Ringrazio chi m' ha chiesto la presentazione di questo bel film. E' domenica ed ho più cose da fare di uno che si trovi al venerdì sera dopo aver dormito tutta la settimana ma il filme l' ho guardato stanotte perché non mi riesciva di prendere sonno. M' è piaciuto parecchio, la Bulgaria viene presentata plumbea e polverosa e m' ha messo addosso un' angoscia guasi simile a quella che, tant'anni fa, mi pigliò quando Dantino mi fece vedé "Angi Vera" che però ricordo assai più tetro e lento. Qui si mostrano i dolori e la passione della giovane insegnante di inglese Nadezhda. Irreprensibile, integerrima, pronta a sferzare la sua classe quando a scuola ci sarà un furto. Fino a quando dovrà lei stessa sperimentare quanto sia sfumata la linea d’ombra tra bene e male. Un film asciutto, austero, Un racconto morale. Ritenuto dalla poca critica che ho scorso come uno dei migliori esordi degli ultimi anni. Premiato in parecchi festival. Imperdibile
Bona Domenica
Zanza
commento da My Movies che gli dava 4 stelle su cinque.
Nadyezdhna insegna inglese in una scuola della provincia bulgara, ma più delle regole grammaticali le preme insegnare quelle della convivenza onesta e non lasciare impunito il caso di un furtarello avvenuto tra i banchi della sua classe. Mentre s'ingegna per offrire più di una chance al colpevole di redimersi, scopre che il marito non ha pagato il debito contratto con la banca e che le rimangono soltanto tre giorni di tempo per evitare che la casa, dove vive con l'uomo e con la figlia, finisca all'asta. Inizia per Nade una via crucis in cui i problemi si sommano agli abusi di potere, alla sfortuna e alle scelte sbagliate, in un crescendo che non pare avere fine.
Ed è proprio questa lezione, che la protagonista vorrebbe dare al piccolo ladro e che il destino recapita invece a lei stessa, nel più beffardo e inevitabile dei modi, che copre il tempo del film e tiene in sospeso fino a pochi minuti dal termine, in attesa della glossa morale che dovrebbe mettere fine alla parabola di Nade, riattribuire magicamente il giusto ai giusti e la pena ai disonesti, ma così non è, perché la vita è più ironica e complessa di una storiella morale e il cinema, questo in special modo, assomiglia più che mai alla vita vera.
Esordio di Kristina Grozeva e Petar Valchanov, The Lesson trova ispirazione in un fatto di cronaca, e racconta, con la logica del pedinamento, la trasformazione di una donna. L'esito sa di grande sconfitta così come di piccola rivoluzione, ma è evidente che agli autori non interessa dare un giudizio di merito, quanto piuttosto segnalare le trappole istituzionali e le angherie umane di cui è disseminato il percorso, e la loro migliore qualità sta indubbiamente nella scrittura: nella capacità di sistemare i sassolini narrativi nei punti giusti, con implacabile continuità, e nella sintesi con cui chiudono in un'immagine, anziché affidarsi al dialogo, la condizione di prigionia e al tempo stesso di estrema determinazione della protagonista (che sia l'immagine, più banale, dell'insetto incastrato tra la finestra e la tenda, o quella più eloquente della valutazione dei compiti).
L'interpretazione di Margita Gosheva, che lascia trasudare appena la violenza della disperazione, restando invece aggrappata con le unghie alla rigidità esteriore del suo personaggio, così come la scelta di regia di inquadrarla spesso a confronto con il ritratto della madre e di un passato idealizzato, chiudono il cerchio, contribuendo ad arricchire di colori un film essenziale, amaramente impietoso, mai superficiale.
Nella classe in cui insegna inglese, Nadyezdhna stigmatizza l'immoralità di un furto di pochi spiccioli. Ma poi, per evitare il pignoramento della casa da parte della sua banca, si fa prestare dei soldi da un usuraio che le intima di prostituirsi per restituirglieli o le ucciderà la figlia. LM d'esordio dei 2 registi bulgari che lo hanno anche sceneggiato ispirandosi a un fatto di cronaca. Apologo dialettico, basato su due giudizi morali antitetici, ma anche originale thriller d'azione quotidiana e film (neo)realista di denuncia sociale dell'oppressione bancario-burocratica. L'interpretazione della Gosheva lascia il segno.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Esserino Gatto
EliminaAI LETTORI TUTTI
MICIOSI SALUTI
Benone per questo pomeriggio uggioso e piovoso, so cosa fare. Grazie.
RispondiEliminaBuona Domenica
Giovanni Martinelli
Piove anche da, quindi accolgo ben volentieri l' invito. Buona Domenica
RispondiEliminaEliana
mancava un "noi" piove anche da noi scusate
EliminaEly