giovedì 30 marzo 2023

fatevi i gatti vostri n 1993 "Inés.... come la mi nonna"


Oggi Bobby ha n' indisposizione di rete e ci ha scritto d' avé difficoltà a provvedere al su numero del blogghe. 

"Nessun problema" n'ha detto la su sorella "tanto c'è lo zio Dante che è qui a n fa na sega nulla". Lei glielo ha detto in veneziano ma così rende meglio l'idea. 

Il ché poi è solo parzialmente vero perché da un lato è assodato che la bronchite un mi vole passà e devo sta n casa. Quindi le mi mille attività open aire so sospese. L' accidente che ho addosso dev'esse rmedesimo der Papa. Un virusse che attacca le persone importanti, lui è in contatto co Dio e io col Gatto Eterno sebbene non ne possa esse vicario. Dall' altro però mi faccio più r culo a casa che le nostre du donne in barca. Nfatti come prima cosa  devo  penzà a gatti  che mangiano e fanno i su bisogni e gnaulano pe ogni voglia che gli piglia. Poi visto che devo sta chiuso mi metto  a fà da mangià. Attività quest'urtima che un mi dispisce per niente. Molto meglio sta a fornelli che rivoltà r pisciatoio de mici che pisciano e caano come fossero a cottimo. 

Compatibilmente col poco respiro che mi lascia la tosse m'è anche capitato un lavoro di traduzione dall'ingrese. Me l'hanno dato non tanto perché io  sia r meglio traduttore sula piazza. Tratta di allenamento mentale speciarmente riferito ai giochi a due come r tennisse or biliardo o la scherma. I mi committenti sanno che gioco a scacchi da quando avevo dieci anni  e hanno penzato che io sapessi rènde in italiano certe espressioni legate appunto al ruolo che ha  r capo o meglio la mente  nella pratica d'uno sporte o d'un gioco. Sarebbe anche interessante pe le tante innovazioni apportate dala teoria de processi mentali sopravvenute nell' urtimi vent'anni. E il libro ne parla con dovizia di particolari e riferimenti specifici a tutte le pubblicazioni scientifiche cui si rifà. Ma so oltre trecento pagine e poi in questi lavori io so pignolo da fa schifo. Sicché ala fine mi ci piglia un mar di testa da stiantà e allora mando n culo tutto, chiudo r compiutere mi butto a letto e guardo un filme. 

Ultimamente ne ho visto uno che ho nzerito a pieno diritto in quello che chiamo l' albumme de capolavori e un me ne frega nulla se la critica la penza diversamente. Il filme si chiama "Lucky". Il tema generale è la vecchiaia e il fronteggiare l'idea dela morte. Avevo visto da poco  "Youth" di Sorrentino (bello ma prolisso da morì) e Amour (piuttosto angosciante) che sono du be filmi, più o meno su quel versante tematico ma sto "Lucky" li stacca di parecchie lunghezze come si dice de cavalli da corsa. John Carrol Lynch che arriva dal mondo degli attori caratteristi è alla sua prima esperienza come regista  ma  ci regala un film che anderebbe messo in cornice scena pe scena. Cor una economia incredibile, dialoghi semplici e il resto basato tutto su quell' incredibile attore che è Harry Dean Stanton,  

Per ora accontentatevi,  un vi voglio di troppo, magari a voi vi fa caà. A me m'ha toccato così profondamente da avemmi spinto a riguardallo du volte e sempre col medesimo resultato: m'è piaciuto un sacco e mi ha anche dato molto.

Tra le cose lievi che mi ha regalato, c'è quella di una riscoperta dela musica messicana perché il protagonista vive in un area dove la commistione tra americani e latini è forte e lui ama il tango. 

