sabato 8 agosto 2020

fatevi i gatti vostri 1570 " mica siamo i soli a far consegne..."

Leggendo il titolo del film odierno torno con la mente a Venezia e alla barca di zia Holly con le consegne da fare. Sto bene qui ma sento un po' di nostalgia per lei.
Sono contenta che il racconto della Katana vi sia piaciuto del resto mi sono limitata a trascrivere il ricordo di una delle tante infatuazioni dello zio. Penso ricorderete quando costruì il modellino del sesso meccanico facendo inorridire la zia e troppe altre ne ha fatte: la macchina per schiacciare i pinoli, o il recente processo di essicazione e salatura di tranci del frutto di cappero, preparazione che ci risulta completamente sconosciuta sia a Livorno che a Venezia ma anche su 
internet. Ne parlerò in settimana. Non ho notizie di Bobby ma il rientro è previsto per domenica sera. Non mi ero pronunciata finora sulla sua love stroy con Martina. Lei mi piace è carina, suona divinamente e per Bobby ci vogliono dei tipini che potrebbero apparire sottotono ma in realtà non lo sono. Ho visto le foto di tutte le ragazze con le quali ha avuto storielle o storie più serie, sono tutte simili non vistose, non prorompenti non protagoniste ma decisamente avvenenti anche se per ora avevano le cosce bianchicce e le efelidi. Martina le batte decisamente tutte e quindi penso sia una buona candidata. Emotivamente avrei tifato per Zanza ma so che lo avrebbe mandato a quel paese in due giorni come accade regolarmente a me. Samatta non riesce a star bene neppure con se stessa figuriamoci con un uomo. Aspettiamo dunque e stiamo a vedere.
Per adesso  magari vediamoci Kiki appena messo in cineteca.
Qui la recensione

da mymovies

Buon Sabato  DANI


DA STREGA A RAGAZZINA,
 UN RACCONTO Di FORMAZIONE 
A CAVALLO DI UNA SCOPA.
Recensione di Emanuele Sacchi

Pur non nascondendo mai la sua natura di opera minore nell'ambito del corpus miyazakiano, Kiki - Consegne a domicilio è quantomai indicativo per comprendere le tematiche fondanti della poetica dell'autore nipponico. È spesso dalle opere minori, inclini alle semplificazioni e talvolta allo stereotipo, che si coglie con maggiore esattezza l'essenza di un grande artista e dei suoi topoi: Kiki non fa eccezione in questo senso.
Nella parabola della streghetta dagli umili abiti rivive il consueto viaggio iniziatico di Miyazaki, spesso condotto tra i cieli (in precedenza ne Il castello nel cielo, mentre Porco rosso innalzerà ai massimi livelli il feeling eroico con l'aria) e spesso con una ragazzina come protagonista. Kiki raggiunge la fatidica età di passaggio, quella dei quattordici anni, per abbandonare la dimora natia e scoprire la vecchia Europa, ancora una volta coacervo ideale di stilemi miyazakiani. Modellata su Stoccolma e Lisbona, la città in cui Kiki approda a cavallo della sua scopa volante è il luogo dello smarrimento e dell'emancipazione, in cui l'eroina è da un lato costretta ben presto a una necessaria e dura introspezione, ma può anche sentirsi accettata nonostante la sua diversità; il luogo in cui, attraverso il duro lavoro, conquistare la propria matura autonomia.
Terzo film dello Studio Ghibli e primo successo commerciale - sarà ugualmente il primo ad essere doppiato e distribuito dalla Disney - diretto da Hayao Miyazaki, Kiki mostra il lato più verista del Miyazaki-pensiero, limitando la sfera del magico a un ruolo di contrappunto nel percorso di crescita, totalmente umano, della protagonista. La perdita dei poteri magici, che comporta passaggi anche narrativamente traumatici - Jiji, gatto nero parlante e inseparabile compagno di Kiki, ritorna a essere un gatto qualsiasi, privando il film di un elemento caratterizzante - è del tutto assimilabile, in tutt'altra epoca e contesto, a quella che colpisce in Spider-man 2 il supereroe della Marvel. Pubertà come chiusura di una breve epoca felice di magia e ingresso nel mondo, meno accattivante ma capace di gratificare concretamente, delle responsabilità e dell'autonomia.
Forse è proprio l'eccesso di chiarezza nei segni disseminati da Miyazaki il principale punctum dolens di Kiki - Consegne a domicilio, quello sfiorare l'apologo che ha reso il film un prodotto più esportabile di altre opere del sensei, ma lontano dai vertici - non a caso oscuri ed ermetici, quasi esoterici, nelle loro allegorie - de Il castello errante di Howl o La città incantata
Così invece sul MORANDINI

È il 4° dei 9 LM del grande regista giapponese di animazione, ispirato all'omonimo romanzo della scrittrice Eiko Kadono. Non perdere i titoli di coda perché Miyazaki vi suggerisce il senso profondo del racconto: il passaggio dall'infanzia/adolescenza alla vita adulta - quello di Kiki, appunto - ha il suo prezzo. A 13 anni compiuti, la piccola Kiki decide di lasciare la casa e i genitori e, col nero gattino Jiji, parte per il suo viaggio. È un film di formazione straordinario, fuori dalle norme. La Koriko di Miyazaki è una città europea dove le auto tengono la destra come non si fa in Giappone e in molti paesi anglofoni; radio e TV trasmettono in inglese; le scritte per le strade sono in varie lingue. È uno dei migliori film prodotti dallo Studio Ghibli, abitato da figure di contorno credibili e simpatiche (l'amica pittrice, l'anziana cliente, la panettiera incinta), ricco di particolari preziosi e di trovate spettacolari, delicati rapporti con la natura. Distribuito in Italia, sia pure con quasi un quarto di secolo di ritardo, dalla benemerita Lucky Red. Adatto anche ai genitori e ai nonni.


2 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    redazione: Dani Livorno on line dalle ore 19:00 alle 21:00

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  2. Grazie per questa continuazione e scusatemi ma ieri era impossibile lasciarvi messaggi. Scrivevo, davo l' invio come sempre e mi compariva di nuovo la casella messaggi intonsa. Dopo il 4° tentativo ho desistito. Spero di avere maggiore fortuna oggi.
    Buona domenica
    Giovanni Martinelli

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