giovedì 24 dicembre 2020

fatevi i gatti vostri n. 1702 "La voglio anch'io la mamma maiala"

Pare che Dino, da bimbo, quando voleva lanciare una battuta offensiva nei confronti di qualche compagno di giochi che magari gli avesse fatto qualche sgarbo gli dicesse sul muso:

" E la voglio anch'io la mamma maiala! Perché atté sì e ammé no?"

 La domanda sibillina coglieva spesso di sorpresa gli interloquiti che, sapendo che il Ciampi era orfano di mamma, in primis quasi venivano toccati nell' area della commozione dalle parole di quel ragazzetto secco secco e lungo lungo che pareva tirasse l' anima co denti, giocava male a pallone, aveva l' occhiali spessi (altro oggetto di derisione) ma sonava la chitarra da dio. Poi si rendevano conto che in realtà l' interrogazione non mirava ad appurare un arcano del quale solo un dio ignoto poteva avere la risposta o al massimo un suo vicariuccio come Don Luigi che quale unica consolazione  aveva saputo dire: "O che ci voi fare Dino? La tu mamma un era mica come questi tegami qui a giro e l' Signore l' ha voluta in paradiso vicino a sé". Parole che, a parer mio, lasciavan dubbioso anche chi le aveva appena pronunciate allorché  Dino replicava: "certo e così r tu iddio  me l' ha messo ner culo ammé".

Ma torniamo al diverbio infantile, appena il contendente di Dino si rendeva conto che quel troiaio di bimbo aveva dato della maiala alla su adoratissima mamma due erano le possibili repliche: la prima riservata ai più pronti di spirito era cattivissima "Perché così ci s'ha  un tegame di meno"

 ma in tal caso bisognava esser pronti a mettersi in guardia perché il Ciampino, secco com' era, riusciva tuttavia a mollare dei cazzotti così rapidi e guasi sempre precisi che potevano produrre l' addormentamento. L' altra ipotesi era che l' offeso avesse poco senso dell' humor ma una possanza fisica tale da potersi permettere di reggere anche uno o due cazzotti di Dino e in cambio gonfiarlo di botte come una zampogna. 

Questa variante non contemplava,però, l' entrata in scena di un elemento nuovo perché proprio mentre il ragazzotto nerboruto si rimboccava le maniche, si sentiva apostrofare da dietro: 

"Sa c'è còcco, dillo a me se hai quarche problema che te lo risorvo io n un attimo". Dantino era lì dietro e rideva beffardo e sicuro della risposta del malcapitato che guasi sempre si salvava rispondendo: "dio bono Dantino un si pole nemmeno scherzà"  per poi retrocedere prontamente e scappare verso casa.

Quando Dino s'incazzava con più d'uno la su esternazione sonava così: "La voglio anch'io la mamma maiala, l' avete tutti e io no".

Se il gruppo era piccino ogni reazione era tacitata dalla semplice presenza di Dante accanto a Dino ma qualora si fosse trattato di una compagine nutrita, la fazione del Bar Nado acquisiva subito il povero Claudio Barabba, Attilio lo Sghebo, Maurino la Vipera  e l' Orlandini (nessuno si ricorda il nome proprio) detto il Verre. Un plotoncino che avrebbe messo i pensieri anche a gente con quarche anno più di loro.

Ora tutto questo discorso zeppo di reminiscenze dantesche l' ho fatto pe introdurre un ber pezzettino musicale che si mette tutti l' anni e che Il Ciampi interpreta a modo suo, quindi speciale cola chitarra. Si tratta dela solita storia der bimbo che spiando sotto la scala pe vedere Babbo Natale che porta i doni, lo vede invece a baciassi cola su mamma.

Pare che quest'anno la signora dopo tanti baci si sia decisa a quarcosa di più consistente, da cui r titolo. Vi metto le parole n' ingrese se la volete canticchià:

Wow! Mommy's kissing Santa Claus!
I saw Mommy kissing Santa Claus (kissing, kissing Santa Claus)
Underneath the mistletoe last night
She didn't see me creep
Down the stairs to have a peep
She thought that I was tucked up
In my bedroom, fast asleep
Then I saw Mommy tickle Santa Claus (tickle, tickle, Santa Claus)
Underneath his beard so snowy white
Oh, what a laugh it would have been
If daddy had only seen
Mommy kissing Santa Claus last night
He saw Mommy kissing (kissing, kissing) Santa Claus
I did! I really did see Mommy kissing Santa Claus
And I'm gonna tell my dad

Then I saw Mommy tickle Santa Claus (tickle, tickle Santa Claus)
Underneath his beard so snowy white
Oh, what a laugh it would have been
If daddy had only seen
Mommy

