Non è facile sorridere di questi tempi, per chi come noi vede gli introiti agganciati al movimento delle persone è dura e purtroppo questa pandemia sta creando delle grandi divisioni tra gli italiani. La prima divisione innegabile è tra quelli che hanno uno stipendio assicurato e quelli che non ce l' hanno. Chi ha uno stipendio fisso, paradossalmente si trova in tasca anche qualche soldo in più dato che si riducono i movimenti e le occasioni di spendere. La seconda divisione si è creata tra generazioni che per semplicità suddivido in vecchi e giovani e guardate che non sono i giovani incauti e cattivi che se ne fregano dei nonni, sono anche loro vittime perché sono stati defraudati del loro diritto alla scuola e si troveranno per tutta la loro vita da italiani un enorme debito sulle spalle che il governo cercherà di recuperare con tasse salate, gabelle varie, accise e accisucole. Mi fanno incazzare quando li vedo strafottenti e senza mascherina ma a loro il covid ha già fatto il danno maggiore solo che in pochi sono grado di capirlo.
Infine ha creato una scissione tra uomini e donne e quest'ultime sono state le prime ad esser state fatte fuori nei posti di lavoro ma molte hanno anche perso alcuni lavoretti coi quali arrotondavano. Si trovano un gran lavoro con la casa piena di gente, i figli parcheggiati in salotto, il marito incazzato per la crisi che non le guarda nemmeno più ammesso che anche loro abbian desiderio d'esser oggetto delle attenzioni che intendevo.
E così come si fa a sorridere? Bisogna immergersi nel pelo dei gatti che non sanno cosa è il covid e trasmettono una gran pace.
Bisogna sorridere degli esilii di Dante che continua a cercare di ingannare il tempo creando doppioni di biciclette, oggi mi ha regalato la quinta in cinque mesi.
Bisogna sorridere del tenero sentimento che vedo traboccare dagli animi di mio nipote e della sua ragazza. Non lo avevo mai visto così felice, neppure da bambino.
Sorrido anche per l' incredibile forza e caparbietà di Dani che si è buttata in un lavoro che è sempre stato considerato da uomini, seguendo il mio esempio. Pur conservando tutta la sua bellezza e femminilità ha sviluppato una forza incredibile in una ragazza e riesce perfino a sfidare Dante a braccio di ferro, perdendo sempre ma con grande onore. Ne sono orgogliosa come fosse mia figlia e, almeno culturalmente e nella sua fierezza di donna lo è.
E allora scelgo io un film che è una bella favola e può far sorridere ma anche riflettere. Non gli assegnano un gran giudizi e mi ero fatta condizionare ma guardandolo ho visto tanti spunti che sì potevano essere approfonditi ma che comunque son stati colti e non mi pare poco. Riporto in ogni caso quello che di consueto mette Dany, tratto da my movies
Il film in cineteca è garantito da mia nipote. Già presente fin dal primo mattino.
Buona giornata da Holly
Natasha, una ragazza di origini giamaicane, è stata espulsa con tutta la sua famiglia dagli Stati Uniti: le resta solo un giorno prima di fare la valigia per tornare nel paese che ha lasciato da bambina, e per quanto si sforzi di trovare una soluzione il trasferimento sembra inevitabile. Ma proprio quando il mondo le sta per crollare addosso, ecco che nella sua ultima giornata americana entra all'improvviso un giovane ragazzo di origini coreane, Daniel, che le stravolge la vita con una promessa: la farà innamorare di lui in sole 24 ore.
No, due protagonisti benedetti dalla genetica non bastano a fare di un lungo spot - di New York, degli Stati Uniti, delle parrucche coreane, fate voi - un vero film. E no, le buone intenzioni non bastano a dare spessore all'impianto narrativo di un film che aspira alla complessità espressiva di una lunga pubblicità di moda.
Tratto (a solo un mese dall'uscita in libreria: pensarci un po' di più non avrebbe guastato) dal romanzo "The Sun Is Also a Star" di Nicola Yoon, pubblicato nel 2016, il film di Ry Russo-Young conferma anche una terza tesi: che affidare uno squadrone di droni a una regista di talento non basta a colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di un'autentica ispirazione.
Figlia della "scuola Gerwig", formatasi nei salotti radical sciatti della New York intellettuale del mumblecore, Russo Young si mette qui al servizio di un prodotto per ragazzi che più classico non si può, solo superficialmente interessato al tema delle tensioni razziali, dell'intolleranza e della marginalità cui l'America di Trump condanna i "cittadini di serie B".
Temi importanti, affrontati con un'ingenuità naive da fotoromanzo etnico, tra dialoghi in-credibili (il doppiaggio italiano, trascuratissimo, non aiuta), personaggi senza dimensioni (il fratello cattivo, il padre apprensivo, gli stessi protagonisti), maldestri inserti patriottici (il drone sulla Statua della Libertà, il ricordo dell'11 settembre in metropolitana) e improbabili incidenti narrativi: folgorato sulla via di Damasco da una coincidenza apparecchiata da uno sceneggiatore senza fantasia, Daniel insegue per New York Natasha, monopolizzando una giornata in cui la ragazza - se fossimo nel mondo reale, se il dramma dell'espulsione fosse trattato con più rispetto - avrebbe certo altro da fare che spassarsela in un karaoke.
Restano, di un film altrimenti trascurabile, i volti e i corpi bellissimi dei due protagonisti, Yara Shahidi e Charles Michael Melton, già pronti per le prime linee di Hollywood, e gli interessanti inserti documentaristici che Russo Young semina nel film - lasciando intendere che sì, forse ci sarebbe stata un'altra via, ben più interessante e meno scontata, per una teen comedy sulle difficoltà della multicultura.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Redazione: Holly Venezia on line dalle ore 16:00 alle 18:00
Grazie, Holly. Hai elencato una bella serie di motivi per sorridere. Io aggiungo: aprire il computer e scoprire che c'è un nuovo film che non avevi mai sentito nominare in vita tua. Grazie a voi ho riguardato cose che conoscevo, visto film che inseguivo da tempo, ma soprattutto ho incrociato un sacco di belle cose che nemmeno sapevo che esistevo.
RispondiEliminaPensavo stamani che potreste farvi registrare come ONLUS 😃
Concordo con Holly il film è gradevole e forse insistere su approfondimenti gli avrebbe tolto quella leggerezza che può essere interpretata positivamente. L' ho guardato volentieri. Mi è piaciuta anche la asciutta ma profonda analisi di Holly sulle divisioni da pandemia. In tv si parla molto di morti misure, tamponi, colori ma questi fenomeni di carattere sociale vengono tenuti in secondo piano.
RispondiEliminaBuona Serata
Giovanni Martinelli