mercoledì 24 marzo 2021

fatevi i gatti vostri n 1789 " fantasie d' una quasi trentenne, le cose di Zio Dante, gli occhi di Luca"

Non credo che mi abbiate mai sentito parlare delle mie amiche veneziane. I rapporti di amicizia che hanno conosciuto l'onore del post sono altri e diversamente collocati sotto il profilo geografico. 

Potrei anche  dire che hanno tutti come catalizzatore il Bar Nado.

Al di fuori di quel meraviglioso, ristretto angolo di paradiso in terra posso far rientrare nel numero delle mie amicizie femminili anche Costanza e Lady Jane. Dell' anno in Austalia, invece, racconto solo  di aver trovato molte colleghe cortesi e disponibili ma forse per mia naturale tendenza a non socializzare troppo nessuna rientrò nel novero delle amiche. E Venezia. Quantomeno a Venezia sono nata cresciuta e rimasta fino al termine dell' università e se i Veneti, in generale, hanno fama d' essere piuttosto riservati, per non dire  chiusi non si può affermare lo stesso dei Veneziani e delle Veneziane che abitano il centro storico . Sono rimasti in pochi ma quei pochi preservano la tradizione dei quattro amici al bar che qui è perlopiù sostituito dal Bàcaro (a Livorno vinaio) e dell' ombra sempre presente in mano. L' ombra, come detto più volte, è la misura del bicchiere di vino, in altri luoghi ma talvolta anche da noi, definita gòtto.

Le veneziane, emule dei loro maschi sono anch'esse inclini all' ombra e in tempi più moderni allo spritz. Di carattere  piuttosto ciarliere  se si ha l' avventura di sentirne tre o quattro a far chiacchiere si resta colpiti dalla musicalità ondeggiante della loro parlata, non ci sono stridii o per lo meno quasi mai e l' armonia delle loro voci cantilenanti ricorda un violino. Chiarito dunque che i veneziani e le veneziane non son gente chiusa se ne evince che in 29 anni di vita un po' di amiche  io debba averle avute. 

Restringo la rosa a quelle più care: Patrizia mia compagna di banco delle elementari e delle medie, Cristina compagna di banco al liceo e poi Federica, Giulia e Ilaria compagne di università. L' ultima anche  di nuoto, di ballo e di varie scorribande per locali trend. Tutte abbiam fatto elementari e medie insieme e solo Patrizia invece del classico nel quale convergemmo noi rimanenti, fu mandata in un prestigioso collegio. Comunque ci conosciamo da sempre  e in taluni periodi ci siamo frequentate assiduamente. 

Nessuna di loro legge il nostro blog e ne ignorano l' esistenza,  quindi non hanno motivo di risentirsi per essere state citate solo adesso. Proprio ieri, visto che il tecnico stava impazzendo con la nostra wifi e non volevo condividere quel momento di stress ho accettato un invito pomeridiano e ci siamo ritrovate a casa di Patrizia, discendente da un antica e per tener fede al nome patrizia famiglia Veneziana che conserva pochi schei ma ampie sale a testimoninza dell' agiatezza dei suoi avi. Così, tutte  ben distanziate abbiamo preso il tè e mangiato una quantità enorme di pasticcini dando il via agli aggiornamenti sulle rispettive vite e fortune. Il momento clou è stato quando  siamo arrivate al sentimentale. Patrizia è ancora fidanzata col suo moroso dei 15 anni, non ha avuto grazia di frequentare, in senso stretto, altri che lui e quindi aveva ben poco da raccontare visto che conosciamo tutte Mattia davvero ottimo ragazzo, buon partito e anche passabile esteticamente ma 15 anni mi fanno rabbrividire al solo pensiero. Cristina è sposata da 5 anni ed ha 2 bellissimi bambini quindi i suoi argomenti sentimentali sono immaginabili: i progetti col marito per cambiar casa e i bisticci su chi lava i piatti, Federica, inquieta come le rimanenti, ha un moroso francese che non vede da tempo e vari corteggiatori locali dei qquali ci ha narrato con una tale dovizia di particolari da render difficile l' idea che siano rimasti confinati al ruolo di corteggiatori. Nessuno  però, in arte amatoria, deve aver vinto la sfida i col Francese che lei definisce esemplare museale. Immaginate  voi le  gran risate quando Giulia ha commentato " e tu giustamente lo gli metti la CORNI ce museale". Sempre Giulia ci ha declinato una discreta sfilza di amorucci che si è interrotta con l' ultimo, conosciuto a Natale 2019 e sopravvissuto grazie al Covid. Avete cabito bene non sopravvissuto al Covid ma sopravvissuto accanto a lei grazie al fatto che il Covid ha ridotto alquanto la mobilità e le velleità di entrambi. Ilaria è single proprio come me. Ogni volta che mi vede mi chiede di Riccardo (il Tafano) il gemello di Zanza che ebbe modo di conoscere quando non avevamo ancora venti anni e lui non aveva ancora incontrato il più bel sedere d' Italia, tra l' altro unico nel suo genere perché interamente tatuato. La capisco la Giulietta, Riccardo era davvero un bel tipo, come lo è Zanza al femminile, di carnagione olivastra con capelli nerissimi e occhi verdi, alto magro e con lo sguardo trasognato. Piaceva anche a me e lo avrei anche condiviso con Ilaria (scherzo ovviamente, ci saremmo cavate amichevolmente gli occhi) ma ne io ne Illy possiamo competere con l' assoluta "bontà" di Valentina che negli anni si è anche dimostrata intelligente, fedelissima ed estremamente operosa, sapeva appena limare le unghie 10 anni fa e prima del covid aveva aperto  ben due centri estetici a Livorno e uno a Cecina. Non so come le vada ma penso che in  privato facciano ancora i tatuaggi e tirino avanti con quelli.

