lunedì 30 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 935 "storia di una chitarra che non suonava" un raccontino di Holly

Poteva essere il 2010 o il 2011. A casa nostra c'era sempre stat una vecchia chitarra e due mandolini, uno napoletano colla cassa armonica banciuta tipo mezza zucca. 
"Fatta a culo" mi corregge Dante da cui il modo di dire "sedere a mandolino" una visione che secondo mio marito estasiava quando lui era giovane e, aggiungo io lo manderebbe in estasi anche adesso ma purtroppo ormai non esiste  quasi più perché  (parole sue) " le donne fissate come so cola palestra si fanno sì veni de culi sodi che un ci si pianta un chiodo ma che sembrano du pallette da pallanuoto. Ora se in un omo un sedere in quel modo pole anche suscitare una certa attrazione per l'osservatrici femminili, un identica muscolatura dei glutei nela donna a parer mio non è un bel vedere. Ho scritto a Tinto Brasse che sui culi aveva fatto un suo vangelo per conoscere un parere autorevole in merito."
 Ammazzarlo o sopportarlo, è toccato a me.
L'altro invece ha la cassa arminca uguale alle mandole, è francese e dovrebbe secondo Dino, essere anche di bona marca, di certo ha buona sonorità. La chitarra era un rudere che Dante  aveva a Livorno e che attacco nella nostra  casa veneziana, in salotto. Certo Dante rimase  sorpreso quando un giorno mi vide arrivarecor un chitarrone più grosso di me.  "O che ci fai con codesta chitarrona mi chiese". 
"Voglio imparare a suonarla  e siccome temo di  sciupare quella che hai portato avendo visto questa a dodici euri me la sono comprata."
Dodici euro erano pochi mi disse Dante soppesandola ma  la chitarra aveva bisogno di un restauro urgente perché il manico era scollato all'altezza dlla giunzione colla paletta e avendo acquisito gioco, le parti meccaniche non garantivano più la trazione costante delle corde. In pratica dopo due  minuti di attività le corde s'allentavano e il suono diventava quello della chitarra che, in gergo, si dice scordata non nel senso di dimenticata ma di non accordata.
Questa cosa mi mise subito di malumore e  immaginadomi  Dante pronto a progettare chissà quali diavolerie  sul mio strumentino personale fui categorica: 
"Finché non l'ha vista Dino non la toccare".
 Ci rimase  male perché anche se non è un buon chitarrista, due o tre giri ce li sa  fare e , probabilmente, rimettere a posto quel difetto era tranquillamente alla sua  portata. Vero è che da quando lo conosco  non lo ho mai sentito dire che qualcosa non si possa fare e, purtroppo ho anche assitito a vari suoi tentativi di intervento miseramente naufragati.
La chitarra rimase attaccata dietro l'uscio finché Dino non si degnò di venire a Venezia. Quando  lo interpellai, col classico stile che lo distingue, Dino, dopo aver staccato la chitarra e averla provata sulle 7 bnote , commentò: "Ma un troiaio un po' meglio di questo Dantino un era bono a trovallo?"
Io credo che se mi avessero dato una cortellatami avrebbe fatto meno effetto. Quella chitarra comprata con tanto amore e sui cui riponevo chissà quali speranze veniva così vilipesa e, perdipiù nemmeno mi si riconosceva il fatto di averla acquistata visto che Dino biasimando lo strumento aveva rivolto a Dante il rimprovero per tale scelta. La chitarra rimase dietro all' uscio per anni e anni e io  l'ho sempre usata per attaccarci i cordini di Esserino, le chiavi della barca e quelle di casa di Dani e Bobby. Finché, a Natale con la casa piena di tutti gli amici del  bar Nado e la amica svizzera Costanza, come aggiunta, i nostri hanno ripreso a suonare in gruppo. La chitarra che aveva sempre adoperato Dino aveva le corde vecchie e a una strimpellata abbiamo udito: sdeng! Dino ha bestemmiato  prendendosela  con Dante che, aparer suo dimentica di sostituire le corde. Serie di botta e risposta tra i due poi Dino gli ha detto: "Dantino piglia quell'altra chitarra".
 "Non è buona" sono  saltata su io cor una certa acidità nel tono.
"Ni levo solo una corda Holly poi quando le compro rimetto tutto".
Col mio assenso  Dino ha preso  la chitarra e da buon musicista prima di mettersi a liberare la corda del mi 
la ha provata all'aire  miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 
"Boia dé sembra Albano vando canta!"  ha esclamato il Ciampi,
 Poi ha armeggiato  con le corde  e in due secondi  ha provato un accordo
"Boia ragazzi ma se faceva cacare sta chitarra o che ci so fantasmi?".
"Come l'hai lasciata e come è" interviengo io
"Un c'è versi questa chitarra o non è la solita oppure ni è successo varcosa".
La ha guardata  ha  osservato sotto il manico el'abbiamo sentito esclamare:
"Popò di pezzo di emme bada cosa è andato a inventassi sto buo sudicio".
"Ma con chi ce l'hai?"  lo ho interrogato.
"Ma chi voi che l'abbia fatto un lavoro così? Qui c'è stato riportato un incastrino a coda di rondine fatto cor tek;
è un lavoro di fino; ora è doventata eterna sta chitarra".
Ho guardato Dante di traverso: 
"Ti avevo detto di non toccarla."
"Si ma prima che la vedesse Dino. Poi l'avevi abbandonata e a me  dispiaceva vedella muta attaccata li dietro co tutte le chiavi addosso, così quando eri via tutti i giorni facevo un pezzettino di restauro."
"Dove l'hai vista sta soluzione?"  ha chiesto Dino.
"Sono andato da un vecchio liutaio veneziano che mi ha detto "solo se lo fa da solo può avere un senso altrimenti spende 80 euri su una chitarra che ne valeva forse 50 da nuova".
"So d'accordo su tutto- dice Dino- ma non sulla stima della chitarra, questa un' è da 50 euri, un sarà la chitarra di Segovia ma a su tempi costava varcosa! Ha fatto un bon affare Holly e te un un bel lavorino!".
Non c'è stato più modo di togliergliela di mano ma io ho  ritrovato fiducia in quella vecchia chitarra e quando Dino era in riposo mi sono  fatta spiegare gli accordi di base. Siccome ho studiato canto per un po',  non ho trovato grosse difficoltà teoriche mentre ho faticato con quelle legate alla tecnica, tipo  pressione delle dita e all' acquisizione delle posizioni. Adesso mi sembra di andare meglio  e sulla roba semplice tipo le musiche irlandesi vedo che riesco almeno a scandire il tempo sulla cui base suona l'armonica.
Qui Dante presenta un arrangiamento di una classicissima western  fatta sulla base di un ritmo popolare irlandese. La  dedichiamo a una cara amica di Livorn,  una ragazza con le efelidi  e coi capelli rossi che pare irlandese. La conoscete bene anche voi    si chiama Samatta 
Il riff, secondo Dante  pare dica "Oh Samatta son cazzi tuoi" e, di conseguenza  per lui  diventa parte integrante del titolo
Io  alla chitarra (proprio a fare zum zum) e Dante all'armonica 
cliccate sotto per ascoltare
un abbraccio a tutti 
Holly
(per riportare in vernacolo le espressioni del Ciampi mi sono avvalsa della consulenza di Dante)


