L'intervento dello zio Dante mi ha permesso di riprendere un po' fiato e oggi ma solo per oggi, dato che i suoi lettori lo aspettano, lo lascio libero. Si fa per dire perché ieri pomeriggio ho preso la barca per comperare un po' di frutta e verdura al barcone del rio di san Trovaso.
Non è proprio economicissimo ma ha roba buona, ci conosce da una vita e ci tratta bene e poi è una comodità fare la spesa e portarsela sotto casa tutto con la barca perché, messo così, lui vende sia ai clienti che arrivano a piedi in fondamenta sia a chi arriva in barca. Così ho fatto ma sul ritorno ero molto infreddolita e mi è venuta foglia del mio solito caffè rinforzato. Purtroppo, forse per un certo brio che mi aveva immesso in corpo la generosa correzione del caffè, ripartendo ho fatto una retro marcia, in nautica si chiama indietro motore ma l' analogia automobilistica è più comprensibile, per staccarmi dalla riva ed allargarmi ma disavvedutamente ho urtato un gradino della scala in pietra prospiciente la piazzetta che ospita sia il mio bàcaro preferito sia la bella chiesa dei Tolentini. Pensavo di esserne uscita indenne ma sentivo che la marcia del motore non era identica a prima. Lo zio è stato lapidario nel fare la diagnosi ancor prima di aver visto la barca. "Hai piegato una pala dell' elica e ora da dei sobbalzi nella rotazione, se non si interviente rovinerà gli ingranaggi della trasmissione". La zia è stata colta da una crisi depressiva, in questo periodo è fragile e ogni contrarietà la irrita oltremodo. "Può succedere ha minimizzato lo zio, c'è del lavoro da fare ma ritornerà tutto a posto" e pareva quasi contento che la situazione chiamasse in campo le sue capacità meccaniche. "Succedono a voi queste cose" replicava la zia perché fate tutto con leggerezza. Io la barca la voglio perfetta e non sistemata con uno dei tuoi rimedi che funzionano sì ma soloin mano a te, ti ricordi di quando fissasti il timone rendendolo inamovibile?" " E che successe il diluvio universale?" "Successe che non potevo sfilarlo più e le altre barche mi ci sbattevano negli ormeggi"
"E allora sarà un problema del timone messo da me o dei tuoi concittadini che non son boni a fa le manovre?"
"Ma se qui ci si vive in barca!" e il tono della zia si avvicina all' isterico
"Boia dé è come se uno che vive a Roma dovesse per forza essere abilissimo a guidare l' auto, mediamente magarì sono più destri ma ci sono dell' incapaci anche lì"
La discussione è andata avanti senza che nessuno dei due cedesse di un millimetro, la zia vaticinando un costosissimo intervento in cantiere perché il mezzo di lavoro deve essere perfetto.
Lui a controbattere che si sarebbe calato in acqua con la muta subacquea e la maschera, in 5 minuti avrebbe liberato l' elica, l' avrebbe scaldata con la ficaccola e raddrizzata coi ferri da carrozziere.
Ovviamente l' idea che si cali in acqua con questo gelo faceva inorridire tutti assai più degli incerti legati alla riuscita del lavoro.
Alla fine è intervenuto Bobby: Zia portare le barca in cantiere per quel lavoro significa tenerla ferma tre fiorni e ci vorranno quasi mille e cinquecento euri però se portiamo la barca fino al mio circolo canottieri c'è una piccola gru per l' alaggio dei natanti più grossi, con una buona mancia al custode facciamo alzare la barca quel tanto da poter far uscire l' elica dall' acqua, gli andiamo dietro con la barca dello zio, sfliamo l' ancora, lasciamo la tua barca ormeggiata là e appena fatto il lavoro ripetiamo l' operazione all' inverso. Con 50 euri facciamo tutto. Se poi il lavoro dello zio lo possiamo verificare dal tornitore di San Polo.
Bobby ha una grande capacità, come manualità magari è scarsino ma comprende qualsiasi cosa veda e sicuramente le lezioni adolescenziali ricevute dalla zio gli sono rimaste in testa.
