sabato 23 settembre 2023

fatevi i gatti vostri n. 2018 " La fine dei tormenti "

Mai titolo fu più discutibile di questo odierno. Perché i tormenti non finiscono mai e tanto meno i "tormentoni". Il nostro progetto partiva però dagli anni sessanta per arrivare ad oggi e quindi cerco di dare degna conclusione a questa  fatica rievocativa. Del resto da sempre l'estate è caratterizzata da veri e propri tormentoni, ovvero brani che chiunque adora, canta e balla. Generalmente appartenenti alla sfera pop, i tormentoni risultano ben noti anche a chi non pare apprezzarli. La loro natura è infatti universale. È tale la loro diffusione da non poter scappare. Non c’è luogo che possa tenere al sicuro da quel motivetto accattivante

Ecco dunque I migliori tormentoni estivi dal 2010 al 2023



2010 Shakira Waka waka

Nel 2010 tutti cantavano (a modo proprio) “Waka Waka” di Shakira. Si tratta di una delle sue hit più famose, selezionata per rappresentare i Mondiali di calcio in Sudafrica.




2011 tre ex aequo

In alcuni anni è difficile individuare un solo vero tormentone. È il caso del 2011, che d'istinto porterebbe a incoronare “Danza Kuduro” di Don Omar e Lucenzo. A contendere la vetta vi sono però brani come il remix di Bob Sinclair, “A far l’amore”, che ha riportato Raffaella Carrà in cima alle classifiche. Che ne direste infine di  “Ai Se EU Te Pego”, di Michel Telò. Li mettiemo tutti alla pari




2012 Flo Rida Whistle

Nel 2012 tutti fischiettavano “Whistle” di Flo Rida. Si tratta però di un anno che ha visto nascere un vero e proprio fenomeno globale, PSY, che ha portato in ogni angolo del mondo la sua “Gangnam Style”, che ha raccolto negli anni circa 3 miliardi di visualizzazioni.



2013 Daft Punk Get Lucky

Nel 2013 si registra il ritorno dei Daft Punk, che fanno un salto nel passato fino agli anni Ottanta. Coinvolto anche Pharrell Williams nella loro “Get Lucky”, tra le più suonate tutto l’anno, non solo in estate. 



2014  Enrique Iglesias  Bailando

Nel 2014 Enrique Iglesias fa il proprio esordio tra i maestri dei tormentoni estivi. È lui a meritare lo scettro con “Bailando”. Soltanto la prima di una lunga serie di hit estive che fanno di lui un must della stagione. 



2015 Alvaro Soler El mismo sol

Ancora Spagna in vetta nel 2015, ma stavolta non c’entra Enrique Iglesias. La sua “El Perdon” è apprezzatissimo ma è impossibile non indicare come vero tormentone estivo dell’anno “El Mismo Sol” di Alvaro Soler.



2016 ex aequo Iglesias Soler

La coppia tiene duro anche nel 2016. Il clima spagnolo, pacifico e sereno, nel quale certe canzoni scaraventato gli ascoltatori porta nuovamente a premiare Enrique Iglesias e Alvaro Soler. Stavolta le hit sono rispettivamente “Duele El Corazon” e “Sofia”, a pari merito.



2017 Luis Fonsi e Daddy Yankee   Despacito

Il 2017 è innegabilmente l’anno di “Despacito”, di Luis Fonsi e Daddy Yankee. Una di quelle canzoni che sembrava non avrebbe mai lasciato le nostre radio.



2018  J-Ax e Fedez Italiana

Nel 2018 eravamo tentati ancora da un ex aequo soprattutto in virtù del fatto che  i maggiori tormentoni in Italia sono stati nostrani. Ecco un trittico difficile da dimenticare. Si parte con “Italiana” di J-Ax e Fedez, proseguendo con “Da Zero a Cento” di Baby K e concludendo con “Amore e Capoeira” di Giusy Ferreri, Sean Kingston e Takagi e Ketra. Alla fine abbiamo dato la preferenza a Italiana.



