Ore 3, sono rimasta a dormire dalla zia perché zio Dante mi sta pitturando la casa nella speranza che si smuova qualcosa e possa rimediare un po' di soldi con gli affitti. Dato che secondo la sua logica operativa non si può fare una stanza alla volta perché secondo lui prima si gratta tutto, poi si stucca tutto poi si carteggia e infine si da la prima nao a tutte le stanze, poi la seconda e, qualora serva, la terza. Lavorando stanza per stanza secondo lui la polvere si muove troppo e rimangono granelli ovunque poi ti trovi gli attrezzi ingombranti come scale e trabattelli tra i piedi e, infine devi lavare i pennelli un casino di volte.
Da un punto di vista operativo ha ragione ma, fintanto che lui sta operando non puoi entrare in casa neppure per fare la pipì perché ovviamente in bagno ha distribuito i secchi.
Comunque il divano di Balena si trasforma facilmente in un letto e lui è felice di restare a dormire con me. In più le nostre casette, sebbene datate hanno una caratteristica piacevole, sono dei rettangoli perfetti con un corridoio lungo su un lato e le porte delle stanze che si aprono tutte dallo stesso lato del corridoio. La cucina è il primo vano poi c'è il salottino studiolo, il bagno e infine la camera matrimoniale. Chiudendo la porta ogni stanza diventa indipendente a patto che...a patto che nella stanza non ci siano gatti perché loro debbono aver libero accesso alla mangiatoia che sta in ingresso e soprattutto alle loro cassettine igieniche che sono collocate in bagno (2) e in corridoio (1) Quest' ultima per consentire che almeno in bagno una persona possa chiudere la porta. Parlo di una persona normale, non particolarmente vergognosa ma che non arrivi agli estremi dello zio Dante che senza curarsi se ci siano ospiti in casa, se ne va in bagno a porta spalancata e poi urla a Cice: "vieni Ciceee si fa la popòòòòò" Cice pare ipnotizzata da questo richiamo non tanto perché il momento delle sue deiezioni corrisponda esattamente a quello dello zio ma perché sa che quando lui è seduto sul water lei può accoccolarsi sulla lavatrice, incastrata lì davanti, per ricevere una lunga, energica spazzolatura. Stanotte stavo dormendo quando alle 3 dico le 3 Balena ha lanciato un miagolio poderoso e perentorio dal corridoio. In pochi istanti gli hanno fatto eco due cinguettii molto più delicati ma petulanti per acutezza e frequenza di ripetizione.
Ho sentito la voce assonnatissima della zia chiedere: "Dani gli dai tu qualcosa da mangiare?" Ci mancherebbe altro! E' un piacere soddisfare le esigenze del Gato Dogie e delle sue Principesse specie quando te lo chiedono con tanto garbo.
Visto che eravamo in tema
presento Un grido nella notte
da My Movies
Lindy Chamberlain e suo marito Michael, un pastore avventista del settimo giorno, trascorrono, coi loro tre figli, una vacanza in campeggio nei pressi di Ayers Rock. Una sera, quando la madre torna alla tenda, la piccola Azaria di appena nove mesi è scomparsa, con tutta probabilità rapita e uccisa da un dingo. Dopo estenuanti ricerche e il ritrovamento parziale degli indumenti della bambina, i coniugi saranno vittime del pregiudizio di un'opinione pubblica e di una stampa sensazionalistica che li considera colpevoli.
Firmato da Fred Schepisi - tra i protagonisti, insieme a Peter Weir (Picnic ad Hanging Rock, L'ultima onda), Philip Noyce, George Miller, Bruce Beresford, del rinnovamento della cinematografia australiana che lungo gli anni settanta l'avrebbe lanciata a livello internazionale, una nouvelle vague che senza programmi o manifesti si è contraddistinta per una produzione eterogenea e ricca, composta di film in costume, di indagine sociale, passando per opere di esplorazione del passato o ancora sulle radici culturali e identitarie -, Un grido nella notte prende spunto da un fatto di cronaca.
Schepisi - futuro autore di importanti successi come l'adattamento del bestseller di John le Carré, "La casa Russia" o di "Sei gradi di separazione", ma anche di The chant of Jimmie Blacksmith (1978), un film di denuncia sui maltrattamenti degli aborigeni - sullo sfondo dello scenario naturalistico mozzafiato di Uluru -Ayers rock, imponente massiccio roccioso, simbolo dell'Australia e luogo sacro della mitologia aborigena del dreamtime (era del sogno), adotta un registro narrativo teso a stringersi intorno ai suoi protagonisti, al dramma di una coppia di genitori, increduli e impotenti di fronte al clamore che il caso della scomparsa della propria figlia suscita, gettando qui e là, con efficacia, indizi su di una società fondamentalmente razzista e chiusa.
Storia di un tragico errore giudiziario, il film "registra" senza apparente enfasi il succedersi degli eventi, l'accanimento progressivo da parte dei mass media e il suo potere nefasto nel seguire le fasi dell'inchiesta e successivamente del processo. Meritata la palma cannense come migliore interprete femminile a Meryl Streep.
Da un fatto di cronaca avvenuto qualche anno fa. Durante una vacanza, una bambina australiana appena nata è rapita da un cane selvaggio e (probabilmente) sbranata. Nessuno la vede più. La polizia non crede alla versione della madre e pensa che la piccola sia stata uccisa dalla stessa. La donna è processata e, dietro la spinta dell'opinione pubblica, condannata. Qualche tempo dopo, viene fatta una scoperta che avvalora la sua versione. La donna è rilasciata.
La storia vera di Lindy Chamberlain che nel 1980, nei pressi dell'altopiano di Ayers Rock, perde Azaria, nata da due mesi, uno dei suoi tre figliolini, trascinata nel deserto da un dingo, un cane selvatico. Sobillata dalla stampa scandalistica, l'opinione pubblica sospetta un assassinio rituale. La donna viene processata. C'è un puntiglio da docudrama televisivo, ma ha poco da spartire col buon cinema. È la storia di un errore giudiziario che dice tre cose: 1) un australiano su due è rozzo, ignorante, fanatico; 2) i mass media possono avere un potere nefasto; 3) i cosiddetti esperti scientifici sono spesso ridicoli. Film in funzione della Streep che, premiata a Cannes, ebbe un'altra nomination all'Oscar. Dal libro Evil Angels di John Bryson.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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EliminaMICIOSI SALUTI
Grazie un film che vedrò volentieri.
RispondiEliminaQuando sarà il mio turno mi piacerebbe leggere le presentazioni di due film a tema gattico
Un gatto a Parigi
Un gatto nel cervello
non ho idea di come siano ma penso che in un post gattaro ci stiano bene
Baci Patty