Bene tutte le mattine lui si sveglia accende un vecchio riproduttore di musica e inizia la giornata colle note di "con el tiempo y un ganchito" che in pratica è una bellissima immagine perché ci dice che con il tempo e un piccolo amo si può prosciugare il mare. Immaginatevi un po' quanto tempo ci vole e come scivolerebbe via l' acqua da un amo eppure se dilatiamo il tempo all' infinito la cosa doventa possibile perché una pur minima quantità di tempo bagna l' amo e viene trasportata. Una follia ma all'infinito si pole. 

Ma di questa canzone parlerò in un altro poste. Ce n' è un altra qui che mi interessa commentare si chiama "Volver Volver" ed è stata scritta ner 73 da Fernando Maldonado e resa famosissima da Vicente Fernandez. Mi sto dando da fare per imparalla coll' armonica presto ne pubblicherò le tablature. Comunque cercandone le varie versioni ne ho trovata una che mi ha acchiappato l' animo guasi ala pari del filme.

La interpreta una creatura meravigliosa . Posso dire tranquillamente che leilì  mi ha prodotto na sorta estasi. Intendiamoci un parlo di piacevolezze legate all' aspetto fisico, anche se a vedella mi fa venì ala mente una mi  fidanzatina che s'è serbata un posto speciale ne mi ricordi. Avrete notato, ner tempo, che c'è sempre qualche cretino che ci scrive che noi der blogghe si raccontano un sacco di palle. E allora  metto anche sta foto di noi due nzieme.No tanto pe riampiange ir fascino d'una vorta ma pe zittì l' imbecilli.  E' ir 73 o e quello co baffi e quer monte di pelo n capo so io ma credo che i lettori affezzionati  un abbino difficortà a riconoscemi per quanto ir tempo abbia prodotto i su effetti anche sula mi pellaccia.



Come leiquì nela foto  anche questa che nterpreta Volver Volver è na bimbina normale cor un gran sorriso, co na prima di poppe, forze na seconda, bellina molto ma un fa parte dele strappamutande che riscotan crediti a forza d'ostentà cosce poppe e culi. Perché cari mia ci sono dele cose ner fascino femminile che un riescirò mai a etichettalle, forse me  è la seduttività dele persone che sanno far tutto con grazia e lei sona la chitarra e canta e sorride  cor una grazia ammirevole e poi sarà un caso ma si chiama Inès come la mi nonna materna che da noi  a Livorno si diceva ìnesse  accentando l' iniziale e storpiando quel nome che è bellissimo. C'anche una curiosità ulteriore:

Inés di cognome si chiama Adam e canta anche benissimo in inglese. E' argentina di buenos Aires ma probabilmente ha il babbo di origine anglosassone. Tra gli altri interpreti di questo bel pezzo invece o trovato un Sean tipico nome anglofono, che di cognome si chiama Oliu cognome che di certo un è americano. Lui canta dala California e ricalca la interpretazione  classica cantata senza parsimonia di voce come lo faceva Vicente Fernandez che la portò al successo.

Due modi diversi di regalacci questo bellissimo brano anche se io preferisco l'interpretazione dela bimba. 

Ve li propongo tutti e due. Oltre naturalmente al filme che è presentato in cineteca inzieme a tutti i modi pe vedello su canali esteri anche in lingua italiana.

Bon fine settimana

Dante

Qui sotto Inés


e questo è Sean che si dice Sciòn e che secondo me ha davanti una gran carriera. Il fatto che abbia detto che preferisco Inés, come avrete capito è dovuto perlopiù a fattori sentimentali quindi bravissimi tutti e due!.



Oltre ad ascoltare  il bel brano naturalmente c'è anche il filme che è presentato in cineteca inzieme a tutti i modi pe vedello su canali esteri anche in lingua italiana.


.

sabato 25 marzo 2023

fatevi i gatti vostri n. 1992 "vi presento Ferragalline" un' altro incredibile personaggio di M. Teglia.

 E rieccoci al sabato!

