Jack Vettriano, l’erotismo della solitudine
Alcuni critici d’arte l’hanno considerato popolare e privo d’intensità, in realtà si tratta di un grandissimo artista che è riuscito a coniugare la popolarità, la classe, l’eleganza della rappresentazione, con l’intensità.
I suoi quadri sono degli spaccati di vita e d’intimità dove predomina l’erotismo e la solitudine.
Jack Vettriano, l’erotismo della solitudine
Inizialmente Jack Vettriano si è fatto notare per avere rappresentato immaginari personaggi dall’eleganza anni cinquanta, immersi in paesaggi solari spesso danzanti ed immersi in un’eterna joie de vivre.
In seguito i suoi quadri sono diventati più intensi, predominano infatti gli interni dalle luci soffuse con coppie spesso in procinto di fare l’amore, ma colti in attimi in qui predomina la loro reciproca solitudine, come se fare l’amore fosse un rito a cui ci si prepara attraverso una messa in scena erotica dove entrambi si presentano nel loro gioco sottile di appartenersi e non appartenersi.
I lavori di Jack Vettriano sono dunque delle piccole sceneggiature che raccontano un mondo, un universo, la vibrazione di un rapporto, l’idea di un incontro, le dinamiche più sottili di una coppia, il loro gioco.
La costruzione delle sue immagini è cinematografica, i suoi quadri sembrano scatti rubati, lo sguardo del pittore diventa voyeuristico, e indagatore dove attraverso la semplice postura dei personaggi o attraverso dettagli apparentemente insignificanti, si può scoprire l’intrigo sottostante, il gioco sempre affascinante e misterioso del desiderio.
Spesso le sue magnifiche tele ci consegnano solo bellissime donne, sole ed affascinanti, perse in interni borghesi, vestite con uno stile raffinato e senza tempo, spesso colte nell’atto di abbandonarsi alla pausa di una sigaretta o mentre si abbandonano ad un loro rito solitario e impenetrabile come fare un bagno o mettersi lo smalto.
Queste creature affascinanti e impenetrabili restituiscono l’idea della costante solitudine in cui si è immerse e un impenetrabile e solitario isolamento, questo fascino dell’essere femminile, persa nei pensieri o in un atto apparentemente banale, questo godimento dell’essere sole caratteristico della natura femminile, è qualcosa che Jack Vettriano è riuscito magistralmente a rappresentare.
A chi lo accusa di essere un banale pittore popolare e privo d’immaginazione consigliamo di guardare più attentamente i suoi quadri e di non soffermarsi solo alla superficie.
Lo stile di Jack Vettriano si declina nel suo essere insieme magnetico, attraente, glamour e patinato nella rappresentazione, ma allo stesso tempo sottilmente tragico, intenso e talvolta blasfemo.
Rappresentare la solitudine, il distacco, l’impossibilità di una fusione totale con l’altro, il gioco erotico di un incontro , con gusto cinematografico è un’impresa che a Jack Vettriano è riuscita magistralmente.
Concordo con l'autrice del pezzo su riportato e mi riserbo di sottonineare nei prossimi post altre caretteristiche interessanti di questo autore.
Per il momento godetevi i quadri
alterno soggetti erotici e non perche non si pensi che l'erotismo della solitudine sia il mio.
Ieri sono stata latitante, mi hanno tolto dei punti dal volto e ho perso tutto il giorno. Per fortuna la cicatrice è minuscola e mi hanno dato creme abrasive o meglio esfolianti. Questi quadri che Bobby sta pubblicando mi presentano una faccia nuova di questo pittore che conoscevo per le scene di mare. Molto belli, rappresentano inquietudini dei nostri tempi dipinte in ambienti di oltre mezzo secolo fa, devvero interessanet
RispondiEliminaGrazie Bobby
Patty
Anche se preferisco i video porno ai quadri. Due di queste troione mi fanno sognare. Quella con quel bel culo in primo piano e quella che si leva le mutande. Ora ditemi che ho torto
RispondiEliminaAmedeo
Con l'ingresso di Amedeo si sta esagerando
RispondiEliminaCara ElenaMaria, noi non lo abbiamo neppure mai invitato. Comunque hai ragione e corrobori quanto gli abbiamo già espresso in varie occasioni: esagera e spesso è volgare.
EliminaNon lo abbiamo espulso dai commenti, per una idea ipergarantista del blog cara aDante e Dino e anche perché abbiamo appurato che è un ragazzotto. Purtroppo di simili imbecilli ne abbiamo a scuola, in strada e talvolta, ahimè anche in famiglia. Amedeo unisce sentimenti accettabili ad un modo di fare mutuato dalla forma peggiore e più gretta di humor (chiamiamolo così) presente sì a Livorno (come ad esempio nel Vernacoliere) come uso della parolaccia e di connotazioni sessualizzate ma che in uso a penne diverse e a teste diverse fa ben altro effetto che non nelle sue acefaliche locuzioni.
Vedrò se avrà il coraggio di presentarsi al bar dove è stato invitato e gli parleremo vis a vis altrimenti lo metteremo agli arresti letterari.
Un bacio
Zanza
Aggiungo un mio pensiero in margine alle goffe e spesso poco gradevoli battute di Amedeo.
RispondiEliminaMia sorella insegna in un istituto tecnico e tra i suoi allievi ci sono almeno una ventina di cloni di Amedeo.
Al giovane è stato detto e ridetto che il blog non è casa sua e per simili esternazioni potrebbe aprire una sua pagina.
Bisogna però contemplare un altro punto di vista: un blog suscita emozioni, magari le mie sono celebrative nei confronti di Dante Dino e co.
Idem dicasi per quelle di Elenamaria alla quale mi accumuna l'antica frequentazione di questo spazio virtuale.
Ad Amedeo i post pur variegati per argomento e stile suscitano pruriginose sensazioni che lui esprime non nel modo che gli sarebbe più consono ma in quello che pare possa destare maggior scalpore.
Mi pare più un modo di mettersi in mostra e di richiedere affetto che altro.
Se lo bandirete non ne piangerò ma la linea di tolleranza voluta da Dante non mi stupisce.
In fondo in un piccolo club di raffinati e entusiastici sostenitori un coglionazzo che dice parolacce rende l'atmosfera più simile a quella che si incontra per le strade nel nostro cammino quotidiano.
Baci a Tutti
Patty