Forse vi domanderete perché questo blog non festeggi l' OTTO MARZO festa della Donna. La risposta è semplice: la zia s' incazza solo a rammentarglielo o a vedere mimose in giro, in compenso quale risposta per chi gliene chiedesse conto ha attaccato sul frigorifero copia di questo articolo di Lea Melandri che comparve anni fa su l' INTERNAZIONALE.
8 marzo: le mimose lasciatele sugli alberi. In casa, dopo un po’, fanno cattivo odore.
Chissà perché la ricorrenza di un evento luttuoso – quale è stato storicamente l’8 marzo – è diventata, prima la “giornata” e poi “la festa della donna”.
Per anni ho costretto me stessa a darle un senso, più che altro per il rispetto dovuto a tutte le associazioni, gruppi femminili e femministi che avrebbero preso quell’occasione per incontri e dibattiti su temi di comune interesse.
Oggi, di fronte ai rimasugli penosi che escono dalle radio, dalle televisioni e dai giornali, di quella che pervicacemente, vergognosamente resta la “questione femminile” – le donne considerate alla stregua di un gruppo sociale svantaggiato o come un “genere” da uguagliare o tutelare sulla base dell’ordine creato dal sesso vincente – ho un desiderio forte e deciso:
che non se ne parli più;
che nessuna data venga d’ora innanzi a fare da velo a uno dei rapporti di potere che oggi, molto più che in passato, appare scopertamente come la base di tutte le forme di dominio che la storia ha conosciuto, nella nostra come nelle altre civiltà;
che si dica con chiarezza che non di “cose di donne” stiamo parlando, ma dell’idea di virilità che ha deciso dei destini di un sesso e dell’altro, della cultura – e della storia che vi è stata costruita sopra, nel privato come nel pubblico;
che gli uomini si prendano la responsabilità di interrogarsi sulla violenza di ogni genere perpetrata nei secoli dai loro simili, e che lo facciano, come hanno fatto le donne, partendo da se stessi, consapevoli che solo indagando a fondo nella singolarità delle vite e delle esperienze personali possiamo scoprire le radici di una visione del mondo che ci accomuna, al di là di spazi e tempi.
Non sono pregiudizialmente contraria alle ricorrenze ma vorrei che, senza storpiarne o banalizzarne il significato, diventassero per tutti un momento di riflessione: ossia di riconoscimento degli interrogativi che vi sono connessi e delle aspettative di cambiamento che da lì si possono aprire.
Non è stato così per l’8 marzo, che ha visto un tema di primaria importanza per la crisi che stanno attraversando la politica, l’economia e la civiltà stessa – la relazione tra i sessi, la divisione sessuale del lavoro, la dicotomia tra privato e pubblico, natura e cultura eccetera – restringersi progressivamente a pochi scampoli rivendicativi dettati dall’endemica “miseria femminile”.
A quante mi obietteranno che così si toglie un’opportunità di portare allo scoperto, sia pure per un giorno solo, il faticoso lavoro carsico del movimento delle donne, rispondo che può essere, al contrario, la spinta per creare da noi stesse le occasioni di incontro che ci servono, senza attendere che ce le offrano altri, con un mazzetto di mimose.
E torniamo ai miei compiti a casa e più precisamente all' argomento toccato ieri in merito al serial Scott & Bailey, due donne con attributi che, a mio parere si collocano bene a coronamento di quanto scritto sopra in quanto, per l' affermazione dei loro diritti di donna, lottano ogni giorno e non solo nei momenti celebrativi. Le adesioni c'erano state ed altre si sono aggiunte, varie via commento, alcune via mail. Aveva dunque senso il mea culpa per la ricorrente distrazione e dilazione delle promesse. Comunque in cineteca la cartella per raccogliere le presentazioni delle varie stagioni e degli episodi l' avevo creata. Indice, quantomeno di buona volontà. Diamoci allora daffare per accogliere Scott & Bailey le agenti del Major Investigation Team della polizia metropolitana di Manchester che raccoglie squadre specializzate nell' investigazione su omicidi.
Per la presentazione degli episodi ricorrerò a una nostra vecchissima conoscenza, lo vedevo in casa della nonna da bambina e la zia mi conferma che proprio la nonna lo acquista ogni settimana da almeno 50 anni, fose più dato che la zia e la mia mamma hanno superato i cinquanta e la loro mamma ha sempre detto loro che lo vedeva in giro fin da ragazzina (la nonna è del 1946). Va a finire che la gloriosa rivista è più vecchia dello zio Dante e del Ciampi. Avrete già capito che mi riferisco a Sorrisi e canzoni TV.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Esserino Gatto
EliminaAI LETTORI TUTTI SALUTI MICIOSI
Dopo un discreto travaglio mentale sono riuscita a fare i collegamenti tra titolo, convinzioni di Holly articolo dell' Internazionale e serie televisiva delle poliziotte inglesi. In pratica Holly dice che l' 8 marzo è ogni giorno, la Melandri ne dà ampie e giustificate motivazioni, Scott e Bailey in quanto donne in un ambiente di solito maschile o comunque a predominio maschile devono affermare ogni giorno il loro status paritario, in più la serie avrebbe il pregio di mostrarle non in veste supereroica ma con le loro incongruenze e umane difficoltà.
