'Sto piccolo tegame aspirante non è l' ennesima invenzione di Dante che potrebbe avere apportato na modifica a na casseruola in modo che i vapori soffiati fori vengano riaspirati e riadoprati nella cottura un po come avviene nei motori turbo dele macchine. E non è neppure una sedicente meraviglia delle tante televendite che con le donne tutte a casa imperversano sulle nostre tv.
Si tratta solo della personalissima rilettura del filme che il bimbo più piccino di Eliana, o meglio la bimba der bimbo vorrebbe vedere nzieme a lui chissà se pe ispirassi o solo pe acculturassi. Non so se anche sta bimba costie abbia una prof che pe stimolare sensibilità e riflessione nele su classi faccia uso dei firmi come fa la proffe d' italiano del figlio maggiore sempre della nostra affezionata lettrice ferrarese.
Donque Treci, tedicenne subisce r fascino della più disinvolta Evi che sbudelleggia già con una certa decisione e naturale propensione di qui l' aggettivo "piccolo" presente ner mi titolo perché a tredicianni siamo piccine anche se una certa confidenza e spigliatezza sessuale cor mi ragazzo a quell' età l' avevo anch'io.
Solo che io ero innamorata perza e penzavo solo a lui in tema di cuore e anche di quer poco sesso che si faceva. Sebbene di fatto sapessi che che ir codinzolo fra le gambe l' avevan tutti i maschi tutti perché, come ricorderete, ho un gemello, ir Tafàno, e la mi mamma ci ha fatto rbagno a noi due nzieme fino a sei sett' anni . Poi ho anche un fratellino più piccino, ir Mosca e avevo visto che anche lui era differente da me ma guasi eguale ar mi gemello. Detto questo che quell' affaretto servisse pe tirallo nsu e ngiù a mano, pe ciucciallo e pe nfilasselo di qui e di là lo ritenevo cosa riservata solo ar mi unico e immenzo amore che tanto pe fammi ricrede su una tanto marsana convinzione un giorno prese na moto e si stiantò sula panoramica.
Di lì mi dovetti fa na ragione e penzà che forze c'erano anche dell' altri omini ma c' ho messo anni a liberammi da quella convinzione e ancora un credo d'esse guarita del tutto. Così mi perdonerete se qualche volta sembro antica e bigotta nel giudizio su queste ragazzette che hanno ancora l' orsacchiotto nel letto ma aspirano a doventà de tegami (o se preferite budelli) mpareggiabili. Quindi aspiranti tegami e pe la legge dela posposizione attributiva piccoli tegami aspiranti da cui ir titolo.
Bona Giornata
Zanza
La presentazione è da my movies
Tracy ha tredici anni. È una studentessa modello, figlia di Melanie che per portare avanti la famiglia fa la parrucchiera in casa. Al liceo Tracy scopre un mondo inaspettato, dove gli orsetti e le Barbie lasciano il posto agli ormoni in esplosione. Regina di questo mondo è Evie, la più sexy e popolare della scuola, con cui Tracy stringe un'amicizia quasi morbosa. Inizia una discesa verso il baratro della dissolutezza, fatto di sesso, droga e crimine.Il film nasce da un fatto reale: la regista ha conosciuto Nikki Reed e ha sentito il bisogno di farle interpretare in prima persona le situazioni che la ragazza aveva vissuto o immaginato. L'idea è buona e il film vorrebbe essere scioccante. Peccato però che ricada poi nei soliti cliché con la madre tormentata, il suo compagno ondivago e non manchino tutte le caratteristiche della serie 'la mia peggiore amica.'
