Proprio ieri rispondendo a un commento nel quale Patty dichiarava la propria decisione e spigliatezza nell' approccio sentimentale, ricordando che, al tempo in cui Valerio, suo attuale marito, la corteggiava ella ben presto si sentì in diritto di chiedergli se la volesse per una notte o anche per quella dopo, per quella dopo ancora e così via finanche ad averla tra le braccia arricchita da' segni impietosi del tempo disegnati sul corpo e sul volto.
Mia nipote nell' elogiare tanta franchezza della amica commentatrice osservava che nella sua terra natale tale prassi ovvero l' esser diretti e franchi è pressoché disconosciuta regnando sia tra gli uomini che tra le donne una discreta ipocrisia celata spesso dalla locuzione: "non sta bene, non è decoro, son robe da non farsi, da non dirsi ecc." rinforzate dalla esclamazione "Mària Vèrgine!!! Che oltre allo stupore cela una discreta dose di biasimo riferito a quanto si è visto o sentito.
Tale uso pur avversato da Dani, in questo ben educata da Holly che è nemica giurata di ipocrisia e convenevoli, permane, secondo la stessa, come agente fortemente condizionante di una pratica sociale generalizzata che riesce comunque a impastoiare anche chi non vorrebbe condizionarvisi.
In memoria dei giovanili sermoni ricevuti dalla zia, Dani ricordava un proverbiuccio che Holly non mancava di declamare quando le amiche o compagne di scuola della nipote capitavano in casa nostra e pur mostrando una affettata educazione guardavano e annotavano ogni cosa pronte a far scempio delatorio di ogni nostro costume che non si confacesse alle stolte consuetudini della loro famiglia. Recitava dunque: tute verzinèe co' vestìi bianchi ...da davanti! Da dadrio? No vàrda Iddio. Davanti tutte verginelle in abiti bianchi viste dal davanti di dietro? Lì Iddio non guarda. Che si presta a una doppia lettura ossia con riferimento alla falsità ma anche alla pratica già citata in nostri post passati di ricorrere al coito anale per arrivar vergini all' altare.
Rileggendo queste righe non so perché mi è venuto in mente un libro che ho letto recentemente e che si intitola
Il culo non esiste solo per andare di corpo. Antologia della letteratura greca e latina. Testo latino e greco a fronte
Alvaro Rissa è il nom de plume di Walter Lapini, professore ordinario di Letteratura Greca all’Università di Genova che lo ha mutuato dal ben noto personaggio creato da Nanni Moretti.
Tra i vari passi si riporta il ben noto frammento Oraziano
Fulgidas mirare nates Noemis
et nega, si vis, opus esse divom:
non modo ad faeces datur exituras
scilicet anus.
Guarda le fulgide chiappe di Noemi,
e nega pure, se credi, che siano opera divina:
è evidente che il culo non esiste
solo per andare di corpo.
Mi sarei anche sentito di citare qualcosa di simile, magari in greco ma mi è venuta in mente un altro scritto apocrifo che si tende ad attribuire al grande gobbo, non Andreotti no, mi riferisco a quello dell' ermo colle.
Come sapete Giacomo era fortemente attratto dalle donne ma probabilmente più che seghe e puttane non conobbe nella sua breve e sofferente esistenza
Nelle lettere scritte in occasione del suo primo viaggio a Roma del 1822 è ben noto questo scritto che ha tovato collocazione ufficiale e canonizzazione nell' opera omnia di Leopardi
Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837)
Lettera al fratello Carlo
Roma, 6 dicembre 1822
Testo originale
...Lasciando da parte lo spirito e la letteratura, di cui vi parlerò altra volta (avendo già conosciuto non pochi letterati di Roma), mi ristringerò solamente alle donne, e alla fortuna che voi forse credete che sia facile di far con esse nelle città grandi.
V'assicuro che è propriamente tutto il contrario.
Al passeggio, in Chiesa andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi.
Io ho fatto e fo molti giri per Roma in compagnia di giovani molto belli e ben vestiti.
Sono passato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne giovani: le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncuranza: e tutte le donne che qui s'incontrano sono così.
Trattando, è così difficile il fermare una donna in Roma come a Recanati, anzi molto più, a cagione dell'eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d'ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi.
Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto più circospette d'una volta, e in ogni modo sono così pericolose come sapete."