La volta scorza il Popolo sentiva la primavera. L' ho sentita anch'io e, da bischero quale sono, m'è parzo nteligente d'andà ala terra indove ricovero il mio campere e so tornato cola bronchite. O come? Eh bene,  e fra mettilo in moto e fagli na sorta di tagliando fai da te. Fra risistemagli la tettoia sopra perché ora che dentro l' ho risistemato tutto un vorrei che quarche infiltrazzione d'acqua mi rovinasse il frutto dele mi fatiche mo preso aria al petto e mi so fregato cole mi stesse mani. A dire l vero lo volevo vetroresinare   sopra un più avanti nela stagione, ma è un lavoro lungo, appiccicoso e che ala luce dele condizioni meteo d'oggigiorno un zo se varga la pena. Un piove più, i fiumi so secchi e i contadini si disperano. Un po' di corpa ce l' hanno anche loro perche quando l' acqua c'era n'hanno pompata da fiumi e dale faglie sottterraneee fino a impoverille terribilmente. Purtroppo a san contadino diceva la mi pora nonna gli quardi nell' occhio e ci vedi r vaino (quattrino). Forze na vorta era perché ne vedevan pochi e facevan la fame peggio dell' operai tant'è che per anni le campagne restaron deserte, tutti volevano andà n fabbrica. Ora l' agricoltura tira come n pelo di FICO (quella di Farinetti ntendo la Fabbrica Italiana Contadina. E quassù poi i contadini un sognano più d'emigrà ma di comprassi il porce sceienne tanto ora piegati a buoritto ci stanno i bengalesi. Io un ho nulla contro l' agricoltura ma pe avè un po' di prodotto in più la zona del prosecco è doventata la terra de tumori per via di quelle che spruzzano, un giorno holly ha mangiato na mela sbucciata ma senza lavalla e dopo gli prudeva addosso come se avesse le purci. L' allevamenti di bovi maiali e polli l' avete visto in tc che popo di lavoro che sono. E l' industri un' è stata da meno dell' agricoltura. Non è un caso che Venezia sia sprofondata di guasi 23 cm. O come sarà successo mi domanderete voi ."Eh quando si fanno le cose col culo invece che col cervello si hanno de resultati di merda" diceva Don Luigi. Se lo cercate su internette vi dirà: La subsidenza, cioè lo sprofondamento del suolo per cause naturali e antropiche, che nel caso di Venezia è dovuta principalmente all'emungimento delle falde acquifere, cospicuo nel recente passato, specie nella zona industriale di Marghera.

La cause antropiche per chi unnà studiato greco so quelle legate all' omo. Anche ala donna eh.... pelamordiddio che un m'abbi a ritrovà la Elle che mi bèrcia sotto casa perché un do r giusto risalto ale donne. Stia tranquilla la nostra pasionaria che io il giusto risalto ale donne glielo ho sempre dato e seguito a daglielo. Su una cosa poi  con lei so' d'accordissimo: s'hanno i medesimi gusti,  ci piace la topa sia a lei che a me. E anche in politica ci possan esse dele divergenze perché io magari pell' armi un avrei votato ma pel resto più o meno siamo lì. 

Ma un facciamo troppi discorzi stupiti oggi mi tocca lègge e vi presento un antro straordinario perxonaggio sortito dala magica penna del pòro Marco.

Bon fine settimana

Dante

sabato 18 marzo 2023

fatevi i gatti vostri 1991 "una testa di maiale"