Se vuoi vedere se una cosa gira dritta sia essa una ruota di bici o un elica la defi far girare e mettere davanti un cartone fissato in modo che appena venga segnato dallo sfioramento. Se una parte è torta si ottiene una asimmetria nella riga e così a forza di correzioni si cerca di raggiungere un risultatao che va dalla sufficienza alla perfezione.
Se non dovesse funzionare ti ricompero io un elica identica costerà sempre meno che portare la barca in cantiere.
Alla fine la zia cede sebbene rimanga poco convinta.
Questa mattina Bobby e Lo zio sono partiti per due diverse destinazioni, Bobby a prendere la barca dello zio a Malcontenta, sobbarcandosi il freddo di un viaggio lunghetto e lo zio verso il circolo di Bobby per adesso restiamo in attesa di notizie.
Oggi presento un film che mi accingo a vedere anche io, ci ha richiesto il commento Smartynello, si tratta del remake di Psycho. Pare che il regista remaker abbia fatto un buon lavoro ricalcando tutte le sequenze originarie ma ambientandole in tempi recenti.
Se mi farete compagnia avrò meno paura
buona giornata
Dani
commento da my movies e Morandini
Marion Crane ruba i soldi dall'ufficio, raggiunge il motel Bates e viene massacrata. Norman Bates fronteggerà il susseguirsi degli eventi fino al finale che tutti sanno. Non avete sbagliato scheda. Si tratta di un remake al dettaglio di narcisistica precisione. Van Sant affonda le unghie della sua visualità raffinata per costruire una ri-messa in scena di un classico cercando di portare alla luce nel sottotesto tutte le venature di omosessualità (tema al quale è particolarmente interessato). Ci riesce mantenendosi comunque estremamente aderente al testo originario. Allo spettatore attento spetta cogliere le variazioni, alcune palesi. altre estremamente rarefatte.
IL MORANDININon è un rifacimento del film di Hitchcock, ma il suo clone a colori: G. Van Sant ha ricalcato inquadratura per inquadratura il modello. È un prodotto replicante, ma non al cento per cento. A parte lo spostamento dell'azione nel 1998 che ha conseguenze irrilevanti, la sceneggiatura di Joseph Stefano apporta una mezza dozzina di piccole varianti tra cui la più importante è un accenno di masturbazione mentre Norman Bates fa il voyeur, così come V. Vaughn suggerisce un sottotesto di omosessualità. Tutto il resto è identico, compresi i titoli di testa di Saul Bass, la vecchia casa in gotico californiano, la colonna musicale di Bernard Herrmann, con minime manipolazioni nell'orchestrazione di Danny Elfman. Ottimo e funzionale il colore di Chris Doyle. È lecito domandarsi: che senso ha? Forse ridimensionare Psycho che non è, nonostante la sua fama, uno dei più alti risultati di Hitchcock. Nel suo libro-intervista con Truffaut, lo stesso regista si vanta di aver creato un'emozione di massa con un film puro senza personaggi significativi né grandi interpretazioni né un messaggio interessante. Quello di Hitchcock è cinema puro che manipola le emozioni dello spettatore, ingannandolo.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Dani Venezia on line dalle ore 19:00 alle 23:00
Basterebbe quel fruttarolo acqueo a farci amare la tua città
RispondiEliminaBuona domenica
Patty e Vale
Carino vero? Magari puoi proporre un barcone sul Tevere con frutta e verdura.
EliminaBuon Pom
Dani
Ah, il problema delle riparazioni quando per fargli guardare il tuo mezzo servono millemila euro e l'intervento in sé ne vale venti!
RispondiEliminaE poi arriva qualche persona esperta del viver del mondo come Bobby che trova la soluzione perfetta ed economica così, senza parere, e ti rischiara la giornata.
L'ho già detto che sono del Bobby Fan Club?
A proposito, sapete dirmi niente di Pane e tulipani? Ricordo che a mia zia piacque molto...
CELò io in dvd, meraviglioso e ambientato a due passi da casa mia! Posto presto recensione.
EliminaDani
Con uno scatto hai reso l' idea della vita a Venezia. Peraltro neppure un avventore o un passante anche attualissima dunque.
RispondiEliminaBuona Serata e grazie per le recensioni
Giovanni Martinelli
Sembra per noi una cronaca da una altro mondo...
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