giovedì 13 maggio 2021

fatevi i gatti vostri 1838 "La tranquillità del Ciampi"

Definire Dino tranquillo potrebbe parere un' eresia a chi lo conosca a livello d'amicizia da bar o   per sentito dire come avviene a voi lettori. Cavilloso, sarcastico, sprezzante, pieno di stramberie e paranoie che vanno dal volere il caffé al vetro e mai appoggiato sul piattino altrimenti non lo beve al disquisire su tutti gli odori che possa recar seco un corpo femminile nudo. Dante che per ani ed anni lo ebbe come amico del cuore e fratello di latte ricordava che spesso una serata insieme a Dino e magari a due belle ragazze, incontrate al mare, finiva spesso malamente per i pianti o le vigorose reazioni di quella che aveva deciso di trascorrere la serata con lui. "Mentre io un sapevo più indove mettegli le mani ala mia, smarrito in mezzo a tutta quella bella ciccia" raccontava  Dante" capitava che, all' improvviso, si vedesse la ragazza di Dino in un cantuccio da sola che piangeva e lui lontano cor bicchiere in mano e la sigaretta in bocca" Io lo sapevo digià che quarcosa era andato storto, bastava un ascella sudaticcia o un alito un po' pesante perché la su e velenosità si mostrasse nella maniera più inaudita. L' avesse fatto con tutte avrei detto che dele donne aveva paura ma nvece no, alcune, poche a dire il vero, gli andavano a genio e ci intratteneva delle relazioni normali, affettuose e scherzose che tuttavia un duravano mai molto. 

Ora se Dino fosse uno di quelli che si lavan le mani trecento volte al giorno e vanno a spazzolassi i denti anche dopo avé mangiato l' oliva del campari lo potrei anche capì ma credo sia stato anni senza lavà l' eskimo e avolte mi tocca a me digli Oh Dino ma ce la fai a lavatti i capelli o voi che t' aiuti io?

Qualche volta quando s'era riuniti al barre e c'era anche Dante mi divertivo a stuzzicallo e a

domandagli perché fosse così critico cole donne e tanto permissivo con se stesso e luilì ti ripondeva: "boia dé un so mica na donna io. Voi costì sete sempre a mettivi in mostra, parete un carro reale che abbia per compito vello di portà a giro la topa e allora permetterai che dopo tutte ste manfrine io possa criticà una tutta attopata ma che puzza di sudaticcio che appesta?  Un t'ho mica mai detto che puzzi a te o ala tu mamma mentre lavorate no? Lo capisco che si suda a lavorà. Ma se m' arriva una tutta attopata, coi tacchi arti, i capelli mesciati il reggiseno pintapoppe, ir culo che lo dindella come un orologio a pendolo e poi si gnuda e puzza di topa che appesta io zitto un ci posso sta.

"Tutte lui l' ha trovate,- interveniva a quel punto Dante - velle che puzzavano di baccalà, quelle che sapevano di grasso rancido, quelle che a bacialle pareva di mettesi in bocca un toscanello dala parte dela cenere. Ammé tutte ste discgrazie un mi so mai capitate o se qualche volta una bella ragazzotta un era proprio freschissima come sortita di doccia nzomma mica la dovevo mangià cole patate no? Io portavo un po' di vikkisse inalante, gli davo n'annusata e andavo avanti tranquillo"

"A lui lo domandi? replicava il Ciampi- A lui che è peggio di Trentacinque che andò coll' elefantessa del circo? Cosa voi senta luilì?  Appena c'è dela topa in giro gli si sconnete ir capo dar collo e comincia a ragionà cola testa sì ma der pisello, l' hai vista no Zanzina anche te quarche vorta? Hai visto   com'è  fatta? Senza occhi, senza orecchie e soprattutto senza naso. Alluilì  gli voi parlà d' odori? Di sfumature? E' come chiede a un maiale se era bono rtirami su.  Ar massimo lui ti pole dì. boia dé  aveva un buco stretto come n culo  o aveva na tana che ci si sciaguattava dentro".

Bei tempi ora nvece Dino è doventato tranquillo, mi disquisiva ieri sull' edonè kataschematikè ir piacere in riposo, contemplativo che basa la su essenza sul non fare un cazzo. Perché la vecchiaia m' ha dato questo vedi Zanzina mi diceva: Una volta Costanza mi rompeva i coglioni mi pareva un ape che lavora e ti ronza intorno di continuo poi piano piano ho capito che io un c'entravo un cazzo con quel brusio e potevo stà li a guardalla senza reagì. Lo sai che ala fine i su passi riuscivo a metteli in musica e anche la su voce mi pareva riproducesse dei ritmi che si sarebban potuti scrive sur pentagramma. 

Si ma l virusse un ti dà noia? 

Noia? Sai quante volte ho sognato un dio grandissimo che pisciasse su questo mondo di merda e facesse annegà tutti? Ora è arrivato sto flagelletto e mi dovrei lamentà? Io bada spero si rinforzi.

E se moi te caata che un sei altro?

Certo posso morì, rinasce un credo di potello fa l' ho fatto na volta ma morì posso, certamente ma perché mai dovrei avé paura del virusse io so uno dei pochi che fa il tifo per lui e pensi che lui m' ammazzerebbe? Ste cose le fanno l' omini.

