Ocché volete che vi dica? Oramai anche nell' incontri letterari che si fanno in biblioteca o nele librerie di tendenza, velle che t'offrano l'aperitivo (parlo dell' epoca precovidde) s' usa chieder conto agli autori invitati sul come e in che misura la finzione letteraria e gli elementi autobiografici interessino la loro opera. M' avete fatto sentì importante coi vostri commenti d' ieri e così stamattina gigioneggio un po'ino nela mi veste sdrucita di autrice di 20 righe e mi appresto a raccontavvi la genesi del resoconto d' ieri. Lo chiamo "resoconto" e già da qui potete capire ch'è vicenda vissuta, propio come quelle che leggeva la mi mamma su GrandHotelle o su Bolero filme. Vicenda vissuta con modifiche atte a conferire qualche tocco umoristico ad una situazione che sennò sarebbe resultata penosa a vivella ma anche a raccontalla.
Sono d'accordo con Murasaki a proposito dell' imbecilli, aspettavo solo una voce più esperta a corroborare ciò di cui mi ero guasi convinta da sola, sono d'accordo dicevo: d' imbecilli pare ci sia la fabbrica a ciclo continuo e se dovessero fa l'appello questo mio ex sarebbe nela lista de chiamati.
A Patty dico che che un credo luilì sia uno che sia mai andato a donne di strada ma seddercaso ni sarebbe toccato di sicuro ir sedile e la coscia forse. M'hai fatto troppo ride, un la conoscevo sta trovata romana sia in origine e tanto meno nela rivisitazzione che n'avete fatta voialtre.
In ogni cosa che scrivo c'è una parte consistente di verità. Al barre luilì c'è venuto eccome, però c'ero anch'io. In farmacia ci so andata dopo perché la cistite Dino ce l' ha davvero (elemento reale). I su argomenti so stati proprio quelli che ho scritto: un era convinto se anche io fossi stata sleale come la su exxe e avessi intrattenuto relazioni multiple durante la nostra storia. Quando m' ha detto che lo aveva raccontato a su amici e che lo avevano meleggiato (a Livorno è sinonimo di pigliare pel culo) di brutto per questo, gli avrei strappato le palle e l' avrei buttate ner cacciucco. La parte romanzata è quella relativa al su dialogo cola mi mamma. Le espressioni usate sono tipiche del suo intercalare, non è una mamma vereconda o che si vergogni a parlà di cazzi e di tope anzi se piglia via si tiene meno che di me ma nella circostanza è rimasta in disparte perché è curiosa sì ma sa bilanciare la curiosità colla discrezione. Le domande idiote messe in bocca a lui fanno anch' esse pertanto parte dela finzione ma le ho mutuate dai ricordi di quelle che ho sentito quando si stava nzieme, sia come modalità espressiva sia per profondità. Inventata è, conseguentemente, anche la parte dello scherzo che lo voleva atterrito uditore delle presunte vicende amorose condotte in combutta col Ciampi.
Voglio esse sincera fino in fondo, ed espone un pezzettino der mi animo nel poste: So' talmente cogliona che quando l' ho visto entrare m'è battuto il cuore. Del resto se un mi fosse piaciuto un ci sarei mai andata nzieme. A me i tipi un po' addormentati e che ciondolano senza atteggiassi m'hanno sempre prodotto na certa attrazione. R mi unico fidanzato non per nulla si chiamava Cispia di soprannome, come saprete cispiosi sono spesso son l'assonnati o quelli buttati giù dal letto che un hanno fatto in tempo nemmeno a dassi na sciacquata all' occhi. Forze c'è una recondita ragione psicologica, non è che io abbia il complesso della nave scuola, non ne ho neppure le capacità, che si maturano con un' esperienza di fronte alla quale la mia impallidisce. Tutto sta nel fatto che odio sentirmi mettere le mani addosso, sentirmi come si suol dire "presa" è una cosa che mi blocca e che pole mandare a puttana una nottata prencipiata sotto i migliori auspici. Cosi con gli imbranati o con gli addormentati riesco ad esprimermi meglio e con più libertà. In fondo siamo creature sfaccettate, Samanta mi somiglia in questo, Dani è l' opposto lei gradisce uomini intraprendenti e leggermente machi (solo d'aspetto) ma è talmente vitale e intraprendente leilì che un ne trova mai uno che le vada a genio e le stia alla pari.
Nzomma dicevo, un pochino di trasporto per questo lócco molle lo avevo avuto e, come avevo digià dichiarato per iscritto, non lo rinnego.
Forse ha ragione Smartynello quando scrive che una come me se ne sarebbe accorta subito di tale pochezza. Sì me n'ero accorta ma pei motivi che ho detto mi stava bene. Poi un era un coglione completo ne uno che ha bisogno dell' accompagno per dficitti mentali, s'è anche laureato in scienze forestali cor massimo de voti e prima o poi troverà un lavoro a garbo, glielo auguro, anche ne modi sempre educatissimo e si vestiva in una maniera che mi piace, sportivo non firmato ma con una certa ricercatezza. Altri punti da spende a suo favore non ne ho se non una decisa bellezza di volto e un fisico esile sì ma che veramente pareva disegnato da un pittore del rinascimento.
