giovedì 17 gennaio 2019

fatevi i gatti vostri , 1214 "I sagri confini" Nado brass band + armonica e percussionii

Stamattina io e Dani siamo rimasta a letto a ride. Di che? Di tutto! Anche der fatto che a vorte ci si piglia troppo sul serio, Poi ci siamo messe a riordinà il numero davvero consistente di opezzi musicali che si so prodotti a casa e in strada durante le feste. Tra tutti ce n'è uno che ha fatto guadagnar alla Bar Nado bras band una vera ovazione. Lo si voleva mettere prima ner blogghe pe facci du risate ma Dante s'era opposto colle lapidarie parole: "boia dé era meglio se un l'avevo sonato sto troiaio! Ma un hai visto come battevano le mani? C'è mancato poco che arrivasse anche Sarvini cola giubba da brigadiere a dacci i r cinque e a pagacci un bicchier di vino!"
Insomma presto capirete il perché. Eravamo tutti in un cantuccio di Campo San Polo, non lontano da casa e sonavamo, le trombanti, Sama, io ale percussioni e c'erano anche Dante e Dino. Una delle poche giornate in cui Dantino si sentiva meglio cola gamba. S'era appena fatto un po' di repertorio di tanghi e valzerini perchè l' uditorio non era propio di giovanissimi quando un signore molto anziano si avvicina a Sama e ni dice se ni si potrebbe fa una canzone a richiesta.
"Boia dé" fa Sama, "se un' s'avesse ner repertorio si pole sempre improvvisà". E nel repertorio un c'era ma il Ciampi sarta su: "Dantino la sa fa perche quando s'era ar liceo ci s'aveva una fascistona di professoressa di latino che ogni tanto pe falla ride un pochino quando s'aveva n intervallo fra du ore di lei  ni si faceva questa e lei compiaciuta osservava "in questa classe meno male che quarcheduno si ricorda dei valori patrii". Al che Cannavota che sedeva du banchi dietro a noi si abbassava come pe allacciassi le scarpe e portato il pugno alle labbra mollava una di quelle pernacchie che non avrebbero sfigurato neppure in un firme di totò. Lei si infuriava e allra Dantino esordiva "Proffe proffe aspetti lo so io come fa a svelà questo comunista nfame e si metteva a sonà bandiera rossa a tutto volume arché Cannavota, Barabba, e il Necci s'alzavano cor pugno chiuso in alto e gridavano "viva i sacri confini della madre Russia". Roba da fanni ven' un accidente a quella vipera di donna!"

Oh non ci crederete appena s'è eseguita la gente che ci ascortava s'è messa a batte le mani e quarcheduno voleva anche ir bisse. Ci credo che quassù Sarvini fa furore, il fatto è che mi pare prencipi a fa furore anche più in giù.

Zanza

3 commenti:

  1. Arrangiamento delizioso, di solito viene una gran lagna 😄
    Non capisco però cosa c'entri l'Innominabile: non ci trovo niente di destrorso a mafestare un vivace disappunto contro un esercito straniero che ti invade!

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  2. Carina una bella marcetta e armonica e ottoni si sposano proprio bene. Mi permetto di riprendere il punto toccato da Murasaki, anche io non ci trovo niente di strano anzi quella del 15 18 fu una degnissima difesa contro un invasore, ricordo però che da sempre i "fasci" quelli storici e quelli recenti l' hannoc onsiderata un leitmotiv delle loro adunate. Di conseguenza c'era un accostamento, fenomeni antropologici culturali che hanno voluto anche autori che amo tanto come Battisti e Battiato come autori che piacevano alla destra. Grazie al gruppo Nado Bar per aver resuscitato un pezzettino di storica musica della quale non c'è da vergognarsi. Buona serata
    Patty

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  3. La Leggenda del Piave , conosciuta da tutti come "Canzone del Piave", fu scritta dal grande autore napoletano E.A.Mario prima che la guerra finisse e fu di grande incitamento per le truppe. L'intento è appunto di sprone e i contenuti sono essenzialmente patriottici, non ideologici.Infatti non fu scritta prima della guerra, ipotesi che autorizzerebbe a pensare pensare ad un sostegno interventista, ma durante la stessa, anche per celebrare le gesta dei soldati italiani. Ora si potrà dire che militarismo, belligeranza, ecc. sono aspetti relazionabili a un certo sentire di destra, ma bisogna contestualizzare e riferirsi al particolare momento in cui la canzone fu composta. Certo negli anni della giovinezza di Dino e Dante (immagino tra il 1968 e 1il 1973) quando la sinistra cantava Comandante Che Guevara e inneggiava a Dylan e alla Baez nessuno si sarebbe sognato di suonare o cantare il Piave a un corteo di sinistra. Del resto il concetto di Patria è stato molto spesso (a parer mio arbitrariamente) accostato a visioni destrorse. Quando la nostra Nazione simboleggia una barriera per qualcuno sto con Papa Francesco ma credo anche che la propria terra sia cara a tutti quelli che vi sono nati indipendentemente dalle diverse ideologie.Per cui ritengo che oggi la canzone non possa connotarsi ideologicamente. Mi pare peraltro che ad interim intorno al 43/44 sia stata anche inno d'Italia. Scusate la prolissità.
    Con affetto
    Giovanni Martinelli

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