero mi sarebbe toccato fin da ieri pigliare in mano il blogghe dato che Dani s'è letteralmente sfatta nell' ultimi du mesi: Ha un' energia leilì come tre omini messi nzieme, lavora scrive cerca i filmi li guarda, cura i gatti forse frequenta un po' pochino l' omini come la scrivente del resto ed è un discreto risparmio di tempo e di  incazzature e delusioni ma secondo Samatta un fa per niente bene all' infracoscia e nemmeno al testa.

Voglio anche ricordà una cosa che ieri un ho potuto scrive e Dani forse un ha voluto. 


Ir 22 Febbraio di 2 anni fa Esserino è doventato Gattangelo e da lassù ci segue, veglia su noi e gestisce la mediateca. Un'è poco.

Ieri dunque ero mpegnata cor mi babbo pel compremesso dela vendita del barre e visto che vi s'è rotto le palle cole traversie legate ale nostre vicende mi par giusto che ne conosciate anche l' esiti concrusivi. 

Intanto L' appuntamento aveva una anomalia perché non era da un notaio o da un commercialista o in una agenzia ma ar Civili in via der Vigna. Il Civili unè il barre più elegante o scicche dela mi città ma è  il più Livornese che c'è a Livorno lì è nata la famosa ricetta der ponce   ed ha festeggiato proprio il 19 febbraio scorzo    130 anni dala fondazione.






Il dottor Zhanghe ci aveva rintracciati tramite il commercialista che ci aiuta un po' quando siamo ne casini. E' un vecchio compagno del medie der mi babbo e, se un gli si rompe troppo i coglioni, ci dà sempre dele  bone dritte in cambio d'una cacciuccata, un po' di vino bono e di un abbonamento  ar ponce che der resto un viene ad esige guasi mai. In quest'urtimi tempi tutte le su astuzie parevano far acqua di fronte a na situazione nera che più nera non si pole nemmeno a druscialla sula groppa dela Meloni. Ala fine ar mi babbo n aveva detto: "Ampelio se t'ostini a tené codesto barre luilì  ti risucchia que du sordi che hai messo via in una vita e rischi di perdeci anche i muri che son tua perché sai come è no? Si parte con pochi debiti ma poi a forza di insorvenze e di interessi si fenisce n un baratro". Memore di come anche il nostro povero amico  Parmigiamino si sia dovuto disfare dela sua azienda per non incappare in tale vortice succhia tutto, anche io ho detto ar mi babbo: "decidiamoci è inutile incaponissi". A breve distanza di tempo Ennio, ir commercialista, aveva richiamato ir mi babbo dicendogli che l' aveva contattato un manager cinese che voleva comprà e che non aveva battuto ciglio quando n' aveva sparato cinquecentomila euri. Trecento de muri e dugento dell' attività. "I muri un li vendo" aveva replicato ir mi babbo, "so dela mi moglie e de mi figlioli. Piuttosto ci rifaccio l' appartamento di Nado com'era na vorta".

Il giorno dopo Ennio aveva richiamato: "Gli sta bene l' avviamento  50'000 di anticipo al compromesso e il resto al subentro effettivo. C'è un particolare, un vole di mezzo commercialisti o agenzie quindi vole parlà con te e la tu figliola".

"O ndove?"

"Dar Civili ir 22 ale 10 la mattina".

Non Voglio dì che r Civili sia paragonabile ar mitico caffè Floriàn di Piazza San Marco a Venezia ma per Livorno è n' istituzione tale e quale. Chissà, forse sarà l’atmosfera retrò (vera) del locale, dove gli anni passati si sono accumulati gli uni sugli altri con semplicità senza voglie di stravolgimenti, sarà l’essenza  lasciata dalle persone che goliardicamente lo hanno frequentato in passato (di qui son passati  Giovanni Fattori, Amedeo Modigliani, Silvestro Lega, Renato Natali),  sarà che la gestione è arrivata alla quarta generazione, sarà che qui  si ritrovano persone di ogni ceto sociale senza distinzioni, insomma ar Civili ci si senta a Livorno e ci si sta bene dev'esse per questo che Ennio che qui è cliente fisso lo deve avé conzigliato ar cinese come luogo d'incontro connoi

Così ci siamo presentati e ci hanno che Zhang era quello ar tavolino in fondo ala saletta