Tranquilli con questo titolo non mi riferisco ad alcun politico. Mi complimento però con Zanza per il post della scorsa settimana e per il consistente interesse che ha destato nei lettori. Molto interessanti tutti i punti di vista che questi hanno espresso. Qui in Inghilterra, alla elezione della Schlein nelle primarie PD, è stato dato un  risalto abbastanza modesto e quando ho chiesto ai miei colleghi che cosa ne pensassero mi hanno risposto  che a loro sembrava che tutto ciò che veniva avanzato come proposta dalla neo leader fosse cosa normalissima in tutto il mondo. In pratica per loro l' apparire certe posizioni come rivoluzionarie derivano dal fatto  che l' Italia è indietro di cento anni. Sono stato zitto ma qui che è una culla cosmopolita non sono molti gli inglesi che si preoccupano dei diritti delle donne appartenenti a comunità etniche in cui la donna conta ancora quanto il due a briscola. Forse li toccano di più le rivendicazioni lgbtq perché  costituiscono un nucleo molto più vasto e agguerrito che in Italia e, probabilmente anche un bacino elettorale estremamente interessante. Ma lasciamo le considerazioni sociopolitiche a chi ne sa molto più di me e torniamo ai nostri film.

Quello che propongo oggi nelle due edizioni cinematografiche comparse non si tratta di un esperimento vero e proprio ma della trasposizione sul grande schermo del romanzo Lord of the Flies dello scrittore premio Nobel  britannico William Golding. Il libro ha come protagonisti un gruppo di ragazzi britannici bloccati su un'isola disabitata e racconta il loro disastroso tentativo di autogovernarsi. 

Scritto nel 1952, fu pubblicato due anni dopo, non riscuotendo molto successo: negli USA vendette meno di 3000 copie nel 1955 prima di andare esaurito. Tuttavia, l'opera divenne un bestseller con 14 milioni di copie vendute nei soli paesi anglofoni, favorito dal grande successo della pubblicazione in edizione economica negli Stati Uniti nel 1959.

Nel 1963 Peter Brook ne diresse il film. Ecco qualche nota liberamente tratta da my movies. Il pericolo di una catastrofe nucleare induce le autorità inglesi ad evacuare gli studenti da un college. L'aereo che trasporta in salvo i ragazzi precipita, però, su un'isola disabitata. Gli adolescenti, per sopravvivere, sotto la guida di Ralph si dividono in squadre spartendosi i compiti di costruire capanne, procurarsi il cibo e mantenere acceso un fuoco. Quando subentra la stanchezza e la pigrizia, l'organizzazione razionale voluta da Ralph cede il posto alla violenza del gruppo di Jack. Regrediti ad uno stato di istintualità primordiale i nuovi capi spadroneggiano sui più deboli ed eleggono una divinità - una testa di maiale infissa su un palo e bersagliata da nugoli di mosche - alla quale occorre fare sacrifici.



Nella pellicola di Brook i protagonisti sono dei ragazzi, ma - come in altri film inglesi dei primi anni '60 - ad essere ritratti sono gli adulti. La situazione di emergenza che degenera nella intolleranza, nella superstizione e nella violenza, è il drammatico itinerario della ragione che nell'esasperarsi delle tensioni sociali soccombe sopraffatta dall'ignoranza e dall'impulso prevaricatore. Il romanzo di William Golding sarà nuovamente portato sullo schermo da Harry Hook, ancora con il titolo Il signore delle mosche, nel 1990. Rispetto alla precedente trasposizione, questa di Harry Hook si risolve in un'opera formalmente curata, ma priva della intensità drammatica e della visione pessimistica che il soggetto doveva suggerire. La sequenza più incisiva è, forse, quella della danza selvaggia dei ragazzi intorno ad un fuoco, danza che evoca il senso di uno sfrenato rito primitivo e che dipinge bene la nascente vittoria dell'istinto e della paura sulla ragione.


In cineteca, come al solito, tutte le indicazioni per reperire i canali che lo trasmettono in diretta o streaming.
Buon fine settimana
Bobby

venerdì 10 marzo 2023

fatevi i gatti vostri n.1990 "Donnamadonna"

Tocca a me e mi tocca scrive oggi perché sabato e Domenica so sola al barre dato che i mia vanno ale nozze d'oro dela mi zia. Resteranno il Tafano e Samatta ad aiutammi ma ci s'anno divers eprenotazioni sicché meglio che scriva oggi e non parlero di Cutro, lo fanno in troppi e parecchi a sproposito.