2019  Shawn Mendes Camila Cabello Senorita

La coppia Shawn Mendes e Camila Cabello ha conquistato il mondo nel 2019, con la loro “Senorita” che ha risuonato in ogni dove.



2020 Elodie Guaranà

Tempi duri per il  tormentone dell’estate 2020 si era in piena pandemia e solo  a settembre si tirarono le somme ma intanto, guardando ai titoli italiani, è impossibile non citare “Guaranà” di Elodie e “Karaoke” dei Boomdabash affiancati ancora da Alessandra Amoroso.



2021 Fedez Orietta Berti Achille Lauro  Mille

Non tutte le classifiche sono concordi e spesso Mille e Malibu si alternano sul gradino più alto del podio tra le varie abbiamo scelto questa classifica della quale riportiamo i primi 5

Mille – Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti: 335 pt.

Malibu – Sangiovanni: 326 pt.

Mi fai impazzire – Blanco e Sfera Ebbasta: 298 pt.

Marea – Madame: 246 pt.

Un bacio all’improvviso – Rocco Hunt e Ana Mena: 239 pt. 



2022 Carl Brave e Noemi  Hula-Hoop, 

Ci sembrano meno sfruttate reggaeton, musica latina e canzoni in spagnolo. Si tendono a recuperare gli anni Sessanta  la disco anni Settanta. Mettiamo sul gradino più alto Hula Hop che  è una canzone deliziosamente rétro, un po’ anni Sessanta, un po’ “cantautorap”, cioè puro Carl Brave. A parere di Zio Dante sembra abbiano riscoperto il Molleggiato e Caudia Mori



2023  Achille Lauro e Rose Villain. Fragole

Lo sapete che io e Zanza siamo viziatelle e avevamo ceduto a quella fragole panna e champagne che era piaciuta anche a Dino ad onta dei caustici giudizi espressi in precedenza su Achille Lauro. Poi per metterci in dubbio tutti si son messi a fare qualcosa al top, specie Mengoni ed Elodie quindi mettiamo la nostra lista dando anche per coerenza la nostra scelta al binomio fragole e bollicine francesi e non ce ne voglia Zaia ma il prosecco lo beviamo tutti i giorni.

Fragole – Achille Lauro e Rose Villain. ...

Pazza musica – Elodie e Marco Mengoni. ...

Italodisco – The Kolors. ...

Mon amour – Annalisa. ...

Occhiali da sole – Diodato. ...

Considera – Colapesce Dimartino. ...

Un briciolo di allegria – Mina e Blanco.

Buona settimana a tutti e grazie per la pazienza e la fedeltà con cui ci seguite

Dani

addenda:

Come promesso Samatta e le Trombanti si sono prodotte in uno sforzo che reputo davvero encomiabile visto il risultato, vere professioniste! Ho inserito il pezzo nel baule online che mio fratello Bobby condivide con Balena, Buon Ascolto. Dani





domenica 17 settembre 2023

fatevi i gatti vostri n. 2017 "un giorno dopo l' altro"

E così anche Zanza è ritornata al bar Nado a Livorno. Dani ha ripreso il suo lavoro barca con la zia ed io le mie peregrinazioni  all' ormeggio della mia barca e al mio vecchio camper che costituisce una sorta di luogo di rifugio e meditazione.

