venerdì 16 aprile 2021

fatevi i gatti vostri 1811 "L' occhio della zia"

Superfluo dirvi che lo zio è rimasto commosso per gli entusiastici apprezzamenti che avete tributato a "una strada che si chiama Laura".

E' raro che lui vada a rileggere i post, così sono sempre io che gli dò notizie di voi, delle richieste, delle eventuali critiche o lodi al nostro operato. Ieri stava sistemando i pezzi dei suoi scacchi su un grazioso tavolinetto da gioco che ha appena restaurato. Lo avevamo rimediato io e la zia nella cantina di una casa dove avevamo fatto vari viaggi per un piccolo trasloco. In realtà tutta la roba  presente in quella casa era stata comprata in blocco da uno svuota soffitte e cantine che ha il suo magazzino di rivendita  in terraferma. Di rigattieri e mercatini di usato ce ne sono almeno una decina tra Mestre e Marghera, alcuni si sono organizzati in vere e proprie catene di franchising e prendono la maggior parte degli articoli in conto vendita ricevendoli direttamente dai proprietari che desiderano disfarsene realizzandoci su qualche cosa. Non sono il genere che amiamo maggiormente, noi prediligiamo quelli che ammassano montagne di roba nei loro depositi e talvolta anche all' aperto col conseguente deterioramento. Da questi ultimi si fanno gli affari migliori perché, nella maggior parte dei casi non pagano la roba che sgomberano da locali,che, magari, devono esser resi vuoti al più presto per un nuovo affitto o per dei lavori da eseguire. Così spesso fanno lo sgombero in cambio della roba presente o, se la roba è di scarso valore ricevono oltre ad essa anche un compenso in denaro. Dato che la roba costa loro poco son soliti fare prezzi abbordabilissimi perché la logica del loro commercio non è tanto quella di dare la corretta stima a ogni pezzo in loro mano quanto quella che si sostanzia in "pochi, maledetti e subito" perché la roba deve entrare ed uscire rapidamente dal magazzino per lasciare il posto a nuovi arrivi. Ovvio che Venezia rappresenti per questi mercanti un terreno ostico perché se tutti hanno un furgone o un camioncino quasi nessuno possiede una barca da carico. Quasi ognuno di loro, però, conosce zia Holly e quando hanno un discreto affare per le mani in qualche dimora o negozio veneziano ci chiamano per il trasporto della roba almeno fino a Piazzale Roma dove possono raggiungerci coi loro mezzi su ruote. Spesso ci commissionano addirittura di recapitare il carico fino a Mestre, che è raggiungibile via acqua da Venezia per mezzo del Canal Salso. Preferiscono questa soluzione perché in Piazzale Roma la sosta è difficoltosa, e quella abusiva è pesantemente sanzionata. In uno di questi traslochini la zia adocchiò il tavolino e chiese al rigattiere se glielo volesse cedere. Viste le pessime condizioni dell' oggetto, questi si accontentò di venti euro da scalare sul compenso della zia per il trasporto della roba. Io pensavo che non avesse fatto un buon affare, il tavolino era stato esposto all' acqua, la vite che fissava il piano era piegata e la filettatura tutta corrosa, il piano di gioco, che aveva una bella scacchiera a intarsio, era decolorato dall' acqua e molte tessere dell'  intarsio si erano rigonfiate e staccate. Uno dei due cassettini porta pezzi era rotto e mancavano almeno metà delle pedine.


" Spero che Dante lo possa sistemare, glielo vorrei regalare-  aveva detto la zia-  è messo bene nei preliminari del campionato europeo per corrispondenza e se fa un buon piazzamento gli chiederanno una foto. Pensa come starebbe bene seduto davanti a questo tavolinetto d'epoca, in posa da pensatore che si accarezza la barba". E aveva riso di gusto immaginando la scena.

Quando lo zio lo vide fece un aria dubbiosa: "boia dé l' hanno tenuto a mollo" commentò. Poi passò un pò di liquido apposito su una parte per vedere i danni fatti dalla salsedine e disse: "Si pole fare, ci vorranno diverse bestemmie e un po' di tempo ma dovrebbe tornare bellino"

Lo ha terminato e questo è stato il risultato, con i pezzi  che lui aveva già nel suo sacchetto da gioco, si presenta così




E in contemplazione della sua opera lo ho trovato quando mi sono presentata a lui per  leggergli i commenti al raccontino di ieri.

