Dramma ar Bar Nado : Zanza tromba un pisano in gita a Venezia e 'r su babbo e la su mamma un la vogliano più vedé nemmeno 'n fotografia anzi chiudano na settimana per lutto.
dalla nostra redazione Veneziana:
Poscia più che l'amor poté il digiuno scriveva r mi cugino Alighieri raccontandoci d' Ugolino. E così è andata anche qui ir digiuno è stato la molla del fattaccio.
Dopo essesi arrapata come na scimmia mandrilla pel bel sedicente gondoliere e esse rimasta scottata dala bassezza del medesimo, Zanza un era più lei.
Come avrete visto né lei ne quell'altra degenerata dela mi nipote si so degnate di dammi na mano a scrive. M' è toccato perfino ritirà fori la storia di Arbeitte che rende liberi, pe ave quarche argomento in anticipo sula rai, ma loro nisba. Tutto ir giorno a confabulà e a ride confidandosi segreti che se l'avesse sentite Rocco Siffredi avrebbe detto fra se e se: "ma allora io so un povero manovale der sesso, ma allora in quarantanni di porni un c'ho capito na sega nulla...."
Nela pratia so due difficili.
Zanza sconta una vecchia sventura di cui s' è detto e d'un voto mbecille fatto ar su poro fidanzato volato di moto tant'anni fa. Come se a lui gnene mportasse na sega se le zampe leilì le tiene aperte o chiuse. Queste so rifressioni che attengano a noi mortali ma na vorta arivati dar Gartto Eterno si doventa superiori a tutti st'ammennicoli dell' amore, dela morale e dela sega mentale.
La mi nipote, come Zanzina der resto, ha r culo d'esse belloccia sur serio anche se lei dice che ha le gambe storte sotto ar porpaccio. Ora secondo voi, una co un faccino da misse, na terza di poppe ritte come du coni da geometria Euclidea e n culo che pare la sfera di quell' artro matematico greco, si dovrà poco preoccupa che quarcheduno ni guardi tra r porpaccio e r tendine d' Achille? Poi lo vole arto, bello no ma parecchio piacente, nteligente ma no presuntuoso, ntonato pe cantà nzieme, che sappia sonà la chitarra ,se è possibile e che abbia armeno sette o otto etti di ciccia viva fra le zampe ma per carità senza ostentalla se no è cafone. Se nvece avesse tutte le doti di cui sopra tranne quella detta per urtima ma no urtima in ordine d'importanza (come dicano l' ingresi Least but not last) in tar caso appunto farebbe invece bene a ostentalla subito così lei un ci starebbe a perde tempo. Nzomma unné una tipa facile da gestissi.
Pare dunque che, girellando pe Venezia, sti du bell' esempi di topa nostrale, che nzieme farebbero addrizzà la schiena a gobbi dele carte da gioco toscane, si siano mbattute n'una gita di giovanotti a zonzo pe la Serenissima e, memori dell' esperienza traumatica fatta dale amiche livornesi nzieme a Zanza, du settimane fa, abbiano subito replicato agli approcci di due bei fusti che s'erano staccati dala compagnia pe cercà d'abbordalle:
"Ascortate bimbi senza rompessi troppo le palle co convenevoli, se vi si piace ci fa piacere e un sete da scartà neppure voi". E ancora oltre
"Se volete trombà un ci si tira ndietro ma solo a casa nostra, senza pasticche ner caffé perché s'ha voglia di nostro senza bisogno d' eccitanti e ovviamente solo co preservativi pronti e 'r certificato dell' aidiesse recentissimo, meglio se di stamattina, sur comodino".
Roba da ammoscià i meglio pretendenti! E nvece pare che i due abbiano detto:
"Ci si capisce al volo! Siamo toscani anche noi , vi si lascia fa tutto a voi, noi un s'apre nemmeno bocca".
Detto fatto le due valchire l'hanno portati di sopra, l'hanno gnudati e ni so sartate a cavarcioni come du cavallerizze morte di fame da se mesi.
Nianno ridato la via dopo 3 o 4 ore perché ormai i du poveri cavalli umani avevano l' occhi che ni si chiudevano e un eran più boni nemmeno pe facci r macinato. o li sfilacci.
L' ho sentiti vemì giù pe le scale e all' improvviso ho sentito anche un urlo da firme di Dario Argento e na bestemmia da porto di Livorno ma coll' inconfondibile tonalità di Zanzina van'è disperata.
Mi so affacciato era a sedé sule scale e piangeva.
"O che ti c'hanno messo stavorta ner bicchiere?" n'ho chiesto.
"Boia Dante" m' ha fatto" mentre andava sto bischero m' ha detto 'senti ma quando torni a casa non è che ci si potrebbe vedé quarche vorta ? Sai so di Pisa ci metto 20 menuti avenì da te.'
Ovviamente s'è dovuto avvertì Ampelio e Nara che hanno detto "per noi anche resta costassù è meglio e Nara in ispecifico:
"all' idea che è stata co un pisano mi viene da rigettà anche solo a penzà di toccanni le mutande pe nfilalle n lavatrice".
Meno male che che come avrete immaginato è na novella che ho scritto oggi tanto pe piglialle pel culo ste du scorfane perché se dioneguardi fosse stato vero un le facevo entrà nemmeno in casa nostra.
Dante
Già dal titolo avevo annusato la bufala ma ho letto tutto questo spassoso resoconto degno delle miglior pagine del Vernacoliere. Bravo Dante falla trombà nela finzione dei post perché dal vero mi sa che ancora un abbia mparato a organizzassi.Quando torno da Lurdesse ci penso io a leilì.
RispondiEliminaAmedde il pene-trattore
Da troppo tempo ho scambi epistolari con Zanza per pensare minimamente che possa "raccattare" così un ragazzo, fosse anche per un ora di sesso e stop. Non è però questo che Dante con questa novella glamour vuol raccontare ma le difficoltà di interfacciarsi emotivamente in questa giungla della comunicazione e deserto del sentimento. Come sempre una morale da saper leggere nel Fedro Livornese.
RispondiEliminaBuonissima giornata a tutti
Patty
Un giorno magari salterà fuori che Dante e anche Zanza sono due storici redattori del Vernacoliere. Rivista storica nel panorama satirico Livornese, decisa graffiante e anche impegnata sul piano socio-politico. A parer mio, tuttavia con registri più monotoni di quelli che sfoggia questo blog amatoriale.
RispondiEliminaCon affetto
Giovanni Martinelli
Cito dal testo "che sappia sonà la chitarra se è possibile e che abbia armeno sette o otto etti di ciccia viva fra le zampe ma per carità senza ostentalla se no è cafone. Se nvece avesse tutte le doti di cui sopra tranne quella detta per urtima ma no urtima in ordine d'importanza (come dicano l' ingresi Least but not last) in tar caso appunto farebbe invece bene a ostentalla subito così lei un ci starebbe a perde tempo"
RispondiEliminaImpossibile non inchinarsi di fronte a tale architettura della parola. L'ho dovuto rileggere tre volte per averne compiuta comprensione ma non per demerito dell' autore, proprio perché ormai assuefatti alla banale comunicazione dei social siamo disabituati a tali ingegnosissimi giochi di parole
chapeau!
Anna