Quando ero adolescente e lo zio Dante aveva cominciato a frequentare assiduamente zia Holly, rimanevo incantata dall' innumerevole quantità di giochi, di racconti, di sfide di abilità che ogni sera proponeva a me e a Bobby. Col bicchiere del vino in mano, accanto alla stufa a legna, iniziava intorno alle 6 del pomeriggio e finiva solo quando la zia diceva: "si mangia, lavatevi le mani e tutti a tavola".
Tra le varie topiche l' argomento che massimamente mi interessava era il pensiero laterale ovvero la ricerca di soluzioni non convenzionali a determinati problemi apparentemente insulubili che in realtà non sono tali.
Appaiono così a noi perché pensiamo secondo schemi rigidi appresi in famiglia o a scuola o dalle convenzioni di gruppo. Ricordo bene un caso emblematico a proposito: Bobby aveva una insegnante di inglese davvero bella, per di più, sebbene elegantissima, aveva quel certo tocco nel vestire che la rendeva provocante. Niente di volgare, niente cosce di fuori, niente seni " affacciati al balcone", niente rossetti "alla Azzolina". Solo le scarpe con un tacco altissimo (che allora non usavano così tanto) calze robuste ma con riga posteriore e gonne che una qualche sarta, con la famosa mano di Dio o forse della Madonna, riusciva a pennellarle addosso in modo tale che tu non vedevi né la foggia, né il tessuto o il colore, né la sua lunghezza ma solo un sedere perfetto che ci si muoveva dentro e non ancheggiando o mettendosi in mostra ma con una naturalezza tale che gli abiti parevano una seconda pelle. Confesso, di averla eletta a modello sebbene assai difficile da emulare. Dunque Bobby e tutti i suoi compagni di scuola andavano matti per questa bellezza che chiameremo convenzionalmente Linda, anche se era solo un vezzeggiativo.
Un giorno Bobby era coi suoi amici e l' argomento di discussione era Linda. A proposito prima che mi dimentichi: di volto non posso dire fosse proprio somigliante ma aveva quello sguardo leggermente asimmetrico che ha anche Martina l' attuale fidanzata di Bobby, mi sa che le reminiscenze abbiano corroborato il suo coraggio nella conquista della avvenente trombettista livornese.
Entra dunque lo zio e, rendendosi conto di questa sorta di adorazione degli studentelli fa "Ma sta Linda è per caso quella tipetta schizzapiscio che camina su trampoli?" Pareva avesse toccato Maradona ai napoletani. Protestarono in coro magnificando la leggiadria della loro prof. Alla fine Lo zio uscì con una delle sue smargiassate "Va bene domani la carico in barca e gli dò un occhiata da vicino poi ve lo dico io se merita". Tutti lo derisero chiamandolo sbruffone ma restarono di sasso quando il giorno dopo all' uscita della scuola videro zio Dante che aiutava Linda ad accomodarsi nella sua barca ovviamente scassata come sempre, sverniciata e con roba appoggiata ovunque.
Fui testimone dell' episodio perché la mia scuola era lì vicino e lo zio mi adocchiò sulla fondamenta e fece salire anche me. Accompagnando la prof a casa parlò di tante cose ma prevalentemente di Bobby e di me, del fatto che avevamo i genitori separati che vivevamo con lui e zia Holly e a noi ci pensavano loro anche per quanto riguardava la scuola. Poi disse del suo grande amore per l' Inghilterra e chiese a lei dei più bei posti di Londra, dove di certo lei aveva studiato, poi le chiese dei Beatles, dei Rolling Stones, dei musei, delle feste che si facevano a Londra alla fine lei divenne loquacissima felice forse che qualcuno desse importanza ai tanti anni che aveva passato là. Lui comunque non azzardò neppure mezza galanteria, non una parola fuori posto anche lontanamente allusiva, perfino a destinazione non rimase in barca ad aiutala spingendola per salire a terra, magari facendo come fanno i gondolieri e approfittando per appoggiare una mano su quel sedere che pareva disegnato da Crepax. Saltò invece a terra agilissimo e le porse la mano aiutandola a prendere lo slancio. Lei indugiò quasi ad andare via, quando fui più grandicella pensai che se non ci fossi stata forse io lo avrebbe invitato a bere qualcosa o forse anche no, ma non è importante. Io però lì capii che cosa mi piaceva in un uomo, il fatto che con mezzo gesto ti facesse sentire una principessa, il fatto che su una barca uno si muovesse come se fosse stato su una carrozza a Windsor. Ovviamente nel pomeriggio i ragazzi vollero sapere come avesse fatto e lui semplicemente spiegò: "mi sono scusato di non aver mai tempo per andare a un colloquio e ho premesso che le volevo solo dire due parole su di te, lei mi ha detto che avrebbe perso il vaporetto e io lho controbattuto: " propio qui sotto ho una barca da lavoro modesta e sporca ma si sentirebbe onoratissima se lei volesse darle il privilegio di accompagnarla a casa, così avremmo anche il tempo per quelle due parole per mio nipote". L' episodio ebbe anche una conclusione a latere. Quando Linda ebbe occasione di parlare con Bobby gli disse "E' vero che passi una situazione difficile ma hai la fortuna di avere un uomo speciale per zio è tanto che non incontravo una persona così amabile". Insomma, tornando al pensiero laterale, lo zio spiegò poi a Bobby ed anche a me, che non perdevo una parola: "C'erano tanti ostacoli: il fatto che ho una barca indecente, il fatto che magari non stava bene che salisse con uno sconosciuto, forse poteva avere anche una certa paura perché sono grosso e rude d'aspetto ma c'erano anche cose a favore" e quali?" chiese Bobby.
