mercoledì 2 settembre 2020

fatevi i gatti vostri n 1593 "il vero Romeo suscita torbide passioni"

Abbiamo ricevuto le foto del vero "Romeo" e, come era naturale, siamo state colte tutte da sindrome di Stenbai ovvero siamo rimaste impietrite senza saper cosa fare  di fronte a siffatta leggiadria. Dantino lo ha già rimesso a posto di motore e, all' alba lo ha portato fino in campagna dove tiene il camper ed ha il box in lamiera, non lontano dall' ormeggio della sua barca, in pratica dove nella fiction dimorerebbe il protagonista del giallo che per ora langue. Questo posto viene usato per svolgere la maggior parte dei  lavori danteschi mentre quelli in cui servono strumenti di maggior precisione vengono fatti a casa perché non si fida a lasciare tali attrezzi a distanza. 
Nella foto. il piccolo Romeo è accanto al ciao col quale Dante ha fatto ritorno. Il Ciao di solito lo tiene lì per viaggiare dal camper alla barca.




Tenere un motorino a Venezia non è facile, la circolazione è proibita anche alle bici ma ci sono solo un paio di ponti per raggiungere casa di Holly e quindi il ciao messo in modalità bici e spinto a mano si può portare senza troppa fatica fino alla nostra cantina, dopo aver raggiunto in moto Piazzale Roma luogo dove si fema la civiltà della ruota e inizia quella del remo.
Dicevo che Romeo ha suscitato in noi ragazze iniziale stupore seguito da passionale concupiscenza. 
La trecciuta Veronese dovrà tirar fuori le arti di Circe se vorrà placare le sue torbide voglie montandolo. Sappia costei che  prima ci siamo noi tutte, prenotate da tempo e disposte finanche a qualsiasi trasgressione ci venga da lui proposta. Ivi comprese: impennate in partenza, triangolo (lui con due passeggere), semafori a luci rosse e quant'altro la sua fantasia sappia tirar fuori. Speriamo si astenga dalle 50 sfumature di olio perché secondo il Kamamoto Sutra ciò non è segno di buona efficenza del motore o di miscela troppo grassa.
Siamo certe che Dante ne farà un gioiellino. Per il momento lo ha già rimesso in moto e romba che è un piacere. Non sa ancora se lo riporterà come era in origine appena uscito dalla casa bolognese dei fratelli Po che vi installavano un affidabile motore Minarelli oppure se deciderà per un tuning e lo trasformerà in una piccola Harley Davidson con tanto di borse in cuoio. Non sarebbe male usarlo d'estate sul litorale livornese con una canottiera alla Bay watch un paio di occhialini alla Lennon e un caschetto in pelle.
L'attesa  non sarà breve, ad essere ottimiste facciamo un forecasting per l' estate prossima ci consoliamo quindi con i nostri nuovi accessi in cineteca. 

Dei tre films, richiestici da Murasaki,  purtroppo solo due funzionano, il terzo "la cuoca del presidente" non si vede. Abbiamo dato voce ad amici e collezionisti per una copia fruibile. 
Infine: Non abbiamo avuto risposte o almeno poche, sull' interesse o meno per Divorce (serie) con Sarah Jessica Parker, affrettatevi a farcelo sapere.
Mi pare di aver detto tutto.

Ecco per oggi la città incantata con recensione tratta come sempre da my movies
Baci Zanza

Uno dei film più interessanti della cinematografia 
nipponica recente ha dovuto attendere la conquista 
dell'Oscar per il miglior film d'animazione per poter
 accedere ai nostri schermi. 
Il film è stato premiato al
Festival di Berlino con l' Orso d'oro

ALLEGORIA DELLA VITA, DELLA 
CRESCITA E DELLA PERDITA IN UNA DELLE FIABE 
PIÙ VISIONARIE DI MIYAZAKI.
Recensione di Emanuele Sacchi

