Mi resi conto dell' esistenza degli audiolibri tanti anni fa mentre mi trovavo negli Stati Uniti. Un mio amico americano ne aveva una bella collezione e mi spiegò che li ascoltava in auto mentre ogni giorno si faceva in macchina il tratto della pacific coast da Santa Monica ad Huntington Beach. Mi mostrò poi, visto il mio interesse, interi negozi di audiolibri, sfortunatamente tutti in inglese. L' inglese lo parlicchiavo e lo capivo ma ascoltarlo in audio mi costava assai più fatica che leggerlo. Tornato in Italia mi misi a cercare qualcosa del genere. Qualcosina rinvenni, molto poco. C'era però Rai Tre che trasmetteva letture dei grandi romanzi italiani. I primi audiolibri erano ovviamente in cassetta e costavano un botto. Le trasmissioni della Rai, andavano registrate. Io mi armai di cassette registratore e doppiatore. Prendevo in biblioteca i pochi audiolibri in cassetta e me li doppiavo poi registravo la radio talvolta usavo il doppio cavo audiomicrofono che mi dava miglior qualità ma sempre scadentuccia. In breve tempo arrivai ad avere un trentina di audiolibri. Misi inserzioni sui settimanali per annunci gratuiti e piano piano si formò la rete dello scambio che era faticosissima in quanto prevedeva lo scambio fisico del bene o la sua spedizione per posta. Per mia fortuna tale mia attività coincise col mio periodo romano. Roma è grandissima, la gente passa ore in macchina e lì gli audiolibri avevano attecchito abbastanza. Quando conobbi Holly possedevo un gran numero di audiocassette e i primi dvd. Poi l' enorme diffusione di Internet ha fatto il resto. Adesso cassette e cd sono preistoria e fanno parte dei miei ricordi museali, i files si scambiano via etere e una chiavetta può contenere assi più opere di quante un uomo possa leggere nella sua esistenza. Una bibliteca a collaborazione multipla può contenere migliaia di titoli. Ecco in foto alcuni dei miei primissimi lavori e parte degli strumenti che adopravo (walkman audiorecorder rigorosamente cinese cavetto audio microfono per i trasferimenti)
Il primo in assoluto fu l' alfier nero di Boito un bellissimo noir italiano. Dani mi segnala che gli dedicammo un post al tempo di Splinder. Poi il Monaco Nero di Cechov.
Oggi li faccio mettere in audioteca da mia nipote ma aspettate stasera a visitare il regno di Esserino perché dani è fori co Holly e io ho paura di fare casino e scancellare roba. Però vi fo sentire questo pezzettino di registrazione con rumori di fondo e suoni distorti.
Provate a immaginare la mia gioia quando il piccolo capolavoro era terminato e lo potevo inserire nella vecchia autovox della macchina o infilare le cuffiette e col walkman a cassette sulle ginocchia socchiudere gli occhi e lasciarsi guidare dalla lettura. Ovviamente le copie in audioteca sono aggiornate e perfette.
Dante
Come sapete gioco a scacchi e circa 4 anni fa ormai oltre la sessantina ho potuto coronare il mio sogno: conquistare il titolo di maestro nazionale nel gioco a distanza o per corrispondenza e trovo che Boito abbia reso con eccezionale capacità scenografica o scenica il setting di questa tremenda partita
ma leggete se ne avete voglia questa bella recensione comparsa su Anobii a cura di Mendel85:
Scacco Matto
Chi sa giocare a scacchi prenda una scacchiera, la disponga in bell'ordine davanti a sé ed immagini ciò che sto per descrivere
Scacco matto in tre mosse: ritagliatevi una mezzora di tempo; digitate "L'alfier nero" di Arrigo Boito su Wikisource; leggete.
Questo racconto, scritto nel 1867, appartenente alla Scapigliatura è uno dei più bei racconti italiani di sempre. Una perla nascosta che riesce a racchiudere tutto il mondo in una scacchiera. Un racconto nel quale una partita a scacchi cela una posta in gioco non dichiarabile, con le regole solo pretesto e i limiti della scacchiera confini resi valicabili dall'emergere reale delle passioni. Più volte, da profano, ho sentito parlare degli scacchi come di un gioco violento, di una guerra o battaglia. Ora ho capito il perchè.
L'Alfiere Nero ha per oggetto una partita di scacchi tra un americano biondo ed elegantemente vestito di bianco, che gioca con i pezzi bianchi, ed un nero etiope, vestito tutto di nero che gioca con i pezzi neri.
Ma più la partita va avanti e più i giocatori assurgono a pedine-simbolo di un gioco fittizio che si trasforma in un gioco reale: il duello tra i due scacchisti diventa lotta razziale, diventa allegoria e parabola di uno scontro tra due forze opposte.
Bianchi contro neri, uomo bianco contro uomo nero, ordine contro caos, libertà contro schiavitù, bene contro male.
La partita a scacchi non è più scienza, e nemmeno un gioco bensì una battaglia reale per per la vita e la morte che impegna veri uomini e non statuette. Diventa dunque una questione di uomini contro uomini, un alfiere contro un esercito. E l'alfiere nero, rotto nei preparativi e riparato con la ceralacca bollente rossa che gli cola lungo il viso rendendolo un soldato ferito , non è più un pezzo qualsiasi ma il pezzo segnato, l'idea fissa, il pezzo fatale, colui che lo porterà alla vittoria.
La fronte di legno diventava sempre più umana, sempre più eroica, toccava quasi all’ideale, da uomo diventava idea, come da scacco era diventato uomo
L'alfier nero è un racconto sorprendente aldilà dell'interesse del tema storico trattato in relazione al tempo nel quale è stato scritto.Un racconto costruito come un un'atto unico teatrale;un mondo onirico e allucinato che mi ha ricordato Poe e la raffinatezza della Blixen. Perfetto per una sceneggiatura di un film di Tarantino: un duello tra uomini di due continenti diversi che si svolge in una sola notte sullo sfondo di una stazione termale svizzera. Tre colori dominano la narrazione: il bianco dell'alba, il nero della notte , e il rosso sangue della ferita grondante ceralacca dell'alfiere a segnare l'iniquità e insieme la forza della rivalsa del destino.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Forse Dante non è il miglior armonicista del mondo, ne il miglior fabbro, il miglior scrittore e via discorrendo ma da circa 13 anni lo vedo mettere amore e oserei dire passione in ogni cosa che fa. Che aggiusti una vecchia macchina per scrivere o ripari il tetto del suo garage, che suoni un pezzo dei beatles, scriva una novella o tenti di insegnarci a far nodi io l' ho sempre visto appassionato. Avevo 18 anni quando uno dei più grandi oratori che la storia moderna ricordi nella New Covenant Baptist Church il 9 aprile del 1967 disse:Se vi toccasse di fare gli spazzini, dovreste andare e spazzare le strade nello stesso modo in cui Michelangelo dipingeva le sue figure; dovreste spazzare le strade come Handel e Beethoven componevano la loro musica. Dovreste spazzarle nello stesso modo in cui Shakespeare scriveva le sue poesie. Dovreste insomma spazzarle talmente bene da far fermare tutti gli abitanti del cielo e della terra per dire: "Qui ha vissuto un grande spazzino che ha svolto bene il suo compito"
RispondiEliminaCredo che quando persone come Dante si mettono a fare una cosa cercando di farla così bene.... forse da due diversi Paradisi, Martin e il Gatto Esserino sorridano compiaciuti
Con stima e affetto
Giovanni Martinelli
Non mi salvo dal refuso Beatles non me ne vogliano i 4 di Liverpool
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