L'uomo sedeva sul water tenendosi il ventre, ormai aveva perso il conto delle scariche che lo stavano devastando. ma ancora il giallo non arrivava. "Vedrà che dopo un pò farà solo acqua giallastra e allora saremo a buon punto anche se dovrà prendere ancora due bustine al mattino". Più che un giallo gli pareva un thriller nel quale si trovava suo malgrado ad essere protagonista. Poi al mattino seguente dopo una notte insonne, prese le altre due bustine di una pozione degna del frate alchimista di Giulietta e Romeo, finalmente era arrivato il color bianco, cosi' bianco anzi così trasparente che ad avere un po' di stomaco forte la si sarebbe potuta bere. Il delirio, indotto dal digiuno. lo aveva anche condotto alla visione di una scritta San Pellegrino a contrasto col candore della ceramica del cesso.. Ma oramai era tempo di andare all' ospedale. Lo aspettavano, conoscevano nome e cognome e gli avevano persino assegnato un numero. Non c'era più tempo e modo di scappare lo avevano gia messo su un lettino e un medico gli aveva infilato un ago in vena. Gli parve che il sonno venisse a salvarlo da quella tortura e dormì mentre da lontano gli arrivavano voci. Qui non c'è niente, nemmeno qui, adesso risaliamo e giriamo a sinistra, niente......Poi le voci si attenuarono e non sentì più nulla.
Per favvi capire meglio il mistero che, per chi è già passato da queste torture, sarà digià bell' e strachiaro, ecco un antefatto. Giovedì conoscendo la sorte che gli sarebbe toccata il giorno dopo, aveva scritto due righe per gli amici, non si sa mai come vanno a finire ste cose. Ecco quanto aveva scritto: Hanno lasciato a me oneri e onori del post odierno e allora proviamoci .
Miea Purpa Miea Maxima Purpa
Mi pare che il gatto Balena quando era ne su cenci e mangiava come un tribunale, non che ora non mangi ma si contiene per mantenere una certa agilità altrimenti le due streghe gli farebbero scontare la pesante differenza d'età, mi pare, dicevo, che di fronte a un barattolo di tonno sorciato recitasse na sorta di atto di contrizione gnaulando "miea purpa mia purpa miea mazzima purpa". In realtà mai si seppe se si riferisse al polposo e succulento boccone che pregustava o se recitasse un classico "mea culpa" riconoscendo e addossandosi il peccato di golosità prima ancora di darcene esaustiva dimostrazione. Io il "mea culpa" lo recito ogni volta che mi si rammenta il giallo e giustamente me lo rammentano con estremo garbo e delicatezza sia i nostri proff. Murasaki e Martinelli sia altri amanti del genere che ci avevano fatto la bocca ma per il momento son rimasti a bocca asciutta.
La mi nipote scrive che l' ho finito ma non si rende conto di quanto lontana dalla realtà sia questa asserzione.
In un certo senso è vero, il giallo lo avevo finito addirittura prima di incominciarlo a scrivere,avevo infatti ben chiara nella mia testa quella doveva essere la sua struttura basica o "fabula" per dirla con quei critici dell' arte del raccontare come Scholes and Kellog The Nature of Narrative che conservo ancora gelosamente nela su travagliatissima copia dell' edizione americana
e anche traduzione italiana edita dar Mulino
o Borneuf et Ouellet L' Univers du Roman.
Questo lo pigliai in francese perché n' italiano non lo trovavo e lo conservo con piacere perché tra le pagine mi sembra di senticci il profumo di vella topa da paura, che aveva la mamma francese, e che lo studiò con me aiutandomi nela traduzione. Be tempi! N capitolo di libro e na mezz'ora a letto nzieme. Li lessi, donque, anzi li studiai a fondo, tanti anni fa e l'ho tenuti a mente per osservarne e per tradirne le regole come sempre ho fatto quando qualcosa mi va a genio oppure stretta. La fabula come probabilmente saprete è la storia nel suo svolgimento essenziale:
C' un principe trasformato in rospo da un malefico ncantesimo, na principessa lo bacia e magia dele magie il rospo doventa principe si sposano, fanno na nidiata di bimbi e vivan tutti felici e contenti. FINE
Questa di qui sopra sarebbe la famosa fabula ma fenirebbe in du menuti e un saprebbe d' una sega! Allora ecco che si fanno comparire tutti i rami trasversali o complicazioni.
Presempio: perche mai la principessa deve bacià un rospo? Qui l' inventiva dell' aspirante scrittore sarta fori e si dilunga nelo spiegacci perché r tegame dela su cugina, dela principessa, che s' è ripassata mezzo principato (e qui si possan mette due o tre storie piccanti dela su cugina) gli ha assicurato a leilì che a bacià un rospo gli verrà la sesta misura di poppe esattamente come quelle che sfoggia lei , poppe di tal possanza che irretiscan tutti l' omini dintorno.
E qui Lucien de Rubembpré dalle illusioni perdute o Dante Davini Diversi dalle illusioni mantenute riapran l' uscio dell' inventiva: "La principessa unnè maiala come la su cugina ma la notte a letto da sola si fenisce dala passione e tra l' altro ha fenito anche la scorta dele banane che un arriveranno più fino st'altro mese essendo stata catturata da pirati la nave che le porta dall' Affrica". E qui si pole anche raccontà la storia dela nave o indulgere sule banane trasformando vella che era n inocente favoletta in una pornofavola. Comunque l' inquieta fanciulla "che ogni tanto si trastulla piano piano colla mano o talvolta in guisa insana impugnando la banana" va in cerca d' un rospo, lo vede lo piglia n mano (il rospo) e lo bacia. Subito gli compare davanti un principe bellissimo e ovviamente tutto gnudo. perché il rospo dacché mondo è mondo un porta altri vestiti che la su pellaccia butterata. Lei lo guarda dritto nell' occhi bellissimi e azzurrissimi, poi lo guarda più n giù, lo promove e zacchete mossa dala Dia Luxuria si scorda der tutto dele banane e gli sarta addosso.