Premiato al Sundance Film Festival, è il film di esordio di una talentosa regista che, basandosi sul rapporto che aveva con Nikki Reed, adolescente in crisi, le ha proposto di scrivere insieme la sceneggiatura e l'ha poi scelta anche come protagonista. La storia è quella di una studentessa modello che, iscritta al primo anno di liceo, entra in contatto con una realtà per lei nuova, dove l'apparire conta più dell'essere e dove, sotto la nefasta influenza di una coetanea più "sgamata", conosce la droga, il sesso facile, il furto. L'assenza di un padre e la presenza di una madre troppo fragile e permissiva non la aiutano. Ritratto nudo e crudo sull'adolescenza americana, arriva come un cazzotto nello stomaco, procede con un ritmo quasi frenetico e lascia alla fine con un profondo amaro in bocca.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
RispondiElimina===============================================================================
Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
*****************************---==oOo==---*************************
Redazione: on line dalle ore 22:00 alle 23
A TUTTI I LETTORI
EliminaMICIOSI SALUTI
Stavo proprio aspettando i saluti del Micio!
RispondiEliminaDunque sulle inquietudini adolescenziali, specie in rapporto a sesso, trasgressioni e droghe, sono scorsi fiumi di inchiostro.
Mi piace questo tuo modo di raccontare quello che fu il tuo approccio. Sveglia ma abbastanza
orientata verso l' amore monogamo, del resto c'è sempre tempo per ricredersi. Chiaro che, come scrivi tu, la sorte non ti dette tempo di rivedere le tue posizioni e ben conosco la tua vicenda che mi ha spesso fatto venire il nodo alla gola. Io vissi quel periodo come uno dei più brutti della mia vita, a dieci anni ero una bambolina e a 12 un mostro, alta, senza sedere, senza accenni di seno e con un po' di scoliosi. Mi chiamavano la Giraffa. Ai tredici anni cominciai improvvisamente ad avere forme non vistose ma carine e tra busto e ginnastica avevo corretto il portamento. I ragazzini cominciarono a ronzarmi intorno finché un giorno mi urlarono "A Patty an vedi come te stai a fa fregna (volgarissimo ma in questo contesto voleva dire che mi stavo facendo carina, appetibile anche) per me fu uno shock terribile, mi chiusi in camera a piangere e cominciai a rifiutare il cibo arrivando al limite dei 40 kg. Vinsi la battaglia contro l' anoressia perché mia zia, la proprietaria dell' atelier, aveva visto modelle ammalarsi e morire e intervenne pagandomi anche le cure da una psicoterapeuta sua cliente. Nel caso mio elaborammo che era stato il momento cruciale dell' abbandono dell' orsetto e della presa di coscienza che diventavo donna a devastarmi oltre ai problemi con mamma che non ci aveva capito un cazzo (insomma l' ho fatta troppo semplice ma ci vorrebbero tre paginate di blog per i particolari). Ai 17-18 anni stavo bene ero tra le carine del liceo e avevo capito come volevo rapportarmi coi ragazzi ma la mia adolescenza se n' era andata via buttata nel cesso col cibo.
Bacioni
Patty
Grazie mi hai messo al primo posto per l' esaurimento richieste! Molto simpatica la tua ironia e molto toccante la tua vicenda. Interessante anche il racconto di Patty credo molte attraversino quella frase. Io a quella epoca frequentavo non vedenti o ipovedenti come me ma amavo ballare e me la cavano poi un giorno ma ero sui 24 un ballerino mi si è proposto e lui non aveva problemi ho aspettato a dirgli di sì ma poi l' ho sposato.
RispondiEliminaBuona giornata
Eliana
La decrittazione del titolo è stata molto importante per me, non avrei colto il graffio felino della redattrice. Il tema dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni tanto per rispettare i confini anglofoni degli anni che finiscono in "teen" ha sempre incrociato la mia strada. prima di studente che li viveva in prima persona, poi di docente chiamato a confrontarsi anche con le variegate dinamiche afferenti a questa stagione giovanile e alle loro interazioni con la scuola. Un numero infinito di esperti potrebbero dire la loro facendo più e probabilmente meglio di quanto possa far io. Mi limiterò quindi ad una osservazione di mero carattere fenomenologico. Ho iniziato le superiori nel 62/63 e le ho concluse al suono dei tamburi e dei megafoni del '68. Non ricordo un solo caso di disturbi alimentari tipo anoressia e bulimia tra le mie compagne di scuola né tra quelle delle altre classi. Chi era magra, chi cicciottella, avevano le loro vanità e i loro problemi ma non ricordo neppure nelle altre classi dell' istituto una ragazza sofferente di anoressia.