" Prima di tutte il fatto che io non sognavo di vederla in pose da fumetto porno, né vagheggiavo di farci chissà quale maialata, ero già a catena colla tu zia. Quindi ero rilassato, poi avrebbe dovuto replicare ad una mia gentilezza con una scortesia. Quando una persona fa un gesto gentile verso di te è molto difficile rispondergli sgarbatamente, si chiama principio della reciprocità lo sanno anche i negri che elemosinano davanti alla stazione di Santa Lucia, alcuni ti regalano un braccialettino e dopo che te lo hanno messo al polso come fai a non dar loro qualcosa?"
Bobby ascoltava, anzi beveva la lezione ma critico e pignolo come era fin d'allora aggiunse: "Sì ma tu come facevi a sapere che avrebbe detto di sì?"
" Non lo sapevo ho usato il pensiero laterale"
"E sarebbe?"
"Ti racconto una storia accaduta alle elementari. Ormai forse qualcuno l' ha anche consacrata alla rete ma ti assicuro che la sfornò per primo Dino Ciampi che se non fosse lo stronzo che è sarebbe uno da studiare a fondo per la profondità e l' agilità del pensiero che lo caratterizza anche da briaco.
S'era in quinta elementare. In classe la maestra spiegava matematica e si rivolse a Dino che, riparato dal banco, si stava toccando il pisello attraverso la tasca dei pantaloni. All' epoca era un modo discreto per ingannare la noia e gli chiese: ‘Ci sono cinque uccellini appollaiati su un ramo. Un cacciatore spara a uno di loro, quanti uccellini rimangono sul ramo?’
Dino rispose con la sua solita aria di sufficenza:
“Nessuno Maestra, perché col rumore delo sparo scappan di certo via tutti”. La maestra: “Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni”.
E Dino : “Posso farle io una domanda adesso?”
La maestra: "Va bene".
“Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?”
L'insegnante rossissima in viso rispose: “Suppongo la seconda… quella che ingoia il gelato fino al cono”.
E Dino: “Beh, la risposta corretta era: quella che porta la fede, ma… mi piace come ragiona lei Maestra”!!!
"Forte" ammise Bobby e se la scrisse per rivendersela agli amici ma poi l' ennesimo dubbio lo assalì
"E come ragionava la mia prof secondo te zio?
"Ad essere sincero quello non lo so con certezza ma mi piaceva come portava la gonna e le calze".
Per la cronaca ho ritrovato quasi tutte le puntate del fucile da caccia che ci aveva chiesto Murasaky
Mi manca solo la 5a a non dispero di recuperarla a costo di fargliela leggere di nuovo.
In Cineteca per voi: una scorpacciata di MacBeth, ho fatto un tre per due.
Metto commento tradizionale per quello del 2015 e brevi per gli altri due. Il terzo prende spunto dal Macbeth per trattare una trama moderna che riprende i momenti topici del dramma ma li ambienta in una situazione attuale. Commenti brevi per questi ultimi due altrimenti a mezzogiorno stareste ancora leggendo. Ecco mentre scrivevo questo condizionale ho pensato, di riflesso, al mio Governatore, con uno "stareste" e i dubbi che gli scatenerebbe Zaia potrebbe andare in dissociazione totale e vedere la Madonna come Paolo Brosio.