Parlero invece d'una corsa a due.

Mentre si preparava la finale fra la cerbiatta e l'elefante scommisi sulla prima. 

R mi babbo penzava che la stazza der secondo  gli avrebbe garantito facile vincita. "Boiadé- mi diceva- e l' appoggia perfino la foto di Lenin attaccata ar barre dela casa del popolo o come dovrebbe fa a perde?"



Io in queste cose vo a pelle e nell' elefante ci sentivo la stessa tronfia sicurezza di chi lo aveva preceduto. Poi mi ricordavo un fatto che ebbe un po' di  spazio tra i commenti di questo blogghe, nela stagione der covidde. La vicenda narrata dal Parmigiamino che pe sta dietro ale promesse del politburo emiliano perse la sua azienda. E ci mancò poco  che gli toccasse anche di vende la casa indove stava. Gli avevano detto di sta tranquillo. Conosco un sacco di   perzone che l' hanno preso n culo   per avé penzato che in quel grumo di presuntuosi ci fosse quarche cervello. 

L' operai oramai grazie ale loro politiche bislacche han perzo guasi tutti i diritti conquistati co anni di lotte. Imprenditori di mezza tacca son doventati de piccoli despoti imperanti su destini di chi ha la sventura di lavorà per loro e ne potrei scrive tante ma un serve. 

Ala fine però la piazza ha detto la sua,ha scelto la cerbiatta e io ho vinto la scommessa fatta co Ampelio. 

Ho scritto "la piazza" ma so di per certo che, pur di sfragellà der tutto ir piddì, a votà pellei ci so andati anche de pisani cor fascio tatuato sull'omero. Pell' occasione avevano le maniche lunghe anche perché era sempre piuttosto freddino. 

Comunque voto non olet.  Elli ce l' ha fatta e so stracontenta spero un mi deluda.

Al barre Leilì  s'è difesa solo io e Samatta. 

Iniziamo a stende i veli pietosi anzi i lenzoli anzi le coperte pietose sui commenti. Vi prego però di fa na riflessione se incontrate tanta diverzità d'opinione in un campione abbastanza omogeneo di gente come noi un vi meravigliate dele diverzità che incontrate fra gli italiani e soprattutto un vi meravigliate de conzenzi dela Meloni. La sinistra o ciò che resta, vocia di più ma i sondaggi dicano che all'italiani la ducina gli sta bene eccome. Comunque torniamo a commenti sentiti a cardo qui da Nado.

Il mi babbo cavarcando il destriero delo squallore totale credo abbi detto digià n centinaio di vorte "dioboia che rospa!  Era guasi più topa Rosy Bindi...." Gli deve garbà sta battuta di emrda perche la dice a ogni avventore che entra.

La mi mamma è stata d' un pietismo allucinante condito cor sugo dela cattiveria: "porina si vede che è nata politica mi pare Greta. Un po' più bruttina eh. Che di già Greta imbruttisce via via che passa r tempo. Nzomma voglio dì, senza critica l' idee che io un so n grado, mi pare che r culo vero un selo sian mai fatte a dè rcencio n terra o a lavà i piatti. Sa voi? Lorolì l' allevano coll' idee politihe e ala fine entrano in politica ocche devan fa? Otamai anche pe fa la troia ci vole un fisico da misse Italia. 

Stendiamo una coperta pietosa anche sula mi mamma per lei o si lavora come na dannata o si fa la troia  o s' entra in politica, dela condizione dela donna ha capito questo che qui.

Il Ciampi è stato serio. Luilì si documenta leggendo, prima d'aprì bocca . Poi dice le medesime cose che avrebbe detto senza avé letto un cazzo.  Così dopo avé scorzo doversi giornali che riportavano le idee dela neoelettai e soprattutto quer punto pellui debolissimo della su adesione a mandà le doppiette n' Ukraina ha sentenziato: " eh tante idee si, tante idee, leilì mi pare r dottor Mabuse tante idee ma confuse".