Il secondo pezzo, riadattato dal maestro Ciampi e interpretato dar medesimo ar pianoforte è il classico Feliz Navidad che nella trasposizione Dantesca del testo doventa "se me la voi dà" la potete cantà anche voi e fa grosso modo così

Se me la voi dà

se mela voi dà

se mela voi dà

armeno a Natale si tromberà

Se me la voi dà

se mela voi dà

se mela voi dà

armeno a Natale si tromberà

Io ci speravo sempre bimba sai

io ci speravo sempre bimba sai

io ci speravo sempre bimba sai

nel profondo de miei penzièr


Come avrete capito dar tono lieve, il poste di oggi è affidato a me Zanzina. Dani cocina co Holly e Martina, Samatta è sortita in barca co Bobby perché se vanno via lui e Marti prencipiano a sbaciucchiassi e si dimenticano le commissioni da fa. Balena dorme sulo stesso divano dar quale Dante e Dino guardano il seguito del filme di Pupi Avati. Emma e Cice fanno l' assarti ala porta dela cucina dala quale sortano effluvi da sogno.

I firmi li trovate ntorno a mezzogiorno. I commenti so da my movies 

Un mi resta che auguravvi na stupenda vigilia di Natale

Zanza

Ah na piccola nota di redazione perché nessuno si scandalizzi: l' immagine a corredo di " se me la voi dà" è na mezza mela che mostra l' torzolo. Lo so che pole sembrà na topa ma allora vole dì che l' avete ner capo perché è na mela ve l' assicuro.

-------------------------------------------Chi la vista la mamma e Santa claus---------------------  




UN'ALTRA MANO DI POKER AL TAVOLO CHE PUPI AVATI ALLESTÌ 17 ANNI FA.
Recensione di Mattia Nicoletti

Il tavolo verde di Avati si accende ancora e riluce degli sguardi di cinque personaggi in cerca di sé stessi e di un momento che per tutti, vincente o perdente, si imprime in una vita che non sempre è quella che sembra, e, molto frequentemente, rappresenta una dura realtà. Franco, 18 anni dopo una sconfitta in una partita a carte che lo ha segnato (anche economicamente), cerca i suoi "compagni di ventura" per giocare una rivincita su molti fronti. Lele, critico cinematografico malato di cancro, Ugo, conduttore televisivo, Stefano, proprietario del "luogo del delitto", l'avvocato Santelia. I protagonisti fra giochi delle parti si presentano nuovamente a rivivere quell'attimo che li mette a confronto in valore assoluto, senza considerare la loro condizione di vita attuale. La tensione della vecchia amicizia è ora dentro il mazzo di carte, che legge e mette a confronto ancora una volta l'anima e il cuore di chi è coinvolto.
Il regista mette in scena gli uomini ancor prima dei luoghi, e li innalza alla magia del cinema. Le interpretazioni superlative e i tempi drammatici costruiscono un'opera "da camera" perfetta in ogni dettaglio.
Quando il cinema italiano è realtà a ventiquattro fotogrammi al secondo. 

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

È il seguito di Regalo di Natale (1986), uno dei film più riusciti di P. Avati, insolito perché, nella finzione come nella realtà, avviene 18 anni dopo. È anche uno dei suoi pochi film ambientati nell'Italia contemporanea, l'unico situato nel presente della natia Bologna. Il che spiega il più alto tasso di amarezza civile, di squallore arrogante e, forse, di misantropia che impregna il racconto. Anche qui la partita a poker serve a togliere le maschere ai personaggi e a rivelarne l'indole nascosta o la vulnerabilità, ma non c'è soltanto un traditore come nell'altro film. Lo stesso Franco (Abatantuono), vecchia vittima, è predisposto a barare. L'Italia odierna è più abominevole e corrotta che nel 1986. Alla riuscita del film, scritto da Avati (con la consulenza pokeristica, non sempre ascoltata, di Giovanni Bruzzi, come in Regalo di Natale ), contribuiscono i 5 attori, perfetti anche nel mostrare gli effetti che l'orologio biologico ha avuto su di loro.




UNA PARABOLA ECOLOGISTA TRA FANTASY E FANTASCIENZA CHE MOSTRA GIÀ IL GENIO INIMITABILE DI MIYAZAKI.
Recensione di Emanuele Sacchi

