Ieri sera cor Ciampino s' è guardato dedmenne uolkin, richiestoci dal prof. Martinelli, il filme è un po' toccante o forze so io che so n'un periodo in cui i liquidi mi sortano di sopra. Ner senzo che di solito passo ir mi mese co 5 giorni di mestruazioni, 10 di lacrime e in qull'altri piscio sull' infami e sputo a chi mi fa schifo. Un bell' esempio di donna! Come dice la mi mamma che sogna un nipotino ma chiosa: "Chi voi ti pigli storta ome sei Zanzina?"
Nzomma siccome so ncline più ala lacrima che alo sputo da diversi giorni, ala fine ni fo: " Dino t'è garbato?" e lui che aveva dormito per bona parte del firme svegliandosi solo pe riempissi il bicchiere der vino (perché a béllo ni riese anche coll' occhichiusi ma a mescelo coll' occhi chiusi ha paura di versallo) mi risponde:
"Boia dé tanto erano poco stronze le sore a mi tempi! Codesta è na creaturra ollivudiana".
"Oh Dino quarcheduna bona ci sarà anche stata no?"
"C 'era c'era avoglia se c'era. Boia una di loro era na topina di nulla si chiamava suor Chiara Luce e anche sotto la tonaca aveva n personalino che a gnudalla e portalla ar mare avrebbe fatto gente".
"O quant' anni avevite?"
"Si faceva la terza media sicché penso fra 13 e 14 e le suore tanto pe raccattà quarche consenso, la domenica pomeriggio facevano r cine gratisse ar su oratorio. Du palle che un t'immagini, Marcellino pane e vino, le Pastorelle di Fatima, Bernadette di Lurde, la vita di san Francesco tutta roba dela San Paolo cinematografica ma ogni tanto pe tenecci boni facevano anche quarche firme di Totò e di Franchi e Ngrassia ma noi ci s'andava tutti pe vedé lei e siccome si sentiva responsabile di quanti entravano e di quanti riandavano via si metteva in mezzo all' uscio e ci contava e io e Dantino si faceva apposta a passagli dala parte del culo pe dagli na toccatina di sfuggita. Una volta forse stanca del giochino o forse perché temeva che quarcheduno ci vedesse ci chiamo da parte e ci disse: il gioco è bello quando dura poco quindi smettete e noi si smise ma a dante ancora di più che a me gliera entrato rdiavolo ntesta e du settimane dopo ala fine der filme ni chiese sor Chiara ci sà da chiedeni na cosa riservata che si pole chiede solo a lei.
E perché solo a me?
Perché lei nela settimana lavora anche all' ospedale e a noi ci serve uan che sappia di medicina.
Scemata la folla di ragazzetti e ragazzette, noi s'aspettò e Dante che aveva la faccia come r culo, anche allora, prencipiò:
Senta sor Chiara noi voleva mparà a trombà ma nessuna bimba ce la dava e allora siamo andati co na puttana dela stazione.
O Gesummaria fece lei roteando gli occhi
'Rr guaio - seguitò quel serpente di Dantino- è che a Dino ni s'è riempito r pisello di vescicole rosse e a me quando piscio mi sorte na roba gialla che puzza di marcio. Se ci pole da un occhiata lei sarebbe na santa, perché a dillo a casa c'ammazzano ma a sta zitti sà na paura boia che ci s'ammali e ala fine ce lo taglino'.
'Deficienti -borbottò lei- ma avete fatto bene a dirmelo su fatemi vedere senza vergogna, sono una suora ma sono anche una infermiera'
e noi che di vergogna un se n'aveva punta ci si tirarono giù i carzoni e le mutande e scrutò con occhio da esperta i nostri attrezzucci digà mezzi arzati pell' emozione, li tastò li scoprì provocando qualche ulteriore sussulto emozionale e poi esclamò:' ma non avete proprio un bel niente deficienti che siete! Ma perché vi siete messi in testa questa ubbìa?'
E qui entrai in ballo io: 'suora ci perdoni s'era pieni di quella roba e prima di lei s'è chiesto a Emilio il portiere dell' albergo, il cugino di Renatino r mi babbo, lui cole puttane ci bazzica da na vita e lui c'ha detto 'qui ci vole un miracolo ma bisogna che ve lo tocchi na persona come si deve cola grazia di Dio che ni sorte anche da pori dela pelle e noi...s'è penzato subito a lei'.
Ci guardò dritti negli occhi e ci disse guasi cor un sorriso che tratteneva a malapena 'vi perdono ma il Signore da lassù vi vede e avrà scritto qualcosa nel libro nero. Ora andate a casa e non raccontate a nessuno di questa cosa perché è un peccato gravissimo quello che avete commesso'.
Un ci pareva vero. S' era temuto che potesse piglià a ceffoni ma era na ragazza nteligente.... tanto nteligente che,
un par d'anni dopo, sciorse i voti buttò via la tonaca si messe la minigonna e sposò il primario dell' ospedale col
quale, si seppe poi, trombava da quel dì."
Questo il racconto di Dino che aggiunge " ma era na mosca bianca leilì, vell'altre erano come topi neri proprio come le canta Guccini: vecchie sore nere co che fede n quelle sere avete dato annoi rsenzo der peccato e d'espiazione.
Intanto il filme ci s' è fatta a fallo entrà in videoteca e se ci si fa oggi si infila anche gotte mit unse richiesto da Patty.
Bona Domenica da
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Quando mi suona il cellulare avvisandomi che c'è una mail e leggo che avete pubblicato, qualunque cosa stia facendo mi sbrigo a concluderla per leggervi. Ovviamente a me i liquidi escono da sotto perché il racconto di Dino mi fa fare la pipì addosso dal gran ridere. Era una giornata uggiusa e cupe e siete arrivati col raggio di sole e la risata
RispondiEliminagrazie
Patty
Non ci sentiamo da tanto tempo, qui ancora regna il Corona.
RispondiEliminaCarinissimo il raccontino ma eravate due tremendi voi due!
tanti auguri da
Lucia
(commento ancora per grazia di Patty che mi ha anche segnalato via telegram questa gustosa puntata)
Due veri demoni ma a quanto pare la suora non aveva bisogno di far pratica.
RispondiEliminaGrazie per il film
un caro saluto a tutti voi.
Giovanni Martinelli
Santa subito, se non vi ha strozzati all'impronta!
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