Oppure se si vole gastigà un po' la cosa rendendo compricato ciò che è ovvio prima si fanno sposà sposa e poi lei gli sarta addosso o viceversa o fanno un po' a turno. Da que giochi nnocenti alleilì gli cresce na buzza come n cocomero e così nell' arco dell' anni fanno un sacco di figlioli , uno gli pole anche venì co de problemi ma poi coll' aiuto di Téleton e dell' euri mandati co messaggini, guarisce e doventa bellissimo anche lui e nzomma vivan tutti felici e contenti soprattutto perché quando interviene la noia coniugale lei tromba colo stalliere e lui cola governante. E se la noia resiste lei prova co du stallieri nzieme e lui co du governanti. Nzomma se uno è bravo a compricà le storie, possan anche sortì de be romanzi.
Ora io in primisse unné che avessi solo la fabula n capo ma immaginavo digià anche parecchie compricazioni. Prencipiai a scrive e mi veniva anche benino ner senzo che le mi uniche lettrici critiche che sono Holly e Dani avevan rispettivamente detto: "Se non hai altro di più utile da fare....." Holly alzando le spalle
"Bello zio mi perdo un po" nele descrizioni ma tanto poi te le limerai tutte opportunamente". Dani con velenosa malizia
Una perzona saggia avrebbe smesso subito ma il mi carattere lo conoscete e ho seguitato con lena. Certo volevo che il giallo fosse ambientato ai nostri giorni, addirittura contemporaneo ar momento dela scrittura. Poi m'interessava che le strade di Venezia fossero davvero come quelle esistenti a Venezia, quelle di Firenze coi numeri rossi e neri ale case come sono in realtà a Firenze e poi siccome ci volevo mette anche na trasferta americana sula Pacific Coast m' arrovellavo a ricercà tutte le ricevute dei motel di quando c'ero stato io e avevo fatto da San Francisco ar confine co Tijuana cor un Harley Davidson pigliata a noleggio. Per citare, come ho già detto, cose concrete. Ora tutto questo contraddice al diritto d' inventio che si concede come presupposto a chi scrive ma ve l' ho detto, dele regole io le amo co tutto me stesso e di solito sono quelle che mi do da solo, dell' altre nvece no, un dico che le aborrisco ma me ne frego bellamente così anche di taluni diritti dei quali mi avvalgo e d'altri no. Comunque sti scoglietti l' avevo superati e sudavo cercando rendere il passo del racconto piuttosto ben bilanciato. Ora dovete sapé che il passo o velocità dela storia vien dato dalla sapiente amministrazione di dialoghi e di parti narrate: i dialoghi danno immediatezza ma son lenti da morì, la narrazione è svelta ma un pole sta da sola sennò il passo doventa na corsa.
St' operazione è difficilotta ma co sta roba mi c'ero rotto i coglioni ntorno a mi vent'anni, a Firenze studiando la narrativa americana e un gocciolino di teoria e di mestiere riescivo ancora ad addopralli. M' ha demolito nvece la pandemia: dovevo fa move dela gente e s'era tutti chiusi in casa, le vittime invece di morì assassinate mi morivan di pormonite e dopo n'anno di pandemia eccone n'antro e oramai il giallo languiva. Poi lo ripiglio in mano e scoppia la guerra. Nzomma ho da fare tanti di quell' adattamenti che solo pe fanne la nota ho scritto ottanta pagine d'appunti,
Poi ho preso il covidde e ce n'è un'altra in arrivo:domani devo andà all' ospedale a fammi infilà un tubo su pel culo pe dà un occhiata a polpi. Che vi devo dì? Se son rose fioriranno e se son cachi cacheranno e noi saremo nella merda. La mi paura è di infilammi in uno di que gineprai in cui doventi l ammalato e la tu atunomia, cola quale sei guasi arrivato ai settanta, va a fassi frigge. Mi rammentavo di quel mirabile racconto dell' immenso Dino Buzzati indove un tal Giuseppe Corte entrava in ospedale pe na cazzatella e lo mettevano ar settimo piano der nosocomio, quello de malati leggerissimi. Poi pe na serie di vicissitudini, legate tarvorta a suoi peggioramenti. talaltra a circostanze der tutto ndipendenti dala su patologia, come il fatto che dovevano imbiancare il reparto o che il primario andava in ferie, prencipiavano a calallo di piano e quel poretto guardava con invidia velli restati piu insù di lui e si consolava osservando velli più ingiù finchè ala fine sotto a lui restava solo l obitorio che di li a poco l' avrebbe ospitato.
Mi parve però che pubblicare sto post in anticipo un portasse punto bene e allora dandomi dell'imbecille pauroso e rincoglionito feci le corna cola sinistra e cola destra e mi ci toccai le palle ner più classico dei gesti scaramantici.
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Son state rose, non hanno trovato niente e son contento anche se dentro ala pancia mi sembra che mi ci abbia caminato un gatto.
Bona Domenica
Dante