"Boiadé! Per così poco m'han fatto tanti comprimenti! E sì che è na storiellina banale d'un ragazzotto impacciato, penza un po' se gli raccontavo di quando Beppino Trentacinque s' accoppiò coll' elefantessa del circo Sogni, e mi davano il Pulizzer mi davano lorolì".

Questa ce la racconterà un'altra volta perché temo non sia elegante né lieve.

Buona giornata a Tutti

Dani

Il film odierno ci era stato richiesto a proposito del pulp di Tarantino ed è proprio quel Pulp Fiction che tanta notorietà gli ha dato. Stiamo recuperando i film di kill bill che ci erano stati richiesti e che avevamo pubblicato nell' agosto del 2020 parlando del restauro di una katana che lo zio aveva fatto. Con un po' di pazienza riusciremo a trovare i canali che ne consentono la visione tv o streaming. Abbiate fede.


UN CAPOLAVORO POP CHE 
FINISCE PER DAR NUOVA 
VITA A SITUAZIONI CINEMATOGRAFICHE 
ULTRA-CLASSICHE.
Recensione di Marco Chiani

Los Angeles. Due rapinatori, Zucchino e Coniglietta, decidono di mettere in atto il prossimo colpo nella caffetteria in cui stanno facendo colazione. I killer Vincent Vega e Jules Winnfield recuperano una valigetta dal contenuto segreto, puliscono la loro macchina insozzata del sangue di uno spacciatore con l'aiuto di Mr. Wolf e finiscono nel locale della prima storia. Vincent Vega deve portare a ballare Mia, la moglie del boss Marsellus Wallace, dalla quale è subito attratto. Il pugile Butch dovrebbe cadere al tappeto in un incontro truccato, ma l'orgoglio glielo impedisce.
Opera spartiacque nel cinema degli anni Novanta, Pulp Fiction ha rivelato al mondo il talento di Quentin Tarantino, già regista del pregevole Le iene e sceneggiatore per Tony Scott (Una vita al massimo) o, in quello stesso memorabile anno, per Oliver Stone (Assassini nati). Tanto la consacrazione a Cannes, dove fu premiato con una meritata Palma d'oro, quanto l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale, da dividere con l'ex amico Roger Avary, poco rendono l'idea dell'influenza avuta da un film-fenomeno che è stato in grado di attuare una vera "tarantinizzazione" del modo di raccontare su grande schermo. Con una capacità incomparabile di mescolare alto e basso, generi e loro riscrittura, il regista poco più che trentenne orchestra un capolavoro pop fatto di citazioni e rimandi interni con il fine primo di traghettare lo sguardo in un gioco, di godibilissima fattura, in cui la forma della "digressione" la fa da padrone, dando nuova vita a situazioni cinematografiche ultra-classiche. Il divertimento si mescola alla violenza efferata, moltissime all'epoca le polemiche che seguirono a ruota il successo, il dialogo brillante alla drammaticità delle situazioni messe in scena (su tutte una folle sequenza ambientata nel retro di un negozio di pegni), mentre il tempo e lo spazio subiscono giravolte, facendo chiedere di continuo allo spettatore a che punto e in quale luogo ci si trova nella complessità della storia.
A partire dal titolo riferibile a quelle riviste popolari ("Pulp Magazines") sulla cui carta scadente erano raccontate novelle dei generi più disparati, dal poliziesco allo sportivo fino al western, Pulp Fiction frulla insieme stimoli della cultura popolare e del cinema di tutte le latitudini: dagli incastri di Robert Altman agli umori neri di Martin ScorseseSam Peckinpah e Arthur Penn, dalla violenza coreografata di Sergio Leone e John Woo fino a quel "poliziottesco" italiano, con Fernando Di Leo e Enzo G. Castellari in testa, di cui Tarantino è da sempre fanatico.
Tra le sequenze entrate nella storia citiamo il ballo tra Vincent Vega e Mia Wallace al "Jack Rabbit Slim's" sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry. Colonna sonora epocale e attori, quasi tutti, in stato di grazia. Ottima la fotografia di Andrzej Seku?a. Un cult. 

