Richiesto da Patty ecco il commento per Red Land (rosso Istria)
come capirete facilmente dalla brevità del mio intervento stiamo volando per sopravvivere. Bobby è partito per fare visita a Martina a Livorno non si potrebbe ma ha un biglietto aperto per Londra con partenza da Pisa, dovrebbe bastare come giustificazione. Si prevede un suo rientro a breve in Inghilterra ed ha già la lettera di convocazione per l' università che lo richiama in sede entro il 28 febbraio. Dato che i due hanno molte cose da dirsi Bobby ha preferito portarsi vicino al luogo di partenza.
Io e la zia visto che siamo in zona gialla cerchiamo di raccattare tutto il lavoro possibile ma è dura. Continuo io a gestire il blog perché Zanza è davvero mal messa con la situazione di Livorno
Buona giornata
Dani
UN FILM STORICO DALLA BUONA QUALITÀ SPETTACOLARE, CHE RICORDA IL PASSATO PER COSTRUIRE UN FUTURO DIVERSO.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 13 novembre 2018
Estate del 1943. Il 25 luglio Mussolini viene arrestato e l'8 settembre l'Italia firma quell'armistizio separato con gli angloamericani che condurrà al caos. L'esercito non sa più chi è il nemico e chi l'alleato. Il dramma si trasforma in tragedia per i soldati abbandonati a se stessi nei teatri di guerra ma anche e soprattutto per le popolazioni civili Istriane, Fiumane, Giuliane e Dalmate, che si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i partigiani di Tito che avanzano in quelle terre, spinti da una furia anti-italiana. In questo drammatico contesto storico, avrà risalto la figura di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana, laureanda all'Università di Padova, barbaramente violentata e uccisa dai partigiani titini avndo la sola colpa di essere Italiana e figlia di un dirigente locale del partito fascista.
Ventun anni dopo il Porzus di Renzo Martinelli, che narrava vicende accadute in Friuli nello stesso periodo storico sollevando il velo su una pagina oscura della Resistenza, non era facile affrontare un tema come quello di quanto accaduto tra il 1943 e il 1945 agli italiani che vivevano in Istria senza alimentare polemiche di parte.
Maximiliano Hernando Bruno è riuscito a trovare in buona misura la chiave giusta per raccontare quei giorni e quelle vicende, cioè per adempiere ad uno dei molteplici compiti del cinema: fare memoria. Diciamo in buona misura perché qualche accentuazione melodrammatica non manca (il capobanda titino è il Male assoluto così come al comunista italiano vengono offerti i tratti del traditore della propria gente, anche per risentimento amoroso, con possibilità di riscatto finale come nell'opera lirica).
Nel complesso però la sceneggiatura sa mostrare con equilibrio sia la sensazione di smarrimento conseguente all'8 settembre, sia ciò che anima nell'intimo le varie parti in causa. Il generale Esposito espone tutte le perplessità dell'Esercito dinanzi a una guerra sbagliata voluta dal fascismo così come non viene taciuta l'italianizzazione forzata dell'area condotta negli anni dal regime.
Ci viene però anche mostrato come la convivenza tra le diverse etnie fosse stata possibile e quanto invece l'odio da parte dei rappresentanti degli avamposti delle forze comandate dal Tito abbia scardinato un esempio di civiltà. Attraverso la storia tragica di una giovane donna come Norma Cossetto (medaglia d'oro al merito civile) ci viene presentato un microcosmo che trova nel professore interpretato da Franco Nero una lettura 'alta' che ha la propria sintesi nella frase: "Se Satana crede di poter peggiorare l'uomo è davvero ingenuo".
Proprio per questo fare memoria non può essere un pretesto per riattizzare odi e rancori ma per avere presente l'obiettivo che quanto accaduto non debba più accadere. In un'epoca di tentazioni di nuovi nazionalismi questo è un film che, anche grazie alla sua qualità spettacolare, può contribuire a far riflettere come questi possano facilmente degenerare nell'odio più cieco, ricordando il passato per costruire un futuro diverso
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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EliminaMICIOSI SALUTI
Grazie Dani.
RispondiEliminaCredimi sono commossa per la tua strenua difesa di questo blog. Tutti noi sappiamo che è tuo e di Bobby per quanto fruisca dei generosissimi e inimitabili contributi di Dante e di Zanzara. Tu però sei quella chiamata a tener duro nei momenti difficili. Del resto hai la tempra e il fisico da amazone sebbene tu non ti faccia scrupolo di renderci partecipi anche delle tue fragilità, questo anzi ai miei occhi ti rende ancora più bella e vera. Siamo in molti ad essere in momentacci. Per tenere aperto lo studio di Valerio abbiamo dovuto toglierci l' idea di un benché minimo sfizio e non mi vergogno a dirti che ogni nostro oggetto di lusso è al monte di pietà. Mi commuovo quando leggo i commenti di Giacomo e immagino come ci si debba sentire quando oltre al lavoro si perdono anche tutti i beni costruiti con tanta fatica e non parlo di villette o auto di lusso ma di capannoni, di macchine che davano lavoro a gente che ne aveva bisogno. Auguro con tutto il cuore a te e a Holly di resistere, ne avete la tempra e so che ce la farete e spero in qualche modo di farcela anche io. Ho riletto alcuni dei vecchi post nei quali io ti scrivevo dagli aeroporti e i tuoi problemi parevano essere quale fermata della metro fosse più prossima alla tua casa londinese.
Vi abbraccio forte tutti quanti.
Patrizia
Dovrebbe essere un bel film. Voglio organizzarmi per guardarlo dopo cena. Grazie per la presentazione.
RispondiEliminaBuona Serata
Giovanni Martinelli
Che ne dite di repo men?
RispondiEliminaUn caro saluto da Lucy