sabato 28 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 934 "Luana Gambadilegno" audioracconto di Dante Davini Diversi

Quando racconto una storiella c'è sempre una grossa percentuale di verità, specie quando si fa riferimento a fatti epoche e persone della Livorno che fu. Ovviamente com ogni persona che scrive o racconta non faccio una cronaca giornalistica con esattezza su tali fatti, luoghi e persone, tante volte si racconta quarcosa di piccante, tarvorta di sgradevole e un vorrei mai che i parenti del protagonista o i protagonisti stessi si riconoscessero ed esclamassero "bada te sto pezzo di merda che si fa bello raccontando i cazzi mia!".
Così àltero luoghi, tempi e, talvolta, anche il genere delle persone e fo fare alle donne cose che fecero l'omini e viceversa. Lascio però intatto il succo dela storia e se c'ho visto un potenziale insegnamento o una metafora dela vita, quella lì cerco di evidenzialla ma senza forzature, come se sortisse da se davanti agli occhi di chi la vole vedere.
Avevo promesso che l' Olivetti 44, riparata giorni or sono, sarebbe servita a buttare giù la storia di Gambadilegno. Ce l'ho fatta.
L'ho finita 25 minuti fa  e l' ho letta ar pc subito, senza apportarvi correzioni. Nella lettura mi pare di avé perzo 'r filo un paio di volte. Per il resto dovrebbe esse comprensibile. Se volete ascoltatela e poi mi dite se v'è garbata

Bona Giornata da 

Dante

 

venerdì 27 aprile 2018

Fatevi i gatti vostri n. 933 " roba d' Irlanda, versione Dante"

Boia dé se è vera vella storia dell' Ostia. S'era nelo stesso periodo di ora o forse era digià prencipiato Maggio,  era ir sessantasette ala radio davano sempre luglio di Riccardo Del Turco. Io e Dino si faceva la terza media. Lui studiava gia il piano e azzardava già quarche piccolo componimento. S'era come fratelli ma essendo ragazzi quarche competizione c'era: A lui mancava la famiglia  essendogni morta la mamma quando era nato lui e Renatino, ir su babbo, grande amico der mio, era sempre al lavoro. Difatti  in quegli anni si stava guasi sempre coll'uscio aperto ed essendo dirimpettai la casa di Dino era la nostra area giochi mentre la mia era il posto ideale per mangiare e pelle merende che la mi mamma preparava in abbondanza. Renatino per compensare i tanti vòti che c'erano negli affetti di Dino cercava di accondiscendere a ogni sua voglia, ni comprava giocattoli belli e appena Dino dimostrò talento pe la musica ebbe in dono una chitarra prima e subito dopo un armonium di seconda mano che comunque permetteva di facci quarsiasi cosa.
In casa mia c'era quarche problema economico e ai conti dela mi mamma i soldi un bastavano mai, in più ir mi babbo era un pezzo di pane ma era burbero e non gli si potevano rompe le palle con tante cazzate, quando io tentavo di perorare qualche mia causa portando ad argomento il fatto che che Dino, per esempio, aveva la chitarra e io no, ir mi babbo, dopo na discreta serie di bestemmie che davano l'incipit a quello che sarebbe stato il succo del discorso, replicava: 
" Te ciai la tu mamma, 'sa rompi i coglioni? Ci staresti a non avé la mamma in cambio d'una chitarra?" 
Forse il discorso era troppo ruvido per un ragazzetto ma quando mi diceva così, io che amavo l'esercizio dialettico senza averlo studiato, andavo dala mi mamma, l'abbracciavo alla vita e ni dicevo: "senti mamma io fra la chitarra e Te un ho avuto dubbi, ho scerto te ma armeno un coltellino di velli con tante lame me lo potresti comprà."
"Magari tu avessi scerto te" rispondeva la mi mamma. "E' quer tipo lassù che fa ir solitario cole nostre vite e quando sorte l'urtimo regio l'hai ner culo, ti tocca partì anche se ciai un bimbo piccino e un lo vorresti mai abbandonà".
Quest'immagine di un dio ingiusto e tiranno, che fa il solitario con le carte e condanna un essere vivente in base alla riescita o meno der gioco mi accompagnò per diversi anni, finché lessi da grandicello una cosa scritta da Einstei:  "mi rifiuto di credere che Dio giochi ai dadi colle sorti umane."
Un discorsone che mi riserbo di toccare un altra volta.
Un giorno, spinta dale mi insistenze, la mi mamma mi comprò un armonica. Era di marca, della Honer, che al tempo era quanto di meglio si potesse trovare sul mercato. Il resto ve lo ha raccontato Zanza attraverso le parole di Dino. 
La sfida cole trombanti è persa in partenza. Insieme a Dino ma non ci sfigura nemmeno Ampelio che come batterista dice la sua, potrebbero sonare tranqullamente ala Rai. Il pezzo jazz che hanno fatto è una vera chicca e ner  duo a cappella sono favolose.
Quindi non c'è tenzone, ma la canzoncina irlandese la provo volentieri, anche per vedé se ale prime note mi risortisse fori Ostia Divina.
Non ho base, di questa roba non si trova o non so bono io a cercalla, non ho batteria e mi funziona male anche ir microfano, così la posso fare solo nel modo più semplice, come la facevo da ragazzo. Non appena ne compresi il tempo e l'esecuzione diventoò accettabile tanto da far esclamare ar Ciampi: "Ma bada te a Dantino con quer troiaio cosa n'è riescito d'imparà!"
Buona giornata a tutti
DANTE
cliccate qui sotto per sentire

giovedì 26 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n 932 "t'adoriam Ostia Divina, come Dante prese la tosse eterna"

