venerdì 8 dicembre 2017

fatevi i gatti vostri n. 762 "un dono per Dino"

C'è rimasto di sasso Dino, quando l'ha visto  in un cantuccio della stanza sur retro, dove lui mangia un boccone preparatogli amorevolmente dala mi mamma.
S'è ripulito tutto intorno e s'è piazzato tra ir termosifone, dove si siede sempre Dino in cerca di calduccio. e una porta cieca che abbiamo mascherato cor un cencio rosso. A pochissima distanza c'è la batteria der mi babbo.

 L'oggetto è abbastanza singolare e sicuramente vintage, si tratta di un piano organo che ho trovato io in annuncio in rete e che s'è avuto per un centinaio d'euri. Ir più è stato trasportallo ar barre ma co mi fratelli e un ape (motofurgone della Piaggio)  in prestito ci s'è fatta.
La stanza sur retro è sempre servita per mille usi, per noi dela famiglia per mangiare e come punto di riposo nel primo dopopranzo, pe mi genitori a turno. Per noi ragazzi pe facci i compitie adesso come letto rifugio per Dante quando passa da Livorno e per tavola pel nostro Dino che sennò un si cucinerebbe nemmeno un ovo sodo. Con lui la mi mamma ha fatto un contratto verbale, te quando hai voglia soni quarcosa e io quando ho voglia ti cucino quarcosa. Molto informale ma funzionale. Del resto c'è da dire che quando sona Dino gli avventori der barre si fermano fino a che un e smette e questo significà vari caffé ponci, grappe, quarche panino e dimorti bicchieri di vino in più che in questi tempi magri aiutano l'incassi der Barre.
Dino a differenza di tanti musicisti 'ola puzza sotto 'r naso, un è uno che cerca li strumenti perfetti, ir piano d'una certa marca, la chitarra di nome e così via. Ni dai  un ukulele mezzo scordato e ti ci fa i pezzi di Jimmy Endrisse, una vorta l' ho sentito sonà Mozarte sur un pianofortino di quelli de bimbi. Ir bello poi è che se c'è quarcosa che un funziona a dovere lui mica s'incazza come fanno i più, macché! Ci fa intorno un rigògolo musicale, na girata, n'arrangiamento e sarta 'r problema. Il piano organo che ni s'è preso fa parte di quei vintage che un vole nessuno perché hanno guasi cinquant'anni ma purtroppo tra i loro componenti c'è digià un abuso di plastica, i legni so ricoperti cola formica, nzomma odorano der modernismo che ner settanta travolse il fascino della roba tutta in legno e ottone che aveva retto pe secoli. Ma Dino l'ha toccato, l'ha ritoccato poi s'è messo a provallo e ha fatto "boia dè sembra Tamara."
Tamara era una ragazza assai nota ner nostro rione vando erano ragazzi Dante e Dino. Aveva le gambe a buzzo di conigliolo e le poppe che n'arrivavano ar bellico, un naso stiacciato come quello di Mazzinghi e na bocca da rospo che pareva sempre facesse la O cole labbra. Ma a letto pare fosse 'n fenomeno per cui venne subito coniato ir motto:
"Boia dé è come Tamara un si pole guarda ma ar buio un si para. (non siriesce a contenerla)" e così è anche il pianorgano che ni s'è preso alluilì, che ner su giudizio offende la vista ma delizia l'orecchio.
Una vorta che ci s'è messo a sedé è stato difficile fermallo salvo pe chiedeni un pezzo particolare pe na nostra lettrice ma questa è n'antra storia e ve larcconto in un antro poste sinnò rischio di dilatammi troppo.

Baci da Zanza

2 commenti:

  1. @elenamaria Ciao ti vedo presente da anni e anche io e Valerio siamo aficionados di questo unico blog. Ho ascoltato il post successivo, davvero incredibile il Ciampi
    Un abbraccio da Patty

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  2. Ciao Patty Valerio e voi tutti.
    L' altro post lo commento domani, dal pc, ché ora son tutta scombussolata, tra contentezza e commozione. Una musica tutta per me, vi rendete conto...

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