L'architetto Lucius Modestus, perfezionista e perennemente insoddisfatto sul livello raggiunto dai bagni termali dell'epoca di Adriano, finisce in un singolare varco spazio-temporale che lo conduce nel Giappone contemporaneo; ignaro su dove si trovi e su chi siano i bizzarri personaggi che incontra, il disorientato Modestus nel giro di breve tempo carpirà i segreti di una civiltà tecnologicamente più avanzata, sfruttandoli per divenire l'architetto più celebre di Roma.
Classico esempio di soggetto tanto stimolante e originale quanto irto di potenziali difficoltà, tratto dal manga di Yamazaki Mari, Thermae Romae è la dimostrazione di come una commedia di registro medio quando non basso possa ancora divertire e coinvolgere senza ricorrere a un eccesso di trivialità né suscitare vergogna nello spettatore più smaliziato. Le gag inanellate da Takeuchi Hideki sono tutt'altro che originali, ma scorrono naturalmente nel flusso inarrestabile di un film che non si sofferma mai in didascalismi inutili o in pause che alterino il ritmo della narrazione; non sarebbe concepibile una simile quantità di sbalzi temporali, potenzialmente a scapito della scorrevolezza e della comprensibilità dell'intreccio, se non si rivelasse vincente la scelta di Takeuchi di ignorare ogni verosimiglianza e necessità di un nesso plausibile tra le sequenze. Sul gancio narrativo del confronto tra Roma e Giappone, con il contrasto di elementi in comune e differenze stridenti, si giocano le sorti di un mix di comicità melbrooksiana e nonsense strettamente nipponico, con surplus di babele linguistica, incrementata dal latino estremamente maccheronico parlato da Modestus nelle sequenze "giapponesi". Notevole la vis comica di Abe Hiroshi, sufficientemente meticcio per risultare credibile come antico romano, il protagonista di un esempio raro e memorabile di comicità nipponica al 100% e nel contempo universale, proprio come il linguaggio della risata dovrebbe sempre essere (e sovente non è).
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venerdì 19 marzo 2021
fatevi i gatti vostri n. 1784 " Ecco le foto! Voi provate a indovinare la storia che c'è dietro"
5 commenti:
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AI LETTORI TUTTI SALUTI MICIOSI
Proviamo! Intanto la cassapanca è bellissima e a vedere come erano le zampe e come le ha tirate a nuovo Dante c'è da fargli i complimenti. La storia? Mi piacerebbe pensare che in uno dei traslochi Holly abbia visitato le cantine di un vecchio palazzo veneziano e che abbia trovato questa vecchia cassa alla quale i nuovi proprietari della magione non hanno dato alcuna importanza, anzi l' hanno incaricata di buttarla via. Dante ha provveduto al restauro, adesso fa bella mostra di sé ai piedi del lettone dei gatti e Balena (bellissimo) si è autoeletto Gatto Guardiano dei tesori della Serenissima contenuti in quel prezioso ripostiglio.
RispondiEliminaBuona serata da Patty e Vale che esprime tutta la sua invidia per quello splendido pezzo di storia.
Bene bene, un quesito dopo l' altro uno matematico questo di sapore letterario. Sono poco abile nell' arte del romanzo ma posso provare a vedere la cosa in forma di indagine.
RispondiEliminaDunque: la cassapanca è a Venezia
Il magazzino è quello di Holly
La cassapanca vista alla luce di qualche ingrandimento pare di noce fatta con grandi tavoloni tagliati non in serie.
Le cerniere sono fatte a mano
la serratura è un pregevole manufatto
Inizialmente propendevo per arte povera del primo ottocento italiano ma le gambe hanno una certa lavorazione e se le cerniere del coperchio potrebbero essere state fatte con un abile fai da te di qualche contadino non è certo possibile fare una serratura simile.
il che mi fa propendere per una epoca enteriore collocando l' oggetto fra beni di dimore non lussuose (troppi pochi fregi anzi, non ce ne sono) ma nemmeno poverissime.
Il fatto che non ci siano maniglie o cerniere in metallo stampato e quella serratura mi famnno pensare
a un periodo addirittura anteriore alla seconda metà del settecento quando dobiamo pensare che esisteva gia una lavorazione semi industriale dei serramenti.
Avessi maggiori appigli dire fine seicento primi del settecento ma è parola di profano.
Probabilmente era in una sacrestia o nella casa di un fattore, insomma non un nobile che l' avrebbe voluta più ampollosa e referenziale ma di certo di proprietà di uno che qualche soldarello poteva spenderlo perché una serratura di quel genere tutta fatta a mano richiede almeno una giornata di lavoro e di un ferraiolo di consumata esperienza.
La mia indagine si fema qui, sapessi di più sugli stili e sull' uso dei legni proseguirei ma non ho lumi in materia.
Comunque il restauro delle zampe è stato fatto molto bene creando finte anticazioni. Probabilmente erano marce o tarlate e Dante le ha ricostruite non so bene come.
L' ingresso in casa e l' appropriazione da parte del Gatto Balena è storia a sé.
Con affetto Giacomo
Ancora un modo singolarissimo per tenerci vicino a voi!. Rinuncio per stasera adr sfogo alla fantasia in sogno rifletterò sulle interessanti considerazioni di Giacomo e domani, sempre che non vogliate esser voi a raccontare la storia della magica cassapanca, azzarderò la mia interpretazione
RispondiEliminaBuona notte
e grazie di tutto
Giovanni Martinelli