Il periodo in cui le due ragazze sono state insieme Venezia ha rappresentato per me e per Holly una discreta parentesi dalle tensioni tensioni quotidiane determinate da finanze familiari, economia  nazionale, politica e cazzi vari. Ho aiutato Holly in barca e quando c'è da movere mani e gambe alla svelta e da badare a non farsi male le quistioni dela Meloni passano in secondo ordine. Colle ragazze s0è chiacchierato la sera, le poche volte che stavano a casa. Le due ragazze conservano nei miei confronti un affetto è una stima che le porta spesso ad eleggermi come voce oracolo per qualche loro dubbio. Tuttavia questo aspetto che in passato era una mia attività pressoché quotidiana va scemando in ragione di tempo di pertinenza delle mie risposte. Cerco di spiegarmi meglio: intorno ai 15 vent'anni di Dani io riuscivo ancora ad avere una visione abbastanza chiara del mondo e mi permettevo di trasmetterle giudizi consigli e strategie di vita. Non è più così. Se qualcosa conoscevo del mondo, della gente e del suo modo di vivere tutto questo ha subito i colpi di una pesante obsolescenza sono cambiati i principali valori di riferimento. I miei consigli servirebbero più a creare una asociale o una disadattata piuttosto che  una persona integrata nella vita di questi tempi. Così dal ciarliero che ero, sono diventato taciturno e anche solitario. La mattina presto dopo che Holly e Dani sono andate al lavoro prendo il mio vecchio Ciao, raggiungo Piazzale Roma spingendolo. Poi di lì  mi avvio verso la zona Malcontenta dove, come sapete, tengo parcheggiato il mio vecchio camper e  la mia barca, ormeggiata in un canale poco lontano. La distanza da Venezia non è grandissima ma c'è comunque da attraversare tutto il Ponte della Libertà per raggiungere Marghera e poi nantra diecina di chilometri. Credo che, in totale, dalla porta di casa al camper ce ne siano una ventina. Negli ultimi tempi sono uscito in barca solo una voltam accompagnando Holly Dani e Zanza per una piccola gita con pranzo sulla spiaggetta della barena delle Giare.

Per il resto ho impiegato il tempo fare piccole migliorie alla barca e al posto di ormeggio che consiste in una Riva fluviale piuttosto malmessa e piena di erbacce. Col tempo uno dei due pali si è marcito ed è crollato. Così non potendo al momento comperarne uno nuovo per le consuete ovvie ragioni e non volendo tagliare un alberello per farlo da me,  l'ho sostituito con un tubo in ferro montato in due tempi. 


In più da tempo provavo una certa difficoltà nello scendere dalla strada fino alla barca. La riva è scoscesa ed ha una pendenza obliqua per circa 3 metri. Un tempo la scendevo e la risalivo con alcuni saltelli ma un fastidioso risentimento a un legamento esterno del ginocchio mi impedisce, al momento, questa prova di agilità. Allora ho costruito una scaletta rudimentale scavandola nella terra e mettendo alcuni assi fissate per dritto e sorrette da paletti per il contenimento della terra  che avevo spianata a mo' di gradini.
Poi le ho tinte di verde e coperto i gradini con della paglia per non turbare troppo l'habitat naturale. 


Qui mi fanno visita le anatre e anche un Cigno enorme,
 


da un paio di giorni viene a razzolare tra le ninfee. Sono i miei amici con loro non ho bisogno di fare discorsi e soprattutto di ascoltarne. Così si va avanti, un giorno dopo l'altro. come cantava Tenco e come vi metto qui in calce, anzi oggi pe scappà dall'autoreferenzialismi, tipici del bar Nado, ve la faccio sentì cantata da un livornese co' fiocchi: Bobo Rondelli


Buona Domenica
Dante

domenica 10 settembre 2023

fatevi i gatti vostri n.2016 "Il sole del nordeste"

Sono ancora  quassù. Complici la mi mamma, Dani e appunto il sole del nordeste. La mi mamma sentendomi finalmente serena e gioiosa mi ha detto " O Zanzina resta costassú finché ti pare. Ci sto io al barre co tu fratelli e anche r tu babbo. Luilì, e lo sai anche te, un è bono a sta senza fa na sega nulla. Così  se io devo sta a fa la massaia, che un l'ho mai fatta e luili a rompimi le palle girando a voto per casa, è meglio si stia al barre come s' è fatto per na vita".

Un sarebbe propio così. Io il loro ritiro dal lavoro lo immaginavo ricco di viaggi in posti che un hanno mai visto. Di crocere su lussuosi tranzatrantici ollinclusivve e così via. 

Un escludo che lo faccino prima o poi ma per ora nisba. 