Per il resto Illy ci ha raccontato solo dei suoi sogni attuali in campo maschile e molti erano soggetti inarrivabili tipo attori, cantanti ecc. Immagino già che finirà bella e zittella proprio come me che oltre tutto non sono bella come lei che era la più carina del mio corso di laurea.  Quando è stato il mio turno, dopo aver raccontato di   un ragazzo conosciuto in Australia dimenticato già sulla scaletta dell' aereo di ritorno e di Evan l' amico di Bobby, al quale riconosco di essere stato il primo ad avermi fatto veramente provare le farfalle nello stomaco (anche se poi lo ho lasciato io) avevo ben poco da dire. Un paio di storielle di quelle dalle quali ti risvegli chiedendoti "che cazzo ci faccio io qui?" e te ne scappi in mutande rivestendoti per le scale per timore che lui ti senta andar via e poi davvero  null' altro. Così  visto che i miei morosi  non li hanno mai conosciuti mi hanno chiesto quasi in coro come fosse il tipo ideale a cui ambivo. Ho pensato un po' e poi alla fine sono stata sincera:

"Tra i giovani non c'è! T' aspetto mi piacerebbe non bello ma abbastanza carino o comunque simpatico, sicuramente tenero. Per farvi un esempio ecco... un tipo come Barbarossa, magari un po' più alto e più robusto come mio zio Dante. "

Gran risate

"Ma lo sai che Barbarossa compie 60 anni proprio ad aprile? E tuo zio penso che ne abbia di più."

"Sceme era per farvi un esempio, intendevo come erano loro a 30 o 40 anni"

Poi Federica ha lanciato un urletto sollevando la testa dal cellulare e mostrandolo:

"Cazzo Dani! Ma sei uguale a sua moglie! Non ricordavo bene il viso di Barbarossa e sono andata in rete. Guarda sembra la tua mamma". 

Accidenti se ha ragione! La moglie francese di Barbarossa è somigliantissima alla mia mamma che ha volto più pienotto e rotondo della sorella Holly e io, bè dicono tutti che io e la mamma sembriamo sorelle anche perché la mamma sebbene abbia 55 anni è più alla moda di me e cerca di apparire giovanilissima  probabilmente  per la sua discutibile (da me) passione di frequentare uomini assai più giovani di lei. Che sia per quello che a me piacciono maturi? Chissà?



Siamo andate avanti così per un pezzo, poi mentre tornavo a casa con la barca della zia perché la casa di Patrizia è lontana e non avevo autocertificazioni per andare a piedi mentre con un mezzo da trasporto non hai limitazioni, ho continuato a pensare.

In effetti  a me Luca piaceva molto anche quando aveva poco più di 40 anni, la zia da piccola mi canticchiava sue canzoni e zio Dante mi aveva insegnato le "cose da salvare" ricordavo che con Dino Ciampi me l' avevano anche fatta ascoltare con i meravigliosi arpeggi del Ciampi che secondo me suona meglio di Barbarossa e la voce dello zio, un po' più fresca di quella attuale ma decisamente peggio di quella di Barbarossa.