Ho cercato un appoggio nele trombanti ma Martina ha sbuffato con aria di sufficenza e ha mormorato: "poca lana e tanti bèrci". A voler sottolineare che quanto a nfiammasi  Elli pare la benzina dela Stanicce.  La sostanza però rimanda ala chiosa der Ciampi.

Armeno però loro due, ntendo Dino e Martina, hanno espresso n'opinione seppure critica, sull'idee.

Federica nvece ha corroborato la fazione  der greve:  "nzomma mettetela come volete- ha commentato- ma permé tutto sto lecchìo di tope un vale mezzuccello moscio di George vand'è briaco fradicio". 

Gréve, sì, ma su  gusti dela trombante màiore  un s'è mai avuto dubbi. Eppoi se è verò l' omen nomen su cui dicorze tanto anche Umberto Eco e se lorolì le si chiama le trombanti un sarà mica solo perché hanno fatto r conzervatorio pe doventà maestre d' ottoni?

Su gusti mia e di Sama nvece quarcheduno ha chiacchierato. A sproposito e senza fondamento.  Ma solo perché il mestiere di fassi i cazzi sua un lo sa fa più nessuno e soprattutto quando si fa der pettegolezzio nfondato si pole fa der male e basta. 

Comunque sebbene al barre nessuno appartenga ala comunità LGBT i loro membri e anche i sostenitori  sono bene accetti come chiunque altro. Se poi qualcuno avesse da ridì o da piglialli per culo pole anche  smette di venicci lui, al barre. 

Perché come ebbe a dire  Don Luigi: "Da Nado è casa di tutti anche di più che n chiesa. Perché si pole bestemmià e le donne possano entrà anche senza mutande" (1). Cor un unica riserva: se quarcheduno entra pe impone dell'idee si manda nculo cor biglietto di sola andata". 

Donque se un ha  mai discriminato lui  che era prete e un l'hanno fatto i tanti mangiapreti che da sempre hanno occupato le nostre seggiole, figuriamoci se si farebbe noi. S'è dato da bé anche a fascisti. Perché quelli  che capivano quarcosa stavano zitti .Pochi di loro  penzarono di poté fà i prepotenti. Quando sortirono, in posizione orizzontale, eran sicuri d'esse entrati  ner  posto più sbagliato di Livorno.

Samatta osserva: "Io penzo che Elli sia sincera e che sia la meglio carta pe vedé di da ossigeno ar piddì. Ammesso che la cosa sia meglio d' una eutanasia co speranza di rinascita. In questo penzo che lei in quarche modo medierà cole correnti e potrebbe esse un errore fatale. Quanto ale dichiarazioni un  m'ha esaltato punto quella sorta di contrapposizione ala Meloni. Quelle so stronzate che garbano a giornalisti. Se una ama na donna o un omo so cazzi sua e non dovrebbe fa parte de proclami politici".

Un son completamente d'accordo su st'urtima posizione di Sama. Se te voi difendere una minoranza o combattere dele disuguaglianze  bisogna anche che tu ti esprima chiaramente e quarcosa di pratico o una dichiarazione d'appartenenza un ci sta male. Poi mi è piaciuto il fatto che abbia aggiunto "non per questo sono meno donna". Nel senzo, almeno penzo io, che voglia esse paladina di tutte le donne. Anche dela mi mamma, nonostante Nara, in questo campo, sia na paladina der retropenziero".

Comunque quale segno di apprezzamento dedico ala nostra Slainne la covere di una canzone che non ho mai cantato e non ho mai deicato a nessuno.

E' na canzone abbastanza facile. Anche se  Leali pare  abbia fatto di tutto pe rendela ostica ale voci normali. Il Ciampi dice che ci si sente la mano di Cutugno che la scrisse e che pe l genere orecchiabil popolare era maestro indiscusso. 