Tutto in cineteca ma dopo le 11:00 commenti my movies e Morandini
Buon inizio di settimana
Dani
Macbeth, valoroso condottiero, cede alla propria sete di potere per seguire la profezia che lo ha indicato come il futuro re di Scozia, fomentato dalla moglie la cui ambizione è assai più intensa e frustrata della propria. L'ascesa al trono di Macbeth prevede l'eliminazione fisica del reggente in carica, e sarà seguita da una serie di delitti sempre più efferati, poichè l'uomo, divorato da dubbi e paure, vede ostacoli in chiunque. E Lady Macbeth si renderà conto di aver creato un mostro che non può più controllare.
Difficile ridurre la trama di uno dei capolavori di Shakespeare in poche righe, perchè la quantità di livelli di lettura e di significati insiti nel testo è quasi illimitata, nonostante la brevità della narrazione: una brevità che consente a Justin Kurzel, il regista di questo settimo adattamento cinematografico di Macbeth, di riportare fedelmente sul grande schermo l'intera storia, conservando nella loro interezza (e complessità linguistica) i dialoghi shakespeariani.
Tuttavia il contributo originale di Kurzel si limita alla messiscena, in una Scozia selvaggia e brulla a metà fra Braveheart e la Grecia arcaica di 300): per il resto l'adattamento è talmente fedele e ossequioso rispetto al testo di Shakespeare da risultare convenzionale, nonostante l'ottima interpretazione di Michael Fassbender che comunica con la sola forza dello sguardo le mille sfumature della metamorfosi del protagonista: da eroico combattente ad arrampicatore assetato di potere a tiranno senza umanità, passando per quel bambino fragile che la moglie riesce a manipolare con facilità. E Marion Cotillard è una Lady Macbeth dal viso angelico e l'animo corrotto la cui maternità frustrata si trasforma in brama di potere, e che fa leva proprio su quell'impulso materno (e sulla sua sensualità) per manovrare il coniuge come un pupazzo. Fra le poche prese di posizione autoriali di Kurzel ci sono la trasformazione visiva di quel materno in mariano nella scena in cui Lady Macbeth cede ai sensi di colpa per le proprie mani sporche di sangue e l'inquadratura in cui Macbeth punta un coltello contro il ventre della moglie, identificandovi la fonte primaria dei suoi guai.
I fantasmi che dovrebbero tormentare Kurzel, per restare in zona Shakespeare, sono quelli di Orson Welles, Akira Kurosawa e Roman Polanski, autori prima di lui di adattamenti assai più coraggiosi, nonché quello dello stesso Shakespeare, la cui prosa fortemente evocativa può ispirare ogni artista a creare un adattamento fortemente personale. Il Macbeth di Kurzel invece è rigoroso, canonico, esteticamente ammirevole, storicamente corretto, ma non aggiunge nulla a quanto c'è sulla pagina e a quanto c'è già stato sul grande schermo. Anche per questo l'incessante accompagnamento musicale di sottofondo dopo un po' comincia ad assomigliare allo stridio di una sega circolare.
MACBETH 1971 Polanski
Nella Scozia dell'anno Mille Macbeth prende il posto del sovrano legittimo dopo averlo assassinato. Deve uccidere i testimoni del delitto e poi figli e amici di quanti ha ucciso prima. Con l'aiuto di Kenneth Tynan, Polanski ha avuto due belle intuizioni nella trasposizione di Shakespeare: fare di Macbeth e sua moglie una coppia di giovani mediocri, quasi piccoloborghesi; capire che i re di Scozia erano dei bútteri e vivevano in rustici casolari. C'è la violenza, anche in eccesso, ma non la nera poesia della disperazione del testo. E i due giovani interpreti non sono all'altezza. Fa macchia il McDuff di Bayley. Il dramma fu portato sullo schermo 9 volte all'epoca del muto e 9 volte (comprese le edizioni televisive) nel sonoro. Memore della strage di Bel Air, Polanski torna ossessivamente sul tema dell'assassinio, davvero centrale in questo dramma.
