venerdì 1 dicembre 2017

fatevi i gatti vostri n. 746 "libertà si scrive così" by Zanza &Samatta

Ieri sera, sul tardi, la porta del barre si è aperta e, insieme a una folata di vento, diaccio da morì, è entrata Samanta,
 "Un ponce bollente da ustione Zanza" 
m'ha detto ancor prima d'abbracciammi come fa di solito. S'è fatto le medie nzieme io e lei e già da allora prometteva bene quanto a mattana. 
Avrebbe potuto tranquillamente esse la prima della classe perchè era brava in tutte le materie ma non sapeva stare zitta e presto o tardi tutti i professori la prendevano in antipatia. In terza media rischiò di bocciare a causa di un sette in condotta che fu determinato dal seguente episodio. S'aveva pe proffe d'Italiano una signora sarda cor un accento spaventoso che era spesso oggetto di imitazioni da parte nostra. Come insegnante non era male anche se i su temi preferiti erano Grazia Deledda e Gramsci. Du giganti, nulla da dire in contrario, ma a sentisseli propinà di continuo c'erano spuntate le palle anche a noi bimbe. 
Una mattina si faceva ir compito in classe d'italiano e la proffe ci aveva separato i banchi come soleva fare quella di matematica. 
Ora che a matematica si copiasse era un dato di fatto ma che lo si facesse a italiano denotava una decisa tendenza alla paranoia da parte dell'insegnante. Del resto la mi zia che faceva la sarta e che aveva la prof  per cliente mi aveva riferito che la signora manifestava alcuni atteggiamenti inquietanti tra i quali citava il fatto che Betty titolare della lavanderia dove si serviva, fosse invidiosa di lei e le lavasse le gonne in modo da farle restringere ogni volta un po' di più cosicchè  facessero apparire  il suo sedere esageratamente grosso. Logica avrebbe voluto che tale fenomeno venisse addebitato ad una lievitazione del culo per eccessi alimentari o altre ragioni metaboliche piuttosto che a un tale infame e immotivato disegmo ma la zia la accontentava e finchè la stoffa lo consentiva allargava dando un po' di respiro a quel monumento basso e decisamnte troppo robusto.
Di fronte alle nostre proteste per la separazione dei banchi aveva risposto di aver trovato temi che parevano copiati da quegli ausilii che all' epoca si chiamavano otto in italiano, guida al tema in classe et similia. Quella mattina io e Samanta dividemmo e spostammo i banchi con estrema malagrazia producendo il maggior rumore possibile.
"Fabbri e Giusti vvogliamo far mmeno rrumorre???" Sbraitava la prof mentre Samanta borbottava tra i denti:

 "Vo 'n culo a te e a tutte le tu pecore malidetta che un sei artro".
Poi quand'ero guasi a metà compito e avevo dipanato abbastanza bene i parallelismi tra Gramsci e la libertà del pensiero, che sopravvive perfino al carcere e ala tortura, sento Samanta che mi chiama nemmeno troppo sottovoce e, premettendo una invocazione alla Madonna, che sarebbe stata bene in bocca a un portuale, mi fa:

" ......Boia dé Zanzina e mi so venute! Un ciai mica un tampasse?"
Non l'avevo ma gli spiegai come usare della carta igienica inumidita (rimedi che ora mi fanno inorridire ma all'epoca s'era alle prime armi e ci si arrangiava). Sami chiese di uscire e ebbe il permesso. Dopo parecchio tornò scotendo la testa e commentandomi mentre passava, " so tutta no scianguinio, se un si ferma vo a casa".
"Fatti da der diaccio dala bidella" ni suggerii, era un rimedio che ar barre si trovava sempre.
Dopo du menuti Samanta chiese di risortire.
"Tti ssei ddimenticata gli appunti in bbagno GGiusti?"
"No mi serve der diaccio pe fammici un Bloody Mary ala topa"  rispose ironica, a mezzavoce, Sami.
"SStavvolta e non più eh GGiusti!"
Sami uscì ma dopo un quarto d'ora riaveva bisogno e la prof fu irremovibile.
"Ccerto che ppuoi uscire GGiusti pero pprima ffirmi il compito e lo cconsegni ppoi puoi anche star ffuori unn orra."
"Nculati su 'n cortello da macellaio brutto tegame!" bofonchio Sami, poi si mise a lavorà sur compito e pochi menuti dopo consegnò.
Si sentì un urlo e si vide l'insegnante che correva dal preside cor compito in mano tenendolo sospeso per un angolo cor una espressione a metà tra lo schifo e ir vomito.
Samanta aveva vergato a grandi lettere:

 LIBERTA' è una parola che  si scrive cor sangue
 e col dito intinto nel suo, di sangue, aveva scritto libertà in rosso attraverso ar foglio. La sospesero per 3 giorni e beccò il 7 in condotta nel primo quadrimestre.

Ricordando l'episodio si rideva di cuore poi la mi mamma n'ha chiesto se gli sonava quarcosa col sax e Sami n'ha detto: " 'sa voi che ti faccia Nara?"

"Mi garbava tanto vella di Beppino di Apri dell' incontro co lei che ra du nantro, nzomma 'n tegame ma simpatica"
"Ho capito, te la fo cor un bell'arrangiamento ! Ma la chiamo Prosecco sennò la SIAE mi rompe le palle co' diritti."
Eccola anche per voi, purtroppo su  una di quelle basi che si trovano in rete e si sintonizzano  cor pc. Co Dino è nartra cosa ma è a casa malato.


Bacioni da Zanza e da Samatta


3 commenti:

  1. Zanza, mi avete lasciato senza parole! Quoto redcats!
    Baci Patty

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  2. Bravissima, ma mi piacerebbe ascoltarla in qualcosa di un po' meno (yaaawwn) soporifero
    (e sì, Libertà è una parola che si scrive col sangue, ma a farsi sospendere dalla prof. paranoica siam buoni tutti...)

    RispondiElimina

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