Si suonava anche ieri sera al barre, di clienti ce ne sono pochi e allora Samatta Daria Martina, Camilla e Valentina vengono tutte le sere, per fare numero e perché una manciata di tope discretocce attira un po' di gente. Io non vorrei perché loro vogliano anche pagà le consumazioni e a me questo non mi sta bene perché in amicizia non sono abituata a prende soldi.
Samatta però, accompagnando la sua naturale enfasi cor una bestemmia alla Dante replica:

"Non mi fa ncazzà Zanza piglia vaini dele bevute o porca ma... remma un ci vengo più a trovatti."
Se quarcheduno, dopo averla sentita cantare roba dorce come  quella di ieri, la sente esprimesi così credo possa pensare a na forma di schizofrenia ma Sama è così e fa tarmente parte della su persona che ormai anche le più grosse volgarità a sentille sortire dala su boca un mi sembrano tali, del resto anch'io non è che mi tenga tanto quando c'è da apri bocca .
"Ma dai, sete qui tutte le sere e ci fate animazione richiamate gente, ribatte la mi mamma"
"Ora ti ci metti anco te a rompe le palle? Se dovessimo affittà na sala musica  ci vorrebbano 50 euri a sera e magari si deve sta male in uno scantinato soffocante. Vì,  Nara, ci s'ha na saletta perfetta, tutta per noi, se ci scappa da piscià ci so du bagni invece di dovella andà a va in mezzo ale macchine o in un secchio come da quer laido che ci affittava la sala du anni fa, 'osa voi che siano 'na ventina d'euri di bevute  da dividesi 'n cinque?."  


"Va bene via. Però allora l'urtimo giro ve l'offro io. Birra o benzina?(per benzina si intende roba che abbia da 40 gradi insù) " Conclude la mi mamma che sa come sia dura contare gli spiccioli per fare giornata ma, se potesse manterrebbe tutti aggratisse.

Anche Dino è uno che paga sempre, vando n'arriva la pensione sociale che è piccina piccina ma armeno c'è
lui tiene na ventina d'euri e il resto lo da la mi mamma perché non ha nemmeno il conto in banca.
Nara tienimeli te così ci scali quello che mangio e quello che bevo poi se mi ci vogliano quarche cinqu eurini te li chiedo e di fatti guasi tutti i giorni passa dala cassa e si fa dare 5 euri, non di più. Sono quelli che gli ci vogliano per le bevute che fa di passaggio nei pochi spostamenti che fa in bici o a piedi per arrivare a guardare il mare o alla bilioteca a prendere o a restituire qualche libro.
In queste escursioni si limita dimorto e prende  un bicchieretto di vino da 80 centesimi o un caffé, corretto naturalmente. 
Quando arrivano in fondo al mese la mi mamma gli fa il conto. Talvolta avanzano una decina d'euri, qualche altra vorta  manca qualcosa. Di solito è quando, nell' inframezzo, gli sono arrivate delle bollette. Ormai per noi è uno di famiglia, guasi sempre dorme nel bar ( anoi ci fa la guardia e lui risparmi il riscardamento). A casa ci va solo per lavarsi o se c'ha qualche brindellona  pe le mani ma nell' ultimi tempi mi pare abbia abbandonato guasi der tutto l' idea.

Aver realizzato la saletta  per le prove musicali è stata una bella cosa, le registrazioni vengano benone e l'omino della SIAE è venuto due o tre vorte a bere, pagando e questo va a suo onore, ma non ha trovato nulla che non fosse in regola.
Di solito la serata musicale si svolge a tema del tipo: stasera si fanno i cantaurori (difatti avete sentito Gabriella Ferri e Gino Paoli) oppure stasera country, classica ecc. La contemporanea quasi mai a parte qualche brano di Sheeran che Bobby e Dani chi hanno fatto apprezzare.
Ieri Dino fa:" senza Dantino coll' organino dele volte mi passa anche la voglia di sonà"
"boia dé o noi che siamo merda? "ni ha replicato Samatta.
"No che centra ma voi sete di conservatorio come me, io mi diverto co Dantino, Zanzara, Ampelio, Nara, loro sono amatori puri e Dante quando sbaglia sembra un gatto che abbassa l'orecchi, un ci sta a sbagliare e allora gonfia, bestemmia, dice eh mi manca r fiato è meglio che smetta, ma poi si rimette lì e finché un gli viene bene...ci farebbe mattina ci farebbe."
Allora lanciamogli una sfida fa Daria, noi si fa un pezzo qui e lui lo deve rifà a Venezia.
E' poco leale replica Dino ma tanto pe fallo ncazza va bene
"O cosa si potrebbe fa che ni rompa i coglioni? " echeggia Marina
"Un pezzo c'è è na canzone forke irlandese, credo sia una dele prime che imparò da bimbo, aveva problemi cor tempo allora e andava a fassi insegnà da Don Virgilio quando andava a trovà la su zia in maremma.
la bandiera irlandese è compagna ala nostra

ir problema è che sta canzone gira quasi tutta su pochissime note e a lui facendole fori tempo ni sortiva guasi sempre fori t'adoriam ostia divina. Allora dato che io lo pigliavo pel culo dicendogli: Dantino mi pare roba di chiesa vesta vi d'irlandese un ha nemmeno le lentiggini allora lui
andò dal prete, eccellente maestro di musica e ni disse: "Don Virgilio vi faccio sentì un pezzo irlandese cola mi armonica, ditemi se vado bene"
 e attaccò. Il sacerdote  dopo le prime dieci note ni fece: 
"Oh Dante,pe falla, la fai benino a parte quarche inceppo ma un sapevo che "Ostia Divina" fosse doventata un canto popolare irlandese, qui noiartri si sona  'n chiesa da un' eternità".
Si incazzò tarmente che, arrivato a Livorno, vando ni chiesi cosa n'avesse detto Don Virgilio, prese l'armonica e la buttò ner Fosso Reale. Poi ni venne ir pentimento perché la su mamma se l'era levati di bocca i soldi pe compragliela e allora cor una mascherina sub da bimbi e senza le pinne pe quattro giorni continuò a immergesi ner fosso reale a cercalla, col rischio di rimané corpito dall' elica di varche barca. Un cerano versi di trattenello, sembrava matto. Alla fine tornò coll' armonica, recuperata ma piena di mòta e una tosse che lo strinava. Nado (a que tempi ir barre lo mandava avanti lui) gliela pulì  per benino cor vapore dela macchina del caffé e poi Girda (la mamma di Nara) gliela asciugò coll' asciugacapelli. Vando fu pronta, strano a dissi, aveva cambiato sono e faceva dele note che sembravano davvero far parte di un ritmo certico ma lui un la poté sona fino a settembre. Aveva chiappato la broncopolmonite, co quelle immersioni ner fosso. Quando  fece l'esami di terza media  aveva l'occhi di fori dala tosse e ala fine dovettero portallo all' ospedale. Dov'essa da allora che la tosse lo perseguita."
Dino ci mette un bel po' a faccela sentì co tutte le variazioni e anche se Daria e Marina la conoscano da 'na vita, falla colle pretese di Dino non è tanto semplice perché vole mette su una versione jazzata cor piano le trombe e la batteria der mi babbo.
La canzone, dopo  la fanno le Trombanti  cantandola a cappella, qui sotto potete cliccà sui linchi pe sentì le du versioni