Inzomma è tranqullo tanto il vaccino glielo ha fatto fa Costanza, l' ha vestito, lavato, rifocillato e l' ha riempito di quell' amore del quale lui sembra non avere bisogno ma del quale secondo me s'ha bisogno tutti.

Dani m'ha detto che oggi Dante va a fassi il Johnson & Johnson. Si fa quello  perché a lui le mezze dosi gli hanno sempre fatto schifo e soprattutto perché gli ricorda il nome d'un deterzivo o d' uno shampoo. Se campa vi si farà sapé.

Bona giornata a Tutti

Zanza 

anche il filme parla d' un omo tranquillo ecco la presentazione da my movies

 

UNA DARK COMEDY 
STRACOLMA DI FREDDURE, 
CITAZIONI E PURO 
DIVERTIMENTO SBULLONATO 
E IRRIVERENTE.
Recensione di Paola Casella
mercoledì 6 febbraio 2019

Nels Coxman è un uomo tranquillo, abituato a guidare uno spazzaneve "dritto per dritto" attraverso i tunnel ghiacchiati del Colorado. Ma la sua vita orientata in una direzione viene bruscamente deragliata dalla morte del figlio Kyle, liquidata dalle autorità come un'overdose di eroina e invece causata da una gang di spacciatori di droga. Da quel momento Nels procederà con rinnovata determinazione monodirezionale verso la sua vendetta.

Dal 2008, ovvero dal primo Taken, Liam Neeson "ha fatto una fortuna interpretando ruoli da vecchio in film che parlano di vendetta", come ironizza un episodio de Il metodo Kominsky: un Charles Bronson per il Ventunesimo secolo, con il beneficio aggiunto di quella fisicità da "montagna che cammina" e uno spessore recitativo che sopravvive anche alle sceneggiature più schematiche.

Essendo un attore intelligente, dopo dieci anni Neeson ha trovato il modo di capitalizzare sulla sua immagine cinematografica dando contemporaneamente una svolta al suo iconico giustiziere.

L'opportunità è Un uomo tranquillo, remake del noir norvegese In ordine di sparizione, campione di incassi in Scandinavia. Se il regista del remake, Hans Petter Moland, è rimasto lo stesso, l'americano Frank Baldwin ha sostituito il danese Kim Fupz Aakeson alla sceneggiatura, adattando il copione ai luoghi e alle sensibilità statunitensi: così la Norvegia diventa il Colorado (anche se il film è stato girato in Canada) e l'umorismo lunare scandinavo si fa più accessibile. Più che un revenge movie, Un uomo tranquillo è infatti una dark comedy stracolma di freddure che corrispondono all'ambiente in cui è ambientata la storia e al gelo morale dei cattivi, che hanno nomi ridicoli come Speedo, Limbo e Santa. Il peggiore è il Vichingo, un boss vegano interpretato volutamente sopra le righe da Tom Bateman, che ha una fisicità da 50 sfumature di grigio.

Nels Coxman è spinto fin dal cognome (Cock Man, nell'originale addirittura Dickman) a impersonare il maschio alfa per antonomasia, e a restaurare un'atavica virilità nordica contro il damerino Vichingo, ma anche contro un paio di killer segretamente omosessuali e uno stucchevole designer di abiti da sposa. Neil si rispecchia solo nel codice d'onore di una gang di nativi americani (nell'originale erano serbi) che presidiano il Colorado non solo in termini di business ma anche di legittima eredità etnica.

Un uomo tranquillo funziona sia come (violentissimo) action movie che come commedia (extra)dark, ma anche come giocattolo per cinefili, dato che cita a piene mani i Coen di Fargo come Tarantino e Kaurismaki. Persino I Simpson (l'episodio Mr. Plow) figura fra i riferimenti pop, e la colonna sonora di quella vecchia volpe di George Fenton fa sampling un po' ovunque: i Pretenders e gli Aqua, Tammy Wynette e "il dolce dolce Ludovico Van", Antonin Dvorak e Johnny Mercer.

Il risultato è puro divertimento sbullonato e grandguignolesco, ironico e irriverente. Ad aggiungere qualità tecnica sono i valori di produzione importati dalla Norvegia (e dal film originale): la scenografia di Jørgen Stangebye Larsen e la fotografia di Philip Øgaard, che restituiscono profondità e significato agli scenari candidi, ricordandoci che esistono davvero "50 termini per la parola neve"

5 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Redazione: on line dalle ore 20:00 alle 22:00

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  2. Deliziosa irriverente restituzione in prosa delle gesta di chi ti ha visto bambina. Certo il Ciampi non è tipo facile da accontentare, immaginiamoci da conquistare. In qualcuna delle sue argomentazioni non mi sento di dargli completamente torto ma per un apologia totale servirebbe un avvocato dell' antichità
    Buona Giornata
    Giovanni Martinelli

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  3. Lo perdoniamo perché suona divinamente e ormai credo non abbia più tante donne da trattare in modo così scostante. Poi i somma se ti tiri a lucido acqua e sapone e un buon deo 24 h non mi pare sia una cosa tanto complessa. Fateci sapere di Dante anche io sono attratta dal monodose.
    Buona serata
    Lucy Milàn

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  4. Ma sì dai! Perdonato il Ciampi ma solidali con Dante perché non si sputa sul piatto nel quale si mangia. Buona quella del Vicks quando tornerò a prendere treni e aerei me la ricorderò
    Auguri per il Vax.
    baci
    Patty

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