CON PULP FICTION TARANTINO SI AFFERMA COME UNA REALTÀ DEL CINEMA INTERNAZIONALE.

Alcune situazioni si intrecciano: ci sono due rapinatori alla Bonnie & Clyde che assaltano un ristorante. Ci sono Vincent e Jules (Travolta e Jackson), killer verbosi, pedanti e crudelissimi. C'è Butch (Willis), un pugile che bara in un incontro, per vincere le scommesse. C'è anche una parte per Keitel, virtuoso e grottesco. Vediamo il simpatico Travolta, morto ammazzato, rispuntare alla fine. Tutto il film vive sui contrasti: i personaggi parlano continuamente di argomenti "minimi e minimali". Discorsi di minuti sulla differenza fra la "pancina" e la "pancetta" delle donne o su un certo "massaggio ai piedi", seguiti da un'improvvisa esplosione di violenza. Un tempo per costruire e un tempo per esplodere. Straordinarie alcune sequenze, come quella in cui John Travolta, già principe ballerino ora fin troppo imbolsito, balla il twist maldestramente. O quella in cui la Thurman è vittima di un'overdose e viene salvata con un'inezione al cuore. È anche vero che la grande violenza viene sempre "corretta" da una soluzione ironica. Il trentatreenne Tarantino, dopo l'esordio col chiacchieratissimo Le iene, divenuto una sorta di re Mida delle sceneggiature (fra cui il celeberrimo Assassini nati di Stone), è ormai una realtà del cinema internazionale. I grandi nomi presenti nel cast hanno lavorato praticamente gratis pur di essere nel film, com'era successo con gli ultimi lavori del maestro Altman. Tarantino, perfetto conoscitore di tutte le pieghe del cinema (da Godard agli ex pubblicitari), è furbo e genialetto. Tutto è perfetto, ambizioso e intelligente.

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

4 storie di violenza s'intersecano in una struttura apparentemente circolare che va avanti e indietro nel tempo: 1) due balordi (Roth, Plummer) si accingono a fare una rapina in una tavola calda; 2) due sicari (Travolta, Jackson) recuperano una valigetta preziosa, puliscono la loro auto, insozzata dal sangue e dal cervello di un uomo ucciso per sbaglio, con l'aiuto di Mr. Wolf (Keitel), l'uomo che risolve problemi, e vanno a mangiare nella tavola calda della rapina; 3) uno dei due sicari (Travolta) deve portare a ballare Mia (Thurman), moglie del capo (Rhames), ma lei va in overdose; 4) il pugile Butch (Willis) vince un incontro che doveva perdere e scappa con la borsa. Ispirato a quella narrativa popolare di ambiente criminale che, dagli anni '30 e '40, era pubblicata dai pulp magazines , il 2° film di Q. Tarantino (1963) procede sul filo di un'irridente ironia, di un efferato umorismo nero, di una dialettica tra buffonesco e tragico (tra fun e funesto) che mettono azioni, gesti e personaggi come tra parentesi, in corsivo, anche quando, come nel torvo episodio della sodomizzazione, questo film divertente e caustico dai dialoghi irresistibili penetra nell'abominio del male. Vietato in Italia ai minori di 14 anni. Palma d'oro a Cannes e Oscar per la sceneggiatura (Tarantino, Roger Avary).


8 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
    ===============================================================================
    Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
    *****************************---==oOo==---*************************
    Redazione: on line dalle ore 16:00 alle 23:00

    RispondiElimina
  2. Ecco questa mi mancava: l' elefantessa del Circo! Ma non era Togni? Comunque sono tutta orecchie anche se immagino che si vada sul greve dopo tanto lirismo.
    Un abbraccio e buona giornata
    Patty

    RispondiElimina
  3. Rassicuro Dante. Non c'era ombra di piaggeria nel mio commento di ieri. Solo una lettura abbastanza attenta del testo ed una mediocre analisi della tecnica narrativa e degli espedienti danteschi degni di nota.
    Se vi dicessi quanto è costato a mia sorella, quella che vive a Losanna, il restauro di un mobile simile, impallidireste.
    Davvero ben fatto, speriamo che la classifica finale del torneo di scacchi premi tanta bravura.
    Quanto al racconto su circo Sogni, avendo per tema un' elefantessa, non posso che essere tutto orecchie.
    Buona giornata
    Giovanni Martinelli