RispondiEliminaHo capito o sono da rimandare?
Baci Patty
Con sincera tristezza contemplo che nonostante le lotte sostenute dalle nostre donne, disparità e prevaricazioni resistono, con ancor maggiore preoccupazione guardo a un futuro in cui diventerà ancor più pressante di oggi la necessità di integrare nuove masse sociali ferme al paleolitico per quanto riguarda i diritti delle donne.
RispondiEliminaConcordo con Holly in merito alla celebrazione quotidiana dei diritti della donna.
Giovanni Martinelli
In linea di massima concordo. Non sono contro la giornata della donna ma sono anche io perché lo sia quotidianamente e ovviamente non mi contento del fatto che una celebrazione sia meglio di niente.
RispondiEliminaGrazie per Scott
Anna
La festa della donna l'8 Marzo, come il mese di Maria in Maggio, si inseriscono in una tradizione antica che onora la fertilità e le donne come portatrici di vita - e a me le feste pagane di morte, nascita e rinascita piacciono un sacco. Certo, c'è sempre un sacco di retorica attaccata all'8 Marzo, ma non mi venite a dire che su questa terra c'è una festività, fosse pure quella del gatto (che di feste ne ha almeno 4, tutte regolarmente onorate nel mio blog) che non si porta dietro una quantità immane di retorica, frasi fatte, luoghi comuni e battute che non farebbero ridere nemmeno una persona cui stai facendo il solletico con le piumette. E' chiaro che la partita si gioca tutti i giorni, non soltanto l'8 Marzo, ed è ancor più chiaro che le cose non sono affatto come sarebbe auspicabile.Ma io sono nata nel 1961, mi vedo passare sotto la cattedra ragazzine e ragazzini da vent'anni e posso garantire che qualcosa è cambiato, eccome. Per esempio: di recente c'è stata la polemica perché il nuovo governo ha SOLO un terzo scarso di ministre (parola ormai ampiamente sdoganata), che in realtà è la quota standard degli ultimi cinque-sei governi. Ma io ricordo il gran cancan che si fece nel 1976 quando abbiamo avuto la PRIMA ministra, Tina Anselmi; e da qualche anno si criticano i convegni e le tavole rotonde fatte solo da relatori uomini - una roba che ancora vent'anni fa osavano criticare solo le femministe agguerrite al limite dell'isteria. Non sto apprezzando il bicchiere mezzo pieno, ma prendo atto che, goccia su goccia, il bicchiere sale di livello, sotto tanti aspetti.
RispondiEliminaE qui vorrei citare mia zia che, mentre assisteva al matrimonio di suo figlio con la sua compagna dopo molti anni di rispettabile convivenza - matrimonio festeggiato con onore e grande festa da tutto il parentame di entrambi i rami, alla presenza dei loro due figli, osservava "Insomma, effettivamente qualcosina è cambiato in questo paese, ammettiamolo".
Venendo al concreto: io ero tra quelle che aveva dichiarato grande interesse per la serie delle due poliziotte, anche se non ho osato lamentarmi perché era ferma, in quanto consapevole che, tra tutti, state facendo anche troppo.
E detto questo, visto che nel mio genere sono anch'io un pozzo senza fondo, mi piacerebbe sapere qualcosa di Shrek 2, dove tra i protagonisti mi pare ci sia un gatto che era praticamente il sosia maschile della mia Artemis, soprattutto quanto a fusa. E vi ricordo Solaris.
Ah, e il giallo di Dante. Ci stai pensando, Dante, a continuare il tuo giallo???
Buona giornata da Murasaki, l'Insaziabile ^_^
Nzomma sei riuscità a entrà nell' anni sessanta. Boia dé paragonata a du vegliardi come me e Dino sei na bimba o meglio di nidio come si dice noi a Livorno però hai citato il bicchiere e le gocciole che lo empano e ciò basta e avanza pe riconosceti come appartenente a un periodo di vino. Pe filmi ci vole Dani che però dovrebbe deidicassi anche a trovà quarcheduno che apprezzi sta sorta d'amazzone che c'è cresciuta n braccio. Io se un rincoglionisco der tutto ir giallo avrei ntenzione di continuallo, sempre che fra umane e gatte mi facciano respirà.
EliminaUn abbraccione
Dante
Periodo di vino? A gocciole?
RispondiEliminaNaaa, io il vino lo bevo a bicchieri, non a gocciole - di preferenza nei bicchieri in cui in teoria andrebbe versata l'acqua ^__^