Quello che mi ha profondamente offesa e l' ho scritto, è che nel su diarietto del cazzo m' ha chiamata quell' altra e che ha continuato a scrive quelle paginette da amante disperato che ha perduto la su ragione di vita mentre la notte era a letto con me. Un testa di cazzo così, se fosse riapparsa la su ex pentita e coll' occhi bassi, m'avrebbe detto: Sai leilì m'ha fatto soffrire ma l'amavo sempre e poi nzieme s'era comprata la casa, ci si doveva sposà s'erano digià pigliati i mobili a Cascina".
Quindi al bar sono stata gentile ma fredda. Di fronte a scuse sincere o quantomeno all' affermazione che magari non aveva fatto piazza pulita nella su testa ma con me ci stava bene e mi desiderava davvero, magari un esamino di riparazione glielo avrei accordato.
Nvece no, è venuto a ribadire la su coglionaggine, a chiedermi se davvero avevo dell' altri omini oltre a lui e stavolta so stata sincera gli ho detto che ero guasi rinverginita dala tanta astinenza e però mi so fatta forza e gli ho raccontato del diario scusandomi per la mia azione ma anche chiarendo quale punizione immediata e brutale fosse scaturita da quella lettura.
Quello è stato il test di quante palle avesse e difatti ha balbettato un po', ha cercato di rimproverà me e di accampà qualche scusa per sé ma capiva che oramai la cosa s'era sciupata e così ha detto " Ciao Zanza vado via mi sento poco bene, hai ragione te, un so ancora pronto pe mettemi in una storia seria, ma so contento che un ci siano stati dell' altromini" . Quello gli interessava che un gli avessi fatto le corna anch'io. Ma vai in culo te e tutti quelli come te!
Poi m' ha fatto gli auguri di sta bene e sula porta m'ha voluto abbracciare dicendo: "Speriamo che mi pigli il virus e che moia prima di Natale". Poro patetico fossi ir De amicisse riscriverei du pagine di Cuore e ti farei stiantà davvero. Speriamo nvece che il virusse un l' avesse già addosso sennò, cola mi fortuna, moio io.
Forse sono stata un po' cattivella nel esasperarne la ridicolizzazione ma è solo perché dopo tant' anni che ero sola m'era piaciuto sognà d'avé avuto na botta di culo anch'io.
Ora basta co luilì, ecco il filme
commento di my movies già in cineteca
2013
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Negli ultimi quattro mesi della sua
vita, Abraham Lincoln cambiò la storia dell'umanità ponendo legalmente
fine alla schiavitù dei neri d'America. L'ottenimento dell'approvazione
del 13° Emendamento in discussione alla Camera dei Rappresentanti
richiese una battaglia ardua ed estenuante, condotta contro il tempo e
nell'ambito di una devastante guerra civile: una guerra nella guerra che
lo coinvolse totalmente, come Presidente, come padre, marito e come
uomo.
Al cinema, come nella letteratura, esistono due grandi strade: da un
lato ci sono le pellicole che si lasciano impressionare, evitando il più
possibile d'intervenire sulla realtà, e dall'altro ci sono le pellicole
che impressionano, costruendo una narrazione ad hoc. Che il cinema di
Spielberg appartenga a questa seconda categoria non è un mistero, eppure
questa volta, più che in precedenza, quest'appartenenza è ribadita
apertamente. "Noi siamo balenieri", dice Lincoln, citando uno dei
maggiori romanzi americani, quel "Moby-Dick" che narra appunto di una
missione che non dà scampo, che non si può abbandonare nemmeno di fronte
alle richieste più razionali (qui neppure davanti all'ipotesi della
cessione immediata di un conflitto che ha già versato una quantità
disumana di sangue). Inoltre, nel caso non fosse abbastanza chiaro,
Spielberg fa di Lincoln un racconta storie, ovvero un narratore,
qualcuno che, per analizzare la realtà, ha bisogno di passare dal filtro
dotato di ordine e di senso del racconto.
Con l'aiuto fondamentale della sceneggiatura di Kushner (già autore del meraviglioso Munich),
il regista ci invita dunque dentro un grande romanzo, dove ogni
personaggio ha il suo momento ma tutti convergono come falene verso
un'unica luce, emanata dal protagonista. L'impresa, tentata e superata, è
quella di rendere intima e interiore una questione di giustizia e di
politica universale. Man mano che il film si dipana, infatti, appare
sempre più evidente come per Lincoln, che all'epoca dei fatti era già un
leader molto amato, far passare l'emendamento non fosse un obiettivo
accessorio né il frutto di una fortunata coincidenza: ne andava della
sua identità storica e privata, dice il film, che sovrappone alla
perfezione i piani.
