apprendiamo in questo momento dal medico di famiglia che ha ricevuto la notizia. Stavo proprio rispondendo ai lettori del post precedente quando ho sentito il poderoso EVVAI!!! dello zio Dante. Approfitto per comunicare che anche il film sul talebano è in videoteca.
Ecco l' anteprima a cura di My Movies
Il crimine è il mestiere di Jerzy Skolimowski. Nella sua lunga carriera, il cineasta polacco ha sviluppato un percorso strettamente connesso all'essenza del delitto come sceneggiatore (Il coltello nell'acqua), come regista (Lightship - La nave faro) e come attore (La promessa dell'assassino). Rimasto in silenzio per diciassette anni, Skolimowski è tornato a fare cinema ripartendo da questa ricerca degli elementi primigeni dell'istintualità "criminale" attraverso personaggi chiusi e isolati dal mondo. Four Nights With Anna raccontava una passione come un thriller, un'ossessione amorosa come l'architettura di un omicidio, gesto dopo gesto, sguardo dopo sguardo. Essential Killing denuda invece non solo l'elemento del crimine, ma anche la natura dell'uomo, trasformando un artista radicale come Vincent Gallo in un talebano muto che, braccato come un animale, regredisce fino a uno stato brado, primitivo, ferino.
Come in Moonlighting, è la situazione politica a dettare la condizione di isolamento e di progressivo decadimento del personaggio: in particolare la guerra in Afghanistan e la lotta senza condizioni al terrorismo. Vincent Gallo si immerge completamente in questo percorso di discesa: muto per scelta e sordo a causa dell'esplosione di una bomba, gestisce attraverso occhi, barba e capelli, un personaggio di pura azione. Il suo misterioso Mohammed (nome distintivo, quindi anch'esso dettato dall'essenzialità, della cultura islamica) ha una psicologia ridotta al puro istinto, ad eccezione di qualche breve squarcio sulla formazione religiosa e su di un amore celato sotto un burqa.
Essential Killing è il racconto selvaggio e inarrestabile di una regressione radicale: l'espressione diretta di pulsioni primigenie che, come nel cinema di Herzog, si formano all'interno di una natura feroce, estraniante come il labirinto di rocce e sabbia del deserto afgano o oscura e inospitale come un'infinita foresta immersa nella neve. Tuttavia, rispetto alla furia dei superuomini di Herzog, la regressione di Mohammed non è volontaria ma coatta, non estatica, folle o esaltata, ma indotta, e per questo ancora più discendente, animalesca, infantile (come nel tentativo di allattarsi al seno della donna in bicicletta). Un'adesione totale a uno stato di natura in cui si striscia sulla terra e non si aspira all'infinito. In cui si uccide per sopravvivere, e si sanguina a morte al primo contatto realmente umano.
Mi è arrivato sul cell. l'avviso che c'era un nuovo post e ho subito immaginato
RispondiEliminaVoglio essere la prima a felicitarmi con la mitica Holly
baci a profusione tanto è negativa
Patty
Grazie Patty sei stata più veloce della luce, ancora non ho staccato per sedermi a tavola e tu hai intercettato il post. Quando non ci sei ....ma quando ci sei sei imbattibile
RispondiEliminaun abbraccio
Dani
Evviva! 🍾🥂🎉🎊🎉
RispondiEliminaFelicissimo per l esito del tampone !!!!! evvivaaaa !!!
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