Saluto con entusiasmo e commozione il rientro del nostro caporedattore. Mi compiaccio, poi, con lui per l' eccellente scelta fatta quanto a tematiche dei film che intende proporre nei post a sua firma. Ci alterneremo dunque tra i soliti 4: Bobby Dani Dante e la scrivente. Cercheremo di coprire l' impegno e incassare la gioia che ogni mese ci porta la redazione delle 4 uscite previste. L' ordine di avvicendamento non sarà fisso. Così potranno esserci periodi in cui, per necessità di qualcheduno di noi, un altro si sobbarcherà un maggior carico. Poco male, ci siamo abituati. Il ritorno di Bobby al blog, infine, offre a noi sepolti nella piatta realtà di Livorno, un modo per confrontarci con un mondo universitario così lontano e con un amico. Un amico appunto che ho incontrato per la prima volta ben 19 anni fa. Io avevo 11 anni come sua sorella Dani e fu Dante che ci introdusse alla sua nuova famiglia veneziana. Non usò tanti salamelecchi. Si limitò a poche parole: Ho trovato una nuova compagna e anche i suoi due nipoti che praticamente vivano con noi. Ve li porto presto e voi fatene di conto perché sono due ragazzi speciali. Con Dani ci sentiamo praticamente ogni giorno dal primo momento della nostra conoscenza diretta. Con Bobby meno ma è sempre una gioia sentirlo e anche solo leggerlo.
Non spenderò inchiostro in repliche alla sua elegante spiegazione per la latitanza dal blog. Ne ha elencato due fondamentali ragioni: la prima argomentata appunto nel numero passato. La seconda in attesa di essere pubblicata nel prossimo post a sua firma.
In merito alla prima Bobby ha perfettamente ragione e, almeno per parte mia, porgo le più sincere scuse. Peraltro mentre Dani e Bobby eran soliti sbeffeggiarsi fin dall' adolescenza io non posso rimproverare a Bobby la benché minima caduta di stile nei miei confronti.
Mi permetto solo una piccola nota su una parte del suo correttissimo argomento. Ma più per amor di lettere che di polemica: Circa due anni fa parafrasai la celebre orazione in morte di Cesare per salutare il rientro del Ciampi al bar Nado. Stavolta Bobby non ha usato parafrasi, ma si è rifatto rifacendosi nella sostanza, all' illustre antecedente Shakespeariano. Più volte ha dichiarato che io e la su sorella siam libere di far i tegami quanto e con chi ci pare: Non vi dirò dunque che che le due fanciulle in questi modernissimi ed emancipatissimi anni 20 del ventunesimo secolo non sian più che libere di fare i tegami, lo fanno, lo faccian quanto vogliano e fanno bene a far così e non sarebbe uomo d' onorequicumque intendesse in qualsivoglia maniera limitare tale libertà.
Insomma non ha propio scritto così ma sona così. Così facendo ha ribadito un nostro diritto e nel frattempo ha reso edotta sui nostri costumi (da tegame ndr) una discreta quantità di persone. Non ho niente da obiettare salvo il fatto che leggendo mi son detta: "Magari!" Me ne farei un vanto!" Ma sono addirittura arrossita quando alcune nostre lettrici hanno preso me e sua sorella a modello di una emancipazione femminile decisa e libertaria. Purtroppo è molto più glamour la lettura del diario intimo di una suora di clausura di quella del mio.
Inserito nel testo ho riportato un bell' audio della famosa orazione che potete ascoltare nella bella declamazione di Vittorio Gassman.
Bona Domenica a tutti
Zanza