Non capita spesso che il cinema decida di adattare un'opera molto recente (a meno che questa non sia reduce da un successo epocale), così stupisce la vicinanza delle date di uscita del primo numero di Kick-Ass fumetto (2008) e quella di Kick-Ass film (2010). Già avevamo visto sul grande schermo una pellicola basata su un'opera di Mark Millar (Wanted, diretto da Timur Bekmambetov) ma si parlava di quasi 5 anni di distanza tra edicola e sala. Ora invece l'urgenza di portare al cinema questa storia di violenza, comicità e tramonto dell'ideale supereroistico sembra più pressante. Questo perchè, dopo 10 anni di dominio nelle sale, nell'immaginario e nelle parodie, la stagione dei supereroi cinematografici sembra volgere alla sua fisiologica fase crepuscolare. E nulla meglio di Kick-Ass poteva interpretare il passaggio dal supereroe immacolato a quello vigilante destrorso e violento annunciato quasi due anni fa da un'altra trasposizione, Watchmen.
Del fumetto originale Matthew Vaughn mantiene molto, integrando in certi passaggi anche le tavole di John Romita Jr., ma la sua abilità sta soprattutto nel saper tradurre oltre ai fatti, le battute e la violenza, anche lo spirito comico di forte disillusione verso l'eroismo e il senso di giustizia. Tutto l'umorismo di Kick-Ass (verbale, fisico e di montaggio, come nei migliori casi) è infatti sempre alle spalle dei personaggi, si ride di loro e mai con loro, anche quando soffrono.
Eppure il pregio maggiore del film è il riuscire a non farsi soffocare dalla peculiarità dei propri eroi, concentrandosi sulla vita privata dei personaggi prima che su quella "professionale". Da questo punto di vista Kick-Ass aderisce in pieno al genere delle commedie adolescenziali da high school, smontando ogni mitologia attraverso la tipica ricerca di riscatto. Qualsiasi forma di riscontro reale o anche solo metaforico di quell'ideale di giustizia manichea che fumetti (e quindi cine-fumetti) raccontano è totalmente negato grazie ad un umorismo meticolosamente dissacratorio e una violenza iperbolica, che è valsa al film il divieto ai minori di 14 anni nel nostro paese. Quasi un'indiretta ammissione di qualità, viste le tematiche.
La mia unica esperienza di colpi di sole mi dice che sì, ti resta per un paio di giorni una gran confusione.
RispondiEliminaMi spiace moltissimo che la gita sia stata turbata da questo inconveniente! Augurissimi al povero Mosca, dopo quel che è successo è comprensibile che andiate tutti nel panico al primo accenno di mal di testa. Crossing fingers! 🍀🌶❤️