Sendo in cuesto die i lumani inpeniati in duna laborassione aboriosa ava istata mea la spunzabilità delo inscribisciere cuesto pustino et alora ava prinzipiato da eso nummero milesicientosesantasei anca dito Balena l' abestia selvagia sendo la cumbinassione di me che siempre aba istato lo nummero Ugno e lo tripplo siei que a dita delo gato Giuvano cuelo dela pocalizze aveva istato l' abestia selvagia.
Alleviate da Balena nell' arduo compito di introdurre il post odierno siamo costrette a passare subito al film perché il trasloco a Burano si è rivelato un massacro, maledette noi e quando abbiamo accettato.
Buona Giornata da Holly e Dani
stavolta lusinghiere le recensioni per un fim un po' particolare ma piuttosto premiato. In cineteca da subito.
Chris e Rose sono una bellissima coppia: lui è afroamericano, lei caucasica. Quando arriva il giorno del fatidico incontro con i genitori di Rose, Chris è titubante ma Rose garantisce che per loro il fatto non comporta il minimo problema. Ma sotto l'apparenza di un'accoglienza dalla cortesia affettata, Chris avverte sempre più che qualcosa non torna.
Da piccola produzione della benemerita Blumhouse - già responsabile di titoli come Split e Whiplash - a caso mediatico, capace di svettare tra gli aggregator che raccolgono i pareri della critica e scatenare infinite discussioni.
Il cinema horror e la coscienza politica vantano una lunga e fruttuosa relazione, specie dopo La notte dei morti viventi di George Romero, con exploit radicali come Essi vivono di John Carpenter o Society di Brian Yuzna. Anche per Jordan Peele, l'esasperazione horror e l'alveo del cinema di genere, rispettato in ogni suo cliché ed esigenza, aiutano a rendere parossistico e a "proteggere" un messaggio politico scomodo, sgradevole. E, pertanto, più che mai necessario.
Nell'era Trump, in cui la destra bianca sembra dettare legge, l'obiettivo di Peele non è l'avversario più prevedibile, evidente e chiaramente connotato. Quello che l'autore comico afroamericano ci racconta è il razzismo che si nasconde nelle sue forme più abiette, sotto l'apparenza di chi avrebbe votato Obama per un terzo mandato (e ama vantarsene). Di chi ribadisce una disuguaglianza di fatto, proprio rimarcando costantemente il proprio atteggiamento paternalistico, pseudo-democratico, tollerante.
venerdì 28 aprile 2017
Chris è un ragazzo di colore destinato, come molti, a compiere l'infausta impresa di andare a conoscere la famiglia della sua fidanzata. Quest'ultima, all'apparenza dolce e innocente, manca di comunicare ai suoi il colore della carnagione di Chris, e quello che parte come normale weekend si trasforma presto nel più inquietante (e razzista) degli incubi.
È già stato definito il thriller dei record. Non solo per gli incassi da capogiro registrati negli Stati Uniti, dove è uscito a fine febbraio, ma anche per l'accoglienza entusiasta da parte di pubblico e critica. Get Out: Scappa - proiettato in anteprima al Bari International Film Festival - segna l'esordio dietro la macchina da presa dell'attore Jordan Peele.
Non male scegliere per il debutto cinematografico un film di genere che mira ad essere insieme spaventoso e satirico. Peele tenta la strada della suspense, sulla scia di classici che arbitrariamente mischia e reinterpreta, senza soluzione di continuità nè di genere: un curioso mix tra Rosemary's baby e Indovina chi viene a cena, con un pizzico di inquietudine e mistero stile The wickerman.
Interessante il graffio narrativo su un tema scottante, il razzismo onnipervasivo nella società americana, ultimamente affrontato con uno sguardo anti-nostalgico al passato (vedi i vari 12 anni schiavo, Il diritto di contare, Loving). Stavolta lo sguardo è al presente, ai pregiudizi e alla discriminazione che contaminano la società contemporanea.
Fotografo afroamericano, Chris si reca per il weekend, con la fidanzata Rose, nella tenuta della famiglia di lei per conoscerne i genitori, ai quali non è stato anticipato il colore della sua pelle. Dietro un falso atteggiamento di apertura e tolleranza, tutto nella casa si rivela strano e inquietante. E quello che doveva essere un fine settimana tranquillo si trasforma in un incubo di follia. Esordio di Peele con un convincente thriller fatto di sature attese in funzione di un finale al cardiopalmo, dove le regole del genere vengono smontate, ricomposte e contaminate con una buona dose di sarcasmo e una riuscita denuncia dell'ipocrisia imperante nella società USA. Il meccanismo della suspense gioca prima su una subdola caratterizzazione delle psicologie dei personaggi, poi sulla deflagrazione delle stesse e i conseguenti ribaltamenti dei ruoli. Meritato successo al botteghino.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Redazione: Holly Venezia on line dalle ore 16:00 alle 23:00
Il tema è attuale e presente e pervasivo anche da noi per quanto spesso ci si rifiuti di ammetterlo. Buon Film
RispondiEliminaGrazie Holly, una selezione sempre all' altezza
Giovanni Martinelli