una sfida dura per Dante, cola sua armonichina di latta, chissà se accetterà?
Voi intanto ascoltate queste due brutte bestie in duetto,
che Dino, da amabilissimo porco maschio sciovinista e anche briaco, ha commentato così:
"Boia dé le Trombanti sia che abbiano quarcosa n bocca sia che l'abbiano vota riescano a fà de numeri da Circo equestre". 
Mi dissocio da questo umor greve che sarebbe stato caro a un Amedeo vecchio stile ma che  non potevo non riportare letteralmente, avrebbe significato depauperare l'aria che si respira nel mio bar.

Zanza

fatevi i gatti vostri n. 931 "lunga la storia....."

Delle mia amiche ho parlato qualche volta ma relativamente poco. Il blog è dei Gatti e rispetto la consegna iniziale anche se mando un moniyto agli Ingresi. Avete creatio questa bellezza di angolo virtuale tanti anni fa, non lo abbandonate please." Dino tranne suonare e bere non fa un cazzo. Dante nei periodi buoni sostiene come una colonna dorica ma poi anche lui ha i suoi alti e bassi. Holly srive bene e piacevolmente ma tanto di rado. Mi mancano le storielline del gatto balena che Dani organizzava con tanto spirito e  il Bobby burattinaio di Esserino dov'è finito? Mi ricordo del gattino che andava in biblioteca, sgattaiolando, OVVIO, tra calli e callette veneziane e che aveva ricevuto addirittura la tessera onoraria della prestigiosa biblioteca Querini Stampalia. Orsù ingresi! Datevi da fa.
Per il momento mi do da fare io e lascio che Samatta vi racconti una storia lunga e tormentata, tra l'altro ne ha una simile, che va avanti trascinadosi da tempo come tutte le storie che è troppo tardi per rimetterer in piedi ma troppo presto per chiudere. In realtà la mia grande amica Samy tra le tante storie non memorabile una grande la ebbe in sorte, con un uomo affascinante ma parecchio più grande di lei e con famiglia.
Credo che il dedicarsi a questa persona abbia tolto molto alla giovinezza di lei anche se, certamente qualcosa le ha dato, altrimenti, conoscendola non avrei dubbi su come avrebbe scritto lei la parola FINE.
Da parecchi anni sta sola, di ce che si trova bene così, qualche amoruccio en passant, nessuno che superi le due settimane per adesso. Di solito è allegra o, quantomeno maschera bene.
La  storia di Sama  è in musica e l'ha scritta un signore che si chiama Gino, che secondo il mio babbo è uno tra i migliori cantautori non d'italia ma del mondo.

La voce calda e bellissima, specie nelle modulazioni, della mia amica ne dà una interpretazione molto personale ma, secondo me, da collezione, perché siamo abitati a una Sama, rossa d'animo e di chioma  grintosa, aggressiva, libertaria, con un carattere talmente forte da metterla in grado di impaurire la maggior parte degli uomini che le si propongono. Ecco qui la sentirete dolce, insolita, innamorata ma non cotta, quasi rassegnata a centellinare, come dice Dino, che l'accompagna con la chitarra, qulle ultime gocce di vino che restano nella coppa quasi esaurita di un amore che pareva unico e impossibili. Scandisce e modula ogni singola nota come fa Gino Paoli, lui ha quei registri affascinanti, talvolta rauchi, inimitabili, difficilissimi per una donna, solo Giorgia ha fatto una stupenda interpretazione di questo pezzo eppure Samatta è come se avesse il suo sax quando modula le note lente, dolcissime di questo brano

Baci  Zanza

mercoledì 25 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 930 " tutte le donne del bar Nado omaggio a Gabry"

Balena chiede di essere portato di peso fino all' ascensore e poi sul terrazzone, Esserino, invece, pur di uscire, si attacca ai fili del pc. Holly non sta tanto bene in questi giorni e letteggia. Queste le news da Venezia. Da Londra, dopo l'exploit iniziale, fratello e sorella si sono scordati della loro creatura blogghica e così, anche per dare respiro a Dantino, che in questi giorni tra progetti storie e sogni ha dato molto, ci occupiamo noi della pagina odierna. Tutte le donne del gruppo avrebbero da dire qualcosa ma soffrono del famigerato crampo dello scrivano. Così tutte son lì a suggerirmi ma alla fine il diteggio tocca a Zanza. C'è però un tema che mi fa piacere mettere in evidenza. Chi ci ha seguito sa che tutte noi cantiamo, compresa mamma Nara che mesi fa si esibì in un mambo di gran successo. A me sono demandate le canzoni portate alla ribalta da voci un po' particolari, ho familiarità con la timbrica  anche se tra tutte sono quella che riesce sempre anon essere perfetta sui tempi e sull' intonazione perché mi lascio prendere dalla personalizzazione e, talvolta fo qualcosa di originale, talatra strazio irrimediabilmente dei brani belli. Samatta è perfetta per quando si tratta di tenere le note, lei ha il sax anche nella gola. Le trombanti cantano bene tutto ed hanno più o meno lo stesso tono, non perché siano sorelle ma perché abituate alla tromba girano bene tutto in tonalità che sono tipiche anche dello strumento loro, tipo il si bemolle. Mamma canta tutto, lei va a orecchio, come me, ma ne ha da vendere d'orecchio, purtroppo il suo miglior repertorio è dei tempi della Caselli, di Mina, di Orietta Berti (mica stiamo parlando del 2 di briscola eh). Altre canzoni non ha voglia di mettersi lì ad impararle per cui ne sa una due strofe ma mai complete, eco perché canta poco. Ieri sera, però, dato che c'eravamo tutte proprio lei mi fa: "perché non fate mai qualcosa di Gabriella Ferri 