Nzomma avrete digià capito di cosa si tratta  del lamo no? Un l' avevate inteso?

Così  pe Elli c'è sto piccolo omaggio da parte mia. Se poi leilì la vole dedicà ala su donna  mi farebbe piacere. Armeno se la ritrova cantata con voce femminile (ho fatto ir posssible pe rendila appassionata) o magari la potrebbe ricantà anche meglio di come ho fatto io. A bercià mi pare se la cavi ma un so davvero come andìa coll'intonazione.

Il resto bisogna lo faccia da sé perché di politica un me ne ntendo punto e di sesso fra donne anche di meno sebbene lo consideri cosa umana e normalissima.

Baci e bon uicchende

Zanza





sabato 4 marzo 2023

fatevi i gatti vostri n. 1989 " il Popolo sente la primavera" legge Dante Davini Diversi

 


"Il sole cominciò a levarsi prima al mattino e a coricarsi più tardi alla sera. L' inverno, con l' ultima neve, segnava i cigli nei posti in ombra, lasciando campo alla primavera. Respirò la primavera con il primo profumato refolo che portò aria di mare, la vide nei campi germogliare, nei fiori di una pianta precoce, la sentì dentro crescere e fondersi in lui. Egli vedeva, come una pianta, trascorrere il suo tempo e dopo il letargo d' inverno commuoversi dentro:tutto ciò gli apparteneva e gli era sconosciuto."

Ho copiato queste parole. La primavera è arrivata anche da me e l' alloro che avevo potato radicalmente temendo d'averlo massacrato, ributta le sue gemme. Forse per tornare per crearmi l' ombra davanti al vecchio camper. Sì la primavera sta entrando senza prepotenza ma con vigore e io per descriverla non avrei saputo trovare parole migliori di quelle che ho trascritto dal libro di Marco. Di quel libriccino che narra le imprese di Guerrino Anchini detto "il Popolo" vi offro  oggi una seconda lettura.

Prima che ascoltiate la mia pessima voce, un invito. Provate a rileggere quelle prime righe. Vi troverete roba degna del Manzoni e Jack London.  Regna una commistione di gusto per la parola scelta tra le meglio evocative e un lirismo naturalistico che non stona affatto insieme a quella ricerca.


Buon Sabato e naturalmente anche Bona Domenica


Dante

sabato 25 febbraio 2023

fatevi i gatti vostri n. 1988 " da Londra L' onda"

Non è un mistero che mi piacciano i film aventi per ambientazione la scuola. Nel mio ultimo post vi avevo proposto "Effetto Lucifero" che portava sullo schermo l' esperimento del prof. Zimbardo. Oggi vi presento "L' onda" che, fatta eccezione per  "L' attimo fuggente" che considero un capolavoro assoluto, ha pochi rivali in questo genere tematico. In cineteca, come sempre, tutte le info sui canali che vi consentiranno  la visione in diretta o streaming. Questa suggestiva foto con un onda che sfiora i 7 metri arriva dal Bar Nado. Loro, a Livorno ci sono abbastanza abituati.

Buon Weekend

Bobby





La recensione che segue  è integralmente tratta da Cinefilos 9 ottobre 2010 (https://www.cinefilos.it/rubriche/gli-invisibili/the-wave-londa-2306)

L'onda (Die Welle) è un film del 2008 diretto da Dennis Gansel, tratto dall'omonimo romanzo di Todd Strasser, a sua volta basato sull'esperimento sociale denominato La Terza Onda (The Third Wave), avvenuto nel 1967 in California. Sulla base di questo esperimento, Todd Strasser (usando lo pseudonimo Morton Rhue) scrisse il romanzo Die Welle (L'onda), che in Germania è diventato un classico della lettura scolastica. 