Pare tuttavia che egli abbia scritto all' amato fratello anche questi versi (poi impietosamente censurati da qualche critico bacchettone) duolendosi di non aver scelto Venezia, piuttosto che Roma qual meta del suo viaggio, alternativa che lo stesso Carlo gli avrebbe suggerito in una missiva del giorno precedente.
Ahi qual cruccio
m'assale o mio diletto
sapendo dalla tua
missiva d'ieri
che tu avresti
viaggiato volentieri
in posto mio
a Venezia e non a Roma
tal scelta
indipendente dall' idioma
s'atterrebbe soltanto
a maggior fama
ch'hanno le donne
di cotesta parte
in pratiche d'amore
Duolmi infatti
essere reso edotto
dal tuo scritto
che lì oltre il Po
ben si conserva l' uso
di serbar la verginità
cedendo il buso
Per non indurre qualche folle ricercatore a tentar di provare l' autenticità dello scritto mi limiterò a dire che noi (e in questo senso mi sentirei di poter conferire cittadinanza onoraria anche al prof. Lapini) in fondo siamo della stessa razza di quelli delle teste di Modigliani.....
e ciò vi basti e più non dimandate.
Buona Giornata
Dante
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Ah che delizia! Dante ritorna in grande stile e lo fa con un post da archivio.
RispondiEliminaDel libro del sedicente Rissa avevo letto qualcosa e per quanto un certo orecchio maturato in troppi anni di Liceo m'indurrebbe a non avallare l' attribuzione a Orazio ma neppure a Ovidio son qui a riconoscere l'elegante costruzione del metro e la ricercata selezione di forme verbali che che potrebbero indurre in errore gli studenti liceali con media inferiore al 7. Altro discorso è da fare in merito all' apocrifo del cantore del pessimismo. L' emulare Leopardi è cosa oltremodo complicata perché se per creare una carme latino basta esser avvezzi alla costruzione metrica e a una certa eleganza stilistica, in Leopardi che fu fine grecista e latinista troviamo una singolare combinazione di rima all' italiana e di musicalità data da un uso così sapiente della metrica che permette di rinunciare alla rima.
Qui il creatore dell' apocrifo, che tutti certo avranno individuato, trova diletto proprio in questa delicata alchimia: ieri > volentieri Roma > idioma uso > buso sono le tre sole rimature all' italiana, nel resto ci si affida alla musicalità della metrica ma non c'è sbavatura, non si sente il minimo inceppo, bastava scrivere "al posto mio" o "in vece mia" e subito avremmo avuto un imperdonabile caduta di stile ma quell' "in posto mio" è arte e risolve il problema che avrebbe creato lo scrivere "in vece miA A Venezia" le due A confliggono e stonano. Decisamente sopra le righe e degno di un orecchio poetico notevole anche il
"duolmi infatti essere reso edotto dal tuo scritto"
Magari per tali l' argomento apparirà eccessivamente licenzioso ma non è tanto il tema che voglio sottolineare quanto l' esercizio poetico e per quello
non basta la lode, qui c'è dignità di stampa
Giovanni Martinelli
Leggasi "tanti" anziché "tali" al terzultimo rigo.
Eliminascusate
gm
Ricordo o almeno mi pare di ricordare che anni fa in un post venne toccata la tematica delle Vergini dai candidi manti rotte didietro ma sane davanti che faceva parte di una sorta di tragicommedia
RispondiEliminaIfigonia che anche noi recitavamo in occasione delle gite scolastiche.
Interessante quella strana antologia greco latina.
Per quanto riguarda lo scritto del Leopardi mi associo a quanto detto dal prof. anche perché pur apprezzando la poesia non sarei in grado di riconoscere le sottigliezze della costruzione.
Baci Patty
Questo blog è una miniera! In un colpo solo un apocrifo leopardiano, un apocrifo oraziano e notizie fresche di un ex compagno di studi! Nello scorso post invece sono stata addentrata nelle particolarità della biancheria intima femminile inglese (un aspetto che molti romanzi dell'Ottocento tendono a trascurare, non so perché)!
RispondiEliminaRipensandoci, non ricordo di avere mai avuto amiche particolarmente per bene - ma probabilmente eravamo troppo o cupate a prendere in giro l'universo mondo per preoccuparci di difendere la nostra reputazione 😊
Complimenti ai poeti, quelli dei tempi antichi, quelli più romantici e pure quelli più moderni.
Approposito, non c'entra niente ma ho scaricato tutto quek xhe dovevo, grazie ❤️