che per me aveva una dele più belle voci che si siano sentite in Italia?".  "e che si fa?"
" Fate quella che parla del ritornello. Falla te Zanza". 
"No mamma  io stecco, falla te Sama", 
"no mi viene monotona ammé".
 insomma "falla te" "no falla te ""no io no". Nessuna di noi  si sentiva di cimentassi in questa canzone che a dire di Dino non è neppure tanto facile, tant'è che ci si sono provate, Patti Pravo, Giorgia, e tante altre valenti ugole ma, secondo me, nessuna cogli esiti di Gabriella che ne aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. Alla fine abbiamo preso una decisione:
L'abbiamo fatta tutte, mamma compresa (lei fa il ritornello a voce spiegata) e ci alterniamo nei vari pezzi

Dino all' organo, Ampelio ala batteria e il resto è gola colla tecnica della prima voce, la seconda, la terza e il coro.


Dino dice che avevamo bevuto e pertanto il resultato va attribuito alle sambuche speriamo almeno che sia stato positivo

Bacioni da tutto il Barre
Zanza

martedì 24 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 929 " Il gato mamone instudia situassione ndel buio dela note "

Per il gattese ci vuole mia nipote Dani ma almeno il titolo, con l'aiuto di Holly, sono riuscito a scriverlo nell' idioma balenico

Ieri ho fatto il latitante, la cosa deve aver stupito Patty che, forse, si era ormai abituata alla cadenza giornaliera dei nostri post e mi chiede se siano state quelle "cazzate" a deprimermi. Buona la battuta! No ci mancherebbe altro, conservo il progetto e ci penso mentre per il momento lascio che di quelle "cazzate" beneficino le signore per le quali importi tra 2000 e 4000 dollari siano davvero delle bazzecole. 

Il mio macinino da 20 euri vedrà la luce prima o poi ma per il momento non ho il materiale adatto. Visto che sono a scialare lo vorrei fare in titanio che è leggerissimo, robustissimo e rigido quanto serve il che, dato il tema, non guasta.
Ieri ho accompagnato Holly a Padova per alcune commissioni che aveva da fare ed ho trovato a poche lire (ahinoi continuo a pensare in lire...) della buona pellicola fotografica per la mia vecchia macchina a pozzetto. Lo sviluppatore ad acido ce l'ho ancora (è una vecchia pentola che modificai oltre 40 anni fa. L' ingranditore non l'ho mai buttato via. Per me la fotografia tradizionale aveva un gran fascino e gli effetti del bianconero sono rimasti insostituibili. Inguaribile nostalgico restio alla modernità? Ma no. Amo la macchina per scrivere ma uso anche il pc. Mi piace raccontare accanto alla stufa ma non disdegno il mettere in rete le mie audioletture e questo blog stesso è frutto della modernità altrimenti nessuno, tranne i miei vicini conoscerebbe Esserino e Balena. Le foto amo farle con qualsiasi mezzo, anche col cellulare che, del resto, ho a portata di mano più spesso degli altri dispositivi. Oserei dire che lo smartphone lo uso più per le foto che per chiamare. Difatti per comunicare sono rimasto legato al vecchio telefonino che si chiude a libretto anche perché ho spesso le mani unte e la tecnica dello strusciaschermo, o touch pad che dir si voglia, viene inibita dalla di sporco e grasso delle mie dita.
La macchina fotografica a pellicola amo usarla  quando voglio ottenere effetti particolari che stravolgano un po' la realtà o meglio che la filtrino attraverso la mia fantasia.


Qui ho voluto creare un' immagine abbastanza inquietante di un gatto mammone che ti mangia in un boccone.
Avevo un bel modello a disposizione. Una decina di scatti per le prove, poi tra le prime stampe quelle che meglio potevo alterare. Ne è uscito questo essere terribile che entrerà nei vostri incubi, lo  si potrebbe ammansire solo con una scatoletta di tonno, tenetela sotto il guanciale

  Dante

domenica 22 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 928 " nel mare degli oggetti"

Ho abbandonato il progetto, mi succede spesso, sono facile agli entusiasmi ma ho anche un certo senso pratico e capisco che senza produzione a catena ed economia di scala non si può pensare di mettersi a fare niente. Del resto l'idea non era originale e quindi ciò che si poteva apportare di originale erano solo delle modifiche e delle personalizzazioni per le quali servono torni di precisione e assemblaggio di schede elettroniche. Tutta roba che ho nella testa ma che non potrei permettermi di comprare. Pazienza da quando ho cominciato a destreggiarmi con marchingegni vari avrò messo in cantiere più di mille di queste cavolate. Il problema è che nella fase in cui mi entusiasmo sento come una sferzata di adrenalina alla quale segue, quasi inevitabilmente un senso di nausea e di stanchezza. In fondo questo modo che va per conto suo, fuori dagli schemi e dalla normalità è solo un mio modo per sfuggire alla noia del quotidiano e, finché possibile al compromesso. Così mi sono messo ad aggiustare questa 
 
vecchia Olivetti 44, fa caldo e si lavora bene fuori tra la porta del mio Box e il muso del vecchio camper.



non si muoveva neppure un ingranaggio ma adesso funziona tutto, devo ripulirla per bene togliere qualche punto di ruggine e poi sarà pronta per scrivere un bel racconto del quale ho già pronto il titolo: il fascino di gambadilegno che non è quello di topolino. Era una ragazza coetanea della mia mamma di nome Luana  che in tempo di guerra aveva perso una gamba. Spero di ricordarmela con la dovizia di particolari che vi aggiungeva lei.
 Questa Olivetti mi pare adatta a reggere un racconto, da solo non ce la farei, ho bisogno del suo aiuto ma questo modello era un vero mulo che faceva la sua bella presenza in molti uffici quando io ero giovane. Credo di possedere in tutto una ventina di macchine per scrivere che ogni tanto tiro fuori, riparo alla meglio, uso per qualche giorno avvicendandole. In fondo sono oggetti come tanti ma io credo che abbiano un anima e molte cose da dire, cosi sogno di mettermi davanti a una di loro, chiudere gli occhi e aspettare che le idee scaturiscano come per miracolo. Arriva un aria profumata di fiori e mi prende la voglia del mare. Da qui l'unico mare accettabile è al Lido. Ho i vaporetti vicini a casa e in mezz'ora sono davanti al vialone centrale che porta alle spiagge. Quel chilometro me lo faccio in monopattino, un mezzo leggero e pieghevole che metto in una sacca insieme all' asciugamano. Dato che cammino male mi aiuta alla grande nel percorrere quelle distanze che lunghe non sono ma che a me paiono interminabili. Per l'occasione ho rimesso a nuovo anche questo,