Siamo andati lì e so prencipiate le sorpese. Intanto Zhang era si cinese e si vedeva ma bello così bello che io so rimasta a bocca aperta come na scema e in più  alto ben e vestito.Ci ha dato il su biglietto da Visita nel quale si leggeva Dr Zhang Steve real estate management and consultancy. Abbiamo ordinato ponce per tutti e tre. Quando ci siamo tirati giù la mascherina per bé ir ponce per poco un mi so pisciata addosso, la foto un gliel'ho fatta ma immaginatevi ir viso der cinese di sopra messo sur vestito di quello di sotto.  Mica la faccia piatta e ir naso moscio che siamo abituati a vedé, aveva un ber viso, un ber mento e un naso dritto che era n' amore.



Eppoi era educatissimo e senza l' erre moscia dei cinesi o meglio un lievissimo rotacismo che gli stava bene da matti.

Tanto pe attaccà la conversazzione ho preso lo spunto dar su biglietto da visita. Un po' d' ingrese lo so e mi puzzava di intermediario il che mi chiariva il perché non volesse commercialisti o agenzie fra le palle molto cortesemente gli ho chiesto se fosse l' intermediario di qualcuno guardandolo dritto nele palle degli occhi.  Ho visto subito che la cosa lo ha fatto un po' arrossire, non so se pel mi sguardo maliardo o pe la domanda ma sinceramente ho sperato pela prima dele due, perché era così bello che l' avrei mangiato a morzi, mai giuro avrei penzato che un cinese m'arrapasse così. S' è ripreso alla svelta però e mi ha detto: "rappresento una SA (società anonima) con sede a Lugano che compera attività commerciali o immobili ho pieni poteri e delega e sono il legale agente della SA. "

Un cinese in Svizzera che fa incetta di immobili e ed esercizi commerciali in Italia, per di più elegantissimo quasi a livello di mnodello da sfilata e parla perfettamente italiano.

"Il suo italiano è perfetto" ho osservato.

"Mi sono laureato alla Bocconi e mia madre è nativa di Sorengo, vicino a Lugano, conservo qualche inflessione ticinese, che non amo ma che non riesco a togliere completamente. Mio Padre è  di Hong Kong e porto il suo cognome, sono cattolico come mia madre e battezzato Stefano perché nato il giorno dopo Natale".

Samatta gli avrebbe chiesto anche r numero di pisello ma io non arrivo ala su sfacciataggine anche se le cose che dice e fa lei corrispondano spesso a quello che io penso e mi tengo per me.

"Steve è l' americanizzazione di Stefano vero?" Ho chiesto tanto per dammi importanza.

"Si quando ho fatto il dottorato ad Harvard, negli Stati Uniti, mi chiamavano tutti Steve"

Mi sono concessa una sfacciataggine. "Quanti anni ha Dr Zhanghe?"

Io gliene davo 25 così a occhio e croce per la pelle levigatissima senza un accenno di barba e nemmeno una rughina di espressione.

"31 compiuti da poco".  Due più di me niente male.

Ir mi babbo che si doveva eese rotto i coglioni di vedemmi fa la gatta n amore ha interloquito a modo suo:

"Vi dispiace se si parla di soldi? Tanto i o poi rivado al barre e voi poteté seguità a chiacchierà fino a che vi pare"  Giuro che l' avrei ammazzato ma si doveva esse ngelosito a vedemmi fa la scema.

"Certo"  Ha detto Steve/ Stefano ed ha proseguito:

"Sul bar mi sono documentato in precedenza, mi spiace osservarlo ma la situazione è pessima, il valore del momento non supera 70000 euro. Ha aperto una borsa di pelle che doveva costà mille euri e ha tirato fuori na busta gonfiotta  soggiungendo: "qui ci sono cinquantamila euro,  i cento cinquanta per perfezionare l' accordo posso consegnarveli nella forma che preferite e  nella data che preferite purché mi diate un preavviso di almeno 8 ore".

"Ma chi cazzo è questo che in 8 ore rimedia centocinquantamila euri cash?" ho pensato e siccome non capivo come potessero entrare 50000 euri in una normale busta da lettere sia pur gonfiotta ho preso la busta ed ho guardato dentro (pentendomi poi subito per la marocchinata) c'era una mazzetta di 100 banconote da 500 euro cadauna.