Ho chiamato Zanza che era un po' meno stressata e le ho chiesto se avesse in archivio quella vecchia registrazione dove ricordavo che mentre lo zio se la cantava piano piano per intonarla bene, Dino ricamava degli arpeggi incredibili.

"Boia dé te la metto subito." mi ha risposto mandandomi un bacio


"Riccardo ed Edoardo come stanno" ho chiesto? Come ricorderete sono il Tafano e il Mosca gemello di Zanza il primo e fratello minore il secondo.

"Appena fenisce il virusse hanno intenzione di sposassi e di fammi doventà zia"

"Bene buon per loro! e anche per Te."

"Dai imbecille ti c'ho fregato per vedere se ci senti ancora un pochino pe quel bischero del mi gemellino"

Mi sa che avesse ragione, ma son sfumature pensieri che passano per la testa e se ne vanno . Io con Riccardo avrei fatto fuochi d'artificio una settimana e poi mi sarei spenta come sempre mi succede. Invece Valentina regge e lo rende felice da 9 anni. Viva tutte le valentine del mondo!

Ricordo che di Barbarossa mi piaceva l' aria tenera e il leggero understatement che secondo me gli dava un tocco di umanità. No non era bello come Riccardino ma chissenefrega della bellezza e poi aveva segnato 220 goal nella nazionale cantanti, era di sinistra e gli avevo sentito cantare la canzone preferita dal Ciampi. Questa è una vera notizia da archivio.

Lo sapete qual' è? Con un grande sforzo di memoria ci potreste arrivare perché è una delle poche che qui sul blog avete sentito cantare da Dino.

Eccola qui cantata proprio da Luca.


Lungo post ma quando posso mi piace raccontare, lo so non sono figlia d'arte ma mezza nipote sì e almeno gli intenti li coltivo con passione, per lo stile temo che ormai sia troppo tardi.


Il film odierno parla ovviamente d'amore e la richiesta di Murasaki è  stata quanto mai opportuna

la presentazione è da mymovies

Buona Giornata a tutti. 

ndr   la linea nonostante gli sforzi del buon tecnico non rende ancora come dovrebbe quindi non posso mettere in biblio il materiale dono per l' indovinello matematico ma ce la faremo non dubitate


UN INTRATTENIMENTO FANTASMAGORICO MA 
FRUIBILE, NONOSTANTE 
QUALCHE DOPPIO 
AVVITAMENTO MORTALE
 (DICIAMO RIUSCITO) 
DELLA SCENEGGIATURA.
Recensione di Giovanni Idili

I principali clan inglesi pianificano una coalizione per far fronte alle forti pressioni belliche dell'Irlanda, ma le truppe nemiche attaccano di sorpresa compiendo una carneficina. Rimasto orfano, il giovanissimo Tristano verrà cresciuto da Lord Marke, potente signore a capo della lega di tribù britanniche. Anni dopo, il giovane rampante Tristano, ferito in battaglia, arriva sulle coste dell'Irlanda in fin di vita, dove verrà curato in segreto da Isotta, figlia del re d'Irlanda. I due giovani s'innamoreranno, e il loro amore travolgente finirà per influenzare il corso degli eventi, bellici e non, tra le due potenze in guerra. Quando si parla di epico-tragico la famiglia Scott gioca in casa, nello specifico con Tony e Ridley produttori esecutivi, ad assicurare la tipica atmosfera fantasmagorica ma fruibile. Così, con un plauso alla regia, l'opera offre un intrattenimento di discreto livello, nonostante qualche doppio avvitamento mortale (diciamo riuscito) della sceneggiatura. E vissero tutti felici e contenti. Tranne Tristano e Isotta, ovviamente. 


Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

La storia del fatale amore di Tristan (Tristram, Tristran) e di Yseut (Isolt, Isolde) è una leggenda celtica che ha traversato i secoli fino al '900 in varie forme e in diverse lingue (la vetta è l'opera di Wagner del 1865), ma ha attirato poco i cinematografari: un film muto italiano (1920) di S.A. Luciani, un estetizzante Tristan et Yseult (1972) di Yvan Lagrange e L'immortale leggenda (1943) di Delannoy. Sceneggiato da Dean Georgaris, questo prodotto euroamericano è ambientato nel VII sec. Valente cavaliere inglese al servizio del saggio Lord Marke, Tristan, ferito in battaglia, è curato dall'irlandese Isolde che gli tace la sua nobile origine. Tra i due nasce l'amore. Quando il re d'Irlanda organizza un torneo tra i cavalieri, mettendo in palio sua figlia, vince Tristan. Chi è la donzella in palio? Isolde. Finale tragico. Realizzato nel 2004 da 10 produttori tra cui anche Tony e Ridley Scott, è un film inerte a tutti i livelli, dai personaggi/interpreti alle musiche di Anne Dudley. Amorfe persino le battaglie. Si salvano i costumi di Maurizio Millenotti.

6 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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  2. Mitica Dani ti sei raccontata in maniera splendida e ti confesso che Barbarossa piaceva tanto anche a me! Vale è più bello e poi Luca aveva troppi anni anche per me ma non mi perdevo un concerto e lo seguo ancora. Non ho visto molti tuoi ritratti ma da quel che mi ricordo sei una stangona col viso tondetto che sì mi pare assomigli a quello della moglie ahahah.
    Dante si difendeva bene con quella canzoncina che sembra facile ma non è e il Ciampi fa un concerto anche quando fa l' accompagnamento a proposito che ritmo è?
    Il Barba che canta occhi di ragazza mi mancava, giusto omaggio a Morandi che è suo amico e compagno di squadra ma se non dico fesserie la scrisse Dalla e si sente.
    Un abbraccissimo e quando sarai a posto col wi fi chiederò titoli
    Patty

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  3. Liquiderò con una parola il lavoro dei Dante e del Ciampi che ne meriterebbe molte di più: bello!
    Barbarossa è tra i cantautori viventi uno tra i miei preferiti, sempre orecchiabile e abbastanza classico nei ritmi e nelle parole, proprio come piace a me.
    Poco so dire di ciò che susciti attrazione nel genere femminile ma qualcosa posso dire del tuo modo di scrivere sul quale, nel finale, esprimi titubanze forse in ricerca di rassicurazioni.
    E allora ti rassicuro Dani. Il pezzo è ben scritto, ben bilanciato nelle sue tante parti. Ha un inizio, un mezzo, un culmine (gli angli direbbero climax) e una conclusione. Non stai troppo attenta alla punteggiatura ma intervalli i periodi con senso del tempo narrativo e ciò ti vale da assoluzione per qualche licenza. Apprezzo infine la tendenza a non ripetere due volte lo stesso termine ed a sostituirlo con un sinonimo o una perifrasi, eccellente palestra di stile.
    Credo che l' arte dello scrivere non si eriditi col sangue ma con la frequentazione e la lettura di chi sa scrivere e quanto a questo credo tua abbia avuto mentori eccellenti.
    Ti auguro tanta fortuna per la tua ancor giovanissima vita e buona notte per l' immediato
    Giovanni martinelli

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  4. Post delizioso in cui descrivi alla perfezione esperienze che son comuni a tutte noi ma che di rado vengono tratteggiate così bene. Mi sembrava di rivivere gli incontri con le mie amiche. Non quelli di adesso, ormai siamo tutte con famiglia e lavoro e di quello si parla oltre che di virus. Quanto alla tua simpatia per Barbarossa, lo ricordavo piuttosto bruttino anche se mi piacciono molto le sue canzoni e il suo stile ma la foto che hai messo con giubbotto e rughe adeguate alla sua stagione lo rende piuttosto interessante. La canzone è bella e Dante la cantava a modo suo ma intonato e molto soft mentre il Ciampi con la chitarra è scatenato almeno quanto lo sa essere al piano, bravi davvero.
    Un abbraccio da Anna che commenta poco ma vi segue sempre
    Anna

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  5. @Patty Sei stupenda quando commenti sembra proprio che tu fossi li a decidere tra due contendenti Valerio e Luca e tu abbia scelto il primo.
    @Smartynello Grazie prof ogni sua parola mi è di riflessione e stimolo.
    @Anna In effetti nello scegliere la foto ho cercato quella con l' espressione più "acchiappante"
    naturalmente maturo senza ritocchi a capelli rughe od occhiaie, così mi piacciono gli uomini non quelli che si truccano gli occhi si depilano e si incremano.

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