Lady Macbeth
Nell'Inghilterra del 1865 la 17enne Katherine è costretta a un matrimonio con un possidente terriero più grande di lei, che non la sfiora mai. Nella gelida campagna, in una villa più fredda del clima fuori, Katherine patisce la rigidità morale che le è imposta. Conosce Sebastian, il nuovo stalliere, e ne è ossessivamente attratta. Ma la relazione tra i due innesta una spietata reazione a catena condotta proprio da lei. Il debuttante Oldroyd, su sceneggiatura di Alice Birch, si ispira al romanzo breve di Nikolaj Leskov Lady Macbeth del Distretto di Mcensk (1865). Stile austero per un (esagerato) noir vittoriano sulla devastante crudeltà dei rapporti di classe, sulla sottomissione delle donne nella società, la vita nelle comunità rurali e una relazione illecita e passionale. È un viaggio torbido nell'oscurità dell'animo umano, diretto come fosse un thriller. A metà strada tra Lady Macbeth e Lady Chatterley, il personaggio principale è riuscito grazie alla Pugh.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Redazione: Dani Venezia on line dalle ore 19:00 alle 23:00
Delizioso raccontino, grazie al resoconto della nipote apprendiamo che i successi di Dante ed anche di Dino non fossero poi questioni ormonali o di impatto fisico ma fondassero il proprio successo su un savoir faire magari ruvido (non li immagino a fare i cicisbei) ma efficacissimo. Quanto al vostro Governatore, credo anche io che qualora si avventurasse in ostiche costruzioni ipotetiche ne risulterebbe inevitabilmente sopraffatto
RispondiEliminaGrazie per questa bella carrellata di pellicole.
Giovanni Martinelli
Dante sì che sa come si sta al mondo: il familiare di un alunno! Un povero ragazzo, figlio di divorziati! S'è dovuto muovere le zio! Che, pover'uomo, ha pure tanto da fare! E meno male che c'è lui a occuparsene!
RispondiEliminaCerto che è salita a bordo, nessuna insegnante sarebbe rimasta insensibile a un richiamo simile.
Bene per il fucile da caccia, poi s'aspetto il giallo.
Grazie dei film, io comunque non sono affatto d'accordo che Lady Macbeth burattini il marito: fa la sua parte da brava sposa, il marito vuol essere incoraggiato e lei lo incoraggia con tutte le sue forze. Lui le manda la lettera proprio per farsi incitare, lei lo capisce benissimo e fa quel che deve fare. Il povero re Duncan è già morto e sepolto appena le streghe parlano. Per citare Verdi, o meglio il librettista Piave (che è molto sintetico, da buon librettista)
"Ma perché sento drizzarsi il crine?
Pensier di sangue, DONDE sei nato?
Alla corona che m'offre il fato
la man rapace non alzerò, no, no, no, no"
e tutte le volte che sento questa strofa, anche quando sono a teatro, mi viene spontaneo gridare "Come sarebbe DONDE è nato il pensier di sangue? E' nato da te, che domande!". A teatro, naturalmente, evito di dirlo e mi limito a pensarlo.
Poi van nei pazzi tutti e due perché non reggono quel che hanno fatto, e la cosa li sorprende perché nonostante i rimorsi non sono affatto pentiti. E' un tratto estremamente realistico e assolutamente geniale.
La Lady Macbeth del distretto di Minsk è invece qualcosa che ho sempre cercato di scansare con tutte le mie forze: c'è il romanzo che non ho comprato, e l'opera che mi sono ben guardata dall'andare a vedere anche quando l'han fatta al Comunale, adesso scopro che c'è anche il film... così, su un piatto d'argento... come si fa a rifiutarlo? Ebbene, almeno il film lo guarderò, non si può sfuggire sempre al proprio destino ^_^
Grazie, se non s'è capito Macbeth mi piace molto.
Grazie a Murasaki per l' interessante disamina. Concordo sulla posizione nei confronti di Lady Macbeth, anch' io penso che supporti il marito ma è posizione non condivisa da molti. Mi interesserebbe anche il Macbeth del 1948 o, comunque, edizioni antiche, nel caso ne possiate reperire. Con tutto il tempo che l' opra necessita. Patty si è beccata qualcosa, febbre forte tosse e una minima parte di sintomi ascrivibili al covid. Aspettiamo il tampone domani e intanto mi sono messo in segregazione anch'io. Quindi films, audio, musica sono i benvenuti
RispondiEliminaColgo anche l' occasione per ringraziarvi per il paziente, accurato, puntuale lavoro che fate con l' unico scopo di portare sollievo a chi ne a bisogno e cultura a chi la ama. Queste forme di volontariato spontaneo e non afferente ad onlus varie sono da collocarsi alla pari di quelle alle quali i media danno maggiormente risalto.
Vi scrivo raramente ma vi seguo dal Natale 2007. Una bella e lunga Amicizia.
Valerio Antonio
Patty dal letto fa segno di salutarvi
P.S. commento dalla mia posizione web perché non so aprire quella di Patty