Che bravi Ragatti! Fa tanto freddo e loro, a differenza della maggior parte degli umani, stanno vicini vicini e creano una stufa naturale
Presentazione richiesta da voi, commenti da my movies.
Buona Domenica
Bobby
La maggior parte delle pellicole dedicate al richiamo edonistico alla malavita indugiano su figure criminali presentandone un percorso che ha del programmatico: l'ascesa e il successivo declino, vittime della loro stessa ambizione. Ma Scorsese dimostra un talento raro costruendo un film esplicitamente immorale. Lo script distilla ricordi in una finzione grottesca che vira a volte nel documentario. È il regista giusto per questo materiale, figlio di Little Italy, cresciuto in un ghetto siciliano a Manhattan e forgiato quindi da un background di un certo tipo. Il plot, che si svolge in un arco di tempo pressappoco corrispondente ad un quarto di secolo, ha un'atmosfera epica nonostante la sua prospettiva intimista. Nei primi quaranta minuti, in dettaglio sull'infanzia di Henry e sulla sua aspirazione alla vita criminale, si utilizza lo stesso tipo di approccio romanzato de Il Padrino. Lo scopo è chiaramente quello di creare un legame tra il pubblico e il protagonista, mentre è ancora relativamente innocente. Volendo compiere un parallelismo con la trilogia di Francis Ford Coppola risulta inevitabile cogliere la diversità di approccio adottato, dissimile per temperamento e tono. L'esplorazione di Scorsese è, in linea di principio, più pragmatica e la violenza è compagna brutale, spesso improvvisa, scioccante, senza ragionevole spiegazione, raffinata nella sua visceralità, sempre cinematograficamente necessaria. Quei bravi ragazzi è un capolavoro di composizione visiva, sorretto da sceneggiatura degna di lode (scritta dallo stesso regista e da N. Pileggi, autore del romanzo da cui il film è tratto) e dall'interpretazione di attori al massimo della loro forma. La regia trasuda le esperienze cinematografiche accumulate fino a quel momento. Nel racconto c'è tutto ciò che serve al cineasta, il desiderio di appartenenza e la paura dell'esclusione, la sottile frontiera tra il mondo normale e l'universo dei mostri. Perfezionato è il metodo di assemblaggio della colonna sonora. Troviamo in questo film tutti i pilastri del pantheon di Martin Scorsese, in un caleidoscopio musicale che va dai gruppi vocali degli anni 50 ai Rolling Stones, da Mina fino al punk di Sid Vicious.
Premiato al Festival di Venezia con il Leone d'Argento e nominato a sei premi Oscar, di cui uno vinto dal grande Joe Pesci come miglior attore non protagonista.
Una storia di mafia vista in un'ottica diversa e originale. Infatti tutto è analizzato in chiave grottesca e il protagonista per una volta non è un pezzo grosso della malavita. Martin Scorsese ci regala il suo miglior film dai tempi di Toro scatenato. Henry Hill è un ragazzino affascinato dalla vita avventurosa di alcuni personaggi che vivono nel suo stesso quartiere. L'ambiente in cui riesce a entrare lo porterà via via al furto, all'omicidio, al traffico di droga. Per uscirne dovrà rivolgersi all'Fbi. Con questo film Scorsese ha vinto il Leone d'Argento alla Mostra di Venezia e Joe Pesci l'Oscar come miglior attore non protagonista.
Cresciuto a Brooklyn, l'italo-irlandese Ray Hill (Liotta) ha una sola aspirazione: diventare un gangster. Ci riesce, ma finirà per denunciare i compagni, rassegnandosi a un'esistenza grigia. Un film sulla mafia gangsteristica italoamericana diverso dagli altri. Con l'occhio impassibile di un antropologo, su una sceneggiatura scritta con Nicholas Pileggi e tratta dal suo romanzo Wise Guys , Scorsese racconta la normalità del delitto al quale non concede nemmeno attenuanti psicologiche o sociali. La morte violenta v'incombe nei modi più efferati, ma in questa storia di piccoli operai del crimine conta la vita quotidiana dei goodfellas : comportamenti e riti familiari, differenze etniche, sottigliezze verbali, rapporti tra famiglia e Famiglia, come lavorano, si vestono, stanno in cucina, si divertono. Come "si fanno". Non è un romanzo, ma una relazione clinica. Senza lieta fine né catarsi. 6 candidature agli Oscar, vinse J. Pesci, attore non protagonista.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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MICIOSI SALUTI
EliminaA TUTTI I LETTORI
Grazie
RispondiEliminaBuona Domenica
Giacomo
Bene avete fatto a rimettermelo in mente così stasera lo rimedio e faccio felice Valerio a cui il genere piace assai
RispondiEliminaBuona serata domenicale
baci e abbracci
Patty