 a vederlo sembra piccolo ma ne ho irrobustito tutte le aree portanti e arriva a sostenere il mio peso egregiamente. Devo solo stare attento alle ruote piccoline che, se entrano in una buchetta, possono farti ribaltare e alla mia età non è una figura tanto bella da offrire a chi affolla il viale camminando verso il Blue Moon.
A Luglio compirò 64 anni ed entrerò nel mio 65esimo. Nonostante mi senta ancora l'energia di un giovanotto devo fare i conti con molte, troppe cose per le quali il tempo vitale necessario ad affrontarle comincia a scarseggiare. Piano piano darò l'assalto ai miei magazzini e, obtorto collo, comincerò a disfarmi di tanta roba che ho raccolto. Vorrei conservare l' essenziale ma io non so essere essenziale e quando guardo le oltre 20 biciclette che ho rimesso in funzione mi piange il cuore all' idea di salutarne una. Ho una cinquantina di orologi, un centinaio tra coltelli e spade, una ventina di armoniche 2 mandolini, 3 chitarre, 3 vecchie radio,  4 fucili, tre pistole, un monopattino, 2 vecchi ciao piaggio, una vespa e chissà quante altre cose che al momento non ho citato. Di vocabolari di Greco ne ho 3, ci farò il brodo. Di latino 6, ci farò la ribollita e ancora scorgo piccole sculture, quadri, migliaia di libri e utensili quasi tutti doppi perché ho ereditato quelli del mio babbo e quelli del babbo di Dino che non vuole neppure un cacciavite in casa per non porsi il problema di svitare qualcosa. Beato lui. Ha solo il piano, una chitarra, l'eschimo e poca altra roba che entrerebbe in un carrellino della spesa.
Lo invidierei se stesse bene ma mi pare stia peggiio di me, così galleggio in questo mare di oggetti che mi soffocano un po' ma mi stimolano, uno per uno, dei ricordi meravigliosi che per la mia testa e il mio cuore sono come un tonico vitale.

Buona domenica a Tutti

Dante

sabato 21 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 927 " Una delusione per zio Dante"

So che per lo zio sarà un colpo duro. Non credo sia un frequentatore di siti porno come del resto non lo sono io e penso  che nel limare e assemlare quel gioiello di modellino a manovella si sia sentito come Bobby, da ragazzino, quando mi mostrò una sua genialoide reinterpretazione del teorema di Pitagora. A mio fratello brillavano gli occhi di gioia ma dopo un' ora su internet aveva trovato una dimostrazione    identica alla sua ma ancor più cavillosa nei dettaglia, che risaliva a 500 anni ad opera di un arabo, a malapena ricordato in una noticina a piè di pagina della storia della matematica. Anche io sono piuttosto restia alla fruizione di quel genere di movies, non per bigottismo ma per bassissimo senso di voyerismo, in pratica, detto papale papale  se non sono la coprotagonista,  mi interessa ben poco. Mesi or sono guardammo un video del genere  con Zanza e Samatta e il tanto osannato Rocco per primo attore,  tanto per ridere, ma dopo 5 minuti sbadigliavamo e avevamo già cambiato tema. Nemmeno Bobby credo sia un appassionato, ma Howard, il suo amico che aveva fatto il rendering grafico del  modellino, pur non essendo un pornofilo, ha avuto la curiosità di vedere se sul mercato il vecchio schema a motore sterling  e l'idea dello zio avessero già trovato dei fabbricanti.
 Così ieri sera ci ha mostrato un filmato  del quale non metto link, tanto basta a chiunque di voi digitare girl fucking with electric machine per avere un'ampia videoteca a disposizione, sempre ammesso che a qualcuno possa interessare. Nel video nel quale vedeva in funzione un attrezzo che pare vendutissimo qui a Londra. Certo si trattava di un marchingegno ingombrante. Ma il funzionamento mi ha letteralmente lasciata sbigottita. Mentre i due stronzi ridevano di gusto a vedermi sgranare gli occhi di fornte a quell' orribile macchina da palestra che tuttavia otteneva un risultato ergonomico decisamente non alla portata di un uomo normale e neppure di un super eroe. Mi sono copiata al volo la marca  e sono andata a vedere i costi. Che non pensiate male


No non basta così poco a farmene comperare uno, in primis  perché costa molto
e soprattutto perche vorrei che dietro a quel coso che va avanti e indietro ci fosse una bella persona.
Detto questo  volevo dire allo  allo zio che solo se riuscisse a contenere i costi e a ridurre moltissimo le dimensioni (non del membro, del motore) potrebbe sperare in un qualche successo. Secondo Howard le dimensioni da attrezzo da palestra sono dovute al fatto che i motori piccoli riscaldano e senza ventole di raffreddamnto dopo pochi cicli d'uso si bruciano. Inoltre il corpo macchina deve fornire una resistenza all' attrito altrimenti arretrerebbe sobbalzando con spiacevoli fuoriuscite magari nel momento clou. Questo secondo Bob è un problema che non si pone, invece,  nel caso di una macchinetta da fare indossare a una persona (o da fargliela manovrare) mentre per una partner solitaria una base supersolida è necessaria.
Potevo affidare il post a Bobby che forse avrebbe trattato l'argomento con meno imbarazzo ma non volevo che diventasse un tema per soli uomini. In questi giorni ho scorso molti siti italiani e inglesi su sesso e disabilità e sono rimasta molto colpita dalla prostrazione psicologica che affligge molte persone appartenenti alla categoria.
So che lo zio ce la potrebbe fare ma io posso immaginare  come vadano a finire ste cose. Se il tutto funziona ti copiano e coi soldi lo fanno meglio, se non funziona sei il genio strampalato che spesso fa coppia con lo scemo del villaggio.
Per consolarlo dallo scoramento che certo lo assalirà,  dò un suggerimento a zio Dante : Fabbricane una ventina da 20 o 30 euro a pezzo,  per gli intimi zio! Almeno non avrai delusioni e di certo  ti arriveranno molti ringraziamenti.


