Anziché la solita recensione al film,che comunque, a seguire, viene inserita, riportiamo, per intero, un interessante articolo di Fedinando Camon.
Ho sentito la zia per telefono ed è molto preoccupata per il riprendere dei casi di corona che, tra l' altro in Veneto sembrano essere leggermente più consistenti che in altre regioni. C'è da dire che moltissime delle nostre fabbriche impiegano manodopera dell' est europeo e del Bangladesh, prima fra tutte la Fincantieri di Porto Marghera. Pare che di ritorno dai propri paesi molti abbiano riportato al seguito il coroncino.
Non so che dire e quasi mi spiace dover fare appello al buon senso pratico di Zaia ma del resto ormai più che i partiti contano gli uomini e lui finora ha dimostrato di esser presente ogni giorno al timone della sua nave metaforica.
Martina, ormai la chiamo col suo vero nome, si è ambientata bene a casa nostra, del resto era già venuta con le amiche per due Natali di seguito. Anche lei si è prodigata per dare una mano alla zia e dice che conoscere Venezia mentre si lavora è tutt'altra cosa ed ha un fascino indubbio. Per lei che è di pelle chiarissima (e questo spiega l' attrazione esercitata su mio fratello) la barca va molto meglio della spiaggia perché il sole ti cuoce come un pollo sul girarrosto senza mai ustionarti battendo sempre sul solito punto del corpo. Zia Holly invece che, sia per natura, sia perché sta esposta all' aria da quando aveva dieci anni è nerissima. Anche zio Dante ha preso una bella abbronzatura e per accentuare il contrasto si sta lasciando crescere una barba bianchissima. Io e Zanza lavoriamo insieme al bar, grazie alla collaborazione del Tafano e del Mosca che ci danno il cambio, abbiamo modo di sfruttare il tempo libero insieme. Ampelio e Nara staranno una settimana alle terme di Montecatini grazie a una convenzione che consente loro un costo abbordabilissimo.
Per oggi è tutto vi lascio al film che sarà in cineteca dopo pranzo. Con questo film facciamo una prova entrando in cineteca troverete la sua locandina e sotto un indirizzo che vi consentirà la visione serve per non sovraccaricare il cloud e aumenta la velocità di trasmissione se avete problemi comunicatecelo
AGGIORNAMENTO ATTENZIONE: PROVA NON RIUSCITA CAUSA INTERRUZIONE INTERNET: BOBBY CI HA SOCCORSO E COSI' TROVATE IL FILM COME DI CONSUETO ANCHE DA SUBITO
Dani
Il film, il virus. Il coronavirus e la lezione di Olmi e del suo "Albero degli zoccoli"
Ferdinando Camondomenica 19 aprile 2020
La zona più colpita dal contagio è la Bergamasca. È la zona-martire del coronavirus. Non c’è chiesa e obitorio che non siano stati riempiti di bare. Per i morti che ne avevano fatto richiesta si è proceduto alla riduzione in ceneri. Le bare si bruciavano dalla mattina alla sera, ma non si riusciva a smaltirne le giacenze, file di camion dell’Esercito hanno portato le bare in eccesso verso altri crematori, attraversando pezzi d’Italia sotto l’occhio della tv. Parevano scene di guerra, quando tra una battaglia e l’altra la Croce Rossa organizza il recupero e il trasferimento dei caduti, e i camion militari fanno la spola tra il fronte e le retrovie. La popolazione della Bergamasca ha sopportato in silenzio più di ogni altra comunità.
Di colpo, senza preavviso, la tv nazionale, Rai 3, ha mandato in onda in prima serata, quando le famiglie, finita la cena, si raccolgono davanti al televisore, L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi. È un film ambientato proprio nella campagna bergamasca, sulla civiltà contadina della Lombardia, la vita di più famiglie insediate in una vasta fattoria, con vecchi, bambini, ragazzi, adulti, la vita dei campi, di stalla, di chiesa, i riti cattolici, le preghiere, i rosari. Una comunità orante et laborante. Le famiglie non sono in affitto, ma in mezzadria. La mezzadria funzionava così: il padrone era padrone del fondo e gli spettava la metà, in qualche caso persino i due terzi, di tutto quello che veniva prodotto.
