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lunedì 18 dicembre 2017
fatevi i gatti vostri n 782 "Ampelio e Nara 2a parte"
Una dele tante analogie in uso a Livorno. Avete presente l' 8 com'è fatto? Bello tondo in cima, stretto ner mezzo e bello tondo sotto, nzomma com'erano le belle donne na vorta, 90- 60- 90. Nara di sotto e 'n vita stava ne' canoni e aveva anche delle belle zampe magre e tornite bene ma di sopra strabordava. Non per niente era la nipote dela mi nonna Liliana che, nzieme ad Adalgisa, la mamma di Dante, quando passeggiavano in centro erano chiamate i PORMONI di LIVORNO. Da 'ncinte ebbero un tale avanzo di latte che Adalgisa (in Livornese Argia) allattò anche Dino che poerino un aveva più la mamma e la mi nonna ortre a Nara allattò la mamma di Samatta che per esseci, ar mondo c'era, ma un ni veniva punto latte a leilì. Così a Livorno si dice che Dante e Dino son fratelli di latte e io e Samatta cugine di latte. Poi crescendo loro son diventati fratelli di vino e noi cugine di ponci.
Nzomma Nara vantava un ber davanzale da 105 centimetri che su una piuttosto magra pareva un terrazzo. Di rivali nela conquista der mi babbo n'aveva davvero poche perché era belloccia anche di viso e lui appena la vide rimase furminato ma l' 8 anni di differenza a que tempi pesavano. Ampelio n'aveva 22 e aveva già fatto r militare quando lei n'aveva 14. Le coetanee der mi babbo trombavano digià da un pezzo mentre lei ascortava "Questo piccolo grande amore" coll' occhi chiusi e sognava una maglietta fina stretta sì ma che ni c'entrassero anche a forza le poppe. Si metteva quelle der mi nonno e ci stava bene di torace ma poi in vita pareva un sacco. Nzomma 'r mi babbo sognava lei e lei sognava lui ma lei era piccina e doveva passà un po' di tempo pe potessi mette nzieme come avrebbe voluto lui. Ne resultò che, volubile come tutti l'omini, si ruppe i coglioni e andò a fare ir barista a Portofino. La mi mamma da prencipio pianse e si disperò ma siccome a Livorno di bei ragazzi un ne mancavano si fidanzò cor fratello der povero Barabba (Claudio che è morto sto giugno scorzo). Dato che ir personaggio della famiglia di Barabba era lui stesso cola barba lunga e l'armonica attaccata ar collo, ir su fratello, pe banale associazione di soggetti religiosi, lo chiamavan tutti ir Cristo, anche perché era sciapito come un Gesù Cristo, di quelli de libri di dottrina, arto secco, co capelli boindi infino ar culo e la barba lunga. Ma un durò, a dir di Nara, dopo di lui prese quarche mezza cotta nell' ambito der barre di Nado il su babbo. Per Dino prima e per Dante quando vide che Dino un la cacava per nulla e la trattava da ragazzetta. Però anche Dantino più che portalla a ballà in vespa quarche volta e a tuffassi sott'acqua dali scogli un andò oltre. Gli sembrava sempre piccina a lorolì e avevano donne da buttà via a quell' epoca, bellocce navigate e disponibili. Tra trippole e trappole erano passati guasi sei anni e la mi mamma sebbene fosse una dele ragazze più ambite, armeno del nostro rione, pensava oramai di morì vergine. Si fa per dire perché i su sforzi e quarche miracolo ir Cristo co lei l'aveva fatti ma nzomma un era rimasta convinta e penzava di non avé ancora trovato l'omo dela su vita. Così un giorno prese l'accelerato, che in una giornata 'ntera andava da Livorno fino a Ventimiglia e si fermò a Portofino. Ci messe tutto ir giorno a trovà, tra i vari barri, vello dove lavorava ir mi babbo che, spirito inquieto, n'aveva digià cambiati dimorti.
Quando Ampelio, ale sette di sera, si sentì chiede un 'ponce ar rumme da na sprendida ragazza che riconobbe guasi subito, per poco non gli viense n'accidente.
"Oh Nara"
"Dé Còcco...."
"O che ci fai a Portofino?"
"Na sega ci fo, o mi trovo un fidanzato che mi garbi o mi metto a fa r tegame co quarcheduno colo yotte".
Ampelio capì ch'era la su urtima chance così prese du ore di permesso e la portò a cena in un posto meraviglioso che lei se lo ricorda ancora e un po' far altro perché un ce l'ha più portata.
Poi ni dette la chiave dela stanza in cui alloggiava lui e ni disse "Nara, io fenisco verso l'una di notte ma te mettiti a dormì".
Da quella notte, armeno così vole la leggenda, un hanno più dormito separati.
Era l'ottanta, lavorarono un anno nzieme a Portofino e poi con un piccolo gruzzolo risparmiato, pe' prende 'na casuccia in affitto, tornarono a Livorno. Si Sposarono nell' 82, fu il mi babbo a forzare la decisione perché a sentì lui, la mi mamma s'era nvaghita di Vasco Rossi che doveva venì a sonà a Livorno e lui aveva paura che scappasse co quer popò di troiaio.
Nell' 83 Nara, co già 4 mesi di pancia, perse 'r primo bimbo
Nell' 84 ir secondo
Poi perse 'rcapo.
Fu presa da na depressione profonda che ni durò guasi 3 anni. Pe dagli na motivazione a sortì di casa e anche perché lui era stanco, Nado ir su babbo ni dette n gestione ir barre e si rimesse a fare 'r pescatore. Il barretto del quale s'è già raccontata la storia, per quanto riguarda la nascita de muri, era un discreto affare e Ampelio e Nara doventarono un punto di riferimento per tutti i personaggi di cui spesso abbiamo parlato in questi 10 anni di blogghe.
Purtroppo di bimbi un ne venivan più e la mi mamma, preso coraggio, anche pe le migliorate condizioni economiche, decise di andà alluniversità di Pisa pe vedè se c'era ancora na speranza di sfruzzicà l' ovi. Considerato soprattutto che
'r mi babbo aveva quarant'anni e lei aveva passato la trentina. Fu una delle prime cure d'ormoni e finarmente
ner '91 nacquero due paiotti ( i gemelli eterozigoti qui si chiamano così) Io, Angela, Zanzara, la più vecchia di pochissimo e Riccardo 'r Tafano.
4 anni dopo è Nato anche anche Edoardo detto Mosca.
N'artro ber pezzo di storia nostra pe' questo lunedì uggioso
Baci Zanza
3 commenti:
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Zanza credimi mi hai toccato il cuore, bel rapporto sincero e maturo raro in questo cazzo di paese dove si immaginano tutte le donne a gambe aperte tranne la mamma. L'emancipazione della donna passa anche per questi riconoscimenti, le mamme sono donne, piangono ridono e scopano
RispondiEliminaBrava davvero
Patty
Povera Nara, e meno male che in qualche modo le cose si sono comunque aggiustate!
RispondiElimina(Murasaki, che simoatizza molto).
che bella figlia sei, Zanza...
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