La seconda motivazione a sta qui a Venezia di più der programmato  me l' ha regalata Dani. Noi due siamo legatissime da quando s'era ragazzotte d' una quattordicina d'anni e Dante la portò al nostro barre, a Livorno, nzieme co Bobby, r su fratello maggiore. Da allora il nostro sodalizio di amiche, confidenti e compagne d avventure ha resistito conzolidandosi e rinnovandosi ad ogni occasione. Dante che in questo periodo è in eccellente forma fisica l' ha sostituita nella equipaggio della barca della zia Holly. Così lei è stata libra di venire al mare commé e lui ha cercato di mitigare coll' ergo terapia i recenti dolori che si è trovato a dover fronteggiare.

Infine il Sole . Chi l' avrebbe mai detto? Un settembre recorde! Co temperature agostinee e un venticello di grecale, che qui è nomato bora e che spira tutti i giorni con velocità  che spaziano dai 12 ai 24 km orari, è come avere il condizionatore sula spiaggia. Il Lido di Venezia  ha spiaggioni enormi e dala strada ala battigia ci son sempre distanze dai dugento ai quattrocento metri. I bagni, che qui chiamano stabilimenti, forse in omaggio ala vocazione industriale del Veneto, cessano la loro estensione a una settantina di metri da riva. Bona parte deli stabilimenti hanno nome Venezia Spiagge e credo ci sia dietro qualche partecipata comunale, molto efficenti i servizi, comodità ampie anche se non si pole parlà di ambienti di lusso diciamo che sono per un popolo che pole spende na quarantina d'euri al giorno per tené r bellico ar sole. Pur rientrando parecchia parte di quella settantina di metri nella loro concessione demaniale. La direzione  rinuncia (per modo di dì) a quello spazio in favore delle persone che affittano na cabina, qui detta capanna, presso lo stabilimento  e la usano, oltre che per passare dale mutande al costume, anche per ricoverare un ombrellone e una sdraia personale

Ne resulta che davanti a ogni bagno pare di vedere una spiaggia libera che tuttavia libera non è perché se uno dei numerosi guardaspiaggia di colore assoldato per l' occasione ti viene a chiedere il tu numero di cabina glielo devi dare oppure rimuovere la tu installazione da spiaggia

Qualche volta ci siamo messe lì usufruendo dell' abbonamento della nonna di Dani  o a quella più prestigiosa del  De Bain. 




Un hotel sciccosissimo presso il quale la mamma sempre di Dani  ha una mega capanna in cui, volendo, ci si pol far portare il mangiare dal ristorante o portasselo da casa purché sia ncartato nela confezione di una di velle gastronomie che quando c'entri un sai se voi du etti di salame o se sei entrata a piglià un braccialetto da Bulgari. Del resto l' essere scicche ha r su prezzo. Dani non ama troppo fermassi li. Teme di incontracci le amiche del su mamma che son manierose anche troppo e invadenti idemme.  Così a volte si va ala spiaggia libera che ha un simpatico baretto propio sul mare o meglio ancora si cavalcano le nostre bici fino ai Murazzi  dove i massi a difesa de flutti mi fan sentire guasi suli scogli di Livorno. In più ci sono delle simpaticissime capanne costruite da volenterosi che, se le trovi libere ti permettano di avere ombra e mangiare in una condizione confortevole senza rena ner pane e sole sur capo. 

Le bici le ha allestite Dante e ha fatto du capolavori. A gurdalle fanno rigettà anche  r piu abboccato de ladri ma a pedalacci pare di volà.  L' aspetto rigettevole  è stato studiato apposta  perché un si poteva fà come lui che si porta la graziella piegata in borsa sul vaporetto. E neppure ci andava di mètte ogni giorno du bici normali sul traghetto andata e ritorno. Così Holly e  Dante c'è le hanno portate in barca al Lido e si tengano legate qui. Ci sono de parcheggi dedicati e badate la quantità che ce n'è.

