lunedì 7 giugno 2021

fatevi i gatti vostri 1863 " un sapore di T......."

Cominciamo a dì che per poco il blogghe di oggi un saltava. Come vi sarà facile immaginare anche se pomposamente etichettiamo redazioni le tre postazioni pc dalle quali viene pubblicato il poste quotidiano in dette redazioni non si muovono un sacco di giornalisti trafelati come si vede ne firmi americani. A Livorno ci sono io e basta, a Venezia sono fortunati perché se la redattrice capa è Dani anche Dantino e tarvorta Holly contribuiscano. Ci sarebbe poi vella d'ortremanica che Bobby ha sempre diretto con autorevolezza ed efficenza ma da troppo tempo sìè zittita ala pari del su corrispondente. Capita anche che arcuni pezzi risentano della cooperazioni di più redazioni: se presempio Dani scrive un post nel quale cita periodi giovanili di Dino e Dante pole essere che gli serva il punto di vista der Ciampi oltre che quello der su zio e magari una condìta cor un po' di musica prodotta dal duo in quegli anni. Ecco che allora Dani lascia in bozza quanto ha scritto aggiungendo na nota pe Dino der tipo: ma davvero Maila di Stagno portava l' ottava di reggipetto? Sappimi dì quarcosa perché ar mi zio un è che gli ci creda di molto. Ovviamente la richiesta di Dani unnè mai in livornese ma oramai m'è scappata scritta così. Poi magari per me c'è na richiesta: Zanzuccia nel tuo archivio c'è per caso Ruby Tuesdaday fatta da Dino e Dante? E così il Ciampi mi conferma che Maila portava l' ottava e quando ruttava e scureggiava pareva tirasse vento di libeccio, io trovo il pezzo musicale glielo infilo su souncloudde e gli preparo l' html pe buttallo ner poste e leilì dopo sistema tutto e pubbrica.

Lo stesso procedimento pole avvenì a senzinverzo se è la settimana che so io a dirige la redazione e magari mi servano de contibuti da Venezia. E così vi s'è un po' portati ner nostro piccinissimo mondo editoriale.

Stamattina Ir poste toccava ammé ma ho visto che c'erano dele note e dele foto d'una porchetta messa ala brace a rosolà e ho penzato che andesse lei inavanti magari pe naltri du giorni. Poi mi so messa a preparà l' aperitivi e un ci penzavo più quando m'è arrivato r su messaggio su uozzappe: Ma non lo mandi in rete il post? Ti avevo preparato da dele foto inserire.  Boia dé ha ragione ho penzato male e mi so messa subito al piccì a rimedià.

Difatti vi mostro come mentre Dani e Holly so rimaste a casa impaurite dal meteo e dale nuvole, L' ardimentoso ottimista labronico ha affrontato terre in bici e mari in piroscafo conquistandosi ir su pezzo di graticola, ecco la bici sul traghetto vero reperto antiquario in mezzo a tante bici ala moda







ecco la posizione in riva al mare dove ovviamente è arrivato in bici




e infine Badatelo lì che gioia che ha ner viso pare un bimbo piccino.

Il firme d'oggi parla d' un sapore particolare e chissà perché il Ciampi quando ha sbircito s' è messo a ghignà. Boia Dino ni fo un mi pare n' argomento da ridecci e lui ma mica rido der firme m'è venuta a mente la barzelletta del concorzo dell' inventori a Pisa ala Normale. La raccontava sempre Don Luigi.

"Boia un la sò, raccontamela"

"Donque, La Scola Normale Superiore di Pisa, che è na rinomata università oltre ad esse l' unica cosa normale che c'è a Pisa perché perfino la torre gli è sortita pendente, indisse un concorso pe inventori e si presentarono genti da tutt' Italia. Chi aveva nventato la carta igienica trasparente che quando ti pulivi ir culo un sapevi se t'eri sporcato i diti, chi ir cocomero senza semi cor allegato un sacchetto di noccioli di susine tanto pe sputà quarcosa mentre mangiavi ir cocomero, chi il revolvere sparasupposte cola canna regolabile a seconda der buo der culo e ala fine si presentò  Arvaro dell' Ardenza cor una mela n mano.Dopo che la commissione ebba visionato tutte le suddette nvenzioni s'arrivo ar turno d' Arvaro che  avanzò davanti ala commissione palleggiando in mano na mela.

Gli fu chiesto in cosa conzistesse la su nvenzione e Arvaro di poche parole com'era ni rispose:

'vesta' (questa)

'questa cosa?' chiese il capo commissione

'sta mela' rispose laconico Arvaro con un tono di voce che pareva avesse detto: 'sto cazzo ho nventato  mbecille o che un la vedi?' Ma come sì è detto Arvaro era di poche parole.

'E lei buonuomo ci vorrebbe dare ad intendere che ha inventato la mela?'

'No "la mela, sta mela vì'   replicò Alvaro che prencipiava digià a rompisi i coglioni

'Ebbene cosa ha di particolare codesta mela costì?'

'Sa di topa' enunciò Alvaro con una serietà pari a quella d' Enrico Fermi quando fece ir su annuncio.

'Sa di?' Chiesero increduli all' unisono i commissari di giuria.

'Di TOPA' ridisse Alvaro e comprendendo che avevano dele difficoltà decrittative uniì i pollici e l' inci dele du mani formando l' inequivocabile segno dela topa, quella che s'ha noi donne fra le zampe.

'E dovremmo crederle sulla parola?'

