Come in tutte le saghe che si rispettino anche in quella di Esserino e Balena le vicende si intersecano le storie dell' uno si accavallano con quelle dell' altro il tutto condito al sono melodioso del miagolio de gatti. Cos' anche per gli affezionatissimi lettori, immagino, non sarà facile tenere il filo del racconto disperso com'è tra tre diverse sedi, venezia, Livorno e Londra e narrato da differenti autori, tra i principali Dani Bobby Zanza e io che sono stato assente parecchi ma che adesso cerco di rimettere il tempo perso. Così molti si saranno chiesti: ma quante barche avete? Ma che lavori fate adesso? E così via e allora in questo sabato mattina, mentre Holly cucina e Dani è andata a prendere il su fratello in aeroporto per poi andare a raccattare anche il Ciampi che non s'è ancora capito se si vole fermare a Mestre o arriva a Santa Lucia, io faccio un po' d'ordine almeno nel racconto dele barche:
Agli inizi le cose erano più semplici ovvero quando conobbi Holly lei aveva la sua barca da pesca e l' ormeggio sottocasa.
Ovviamente nei canali e nei rii di Venezia una barca da pesca come quelle che s'adoprano a Livorno un c'entrerebbe per via della larghezza ma la barca di Holly era relativamente piccola e piuttosto stretta quindi adatta a quella situazione. Io ne avevo due, una a Livorno e una a Follonica. Più grossa quest'ultima, più robusta e adatta alla pesca in un golfo, più piccola la livornese per ragioni di posto e assai più veloce perché da noi il mare s' incazza in un attimo. Stare a Venezia senza barca non era possibile e quella di Holli serviva a lei così a malincuore dovetti decidere quale delle mie portar su. La scelta fu obbligata dalla logica. La barca di Follonica aveva un posto sulla spiaggia, quindi abbastanza al sicuro tranne in casi di mareggiate eccezionali. quella di Livorno era sotto la fortezza quindi al riparo dal mare ma esposta alla pioggia e chi bazzica il mare sa che son più le barche affondate dalla pioggia che dal libeccio. Se non la puoi guardare quando piove che ti succede? Basta si mova un coperchio e subito passa acqua quando ne è entrata parecchia il galleggiamento si abbassa finché ti passa l'acqua di mare sopra le murate e la barca va giù. Sistemi ci sono, barche autosvuotanti, pompe di sentina che partano in automatico ma la mi barca non aveva niente di tutto ciò e sperare che me la controllasse il Ciampi era come sperare nell'onestà d'un politico. Ampelio era sempre al barre e i su figlioli ...du lazzeroni. Ir mi babbo e don Luigi erano già dimolto anziani quindi la messi su un carrello e la portai a Venezia, la scaricai al Tronchetto, unico posto indove s'arriva colla macchina e di lì sotto casa di Holly dove lei era riuscita a farsi assegnare il posto adiacente al suo dato che il vecchio concessionario aveva rinunciato alla barca per raggiunti limiti di età. Penserete che i posti barca a Venezia costino una follia e invece no. Pago oltre 300 euri l'anno per tenella a Follonica (e mi devo ritenere fortunato) e dugento a Venezia. Chiaramente a Venezia è difficilissimo trovare posto perché deve morire o rinunciare qualcheduno.
Così per anni s'ebbero du barche in fila guasi sottocasa finché finché a un certo punto la pesca rendeva poco e Holly un ce la faceva guasi più. Allora trovammo il mototopo, lo risistemai tutto a livello di motore e di legni e Holly cambià la su licenza in una da trasporto conto terzi. Il mototopo però sebbene piccolo rispetto ad altri fratelli da carico era guasi 9 metri e così la barca da pesca di Holly finì in un cantiere di amici e la mia, esiliata prima dala su Livorno, dovette rinunciare anche al lusso di Venezia per accontentarsi dell' ormeggio di Malcontenta che è si davanti a Venezia ma ci vole mezzora pe raggiungelo. Esiliata du vorte dunque povera la mi barca. Il posto non è male è in campagna e si pole con relativa facilità raggiungere la spiaggia dell' Alberoni al Lido o anche l' isola di Pellestrina ma, io vòi pe la salute, vòi perché ci posso andare solo coi mezzi oppure mi devo fa accompagnà, sula mi barca ci sono risalito poco e punto. A Livorno si dice che ci sò du tappe d'avvicinamento ala morte la prima è dimenticassi dela barca la seconda dimenticassi dela topa
Coi mezzi mi ci vogliano due bus e il secondo passa a intervalli di un ora allora di solito piglio il bus fino a Marghera poi salgo sul Camper e ci vado in camper. L'altro modo è quello via mare, che ha usato Dani pe venimmi a prendere quando ho messo l' ultimo coperchio l'altra sera ma si consuma di più e poi d' inverno cola barca scoperta un fa tanto caldo. Nela prossima puntata vi racconto la storia del ponte levatoio e dell' importanza de nodi.
Bona giornata
Dante
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Dante Venezia on line dalle 10 alle 11
venezia è proprio un altro mondo....
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