La piccola Chihiro non sopporta l'idea di traslocare e di perdere i propri amici, ma non può far niente per impedirlo. Proprio quando la famiglia è in viaggio verso la nuova casa, il padre imbocca una strada sterrata che termina davanti a un tunnel misterioso. I genitori sceglieranno di attraversarlo nonostante le rimostranze di Chihiro, per giungere a un parco dei divertimenti abbandonato, almeno apparentemente.
Il titolo più celebrato - un Orso d'Oro e un Oscar - e forse amato del corpus miyazakiano, quello destinato a mettere d'accordo tutti, dai fan agli amanti occasionali del lavoro del regista giapponese. Giunto dopo le fatiche de La principessa Mononoke e dopo uno dei molti annunci di ritiro infine non concretizzatisi, La città incantata sintetizza con un linguaggio sempre più ricco i temi cari sin dagli inizi di carriera al regista, calandoli in un contesto totalmente fiabesco e allegorico. Il lato visionario si scatena grazie alla molteplicità di forme assunte dai diversi spiriti che abitano le terme di Yu-baba, le musiche di Hisaishi Joe sono tra le più struggenti mai ascoltate e la narrazione coniuga in maniera esemplare le esigenze di entertainment - travolgente il dinamismo delle sequenze di azione, come quella di Haku inseguito dagli omini di carta animati - e i momenti più intimisti, in cui Chihiro trova il tempo di riflettere sulla sua condizione e di comunicare empaticamente con il pubblico, aiutandolo a comprendere l'universalità del messaggio del film. Ogni dettaglio dello sfondo o personaggio apparentemente minore assume vita e senso propri, nel décadrage meticoloso di uno scenario corale che si ramifica per poi ricongiungersi, ritrovando il filo proprio quando sembrava prevalere un nuovo spunto.
Miyazaki rilegge Lewis Carroll, ha detto qualcuno, ma di fronte a un nuovo classico ha poco senso enumerare gli antecedenti: la forza de La città incantata è infatti tale da porlo come esempio a pieno titolo di racconto pedagogico contemporaneo, allegoria della crescita e della perdita (così inizia la storia, con un biglietto di addio) sotto forma di fiaba, in cui il piano superficiale di lettura non deve compromettere in alcun modo la godibilità della sua fruizione per poter veicolare i propri simbolismi. In un periodo di tempo, indeterminato come le regole del mondo degli spiriti, Chihiro vive un viaggio interiore ed esteriore che è quasi un trailer, una versione condensata, della vita destinata ad attenderla.
Irta di difficoltà e di dispiaceri (la perdita di persone care), di ipocrisia e grettezza (le rane al servizio di Yu-baba), di trasformazioni e maturazioni (il Senza-volto): amore, lavoro e senso di responsabilità si succedono sotto forma di prove, a cui Chihiro viene più o meno consapevolmente sottoposta prima di acquisire una nuova saggezza. Come la Dorothy che torna da Oz, così Chihiro non dimenticherà mai il suo viaggio incantato né la lezione ad esso sottesa, facendone tesoro per affrontarne uno ancor più incerto e pieno di incognite. E salire così su un treno dalle tappe meravigliose che procede, inesorabilmente, in una sola direzione. 

3 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Redazione: Livorno on line dalle ore 19:00 alle 20:00


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  2. Delizioso quel piccoletto. Vale dice che suo padre ne possedeva uno simile chiamato miniCaliffo, del resto a Roma er Califfo era un nome....
    Vorrei vedere la bellezza del somaro e non intendo quella che vi farà sorridere maliziosamente sia chiaro birichine fanciulle
    Baci Patty

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  3. Dante si inventa la vita giorno per giorno. Penso che questo suo entusiasmo quasi adolescenziale sia il suo miglior metodo di combattimento contro l' invecchiamento. Un motorino simile ma credo fosse un Benelli lo aveva la mamma della mia compagna di banco che ogni tanto lo prendeva in prestito. Sebbene fosse piccolo portava bene anche me sul portapacchi con un piccolo cuscino.
    Approfitterei anche io per un ulteriore film della lista: La corrispondenza di Giuseppe Tornatore
    Grazie e affettuosi saluti a tutti
    Anna

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