Una scena del film "L'albero degli Zoccoli" - Ansa
Mio padre era un piccolo coltivatore diretto, padrone dei campi che coltivava, ma accanto a noi c’era una famiglia in mezzadria, che viveva nel terrore: se arrivava in corte il contepadrone in auto, i contadini mezzadri accorrevano dai campi, scamiciati, togliendosi il berretto. Il conte girava lo sguardo grifagno e chiedeva: «È un cappone quello?», e tutti frenetici: «Il cappone! Il cappone! Prendete il cappone per il signor conte!». «E quella è una faraona?». «La faraona! La faraona! Portate la faraona al signor conte!». Il padrone della campagna in mezzadria era un sovrano assoluto, se voleva togliere la campagna ai mezzadri e darla ad altri mezzadri, niente poteva fermarlo. La famiglia esautorata doveva cercarsi un altro fondo o vivere “alla carità”, andando in giro a chiedere da mangiare.
È quel che succede nel film di Olmi. Una famiglia viene cacciata. Perché s’era rotta la suola di legno dello zoccolo di un ragazzo e suo padre gli aveva costruito un’altra suola utilizzando il tronco di un albero, che naturalmente era proprietà del padrone. Schiacciata tra una miseria che sanguina e la pratica di una religione che insegna il rifiuto della violenza, la comunità contadina di Olmi si rifugia nella continua invocazione di Dio e dei santi, che è da intendersi come l’alleanza con un potere più potente di ogni padrone, l’unico potere che può fare giustizia, la vera giustizia: un potere tale che è meglio perdere con lui che vincere contro di lui, un potere che chi sta con lui e perde ha pietà di chi gli sta contro e vince.
Noi abbiamo avuto in Italia una sinistra che sapeva tutto degli operai ma non sapeva niente dei contadini. Quando uscì L’albero degli zoccoli la nostra cultura di sinistra era impreparata a capirlo, a intenderne la grandezza mistica, e lo stroncò con ottusa, volgare, compiaciuta violenza. Il film è rimasto in parte sepolto sotto questa denigrazione. E, col film, la civiltà cattolica delle campagne che esso rievoca. A quasi mezzo secolo di distanza, la pandemia che lo tira fuori dai cassetti e lo rilancia sotto gli occhi di tutti, ha fatto un utile, nobile atto di giustizia.
ERMANNO OLMI RITROVA FIATO ED ESTRO POETICO METTENDO IN IMMAGINI LE STORIE CONTADINE DEI SUOI NONNI.
In una cascina vicino a Bergamo alla fine del secolo scorso, cinque famiglie di contadini vivono, lavorano, amano, soffrono. Una ragazza sposa uno dei giovani. Il loro viaggio di nozze a Milano è movimentato dalle repressioni, da parte delle truppe di Bava Beccaris, delle manifestazioni popolari. L'albero del titolo è quello che uno dei contadini taglia per fare gli zoccoli per il figlio. Il padrone viene a saperlo e scaccia la famiglia.
Ermanno Olmi ritrova fiato ed estro poetico mettendo in immagini le storie contadine dei suoi nonni. Il film circola in due versioni (una italiana e l'altra in bergamasco non proprio stretto, doppiata dagli stessi attori non professionisti). Grande successo in Italia e in tutto il mondo (Palma d'oro a Cannes). In oltre tre ore di proiezione (nell'originale era uno sceneggiato tv) molte le scene indimenticabili (come la semina sotto la prima nevicata, un gesto consumato come in una sacra funzione).
Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini
1897-98 nelle campagne della Bassa bergamasca: la vicenda corale di alcune famiglie contadine che lavorano la terra a mezzadria tra duri sacrifici, ma con grande dignità. Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di Bach che l'accompagnano, il 9° di Olmi è - con Novecento (1976) di B. Bertolucci che è il suo opposto - il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi virgiliani: labor , pietas , fatum . Gli sono stati rimproverati una rappresentazione idealizzata, troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua pietas . Il sonoro originale fu doppiato dagli stessi attori non professionisti in un dialetto italianizzante. Alcune copie circolarono con sottotitoli in italiano nei dialoghi più ostici. Venduto in un'ottantina di nazioni. Palma d'oro e Premio Ecumenico a Cannes. César per il film straniero in Francia.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
RispondiElimina===============================================================================
Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
*****************************---==oOo==---*************************
redazione:Dani e Zanza, Livorno on line dalle ore 19:00 alle 24:00
www.esserinoebalena.blogspot.it
Ricordo una scena terrificante in cui si uccideva il maiale per carità so che si faceva così ovunque nella bergamasca come nella campagna romana ma mi sentii male. Non so che effetto mi potrebbe fare oggi ma posso saltare quel pezzo. Per quanto riguarda il nuovo metodo di visione proverò volentieri ogni cosa che facilita il vostro generosissimo servizio è benvenuta
RispondiEliminaPatty
Boh, io mi ricordo delle grandissime sviolinate sull'albero degli zoccoli e su quanto fosse meraviglioso, e garantisco che in casa mia entrava solo stampa di sinistra DOC. Che la sinistra comunque si impicciasse poco dei contadini è un fatto, e che i contadini se la passassero male idem, e infatti nel dopoguerra furono ben lieti di scappare dai campi a gambe levate.
RispondiEliminaSolidarietà per i focolai in Veneto, si sono risvegliati anche qui in Toscana e guardo con una certa preoccupazione alla riapertura delle scuole: speravo assai che nel corso dell'estate numeri perennemente in calo ci avrebbero garantito una riapertura serena, visto che nella mia scuola non abbiamo classi troppo numerose e siamo tutti piuttosto disciplinati - ma qua non è in calo un bel cazzo di niente, cone direbbero ad Oxford e quindi siam qui a fare gli scongiuri e i riti propiziatori.
Zaia, ci tocca dire, finora ha fatto molto bene e la Lega ha una sua tradizione di bravi amministratori. Purtroppo ha anche una vastissima tradizione di emeriti imbecilli che non capiscono niente, fortuna per voi che in Veneto han puntato sulla prima e peccato per altre regioni leghiste che... ehm... si sono ritrovate persone, come dire, non particolarmente smaglianti.
Qui in Toscana tra poco si vota. Non so perché non ci lasciano Rossi, forse è una questione di mandati. Il candidato delle cosiddette sinistre sembra una brava persona, molto attento ai valori partigianii e tutto il resto, ma a sentirlo parlare una vasca di acqua tiepida ha più personalità. Beh, almeno non dice sciocchezze. Ecco, in effetti non dice quasi niente. Magari ha delle doti nascoste, chissà 😄
Buona giornata a tutti!
Qui in provincia di Parma sul maiale si son scritti poemi ma a me in fondo dispiace sia che lo ammazzino come un tempo che a catena di montaggio come fanno adesso. Non sono vegetariano perché son troppo abituato ai piatti tradizionali della mia terra ma ammiro chi lo è queste selvagge carneficine sistematizzate cominciano a farmi orrore forse era davvero meglio come una volta un maiale l' anno a Natale e stop.
RispondiEliminaCommento più banale non potevo farlo perdonatemi e sopratutto mi perdoni il maiale
Giacomo
Grazie per aver esaudito così presto la mia richiesta. Concordo con quanto scrive la collega Murasaki sul rapporto fra PCI e contadini, qui nel novarese trovavano miglior sponda dai preti o al limite da una certa ala dei socialisti. Ho visto una buona metà del film oggi pomeriggio e se resisto lo terminerò in tarda serata. Zaia mi pare persona di buon senso una tra le poche nel politburo leghista.
RispondiEliminaBuona giornata a tutti e non abbassate la guardia in tema di virus.
Giovanni Martinelli