Dani

venerdì 20 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n 926 " un progetto del cazzo "

Holly ha sollevato una questione che, a parer mio, non tiene conto di alcune considerazioni che io avevo fatto a monte, in primis l'angosciosa condizione che le persone disabili si trovano a vivere in merito alla sessualità.
Anche chi può è costretto spesso a intermediazioni umilianti avvalendosi di prestazioni a pagamento o comunque dovendo fari il bilancio tra le proprie legittime pulsioni e la difficoltà di interfacciarsi col mondo normale.
Ancor più mi ha colpito il pensiero di chi per ragioni fisiologiche non può avere rapporti con l'altro sesso (o anche con lo stesso, ci mancherebbe ora di far torto alla categoria dei disabiliomosessuali).
E' vero che ho la testa dura, è anche vero che ho la presunzione di risolvere tutto. Quando ci rifletto e quando mi ci fanno riflettere me ne dispiaccio. Devo dire che questa mia fede nelle mie idee l'ho sempre pagata a caro prezzo e che, tuttavia, se le persone che sono deputate a risolvere i problemi, tipo politici nostri, ci mettessero la metà dell' impegno che io metto anche in un progetto banale o fallimentare staremmo sicuramente meglio tutti.
La sfida che mi ero posto era quella di creare un marchingegno che permettesse a un uomo impossibilitato al coito, di render lo stesso felice la propria partner. E qui Holly me ne ha dette mille: che è un modo semplicistico di vedere la cosa che una donna non ha bisogno di uno stecco che le si muove dentro per star bene. 
Ha ragione ma io non volevo fare ne lo psicanalista nè il sociologo né il filosofo. Volevo solo fare il meccanico. Quindi la mia idea va bene solo se due partner sono ambedue felici di usarla.
Non ho neppure la pretesa di avere inventato nulla, di queste macchinette per il sesso ne sono sempre esistite ed ecco la prima idea  da cui ho tratto spunto si tratta di un modellino che vidi molto tempo fa in internet, un motore sterling ad aria che manovra una macchinetta del sesso, mi par chiaro che il problema e il progetto animassero la curiosità e l'inventiva di sperimentatori di oltre un secolo fa

Bobby appena gli ho chiesto il favore mi ha trovato l'immagine e poi con un mio schizzo fatto a matita e inviato a mezzo mail  ha incaricato un suo amico di farmi una simulazione al pc di come verrebbe fuori una macchinetta moderna con la medesima funzione



 Con un po' di materiale di recupero e un paio di ore di lavoro ho tirato fuori questo grazioso modellino, quello che ha tanto fatto infuriare Holly. Vabbé, alla sua amica Nicoletta  potevo evitare di dire cosa era  e, soprattutto di gongolare dichiarando  che in cima ci si avvita un bel cazzo di gomma! Ammetto di essermi lasciato andare ad una gag che, tuttavia,  al bar Nado avrei potuto dirla anche a Nara con Ampelio accanto ma che in questa anticamera dell' oratorio e di marie vergini non stava bene. 
Secondo me poi  la sua amica ha strabuzzato gli occhi pensando a come deve essere divertente un giocattolino così....E forse Holly che è acuta più di un angolo di 30 gradi si è incazzata proprio per questo .




 
Le ha rotto le palle il fatto che io intrattenessi un'altra donna su questo argomento.
  Qui sotto invece vederete un gran casino ma è un semplice motorino recuperato da un elettrodomestico e la ricostruzione del sistema a manovella che permette di trasformare un moro circolare, prodotto dall' albero motore, in un moto lineare avanti e indietro. Per renderlo più stabile sul banco, qui, lo vedete muoversi dal basso in alto. Ovviamente la velocità va ridotta, la spinta calibrata e il braccio deve muoversi in maniera più rettilinea anche se con questi scostamenti assiali dovrebbe produrre uno stimolio che farebbe sgranare gli occhi anche ai più esperti dell' arte.



Le immagini non rendono giustizia ma per me vederlo funzionare in continuità è stato un trionfo. Non avevo soldi da buttare  in un motorino bellino e potente da applicare al modellino manuale e così ho fatto questo accrocco con pezzi di tubo e materiale di scarto ma mi interessava di dimostrare che va.
Avevo in mente di fare molte domande al pubblico femminile magari si con un test su durata in secondi di ogni andata e ritorno, colore, densità della gomma e a chi meglio che a delle donne potevo chiederlo? Ma non voglio far arrabbiare Holly ulteriormente poi ci sono tutte le ragazze del bar Nado che possono darmi suggerimenti sui particolari della realizzazione.
Mi limito quindi a chiedere  a voi lettrici una riflessione di carattere meno prosaico:
 Se foste innamorate di un uomo che non può o non può più avere rapporti, vi sconvolgerebbe tanto se tra le gambe avesse un congegno di questo genere?
Non pensate alla rudimentalità di questo prototipo, potrei farlo delle dimensioni di un piccolo pimmer da cucina ed esternamente si vedrebbe solo un bell' articolo di gomma color carne, dato che il motore potrebbe essere alloggiato tra le gambe del partner o occultato dai boxer.

Ancor più importante di tutto cio sarebbero degli elettrodi da collegare all' area cerebrale del portatore di questa protesi ma non ho le competenze per affrontare questa parte. So che al S. Anna di Pisa hanno fatto mani robotichee  gambe robotiche quasi perfette. Ora se una mano robotica afferra gli oggetti  pesanti e li solleva vuol dire che ci sono micromotori potenti e stabili che la muovono. Io non so se abbiano progettato un pene robot e di sicuro costerebbe al momento centinaia di migliaia di euro forse oltre il milione e ci vorranno tanti anni prima di averlo in commercio. Allora meglio la mia manovellina che costa 4 euri e che tutti possono realizzare.