RispondiEliminaGiovane docente, circa 6/7 anni dopo, inizio a vedere i primi casi anche tra le mie allieve.
Notevole l' aumento negli anni ottanta e negli anni novanta, svolti prevalentemente da preside
i disturbi alimentari delle allieve diventano uno dei temi che più frequentemente mi spingono al colloquio con le famiglie per lo più richiesto da loro per interruzioni del corso di studi e problemi simili. Mi domando se questa progressiva ascesa del fenomeno possa in qualche modo essere associata al sempre maggior peso dato all' apparire, rinforzato ovviamente da un accesso massiccio a mezzi di informazione di massa.
Buon pomeriggio e grazie
Giovanni Martinelli
Sempre molto livornese il tuo post!
RispondiEliminaRispondo alla questione avanzata sa Smartynello:
Caro prof. domanda sensatissima la sua, stimolata del resto dall ' aver frequentato l' ambiente più tipico per l' osservazione del fenomeno.
Alcune precisazioni di carattere storico/ medico ed altre di carattere statistico
Già Galeno, ipotizzava la relazione fra anoressia e la condizione melanconica” e faceva ampi riferimenti ad Ippocrate.
Il primo caso di anoressia nervosa riconosciuto e citato nella letteratura medica risale al 1686 a cura di R. Morton.
Una diagnosi specifica arriva con William Gull che nel 1868 che introduce il termine di anoressia nervosa per descrivere la condizione di ragazze "affette da perdita di peso, rifiuto del cibo, amenorrea, iperattività, debolezza del polso, soffermandosi sul ruolo delle relazioni famigliari della paziente" senza però indagare oltre. Lo studioso sostiene che la mancanza di appetito “sia dovuta ad un disturbo mentale”, quindi “il trattamento richiesto è quello per persone mentalmente turbate. E fino agli anni 60 la cura è stata spesso il ricovero in strutture psichiatriche.
La categoria diagnostica dell'anoressia mentale è apparsa nel DSM-II del 1968 e da allora vi è rimasta sempre presente, sino all'attuale DSM 5.
Non ho dubbi a credere che il prof. non ricordi ragazze con disturbi alimentari nella sua adolescenza. Un istituto scolastico rappresenta un campione statistico molto ristretto per una patologia che interessava, in quegli anni, lo 0,1 per 100'000. Neppure a scuola con me che sono nata nel 76 ce n'erano, eppure i miei erano anni in cui l' incidenza del disturbo era aumentata di 50 volte rispetto al 60.
In ospedale però, che fa da imbuto ne ho viste tantissime, davvero troppe e per alcune, sfortunatamente era troppo tardi.
Ecco infine le precisazioni carattere statistico:
Da una meta-analisi di Hoek et al. (2003) si può desumere che la diffusione dell’ anoressia nervosa è
aumentata considerevolmente a partire dagli anni ’60, a seguito del boom economico che ha migliorato il
benessere della società occidentale, fino agli ’70 , rimanendo poi sostanzialmente stabile: prima l' incidenza
era dell' ordine di 0.1 persone per 100000, mentre dagli anni 70' e 80' il tasso era dell' ordine delle 5
persone per 100000.
Sulle cause dell' aumento e della stabilizzazione degli indici invece non so dare una risposta che superi il livello della mera ipotesi.
Buona serata a tutti
Carissima Zanza, vorrei dirti che sei stata molto fortunata perché saltare il fosso giovanissima e col primo amore è davvero un bel modo per cominciare. Purtroppo però di fortuna come coppia non avete fatto in tempo ad averne molta, ma alla fine considera che almeno quello l'avete avuto e non ve lo tolgono più.
RispondiEliminaBasta, mi cheto e torno a correggere i compiti di storia.
Grazie ho pensato spesso proprio a questa cosa che mi dici e mi fa piacere sentirmela confermare
EliminaUn abbraccio
ZZZZ