"Non hai paura?" Ho chiesto quasi per giustificare quella mia cafoneria e passando al tu che mi sembrava diminuisse le distanze.

"Fuori dal bar ho una piccola scorta a scanso di imprevisti".

Ampelio s'è sentito in dovere di chiedere se il bar sarebbe passato in mano di cinesi.

"Questo non posso saperlo, lo decideranno i soci della SA in base al numero di quote azionarie che possiedono. Comunque voi potete continuare a lavorare nel bar per sei mesi oltre il saldo. E' chiaro che debiti e spese fatte finoggi e in quei sei mesi sono a totale carico vostro come tutte le utenze e le varie tasse locali regionali e statali. Vorremmo comperare anche le mura del suo locale ma dato che non sono in vendita bisognerà che lei mi firmi un impegno di prelazione in caso di vendita e che sottoscriva anche   il contratto di affitto dei locali che ospitano il bar per la cifra che stabiliremo insieme. Consideri che su questa non posso essere generoso come sull' avviamento diciamo che posso offrirle 1000 euro mensili."

Ci siamo guardati cor mi babbo, in tempi d'oro quei locali con veranda avrebbero retto anche dumila euri ma ora que mille euri aggiunti a du pensioncine potevano mettere i miei al riparo da qualsiasi rischio.

"Che ne dici bimba?" mi ha chiesto Ampelio.

"Se si potesse fare millecinque... "ho azzardato rivolgendomi al giovane manager

E' parso riflettere un attimo poi da buon negoziatore ha risposto:

"1200 è il massimo cui posso arrivare".

Non ce la siamo sentiti di chiedere un centesimo di più anche in considerazione che ci stava dando 200000 euri per una valore di avviamento pel quale si potevano chiedere 70 ma col rischio concreto di non trovare interessati.

Steve ha tirato fuori un foglio già preparato nel quale si leggevano tutte le voci relative al contratto ed ha aggiunto la cifra dell' affitto poi ci ha chiesto di leggere aggiungendo:

"Per correttezza ho inviato copia al dr. Ennio vostro commercialista che ha trovato tutto corretto e non antitetico con le vigenti leggi italiane".

"Insomma Lei dottor Zhang mi darebbe ora questi 50000 euro senza chiedermi altro ?" Ha chiesto ancora dubbioso ir mi babbo

"Le chiedo la firma del compromesso". 

"Ma 50 bigliettoni mi sembran tanti per un compromesso...."

Capisco le sue titubanze ma io devo ed ha calcato l' accento sul devo avere questo bar e non voglio ed ha calcato il voglio che lei possa venir meno a un ipotetico compromesso da 5000 o 10000 euro in caso  le si presentasse un altro potenziale acquirente.

Il mi babbo ha borbottato: "Allora va bene io ora pago tutti i debiti e guardo di tenere in vita il barre. Dal mese prossimo se a lei va bene le dò le chiavi. "

"Le ho dato tempo  sei mesi dopo il contratto ma quando lei vuole mi darà le chiavi."

"No sarebbe un patimento prolungare troppo  la permanenza li dentro -ha osservato il mi babbo- un mese, ar massimo due mi bastano poi ha preso la penna che Zhang gli porgeva, ha firmato l' ha passata a me pella mi firma e ha ritirato la busta.

"Permettetemi di farvi accompagnare da due dei miei uomini" ha detto il compratore ed ha chiamato il suo autista chiedendogli di portarci al Bar. 

Poi ci ha salutato con estrema cortesia ed è andato via su un' altra auto lasciando ir mi babbo a pensare  a tutti que sordi nela busta e me  a sognare come doveva avé liscia la pelle sotto quella camicia bianca.

Bona Giornata

Il filme un pole che esse orientale

il commento è da my muvisse

Locandina Ran

Nel Giappone feudale del 1500 si combatte la lotta fratricida tra Taro e Jiro, figli del potentissimo Hidetora, infiammati da odio smisurato. La loro sete di vendetta porterà morte e distruzione per tutto il paese. Grandiosa, spettacolare, violenta rappresentazione della follia umana e delle crudeltà del fato, a metà strada fra tragedia greca e dramma shakespeariano, il film si muove tra maestose scene campali (premio Oscar per i costumi) sorrette da un'impeccabile fotografia, alternate a sequenze che si ricollegano direttamente al teatro tradizionale nipponico.