La mattina si piglia il vaporetto diretto e dopo 30 menuti  di navigazione siamo pronte a inforcalle.  Siamo nere come du carboncini e coll' abbronzatura si vedano meno i segni dela cellulite mpietosa arivata come bonusse nzieme ai trent'anni. Sta fotto me l' ha fatta Dani e devo dì che è la più bella che ho avuto in vita mia 
Questa invece è lei che è na strafica da paura ma la foto è banale, l' ho fatta io nfatti



Non abbiamo cercato compagnia maschile e nessuno c'è l ha offerta. Meglio cosi  per lo più  son rotture di coglioni

Baci a tutti

Zanza & Dani



domenica 3 settembre 2023

fatevi i gatti vostri n. 2015 "O te e lo mangi il breccino?" In ricordo di Upi

Lo scorzo fine settimana siamo stati chiusi per lutto. Ora è il momento di dà la via a ricordi.

Ci sono molti tipi di amicizia che non escludono contrasti e talvolta anche qualche scazzottata dopo la quale, se le fondamenta erano robuste, ci si stringe la mano e si rinnova il sodalizio. 

Ci sono amicizie fraterne, come quella con Dino, nelle quali ci può stare il battibecco, la presa per il culo et similia ma comunque rette da qualcosa di archetipico bevuto col latte materno e pertanto saldissime.

C'è poi nela mia ormai discreta esperienza di vita il rapporto con un amico col quale non ho mai avuto modo di sperimentare qualcosa di simile a quanto descritto finora. Un'amicizia nela quale non c'è mai stata mezza parola di troppo, nella quale ti intendevi ad occhiata o anche con solo mezza parola. Mai uno screzio, mai un dissapore. Capitava di non vedessi per mesi e mesi ma quando ci si incontrava scattava vicendevole il sorriso, testimone del piacere di ritrovassi e in bona salute. Allora riattaccava il gioco dei ricordi, la rievocazione delle avventure giovanili, la risata al rammentare situazioni buffe condivise.




C'era poi, fra noi, un codice comunicativo che traeva spunto da vicende aneddotiche  afferenti ala nostra comune memoria. Ne ricorderò una tra le tante. Raccontava, il mio amico, di un certo Tapino, proprietario di un cane. A lui  si presentò un conoscente con una cartata di cibo in mano. Si trattava di ossa di bestia e chiese al Tapino: "O Tapino, e li mangia l' ossi il tu cane?" E il Tapino di rimando: "O te la mangi la breccia?" Per chi non sapesse cosa sia la breccia chiarisco che consiste in grosse spezzature di sasso con le quali si solevano ricoprire le strade sterrate. Colto alla sprovvista e un po' mortificato il tizio, con tono gnegnoso di scusa, riprese: "Diobono Tapino, e volevo dì l'ossicini" ma il Tapino, impietoso e cinicamente logico ribadì cor una domanda tagliente ar pari d' una coltellata: "O te e lo mangi il breccino?" Trattasi si breccia dalla spezzatura più piccola con la quale si coprono vialetti un po' più curati. Per noi tale vicenda, ormai ascesa al grado di aneddotica, era rappresentativa della situazione in cui  uno ti fa domande o proposte idiote e nel persistere in tale posizione. Tale però era il grado di intesa tra me e il mio amico che quando ci trovavamo insieme al cospetto di qualcheduno che faceva un discorso stùpito (stupido) lui mi chiedeva: "O quanto ce n'è di breccino?" e io rispondevo al volo "Oh mammina" che nel nostro vernacola sta per (mamma mia non puoi immaginare quanto ce ne sia). Nessuno capiva e noi si rideva, complici.  Adesso anche lui ha passato il ponte e spero sia insieme a Esserino a Ito e a chi dei nostri amici s'è avviato prematuramente. A me resta la consapevolezza di aver avuto il privilegio di aver fruito di un rapporto di amicizia unico e d'essere restato cor un vòto (vuoto) dentro  che non credo ci sia modo di  riempillo.

Dante

Queste foto si scattarono nel '72  e te le ho portate a far vedere in giugno, l' ultima volta che t'ho visto.

Ora che ti sei lasciato ale spalle questo mondo di merda l'occhi e li poi anche aprì.