La trama del film L’onda: Germania, giorni nostri. In un liceo tedesco, all’inizio dell’anno scolastico, è consuetudine organizzare una settimana a tema; al prof. Reiner Wenger, insegnante liberal-progressista molto apprezzato dagli studenti, viene affidato suo malgrado il corso di autarchia e non il solito corso sull’anarchia di cui era da anni il titolare indiscusso.

Jürgen Vogel interpreta il ruolo del prof. Reiner Wenger  che, grazie a un esperimento sociale da lui stesso ideato, vuole dimostrare alla sua classe come nascono le strutture sociali autoritarie. Gli studenti partecipano al movimento da lui guidato e fondato sulla disciplina e sullo spirito di solidarietà: l'Onda.


The Wave – L’onda, l’analisi

The Wave – L’onda diretto da Dennis Gansel è tratto da un racconto che da vent’anni è lettura obbligata nelle scuole tedesche “Die Welle” di Morton Ruhe. Questo racconto costituisce un’opera di fantasia ma che trae spunto da un fatto realmente accaduto in California negli anni ’60: l’esperimento sociologico in questione, infatti, venne svolto dal prof. Ron Jones nel 1967 alla Cubberley High School di Palo Alto e con risultati sorprendenti; Gansel e il suo co-sceneggiatore Peter Thorwarth hanno fatto di tutto per acquisirne i diritti.

Dennis Gansel non è nuovo nel trattare il tema del totalitarismo e del nazismo nel suo specifico, basta ricordare il lungometraggio da lui diretto “ NApoLA – I ragazzi del terzo Reich” che nel 2003 vinse il premio federale come migliore sceneggiatura e altri vari riconoscimenti tra cui il premio come miglior film al Festival europeo del cinema di Viareggio. Questa sensibilità e questo interesse verso i motivi che possono portare un intero popolo a seguire un’ideologia o comunque un movimento criminale come quello hitleriano nascono, in Gansel, dai racconti della nonna che come altri ottanta milioni di tedeschi fu attratta dal nazionalsocialismo e da Hitler in quanto: “ …era riuscito a far sentire i suoi seguaci tutti uguali, uniti verso lo stesso obbiettivo…”, come racconta il regista stesso. The Wave – L’onda si presuppone specificamente questo scopo ossia dimostrare come un leader ed un’ideologia totalitaria basata sul rispetto di regole rigide e comuni, sull’omologazione assoluta dei suoi membri, sulla rinuncia totale alla propria singola identità ed a ogni forma di particolarismo o di egoismo personale in nome di un identità comune ed unica, possa, anche nei giorni nostri, raccogliere consenso e successo. Il film invita a riflettere su come una società vuota e sterile come quella contemporanea, priva di modelli o ideali da seguire, rappresenti un terreno molto fertile per chi volesse conseguire un vasto consenso popolare incentrato su valori teoricamente nuovi e comuni.

I giovani studenti, protagonisti di The Wave – L’onda, palesano le solite e sottovalutate problematiche adolescenziali: conflittualità interne alla famiglia, mancanza di dialogo con i propri genitori, rifiuto del mondo degli adulti e sopratutto una disperata ricerca di qualcosa a cui credere e a cui aggrapparsi nel nulla che li circonda e da cui si sentono oppressi. Tim, il ragazzo più timido e indifeso della classe, rappresenta il caso più estremo di quanto appena detto: “l’onda” diverrà ben presto per lui una ragione di vita, un’occasione irrinunciabile per potersi sentire finalmente parte di un gruppo, per poter trovare nell’autoidentificazione in quel simbolo e nel suo leader un modo per riempire quel “vuoto” che nessuno capisce e che i suoi genitori ignorano.



domenica 19 febbraio 2023

fatevi i gatti vostri n. 1987 "Il Popolo va agli Uffizi" 1 cap. Legge Dante Davini Diversi

Bona Domenica a Tutti, dato che Zanza ed i miei nipoti c'hanno da fà, riempio questo spazio domenicale cola lettura che v'avevo promesso.

Dante