fatevi i gatti vostri n. 1576 "Ora si rimane sola...."

Nel dar corso all' intervista con Marina avevo dimenticato di dare due buonissime notizie: ieri a mezzogiorno  era arrivato l' esito confirmatorio del 3 tampone del Mosca risultato, fortunatamente, negativo. Abbiamo chiesto se potevamo riaprire il barre non ci ha risposto nessuno e allora pel silenzio assenso ha deciso r mi babbo  e la sera s'è  riaperto. 
Sono un po' triste perché Bobby e Dani ripartono, Dani non se la sente di lasciare la zia troppo sola e la capisco. Del progetto di un suo trasferimento e rilevare il barre   aprendo  una piccola società magari anche con Sama e le trombanti o con Sama e sua sorella Camilla oltre che coi miei fratelli se ne è parlato e molto ma alla fine ha prevalso il parere del mi babbo: "In questo casino mi ci sono trovato io ed è bene che ne sorta io ci mancherebbe altro  che vi lasci un barre che un va avanti". Ha ragione, in effetti. Lui l'anno prossimo può andare in pensione. La mia mamma ci andrà a partire da questo ottobre. L’articolo 19 della legge 133/2008 infatti ha eliminato qualsiasi limite per il cumulo esistente tra la pensione e i redditi derivanti dall’attività lavorativa per quanto riguarda la pensione di vecchiaia o quella di anzianità. Ciò significa che se restano a lavorare loro potrebbero arrivare a sostenersi e anche a gyadagnare qualcosa anche in tempi duri mentre 5 ragazzi che si mettono in società non arriverebbero mai a tirar fuori 5 stipendi decenti. Io con le mie collaborazioni giornalistiche e il part time al barre riesco a tirare fuori dagli 600 a 800 euri che sono una miseria ma mangiando al barre e non avendo spese di casa me li faccio anche avanzare. Il Tafano e il Mosca sono ancora sul groppone dei miei. Riccardo si da da fare, d'estate come bagnino, d'inverno come cameriere a gettone. Il Mosca fa pochino ma se c'è da fare qualcosa non si tira indietro del tutto.
Dani era un po sottotono durante questa vacanza estiva Lei è molto legata a Venezia e alla zia. Inizialmente pareva lei la giramondo rispetto a Bobby ma in realtà il mondo che ha visto deve esserle apparso più banale e più incasinato della sua bella città dove si vive al ritmo del passo e dell' onda.
Dante ha una pensione miserrima ma se la salute lo assiste un po' riesce sempre a fare qualche lavoro e la giornata la tira fuori. Il lavoro di Holly, con gli alti e bassi, grazie ai buoni uffici di Costanza gode di un flusso abbastanza regolare di medicinali da trasportare, diciamo che un mensile striminzito ne esce fuori. Tutto quello che esula da questa attività primaria, quindi trasporti occasionali, piccoli traslochi lagunari ecc. mettono in tasca a Dani quel che le serve come prima necessità poca roba, forse 400 o 500 euri ma puo affittare metà del suo appartamento a due studentesse per parecchi mesi l' anno. A Bobby nessuno ha toccato il suo posto di docente ciò nonostante brexit e covid. Bobby è bravo e amato dai suoi studenti e Oxford ci tiene a mantenerselo. Dopo il chiacchiericcio seguito alla sua vacanza con Marina l' ho visto un po' raffreddato nei confronti di tutti e mi sono presa la briga di chiedergli se qualcosa lo avesse urtato mi ha risposto:
"Sarebbe stato illogico aspettarsi una reazione diversa da parte degli amici del bar, succedeva anche nelle nostre  compagnie tra ragazzi, solo che non ci sono più abituato e non sono più un ragazzo mi spiace anche declassare i sentimenti che ci possono essere tra me e Marti a livello di avventuretta estiva".
"Quindi c'è qualcosa di più?" Ho insistito io
 "A me Martina piaceva da anni  ma sono un timido e se non si fosse mossa lei probabilmente non avrei mai fatto il primo passo".
"Ti sei dispiaciuto per qualcosa della intervista che le ho fatto?"
"No mi ha fatto un sacco di complimenti che non merito affatto ma sedo essere sincero non amo sentir  parlare della mia vita affettiva".
Mi pare abbastanza.
quindi possiamo passre a kick ass 2, da stasera in cineteca (recensione da my movies)
Baci
Zanza

IL SEQUEL LASCIA IMMODIFICATE LA FORMULA E LE PERPLESSITÀ DELL'ORIGINALE.

Recensione di Marianna Cappi

Mentre Hit-Girl ha promesso al suo padrino di abbandonare il pericolo e l'avventura e si ritrova alle prese con un altro tipo di delinquenza, quella delle bullette adolescenti a scuola, Kick-Ass è felice di aver trovato una squadra di supereroi a cui unirsi, quella del Colonnello Stars and Stripes. Ma l'uccisione di suo padre da parte di David e Mindy ha acceso in Red Mist il fuoco della vendetta. Agghindato da Mother Fucker e circondato da un manipolo di mercenari senza pietà, comincia con l'assassinare il padre di David per poi dirigere il suo proposito verso Kick-Ass stesso.
In occasione del sequel, la parola, tanto in sede di sceneggiatura che di regia, passa dalle mani di Matthew Vaughn a quelle di Jeff Wadlow, ma la formula è pressoché immodificata e ripropone le medesime questioni.
Il concept prevede che, a far notizia e a fare il film, sia la sfacciataggine pop e patinata con cui si racconta di un nerd simpaticamente spiantato e di un'undicenne, oggi quattordicenne, dal viso ancora dolce e rotondo che, indossata la parrucca viola, si trasforma in una spietata seminatrice di morte. Eppure non è la violenza in sé a disturbare e non è nemmeno il fatto che sia deputata spesso e volentieri al personaggio di Chloe Moretz. Quello che rende spesso poco confortevole la visione del film di Wadlow è una messa in scena nella quale la spensieratezza dei colori saturi e dei movimenti di macchina estetizzanti deresponsabilizza una sequela di gesti truci mai veramente sublimati dall'iperrealismo, lontani da ogni leggerezza fumettistica (per non dire da qualsiasi eversività tarantiniana), ma soprattutto disancorata da qualsiasi abilità o pur minimo tentativo narrativo.
La violenza di Kick-Ass 2, cioè, è una violenza commerciale, pubblicitaria, studiata a tavolino per sdoganare i bassi istinti senza offrire alcuna catarsi, ma ciò che più stordisce è la noia di un racconto appiattito su un livello zero di ricerca creativa, che non calzerebbe su misura ad un episodio televisivo e viene qui propinato per il tempo di un lungometraggio.
Le cose non vanno meglio sul fronte puramente ideologico, con l'eliminazione letterale dei padri e la generazione dei figli impegnata a rispondere al male con il male o con una lassista alzata di spalle. Che infine si decida di sfrecciare via, verso il domani, o di rimanere senza maschera e abbracciare la stanca retorica dell'eroe nella vita di tutti i giorni, nessuna conclusione potrà mai riparare al danno di partenza, ovvero all'aver mancato di inseguire, nel farsi dell'impresa, un sufficiente (nemmeno "super") motivo di interesse.