Saluti a tutti
Dante

giovedì 19 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n.926 "Mi dissocio dai suoi progetti e da queste folli idee" post di Holly

Dato che quando ha deciso una cosa è impossibile farlo desistere, mi dissocio in anticipo da questo folle progetto al quale sta lavorando da ieri.
Il proposito avrebbe anche delle sue nobili ragioni per essere preso in considerazione. La storia del nostro giovane amico di Livorno sicuramente è stata toccante per un animo buono come quello di mio marito che si rimprovera perfino di averlo mandato a quel paese un sacco di volte. Detto questo, a parer mio, ci dovrebbe essere un senso della misura nel volersi prendere a cuore le sorti degli altri, quindi almeno certi interventi dovrebbero essere richiesti, necessiterebbe poi un confronto con del personale medico specialistico e psicologi o psicoterapeuti. Lui invece si butta a capofitto nelle cose. Per questa faccenda ha chiamato Bobby di notte perché gli trovasse una immagine che aveva visto tempo fa in internet e che avevano commentato ....tra uomini.
Io non mi ritengo bigotta ed anzi, in famiglia, sono proprio quella che ha rotto con i canoni del perbenismo, della messa alla domenica e del "Mària Vergine chissà cussa che diran de ti!" caro a mia madre. A diciotto anni vivevo già per conto mio ed ho pagato la libertà col dover rinuciare a università, accademia di canto ecc.
Non mi scandalizza quindi la tematica alla quale da circa 36 ore Dante si sta dedicando, scordandosi perfino che a una certa ora si mangia. Mi meraviglia, anche se ci dovrei essere abituata, la sua mancanza di senso dell' opportunità. Sono in strada a parlare con una mia amica e lui salta su dalla barca urlando: "guarda Holly guarda come funziona" e mi sventola sotto il naso un modellino di acciaio che muove con una manovella. Subito la mia amica incuriosita chiede se è un modello di serratura e lui come se niente fosse mentre continua a far girare la manovella le confessa candidamente "sai Nicoletta sto preparando un membro (ovviamente ha usato la parola più volgare) meccanico, vedi in fondo a questo pistone ci avvito un bel pisellone di gomma e poi...." gira la manovella e accompagna col fischio i movimenti ritmici di andata e ritorno. Vorrei scomparire sotto terra La mia amica strabuzza gli occhi e poi ride dicendo " Ma ti se fora come un balcon Dante! Poareta ti Holy".
Meno male che Nicoletta detta "Teta" è di spirito ma stasera mezzo sestriere saprà che il toscano sta preparando sto bel marchingegno e penseranno che sia, ovviamente, per chissà quale fantasia di quella svergognata di sua moglie.
Non faccio in tempo a finire di arrabbiarmi con lui e a dirgli che una cosa sono i discorsi tra noi, nei quali neppure i metto tabù e non mi piacerebbe che ce ne fossero (ci mancherebbe altro) e una cosa sono le dichiarazioni in strada con gente che almeno lui non  conosce bene.  Manco a dirglielo. Lui si gira dall' altra parte e comincia la sua filippica:
 "Certo io sono il matto, sono lo strambo, perché costuisco un oggettino comodo, discreto, personalizzabile, igienico. Che nel caso lo fo per un disabile ma potrebbe servire anche a tante signore di qui. Vedi come sono? Vanno in chiesa, pregano si scandalizzano e poi la notte riempiono i locali di scambisti di tutta la pianura padana e giù bestemmie contro la pianura padana, le zanzare, le mogli puttane i mariti becchi, Salvini e perfino la sua donna" un diluvio di improperi. Poi risalta in barca e torna al suo magazzino, in terra ferma, dove deve elettrificarlo.
Mi telefona dopo un ora, commosso come un bimbo: "funziona Holly!  Tu vedessi come "pinta" sembra un animale da monta! Senti amore non è che sai dove si compra uno di quegli affari di gomma che usate voi donne? Me ne andresti a comprare uno a gusto tuo bello grosso ma no troppo lungo sennò se si piega quella disgraziata chiappa un colpo di pistone laggiù sotto... Se puoi  guarda  anche  che sia abbastanza duretto o che magari abbia una pompetta pe fargli schizzare dell' acqua". Come se io passassi la vita nei sexy shop!
Mi pare davvero scemo quando fa così e lo liquido in breve:
"Io per ora uso solo te! Quando non sei in giro per il mondo, quando non hai bevuto, quando non ti senti male! Quindi quasi mai.  Figurati se entro in quei posti"
So di essere stata pesante ma per fortuna non è permaloso. Se dicessero una cosa simile a mio nipote Bobby lo rivedrebbero dopo anni.
Insomma volevo preavvertire  che so già che la sua attenzione per i prossimi giorni sarà calamitata da questa idea e che chiederà giudizi, opinioni, magari farà un questionario per stabilire la media della velocità e le dimesioni che dovrebbe dare allo strumento. Non si può fermarlo quando è preso da queste febbri.
Compatitelo se potete e compatite anche me.
Un abbraccio a tutte
Holly

mercoledì 18 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 925 " una conversazione con Don Lugi" audioracconto breve

Da un pochino mi dedico agli audioracconti, non perché non ami scrivere, del resto la traccia la butto giù prima  ma scrivere perbenino, coi punti e cole virgole mi resulta difficile perché io  vado di getto, cola penna se sono in bus o in treno e cor una vecchia macchina pe scrive se sono a casa o nel mi box (di macchine per scrivere ne ho collezionate una ventina)
Proprio la macchina per scrivere ha condizionato il mio modo di comporre, Batto sverto, non proprio da dattilografo, ma con guasi tutti i diti anche se colla mano destra,  a volte, invado le pertinenze dela sinistra. Siccome odio ribatte, cancellare ecc. mi sono abituato a formulare pensieri abbastanza organici  perché dopo non amo ritornacci sopra. Col Pc è diverso ma a forza di correggere tagliare e incollare qualla prosa un mi pare più la mia. Quando c'era Dani ricopiai i miei scritti al pc. Ora lo fo da solo ma erdo tempo e non smepre ho voglia, in più nel copiare aggiungo altri errori. Così mi faccio uno script, un canovaccio scritto a macchina e poi ci leggo sopra spesso mettendo le pause che mi paiono opportune anche se nel canovaccio non le ho messe. 
Quella di oggi è una bella conversazione e i temi portanti furono detti tutti da Don Luigi, uno che sapeva stare al mondo e secondo me sapeva anche come si sta di là.
Attenzione enunciando una nota legge Don Luigi recita 
niente si crea e niente si trasforma, deve intendersi niente si crea e niente si distrugge ma tutto si trasforma (chiedo venia per l'errata lettura).

Nel racconto parlo di una rudimentale batteria in uso aTerranova ne ho fatta una e la sona Holly in questa bella polka cacciaspiriti alla quale cerco di dare una interpretazione decente colla mi armonica.
Un abbraccio Dante
sotto schema e realizzazione 
per ascoltare la musica cliccate i nostri nomi qui sotto

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Dante e Holly "polka caccia spiriti"
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