In principio ci fu Tigretta, la gatta che ir mi babbo aveva regalato ala mi mamma quando erano fidanzati e lui era ancora militare. La portò in una tasca della giubba. Era il 48 o 'l 49 e restò con noi fino a che io, nato ner 54, ebbi 7 anni. Dapprima sempre nela mi culla poi sempre a letto con me, inamovibile al punto di vederla incazzata e coll' undie di fora se si provavano a spostalla. Concesse solo ala mi mamma di allattammi a poppa ma stava lì vicino e osservava tutta l' operazione. Poi, una vorta finito, toccava a Dino, come ricorderete la su mamma era morta di parto e la mia che avev il latte pe mezzi bimbi di Livorno lo trasformò ner mi fratellino di latte. Appena io venivo messo nela culla Tigretta si rifiondava accanto a me. Dino non lo sopportava perché, come mi miagolava lei in un orecchio, puzzava di merda già da allora e in più era dispettoso e le tirava la coda.
Quando prencipiai la scuola elementare era già acciaccata e non vedeva quasi più gli erano venuti dei tumori all' occhi e dopo un anno sbatteva la testa ovunque e miagolava in modo straziante. "Bisognerebbe portalla dal veterinario e fagli la puntura" aveva detto Nado, che di bestie se ne ntendeva ma il veterinario costava anche allora e siccome ir mi babbo un se la sentiva toccò a Renatino, ir babbo di Dino, a tiragli na fucilata co quer sovrapposto che ora c'ho io, attaccato in salotto in attesa che serva per me, speriamo il più tardi possibile. Del resto i soldi pe andà in isvizzera un ce l'ho e se mi dovessi ammalà senza speranza mi pare il modo meglio, magari in barca dove un rompi i coglioni a nessuno e non fai morì di spavento la gente di casa. Ma parliamo d'altro: alla gatta fecero compagnia una mortitudine di uccellini, un pesce rosso il gatto Fufi e il cane Nicche.
Delle gesta di Fufi e di come riuscisse sempre a rubare il tonno ala mi zia ho raccontato tant'anni fa e non voglio annoiare chi di voi ha bona memoria. Il cane Nicche lo aveva portato il mi zio Mauro e su queste parentele è doveroso aprì na parentesi.
La mi mamma era figlia unica mentre ir mi babbo aveva otto fratelli quindi quando parlo di zii dela Sicilia, indove era nato ir mi babbo in una numerosissima famiglia di pescatori che avrebbe fatto invidia ai Malavoglia del Verga, parlo di zii boni ovvero di fratelli e sorelle der mi babbo nati dar mi nonno Rosario (tanto pe cambià) e dala mi nonna Concetta (na fantasia hanno coi nomi...) nati l' uno ner 1881 e l'altra nel 1888.. Quando invece parlo di zii da parte dela mi mamma sorge una disceta ambiguità in quanto la mi nonna Inesse aveva 2 fratelli Gigi e Italo e na sorella Tarquinia. La mi mamma li chiamava giustamente zii ma anche per me erano zii come del resto lo erano di fatto, pur senza esserlo di diritto, i loro figlioli ovvero i cugini dela mi mamma che io chiamavo uguarmente zii. Così Nicche lo portò ir mi zio, figliolo dela mi zi Tarquinia.
Il mi zio Mauro rivaleggiava per bellezza cor mi babbo, era alto e di linementi belli anche lui ma mentre ir mi babbo sembrava un Amedeo Nazzari in bello, ir mi zio Mauro pareva un attore americano. Purtroppo ho le foto in una scatola di latta seporta da quarche parte in Toscana. Comunque ir mi zi Mauro e la mi zi Traquinia (sua mamma) vivevano ar piano di sotto rispetto a noi mentre dirimpetto ci stava Renatino con Dino. Renatino un c'era mai, sempre imbarcato e Dino viveva con noi grazie a un po' di soldi con cui ir su babbo pensava ar su mantenimento. Sebbene Renatino guadagnasse bene cole trasferte la mi mamma, che era sarta, cuciva i vestiti per me e per Dino coll' avanzi de panni de grandi e sosteneva che i sordi risparmiati era bene tenelli da parte per Dino che già la vita gli aveva levato parecchio e i vestiti compagni ai mia erano perché noi s' avevano entrate ridotte e un voleva che fra me e Dino ci fossero disparità o invidie, il resultato era che quando Renativo tornava pieno di sensi di corpa e portava un bellissimo giocattolo a Dino, prima scriveva ala mi mamma chiedendo cosa mi garbasse e se era una pistola giocattolo che volevo potete sta tranquilli che mi regalava quella più costosa che si trovasse sur mercato. Tantè che Lumacone, che veniva a scuola con no ed era ir figliolo der notaio, una vorta, vedendo i nostri giocattoli, escramò: "ma che vanno a rubà i vostri babbi?" E la mi mamma ni rispose: "si come ir tuo solo che loro ci vanno di notte e ritti e ir tuo di giorno e da seduto e Amenne.