Come un dagherrotipo, che richiede un certo tempo di esposizione, Lincoln
abbisogna di tutta la sua durata per restituire un ritratto integro,
che, prima che di un uomo, è soprattutto il ritratto di una visione
politica. Una visione che combina idealismo e realpolitik, illuminando
due fattori fondamentali: da un lato, la statura eccezionale dell'essere
umano (che in termini cinematografici si traduce nella scelta di un
attore come Daniel Day-Lewis), dall'altro la capacità di guardare al di
là delle convenienze (è suo figlio forse diverso dagli altri figli, che
sta sacrificando sul campo come mosche?) e di usare quasi ogni mezzo, se
il fine è di natura superiore.
Non si può, perciò, pensare che il film di Spielberg non parli, oltre che del passato, anche al presente e al futuro.
Con la nazione sconvolta dalla Guerra di Secessione, Abraham Lincoln, 16° presidente degli USA, repubblicano, esegue una strategia precisa per finire la guerra e abolire la schiavitù. Tolte rare eccezioni, il cinema di Spielberg è contraddistinto da un'oscillazione tra un racconto popolare e collettivo e una dimensione individuale e autobiografica che qui raggiunge un livello inedito. Scritto da Tony Kushner e in parte basato sul libro Team of Rivals: the Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns Goodwin, è anzitutto una storia di compromessi tra ideali e ragion pratica, battaglia individuale e bene collettivo. Il fascino originale del film fa capo alla presenza della morte che lo impregna, lo assedia, lo pervade come un fantasma. Nel raccontare la nascita di una nazione, Spielberg si specchia anche in D. Griffith, pioniere del cinema narrativo USA. Coprodotto e distribuito da Fox Italia.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Zanza Livorno on line dalle ore 19:00 alle 23:00
Questa tua chiarificazione non era necessaria ma è stato molto carino da parte tua metterci al corrente di come sulla base di un fatto quotidiano si si possa intessere una narrazione arricchendola con temi che mettano in evidenza un aspetto piuttosto che un altro, introducono ironia o moniti insomma una cosa ben diversa da una che racconta i cavoli suoi e basta come mi capita di leggere quando scorro "al femminile" o blog simili. Il film almeno per i riconoscimenti merita la visione domenicale lo metto subito in tv
RispondiEliminaComplimenti
Anna
Grazie per questa esaustiva spiegazione che quasi mi pento di aver promosso con le mie curiosità di ieri. Mi ero permesso alcune ipotesi solo perché so da tempo che in tutti i vostri post c'è più del racconto che del diario e credo sia per quello che questo blog resiste agli anni e a tutte le intemperie. Un abbraccio affettuosissimo e mi accingo anche io alla pomeridiana visione di Lincoln film che non conoscevo. Un grazie e un saluto alla collega Murasaki che lo ha richiesto.
RispondiEliminaGiovanni Martinelli
Dimenticavo, ho una richiesta per un film che forse avete recensito e che mi è sfuggito, "i soliti sospetti" sempre senza fretta, a tempo e luogo.
RispondiEliminaGrazie
Insomma, la parte vera era quella su cui tutti abbiamo concordato, cioè che trattavasi di coglione.
RispondiEliminaE ti dirò, io con le corna son di vedute larghissime, bona, dolce e comprensiva, non credo ai tradimenti imperdonabili né alle tentazioni irresistibili. Ma che di tutta la vostra storia l'UNICA cosa che gli premeva era di non esser stato in cooperativa mentre lui in cuor suo ti cornificava eccome, ecco, lo trovo più irritante di tutto, pure del diario. Posso capire chi non riesce a dimenticare, e figurarsi, col nome che mi son scelta - ma davvero, fatico parecchio a capire 'sto gran problema di non essere stato l'unico rispetto al fatto di essere stato piantato come un carciofo.
Sono stata così scema da valutare anche questo aspetto che tu giustamente non capisci di lui ossia perché gli preme questo e non quello e mi ero voluta quasi convincere che in realtà non avesse chiaro se mi amava ma che ci fosse sulla strada e che quella fosse una gelosia diciamo così primordiale del tipo da questa non posso accettare il tradimento. Poi parlando con Dino mi ha detto:
Eliminaaspetta il tempo ti dirà quanto gli premevi, se un lo vedi più era orgoglio del cazzo se ci riprova può essere che gli bruci di averti perso ma non abbastanza se invece viene qui al barre tutti i giorni e magari fa finta di niente ma ti guarda e ti riguarda allora pole darsi che la sorte t'abbia riservato un coglione boncitto ma sta sempre a te decide se pigliallo o meno.
Poi ci poi sempre ruzzà come ho fatto io per tutta la vita.
Bona notte
zzzz
Dino è saggio,
EliminaE grazie per il film, si capisce.
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