'Assaggiatela'

Con il sorriso dell' incredulità il primo commissario morse la mela e una smorfia di disgusto si dipinze sul su volto, poi la passò ar secondo che non si tenne e disse : 'Ma è una cosa schifosa, sa di MERDA!!!'

e Arvaro laconico come sempre:

'Giratela'.

Mentre Dino me la diceva m'è tornato ala mente di avella sentita sì ai tempi dele scole, ma raccontata così bene mai.  Don Luigi era n'artista pe ste cose e Dino ha na memoria portentosa si ricordava anche le virgole.

Bona Giornata

Zanza


da sentieriselvaggi.it

Un sapore di ruggine e ossa, di Jacques Audiard

Dall´omonima raccolta di racconti di Craig Davidson, un cinema che sembra di vederlo in uno stato di continua immersione. Strepitosa Marion Cotillard ma ottimo anche Matthias Schoenaerts

De rouille et d'os di Jacques Audiard con Marion CotillardC´è qualcosa sempre sul punto di esplodere nel cinema di Jacques Audiard: un gesto, un dettaglio, una frase. Come se la macchina da presa catturasse, anzi aspirasse, tutto quello che ha davanti e come se non filtrasse tutta la spinta emotiva che i suoi personaggi provano in quel momento. Dallo stratosferico finale di Il profetaUn sapore di ruggine e ossa, clamorosamente escluso dal Palmarès del 65° Festival di Cannes, riprende quella gestualità di nuove rinascite, di cui questo film è pieno. Ricerche di aria contaminata da frequenti squarci sonori, di luce che filtra all´improvviso dalle fessure dei luoghi e sospende un melodramma che sprigiona brutalità, rabbia, disincanto e tenerezza. Dall´omonima raccolta di racconti di Craig Davidson, Audiard traccia certamente decisive linee narrative (l´arrivo del protagonista dalla sorella, gli incidenti drammatici) ma poi da qui si libera qualcos´altro, un momento prevedibile che poi diventa continua rivelazione, ritorna su una sessualità selvaggia dove però si sentono tutti i battiti del (suo) cuore, su alcuni luoghi (le scene in discoteca da Sulle mie labbra, chiusa come il carcere di Il profeta, gabbia di suoni e di luci come solo Michael Mann e James Gray sanno filmare) e riesce nel miracolo di non sprecare mai un ralenti, come quello della monetina.

6 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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  2. Pare davvero che sia arrivato in bici in paradiso. Almeno dalla sua espressione. Ragionevoli obiezioni gli erano state poste ma lui le ha contrastate col voler credere che le cose possano andar bene quando lo si voglia. Per stavolta marca un punto a suo favore. Mi complimento con Zanza per la stesura di questo post. Da una piccola incomprensione redazionale ha tratto lo spunto per farci visitare, in poche esaustive parole, le tre redazioni. Mancava tuttavia quella scanzonata irridente briosità per la quale l' ho sempre considerata ottima candidata al "Vernacoliere". Nessun problema, un a sbirciatina del Ciampi alla presentazione della cineteca ed ecco subito introdotta una classica barzelletta dell' antico repertorio di Don Luigi. Di per se la barzelletta potrebbe esser nota ai più ma qui Zanza accende i fuochi d'artificio:
    si notino le strampalate invenzioni che precedono la mela di Alvaro novello Newton. Che sia opera del prete e Zanza ne sia fedele relatrice, che sia lei o il Ciampi l' autore delle mirabili trovate, siamo di fronte a capolavori umoristici che mancano anche nel repertorio dei comici più accreditati al momento. Si pensi al "cocomero senza semi con allegato un sacchetto di noccioli per poter sputare qualcosa!" E non ditemi che si possan trattenere le risa di fronte all' idea della carta igienica trasparente che induce ad amletici dubbi.
    Post da archivio
    Giovanni Martinelli

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  3. A me pare grosso e beato come il Gatto Balena! Deliziosa la trasposizione della barzelletta di don Luigi è così gaia che si passa sopra anche ad alcune licenziosità tipicamente livornesi.
    Bacioni
    Patty

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  4. In effetti Dante ostenta una bella mole e viene difficile immaginarlo su quella graziellina ma ha documentato il tutto, come suo solito e allora non resta che dirgli bravo per avere avuto fiducia.
    La barzelletta la conoscevo ma arricchita così diventa un pezzo da repertorio comico.
    Buona Notte
    Eliana

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  5. Quella modestissima Graziellina, piccolo capolavoro di ingegneria italica può portare agevolmente pesi superiori al quintale. Dante accortamente ha eliminato i parafanghi che si piegano e son fonte di abrasione agli pneumatici, ha alzato la sella al massimo consentito per poter pedalare con agio e mi pare abbia anche eliminato il freno posteriore. A tutto c'è una spiegazione sapendo di dover piegare speso questa bici ha tolto tutto ciò che potesse grare intrighi, come fili dei freni guaine e simili. Due piccole concessioni al cavalletto che, in alluminio peserà pochissimo e al carter copricatena. Immagino che la sua idea fosse di eliminarlo ma la catena si sporca di più e spesso afferra i pantaloni, in più sempre piegando o portando in traghetto ogni urto laterale o pressione farebbe saltare la catena dalla corona con perdite di tempo e sporco sulle mani. Meglio quindi conservare la piccola protezione in lamiera. Bello il post con barzelletta che mi rivenderò alla prima occasione
    Buona serata
    Giacomo

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