Torniamo a Nicche perchè introduce ir poste che voglio scrive a seguito di questo domani o domallaltro
Nicche era un bastardino bianco e nero che la mi zi Tarquinia avrebbe sinceramente fatto a meno di pigliallo se ir su figliolo un avesse messo l' auttautte: "o si tiene o piglio casa per conto mio" e la mi zia che aveva già visto andassene Mara, la su figliola che era andata a vive a Roma dopo essesi sposta co Gino cedette e accettò Nicche. Gino era un ebreo che al momento dele persecuzioni s'era trovato miracolosamente a Livorno a riparare l' impianti elettrici dell' ospedale, difatti era uno de meglio esperti d'Italia pe le linee di continuità che esistevano anche allora anche se noi si pensa che siano nate nzieme ai computere. Il primario di chirurgia s' impose all' amministrazione: "Gino lo voglio fisso qui armeno fino ala fine dela guerra. IO devo operà e se manca la corrente siamo nela merda infino ar collo". Così ni rimediarono de documenti farsi e lui che aveva un tipico nome tronco da Ebreo (Igino Natan) diventò Gino Natali e venne a vivere a pensione dala mi nonna che essendo vedova aveva avuto un posto da nfermiera nzieme ala su sorella e n'era rimasta la possibilità di liberà una camera dormendo lei nzieme ala mi mamma. La mi zia Mara era na bella ragazzona e a forza di vedessi pe le scale lei e Gino s'innamorarono e fenita la guerra lui la portò a Roma dove messe su na ditta di impiantistica elettrica che ni rese piuttosto bene. Per tante estati mi invitarono in vacanze da loro e io li rammentai sempre come i mi zii di Roma.
Donque Nicche fu preso in casa Il mi zio Mauro però a casa un ci stava, era attratto dala topa come pochi e le donne ni stavano addosso come le mosche sula popò dato che come v'ho accennato era bello come n' attore e aveva una Gilera 350 che a Livorno faceva strabuzzà l' occhi a parecchi. La su mamma, Tarquinia faceva l' infermiera e a casa c'era poco, la mi nonna eguale, così Nicche crebbe sempre cola mi mamma prima e con me dopo che fui nato ma solo e quando tigretta glielo permetteva.
L' altro giorno ho visto un cucciolo d'aspetto eguale a lui e la signora che l' aveva m'ha subito detto: "se lo vuole glielo dò ne avevo 5 da collocare e mi è rimasto solo questo ma ormai ha 6 mesi e non trovo nessuno che lo voglia".
Holly però è stata irremovibile, irremovibile Balena e la prossima volta vi racconto cosa hanno ordito le streghe per non aver cani tra le zampette.
Bona Giornata
Dante
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Bel ritmo non ci sono dubbi. Avete per caso ripreso la corsa verso qualche traguardo caro a Balena? Mi è molto piaciuta questa digressione nel passato della famiglia. Oggi piove e sono a casa influenzato, così ho acceso il caminetto e, mentre leggevo, mi pareva di tornare indietro a vecchie storie simili appartenenti all' ambito della mia famiglia. Tutti ne abbiamo in memoria ma Dante ha il dono di raccontarle come i nonni le raccontavano a noi bambini la sera al calduccio.
RispondiEliminaBuona giornata, aspetto il seguito
Giacomo
Mi mancavano molto questi racconti. Grazie.
RispondiEliminaQuanto all' eutanasia: molti annifa mi procurai una fiala di Nembutal per averla disponibile semmai ce ne fosse stato bisogno. Deve essere ancora in cassaforte ormai scaduta da tempo, dovrò decidermi a buttarla o a sostituirla, non so bene.
Giovanni Martinelli
Credo proprio che sia ripartita l' usuale corsa al record personale di post che ogni anno caratterizza questo blog. Ben venga non vi prometto di partecipare sempre ai commenti ma vi leggerò volentieri ogni giorno. per quanto riguarda la serie crimini se la proposta è ancora valida mi associo volentieri
RispondiEliminaBaci
Patty
stavolta fouri dal log e dai gangheri (sono in giro per l' Italia bagnata come un pulcino)
Come state, dove è arrivata l'acqua? Avete messo la ciambella ai mici?
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