    RispondiElimina
  4. Pura invidia per questo bell' oggetto. Veramente un restauro bellissimo. Sono anche io tutta orecchie per la storia del circo. Raccontala presto
    Buona serata
    Lucy Milàn

    RispondiElimina
  5. Bellissimo il tavolo e beato te che lo puoi usare a un livello cos' altro, i campionati europei non sembrano roba da principianti.
    Del circo:
    Quando feci l' esame di psichiatria c'era un capitolo dedicato alle parafilie un tempo dette anche perversioni sessuali, concezione poi mitigata con "sessualità non convenzionale". Alla fine dei vari paragrafi, che avevano contemplato dall'esibizionismo al voyeurismo, il manuale citava forme più rare ma comunque ben note di parafilia e ci rendeva edotti in merito ad esse listando dalla coprofilia alla zoofilia senza trascurare, nel passaggio alfabetico, la necrofilia. Proprio sulla zoofilia si ferma il mio ricordo perché una mia collega di studi originaria del nuorese soleva dirci: "Al mio paese un tempo l' apprendistato degli uomini era la pecora" e tutte ridevamo quando lei ci chiedeva se fosse educazione sessuale o zoofilia. Comunque sebbene il mio manuale non lesinasse esempi di accoppiamenti tra umani e animali dell' improbabilissimo coito tra uomo ed elefantessa non avevo mai avuto notizia e attendo con scientifico interesse questa autorevolissima conferma.
    Buona Notte
    Anna

    RispondiElimina
  6. Commento questa mattina perché ieri ero così stanca che, tornata dal lavoro mi sono messa al letto fino alla cena e poi ci sono ritornata. Il lavoro fatto su quella scacchiera e anche sulla struttura del tavolo è proprio professionale. E' rimasto ammirato anche mio marito che col legno si arrangia benino, mi diceva che è un bel guaio riportare a livello che si possano incastrare perfettamente dei quadretti di legno gonfiati e deformati dall' umidità, anzi se non è un segreto chiede come hai fatto Lui ha una vecchia chitarra di suo nonno che aveva un rilievo in legno e che si è scollato e piegato ad U.
    Ora che hai instillata la curiosità tutti aspettiamo il circo, Beppe e l' elefantessa.
    Grazie ad Anna che in breve ci ha spiegato questa parte meno conosciuta della psichiatria
    Buon Sabato Eliana

    RispondiElimina
  7. Sono colma di ammirazione per il bellissimo lavoro di restauro e per l'acutezza de "l'occhio della zia". Adoro il legno in tutte le sue forme (anche in quella di randello, che spesso dispenserei con gran piacere a destra e a manca) e so che restaurare qualcosa costa un occhio e di solito pure anche l'altro. Ma è bellissimo poter ridare vita a un oggetto così bello, e anche giocare con un oggetto tornato di gran pregio.

    RispondiElimina

Il tuo commento è il benvenuto, ci fa sentire bene e ci incita a scrivere ancora GRAZIE
___________________________________________________
Se non hai un tuo profilo puoi commentare come ANONIMO scegliendo tale opzione dal menù a tendina (per conferirgli maggiore personalità puoi aggiungere la tua email)
Se non desideri comparire come ANONIMO hai a disposizione un altro modo semplice: apri una tua pagina qualsiasi su un host gratuito. Dopo aver scritto il commento seleziona la voce URL dal menù a tendina che ti viene proposto. Potrai inserire la tua firma o un tuo nickname e confermarlo scrivendo nella riga sotto l' indirizzo del tuo URL. I tuoi commenti saranno personalizzati e firmati. Un ulteriore modo, forse il più elegante di tutti, ma un po' più complesso è quello di aprire un blog, anche se non hai intenzione di pubblicare. Blogger ti guida passo passo alla creazione e ti farà aprire un account google. I passi sono parecchi ma se tu avessi difficoltà ti aiuteranno i nostri redattori o gli affezionati lettori.
_________________________________________________
COMMENTI PRIVATI: indirizzare a esserinoebalena@gmail.com
_________________________________________________