È trascorso un millennio da quando una serie di guerre, culminata nelle esplosioni termonucleari dei Sette Giorni del Fuoco, ha alterato l'ecosistema mondiale. Il Mare della Rovina si è espanso drammaticamente, occupando i regni degli uomini e invadendo la Terra con i suoi insetti giganti e le sue spore velenose. Solo pochi territori sono rimasti indenni, ma i loro abitanti continuano incessantemente a combattere tra loro. In un regno neutrale e pacifico, la Valle del Vento, vive la principessa Nausicaa, dotata di un potere extrasensoriale che le permette di comunicare con gli animali e con i temibili insetti Ohm. Nausicaa è convinta che la soluzione non sia attaccare gli insetti, bensì comprendere il segreto alla base del Mare della Rovina.
È nel futuro distopico di Nausicaa della Valle del vento che ha inizio la straordinaria epopea trentennale dello Studio Ghibli. Benché tecnicamente il film non sia ancora una produzione dello studio, ma un lavoro distribuito dalla Toei, Nausicaa è unanimemente considerata l'opera fondativa della casa cinematografica (è infatti inclusa in tutti i Dvd retrospettivi) e del Miyazaki-pensiero, la filosofia che ha cambiato per sempre il mondo dell'animazione mondiale. Nella vicenda è possibile individuare agevolmente le tematiche peculiari dell'autore, che il regista svilupperà nel corso degli anni: l'amore per la natura e per la vita, un'eroina in età adolescente con un coraggio pari solo alla sua bontà di cuore, la fascinazione per gli aerei e per ogni tipo di strumento o marchingegno che consenta all'uomo di librarsi in volo. Anche il sodalizio con Hisaishi Joe, autore delle musiche, nasce con Nausicaa. Benché da un punto di vista tecnico si avverta una certa obsolescenza (i fondali e le animazioni sono piuttosto primitive, con alcuni movimenti tutt'altro che fluidi), per il resto Nausicaa è opera che trascende la propria contestualizzazione temporale, tanto da rappresentare, a distanza di decenni, un'inesauribile fonte di ispirazione. Forse resta ineguagliabile per lo stesso Miyazaki l'operazione di sincretismo di molteplici fonti (Dune e i suoi Vermi, i Grandi Antichi di H. P. Lovecraft, le battaglie di popoli di J.R.R. Tolkien, l'Odissea), in cui ognuna fornisce il suo contributo senza inficiare la totale autonomia e credibilità dell'universo miyazakiano.
Fantasy e fantascienza si mescolano in parti uguali, in una versione quasi opposta per estetica e spirito rispetto allo steampunk: gli avveniristici ritrovati tecnologici convivono con rudimentali strumenti agricoli, i phaser a raggi laser con spadoni dall'elsa dorata. Il risultato è una straordinaria parabola ecologista in cui la forza della narrazione e la libertà delle creazioni visive del regista non sono intaccate dalla presenza di un evidente messaggio-monito ambientalista. In netta controtendenza con il canone del genere fantastico, Miyazaki evita infatti ogni manicheismo, chiarendo in diverse scene come non esista una divisione netta tra bene e male: anche gli atti più scellerati sono figli di una ragione ben precisa, che alimenta la paura nel cuore degli uomini. Cause e soluzioni variano caso per caso e, benché l'uomo sia dominato da tentazioni e da fragilità che lo portano a commettere gli stessi errori in un ciclo continuo, non esiste il male in sé. Al secondo film, dopo la rielaborazione della saga di Lupin III con Il conte di Cagliostro, Miyazaki Hayao è già un maestro indiscusso e Nausicaa l'inizio di un viaggio indimenticabile.

7 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Redazione: on line dalle ore 16:00 alle 23:00

    www.esserinoebalena.blogspot.it

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  2. Grazie mille per il secondo atto della sfida. Il pomeriggio è assicurato! Per Vale di sicuro ma piacciono anche a me, Avati è uno che sa il fatto suo. E i film di animazione cominciano a piacermi sempre di più.
    Per gli auguri c'è ancora tempo ma comincio a inviarli, non vorrei che tra regioni fossero proibiti anche quelli.
    Un abbraccio immenso
    Patty

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  3. Eccoci pronti a un altro pomeriggio in poltrona e grazie a voi avrò roba ottima davanti agli occhi.
    Anche io inizio con gli auguri che ripeterò nei commenti a venire
    Giovanni Martinelli

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  4. Augurissimi da Fausto Carletti e Laura Mazzarini (Jesi). Siete i migliori. Scriviamo poco ma La vostra cineteca ci è di grande aiuto.

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  5. Io gli auguri ve li faccio domattina, per adesso vi ringrazio per Nausica e tutti gli altri bei film degli ultimi giorni dove non mi sono fatta sentire (ma a scuola gli ultimi giorni prima di Natale sono sempre un po' traumatici). Se non sbaglio una delle vostre costanti a Natale è ritrovarvi con qualche offerta che non potete rifiutare. Bene così, il pandoro dopo sarà ancor più dolce (o il panettone, il panforte o quel che vi pare). Gli ascolti natalizi mi sono piaciuti moltissimo e mi hanno fatto entrare nell'animo giusto per questa vigilia 😃

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